Oggi 8 marzo (e sempre)
Oggi 8 marzo (e sempre)
Ricordiamo AMBROGIA SODDU
Sessantenne di Bono, disabile, seviziata violentata e assassinata dai sicari dei tiranni sabaudi.
Ecco il fatto.
Fallito lo sfortunato ed eroico tentativo di Giovanni Maria Angioy di liberare la Sardegna dal giogo feudale, nel maggio del 1796 il Viceré creò una commissione militare guidata da Efìsio Pintor Sirigu, detto “Pintoreddu” che partì da Cagliari per assoggettare con la forza i villaggi in rivolta contro il feudalesimo. Tra i villaggi in rivolta vi era anche Bono: paese natale dell’Angioy. [segue]
Ecco come racconta il fatto il più grande storico della Sardegna sabauda, Girolamo Sotgiu: “Efisio Pintor accompagnato dai delegati Musso e Guiso, con 900 uomini e 4 cannoni marciò su Bono per una vera e propria spedizione punitiva. Gli abitanti della cittadina del Goceano si erano preparati all’attacco, e se non poterono impedire che gli armati entrassero nella città e la mettessero a ferro e fuoco, persino spogliando le chiese degli arredi sacri, costrinsero però gli assalitori a una precipitosa ritirata, nella quale molti furono gli uccisi e feriti. La repressione fu così spietata – ricorda Sotgiu – che la musa popolare ne ha lasciato testimonianza:
Cantu baiat nos hana brujadu/tancas, binzas e domos e carrelas/et pro cussu Pintore est infamadu/in sa Sardigna e in tota sa costera”. [Girolamo Sotgiu, Storia della Sardegna Sabauda, editori Laterza,Bari, pagine 215-216]
Fra le vittime una donna di 60 anni, Ambrogia Soddu che non poté fuggire con gli altri, né la poterono portar con loro, persuasi che i nemici non avrebbero offeso una donna innocua nello stato in cui si trovava: era infatti paralitica. Così essa fu barbaramente seviziata (le strapparono le mammelle) violentata e uccisa dopo averne saccheggiato la casa.
Francesco Casula
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