Cucuccio Morgante, un cagliaritano illustre
di Giancarlo Morgante
Oggi avresti compiuto 95 anni. Ormai sono passati 12 anni e dimenticarsi di te è impossibile. Mi piace ricordarti con il tuo grande sorriso a tutto tondo parlare e intrattenere le persone con le quali avevi rapporti di lavoro. Si, nel lavoro e nelle relazioni con le persone con le quali amavi intrattenerti davi il meglio di te stesso. Una volta un tuo amico mi disse: tuo padre amava la vita, la sua gente, il suo essere Cagliaritano. Ecco, è in questa prospettiva che mi piace allegare un brano tratto dal libro “C’era una volta…Castello”, scritto negli anni ottanta da un tuo carissimo amico, Gino Ivaldi (da tempo anche lui ci ha lasciati). Ginetto (per gli amici) ha tratteggiato un tuo profilo dove traspare simpatia, affetto e ammirazione.
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Cucuccio
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Altro amico protagonista di sbarazzine avventure è Cucuccio.
Castellano dalla testa ai piedi, originario del bastione vecchio, tra chiesa di Santa Croce e Tribunale, da piccolo com’egli stesso ammette, non ha trovato il tempo per studiare. Ciò nondimeno, ha saputo convivere con i grandi della politica. Ha dovuto barcamenarsi sin dall’infanzia, piuttosto tormentata, e ancora bambino accompagnava i turisti stranieri a visitare Cattedrale, museo e anfiteatro romano. Così raggranellava qualche soldo. Dimostrava, in fondo, sin da piccolo, attitudine all’incarico poi ricoperto per un trentennio alla Regione.
Fanciullo cattolico, ma non per questo stinco di santo. Se la domenica osservava il precetto di visitare gli infermi, distribuiva pure ai soldati ricoverati presso l’ospedale militare gli opuscoli e i giornali che gli affidava il parroco, facendosi però dare l’offerta che incassava per le opere pie.
Si è persino infilato in un confessionale della cattedrale per carpire – geloso – gli intimi segreti di una ragazza di cui si era invaghito. Il tentativo di sostituirsi al confessore fallì, non per suo scrupolo, ma perchè la ragazza ne riconobbe la voce al rituale: quali peccati hai da confessare figliola?
Pazienza! Per espiazione Cucuccio dovette assistere alla funzione serale genuflesso, a capo chino e con i ceci sotto le ginocchia.
Gli anni sono passati e con la guerra Cucuccio vegliò sugli abitanti come soldato dell’UMPA (protezione antiaerea), e se non ha varcato il portone dell’università da studente lo ha fatto come volontario della milizia universitaria fascista.
E’ stato carabiniere a cavallo ed era un bel quadro da fotografare in alta uniforme con pennacchio in testa. Per necessità di sopravvivenza non ha mai disdegnato un posto di lavoro, senza nessuna remora per le mansioni che gli affidavano.
Ha viaggiato in lungo e in largo per Cagliari come bigliettaio nei tram, ha visto più d’ogni altro spettacoli cinematografici in quanto maschera al Supercinema, e opere liriche all’anfiteatro per lo stesso motivo. E, cosa poco allegra, raccontava agli amici i particolari delle personalità e umile gente per la cui inumazione dava una mano come dipendente comunale, nel cimitero di Bonaria.
E finalmente approdato alla Regione, dimorandovi per oltre trent’anni onde garantire, come celiava spesso un presidente di turno, la continuità dell’istituzione. I presidenti passano – spesso di fretta – e Cucuccio restava. Gli è stata inventata una qualifica neppure prevista nell’ordinamento del personale della Regione e riguarda solo lui uno specifico articolo di legge sulle carriere.
Nelle sue funzioni di cerimoniere ha, per dovere d’ufficio, intrattenuto rapporti con un mondo di gente più o meno illustre. Non gli manca l’aspetto fisico e non gli fa difetto una naturale eleganza.
Il sorriso, il buonumore e la versatilità erano e sono le sue doti naturali di cui si è abbondantemente avvalso nella professione. Ha visto da vicino i Papi, compreso l’attuale [Papa Giovanni Paolo II] che lo ha amorevolmente sorretto per un bacio del sacro anello. Vero o no il dolore, combinazione ha voluto che questo accadesse sotto i lampi dei fotografi ed il ronzio delle telecamere.
Ha presenziato al benvenuto in Sardegna a regnanti e ministri, plenipotenziari di tutto il mondo ed altolocate personalità civili e militari. Non c’é inaugurazione, mostra, convegno o simposio in cui non si esibisca in primo piano alla televisione il volto sorridente e telegenico.
L’efficienza e capacità professionale nello specifico incarico hanno riscosso l’apprezzamento di ospiti e superiori. Per la sua innata propensione alla cordialità è amico di molti e, se si fa eccezione per l’immancabile invidioso, che non gli perdona la sua affermazione, tutti gli dimostrano simpatia.
Dopo una vita intensamente vissuta Cucuccio potrebbe scrivere, e di argomenti ne avrebbe, un “VISTI DA VICINO” degli onorevoli isolani. Forse avrebbe più successo editoriale di quelli dallo stesso titolo scritti nel recente passato da un autorevole uomo politico nazionale.
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