BARZEL/LETTA 2
L’Europa non sia solo numeri. Sì. Ma l’Italia non sia solo chiacchiere.
SERGIO ENDRIGO. Nato a Pola il 15 giugno 1933, profugo nel ’47, lascia gli studi ginnasiali e lavora per aiutare la madre (il padre morì nel ’39). Debutta come cantante nel ’59, nel ’62 scrive Io che amo solo te, una delle più belle canzoni di sempre, e pubblica il primo disco che contiene, fra l’altro, testi di Pier Paolo Pasolini.
Seguono tante canzoni: Vecchia balera, Viva Maddalena, Se le cose stanno così, Era d’estate. Del ’65 Te lo leggo negli occhi, Mani bucate, Teresa. Partecipa a sanremo nel ’66 con Adesso sì; nel ’67, anno del suicidio di Tenco, con Dove credi di andare, finalmente vince nel ’68 con Canzone per te. Intanto sono uscite altre canzoni: Girotondo intorno al mondo, Dimmi la verità, La ballata dell’ex (sulle perdute speranze partigiane di creare un’Italia diversa). Ancora altre canzoni: Perchè non dormi fratello?, Lontano dagli occhi, L’arca di Noè.
Famose le canzoni per bambini come La casa (di Vinicius de Moraes) e, famosissima, Ci vuole un fiore, versi di Gianni Rodari. Endrigo muore a Roma il 7 settembre 2005.
CARLO CATTANEO Nasce a Milano il 15 giugno 1801. Lombardo e federalista, non ha alcuna somiglianza con certi figuri che oggi agitano bandiere che scimmiottano il federalismo con grande confusione di concetti e ignoranza culturale. Appassionato ai classici fin da bambino, studia nei seminari di Lecco e Monza, ma non si fa prete. I suoi studi e letture proseguono nella biblioteca di Brera e nella Biblioteca Ambrosiana. A 19 anni è chiamato a insegnare grammatica latina e scienze umane al ginnasio di Santa Marta, dove rimane per 15 anni. Si laurea in giurisprudenza a Pavia nel 1824. Nel 1848 partecipa alle cinque giornate di Milano, ma poi non sarà più favorevole all’intervento piemontese dei Savoia, valutando il Piemonte arretrato e i Savoia poco democratici. Dopo i moti del ’48-49 si rifugia in Svizzera. E’ uno dei fondatori e primo rettore del Liceo di Lugano, improntato alla formazione laica di una nuova classe borghese, libera dal giogo della …Chiesa. Da Cattaneo si parte per studiare seriamente il federalismo: liberale, laico, repubblicano intransigente, rifiuta monarchia e centralismo statale. Pur essendo più volte eletto deputato al parlamento italiano, non si presenta mai per non giurare fedeltà ai Savoia
(altro che certa gente che strilla “Roma ladrona” e poi corre a spartire il bottino). Cattaneo sostiene la necessità di una confederazione degli Stati italiani sul modello svizzero, come pure immagina una federazione degli Stati europei, concepisce il progresso umano non come fatto individuale, ma come fatto collettivo che nasce dal confronto e dalla relazione, come tra le persone così tra gli Stati, una sorta di “federalismo delle intelligenze umane”. Morì a Lugano il 6 febbraio 1869.
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