Emergenza Covid. Per colmare il terribile divario tra il dire e il fare
Qualcosa si muove dopo il drammatico appello delle organizzazioni della cooperazione sociale.
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L’arcivescovo Baturi incontra Federsolidarietà e Confcooperative.
[Da Il Portico] Nei locali della Curia arcivescovile di Cagliari l’arcivescovo, Giuseppe Baturi, ha ricevuto il Presidente di Confcooperative Federsolidarietá Sardegna, Antonello Pili, e il Direttore di Confcooperative Sardegna, Gilberto Marras, insieme al Direttore dell’Ufficio diocesano di Pastorale sociale e del Lavoro, Ignazio Boi.
Al centro dell’incontro le considerazioni emerse dopo la riunione convocata in Regione sulla difficile situazione dei servizi territoriale e delle strutture per anziani alle prese con l’emergenza Covid-19.
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Nel corso dell’incontro in Regione è stata ribadita le necessità di un pronto intervento del sistema regionale per sollevare il mondo della cooperazione e le strutture socio – sanitarie da una condizione precaria: decine di addetti positivi al coronavirus non possono lavorare mentre sul mercato si fa fatica a trovare personale con le qualifiche necessarie, in grado di sostituire chi purtroppo ha contratto il virus.
Altro punto è l’assistenza agli ospiti delle Strutture, che spesso hanno difficoltà ad essere visitati anche dagli stessi medici di famiglia.
La richiesta che è emersa dalla riunione in Regione è stata fatta propria anche da monsignor Baturi.
«Credo – ha detto l’Arcivescovo – che quanto il mondo della cooperazione chiede sia indispensabile per salvaguardare la vita degli ospiti e la salute degli operatori socio sanitari.
Nelle Case e nelle Strutture ci sono le persone più fragili e siamo chiamati a salvaguardare la loro incolumità, così come quella degli operatori che garantiscono il servizio».
Per questo occorre aprire sia un tavolo politico, che condivide e sceglie, sia un tavolo tecnico che studia e propone soluzioni per una efficace ed efficiente fattibilità.
Un impegno tra pubblico e privato capace di un nuovo welfare generativo.
Per il Presidente, Antonello Pili, occorre che venga «convocato un tavolo politico – ha dichiarato – nel quale ragionare attorno alle possibili soluzioni ad una situazione davvero problematica, che investe decine di cooperative sarde con centinaia di addetti e altrettanti ospiti, che devono essere tutelati. Non c’è tempo da perdere, perché i problemi si stanno acuendo e le soluzioni non possono arrivare senza il supporto della Regione».
L’emergenza coronavirus sta segnando profondamente le aziende dal punto di vista economico. Per loro al momento ci sono costi accresciuti di molto e ricavi molto diminuiti.
Per questo, secondo il Direttore di Confcooperative, Gilberto Marras, è necessario dar vita ad un tavolo tecnico, che dia non solo risposte rapide ma anche a medio – lungo termine. «Dobbiamo sapere – ha detto Marras – cosa fare nell’immediato ma anche nei prossimi anni, perché occorre programmare e verificare in corso d’opera ciò che è stato realizzato per migliorare quanto non ha funzionato». «Sediamoci attorno ad un tavolo – ha aggiunto – e insieme co-progettiamo come uscire dai problemi contingenti, proiettandoci ai prossimi 3-5 anni per avere un percorso da seguire».
L’invito è dunque indirizzato alla Regione alla quale si chiede di trovare risposte ad un settore in gravi difficoltà e che, insieme ai lavoratori, interessa la parte più fragile della popolazione dell’Isola: anziani e disabili.
L’incontro con monsignor Baturi, si inserisce nel percorso dell’Ufficio diocesano di Pastorale sociale e del Lavoro, al quale anche Marras e Pili hanno aderito.
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