Il RITORNO di PIERO con Anna Acmàtova
ANNA ANDREEVNA ACHMATOVA
Come a una voce lontana presto ascolto,
ma intorno non c’è nulla, nessuno.
“Una lama di luce in una stanza buia”, così Victor Sklovskij definiva il mondo poetico di Anna Acmàtova. Nata l’11 giugno 1889, nel 1910 sposò il poeta Nicolaj Gumilev. Nello steso anno e nel 1911 trascorse la primavera a Parigi dove conobbe Amedeo Modigliani, che la ritrasse più volte (ma un solo disegno si è salvato). Viaggiò anche in Italia. Da Gumilev ebbe il figlio Lev. Divorziò nel 1918, si sposò altre due volte. Nel 1921 Gumilev, accusato di un complotto monarchico, venne fucilato. Il figlio Lev, senza motivi veri, fu incluso nella lista delle persone sospette e fu arrestato nel 1938. Anna si recò per 17 mesi, in attesa della sentenza, a trovarlo in carcere. Da questo calvario nascono le poesie di “Requiem”. Lev, condannato alla prigionia, allo scoppio della guerra, chiese di essere arruolato e combattè nelle fila dell’Armata Rossa fino alla presa di Berlino. Fu decorato, ma per lo zelo di un burocrate venne rimesso in carcere e liberato solo nel 1949. Anche il terzo marito di Anna, Nicolaj Punin, fu arrestato per “filo-occidentalismo” (!). Lei stessa nel 1946 fu espulsa dall’Unione degli scrittori sovietici e, benchè le fosse permesso di pubblicare fin dal 1950, il suo nome non risultava nella Storia degli scrittori sovietici fino al 1961. Nel 1964 potè tornare il Italia, dove ricevette il premio Etna-Taormina, e in Inghilterra dove fu laureata honoris causa all’Università di Oxford. Si spense vicino a Mosca nel 1966.
La sua opera più importante è Poema bez geroja (Poema senza eroe), in tre parti, traduzione in italiano approvata dalla Acmàtova e pubblicata da Einaudi.
- Lei ha letto Dante?
- Non faccio altro che leggere Dante.
IL CONSENSO DEI CITTADINI AI PARTITI Vota il 45% dei cittadini, con 2,3 cittadini che ti votano diventi sindaco di città come Roma e di altri 10 capoluoghi. I sociologi insegnano che quando i cittadini si assentano dai luoghi della politica è una condanna della politica. Letta però esulta: una conferma delle Larghe Intese. Chi vuole intendere, intenda. Io non intendo.
VITTORIO ANGIUS
Cagliaritano, nato l’11 giugno 1797, fu sacerdote e prefetto degli Scolopi, docente di retorica a Sassari, scrittore, romanziere e poeta dai vasti interessi culturali. Scrisse (ahimè!) i versi in sardo di Cunservet Deus su Re, inno sardo cortigiano, musicato dal sassarese Giovanni Gonella. A suo grande merito va invece l’opera, realizzata con Goffredo Casalis, “Dizionario geografico storico statistico commerciale degli Stati di S.M. il re di Sardegna”. Tutta la parte riguardante la Sardegna è di Angius: visitò villaggio dopo villaggio, registrandone storia, credenze e leggende. Essa è ancora oggi materiale importante, fondamentale, di consultazione per studenti e studiosi.
Nel 1842 divenne deputato, dovendo perciò lasciare la tonaca, schierandosi a destra.
Morì, dimenticato e in miseria, a Torino nel 1862.
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