Recovery Fund Sardegna – Documentazione
[Dal sito Fondazione Sardinia] Recovery plan sardo … e la Regione rispose. Gli articoli di ieri.
- LA NUOVA SARDEGNA: Se arrivasse anche solo una parte dei fondi richiesti, potremmo trovarci di fronte a un intervento che farebbe impallidire il Piano di rinascita della Sardegna del 1962.
- L’UNIONE SARDA: Recovery plan sardo, il conto della Regione arriva a 7,7 miliardi.
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Corona virus e recovery Fund, da La Nuova Sardegna, 15 dicembre 2020
La Regione ha presentato 206 progetti per un ammontare di 7 miliardi e 690 milioni da finanziare con le risorse del recovery fund. Ora verrà avviato un confronto con il mondo produttivo, con le parti sociali, con il mondo universitario «per la definizione – dice il presidente, Christian Solinas – di un grande piano di rilancio della Sardegna». La Regione ha trasmesso l’elenco delle priorità progettuali della Sardegna per la definitiva stesura del ‘Recovery plan’ da parte del Governo: «Abbiamo rispettato i tempi per l’elaborazione delle proposte», aggiunge il presidente.
Il parco progetti. Un libro dei desideri ampio e dettagliato: 206 progetti per un valore di 7 miliardi 690 milioni 693mila euro, divisi nelle sei macro-aree del ‘Piano nazionale di Ripresa e Resilienza’ redatto dal Governo Conte.
Nella macro-area “Digitalizzazione, innovazione e competitività del sistema produttivo” la Sardegna ha presentato 53 progetti del valore di 1 miliardo 469 milioni 460mila euro; 66 progetti in quella “Rivoluzione verde e transizione ecologica” per 3 miliardi 329 milioni 535mila euro; in “Infrastrutture per la mobilità” 21 progetti per 1 miliardo 822 milioni 983mila euro; per “Istruzione, formazione, ricerca e cultura” 42 progetti per 351 milioni 713mila euro; 19 progetti in “Equità sociale, di genere e territoriale” per 472 milioni 500mila; infine nella macro-area “Sanità” 5 progetti per 244 milioni 500mila euro.
La frecciata al Governo. «Ci saremmo aspettati un ben più ampio coinvolgimento delle Regioni da parte del Governo nella definizione degli investimenti – dice ancora Solinas -, così da realizzare un piano veramente condiviso».Un plauso agli assessorati che «sono stati tutti coinvolti» in uno sforzo di raccolta e di sintesi che ha «recepito le linee guida per l’elaborazione del Piano» e che punta «a far ripartire l’economia, colmando anche il gap nel campo delle infrastrutture strategiche».
Gli obiettivi. Tra i principali obiettivi, transizione energetica e sostenibilità ambientale, con attenzione alla mitigazione del rischio idrogeologico, gestione dei rifiuti e delle risorse idriche, trasporti sostenibili con il completamento della rete ferroviaria, potenziamento della rete dei porti turistici e sviluppo della portualità commerciale, innovazione tecnologica e digitalizzazione della pubblica amministrazione, «con diffusione delle competenze digitali e completamento della rete in fibra ottica», sostegno alla competitività delle filiere strategiche come «agroalimentare, industria, patrimonio culturale, turistico e paesaggistico». E poi formazione, ricerca e politiche attive del lavoro.
La sanità. «Discorso a parte merita la sanità – precisa il presidente Solinas – per la quale il Governo ha preannunciato un ridotto investimento nell’ambito del “Recovery fund”. La Regione ha puntato su progetti di integrazione tra politiche sanitarie e politiche sociali, sul potenziamento del sistema di accesso ai servizi territoriali, sulla realizzazione di infrastrutture ospedaliere in ambiti extraurbani, sulla ricerca antivirale, sulla digitalizzazione come strumento di promozione di una salute di prossimità«.«Intendiamo far ripartire la Sardegna, trasformando l’emergenza attuale in un’opportunità di rilancio e trasformazione. Nei progetti inviati al Governo nazionale abbiamo puntato su interventi importanti che possano incidere in alcuni settori vitali per il futuro dell’isola. Saremo vigili – ha ammonito il presidente – nel verificare che i diritti e gli interessi della Sardegna siano tutelati nell’elaborazione definitiva del Piano nazionale». (r.pe.)
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Recovery plan sardo, il conto della Regione arriva a 7,7 miliardi, L’Unione Sarda, 15 dicembre 2020
Il conto finale targato Sardegna è di 7 miliardi e 690 milioni. A tanto ammontano i 206 progetti che la Regione ha preparato e “girato” al Governo per la partita Recovery plan. Un fondo europeo che servirà a far ripartire l’economia dopo la botta del Covid-19. Esiste una scadenza, aprile 2021, mese in cui il documento nazionale deve essere inviato alla Commissione europea per la valutazione.
La Sardegna gioca d’anticipo inviando i suoi progetti: fari puntati soprattutto sulla “rivoluzione verde”, capitolo per il quale è richiesta quasi la metà dei finanziamenti. «Ma vogliamo far ripartire l’economia, colmando anche il gap nel campo delle infrastrutture strategiche», precisa il governatore Christian Solinas.
Il piano di rilancio
«Grazie alle risorse previste dal Recovery fund, intendiamo far ripartire la Sardegna, trasformando l’emergenza attuale in un’opportunità di rilancio e trasformazione – sottolinea il presidente Christian Solinas – Nei progetti inviati al Governo nazionale abbiamo puntato su interventi importanti che possano incidere in alcuni settori vitali per il futuro dell’Isola. Abbiamo rispettato i tempi per l’elaborazione delle proposte. Ora apriremo una fase di confronto con il mondo produttivo, con le parti sociali, con il mondo universitario, per la definizione di un grande piano di rilancio della Sardegna».
Le macro-aree
Il “Piano nazionale di ripresa e resilienza” prevedeva sei macro-aeree e per ognuna di queste la Regione ha presentato i propri progetti.
Per la “Digitalizzazione, innovazione e competitività del sistema produttivo” la Sardegna ha presentato 53 progetti del valore di un miliardo 469 milioni 460mila euro; 66 progetti in quella “Rivoluzione verde e transizione ecologica” per 3 miliardi 329 milioni 535mila; in “Infrastrutture per la mobilità” 21 progetti per un miliardo 822 milioni 983mila; per “Istruzione, formazione, ricerca e cultura” 42 progetti per 351 milioni 713mila; 19 progetti in “Equità sociale, di genere e territoriale” per 472 milioni 500mila; infine nella macro-area “Sanità” 5 progetti per 244 milioni 500mila euro.
Gli obiettivi
Da parte della Giunta Solinas l’attenzione dei progetti è andata soprattutto sull’ambiente, «con un occhio di riguardo alla mitigazione del rischio idrogeologico, gestione dei rifiuti e delle risorse idriche», precisa il presidente.
Non mancano poi i capitoli che riguardano i trasporti sostenibili con il completamento della rete ferroviaria, potenziamento della rete dei porti turistici, l’innovazione tecnologica e digitalizzazione della pubblica amministrazione con il completamento della rete in fibra ottica, «ma anche il sostegno alla competitività delle nostre filiere strategiche (agroalimentare, industria, patrimonio culturale, turistico e paesaggistico), la formazione e politiche attive del lavoro, con particolare attenzione per giovani, donne e persone con disabilità», sottolineano dalla Regione.
Capitolo sanità
Discorso a parte merita la sanità «per la quale il Governo ha preannunciato un ridotto investimento nell’ambito del Recovery fund – puntualizza Solinas – La Regione ha puntato su progetti di integrazione tra politiche sanitarie e sociali, sul potenziamento del sistema di accesso ai servizi territoriali, sulla realizzazione di infrastrutture ospedaliere in ambiti extraurbani, sulla ricerca antivirale, sulla digitalizzazione come strumento di promozione di una salute di prossimità».
«Risorse fondamentali»
«Sono risorse che, dopo la grave crisi socio-economica causata dalla pandemia, contribuiranno a creare sviluppo e nuove opportunità di crescita in Sardegna. Investimenti che, utilizzati al meglio, realizzeranno obiettivi di lungo periodo», precisa il presidente della Giunta.
Ovviamente, perché questo accada l’impegno è quello di essere vigili «nel verificare che i diritti e gli interessi della Sardegna siano tutelati nell’elaborazione definitiva del Piano nazionale – ha concluso Christian Solinas – È stato un lavoro di squadra al quale hanno partecipato tutti gli assessorati e nel quale è lecito riporre alte aspettative, anche se ci saremmo aspettati un ben più ampio coinvolgimento da parte del Governo nella definizione degli investimenti, così da realizzare un piano veramente condiviso».
Michele Masala
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