Che succede?
Un appello di cattolici democratici e cristiano-sociali a votare NO
by Giampiero Forcesi | su C3dem.
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IL NO DI CASTAGNETTI. LA POLITICA DEL RISARCIMENTO. ELEZIONI USA. EBRU TIMTIK E ALTRO
Su C3dem.
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Ci serve un antidoto a vecchiaia e sfinimento.
Francesco D’Agostino, su Avvenire.
CORONAVIRUS. Il punto in cui siamo.
Roberto Colombo, su Avvenire.
Non si scioglie purtroppo la polarizzazione del dibattito pubblico sull’attuale fase della pandemia Covid-19 attorno al binomio ‘allerta sanitaria’ e ‘allarmismo ingiustificato’, ovvero ‘rigorismo precauzionista’ e ‘negazionismo ottimista’. Un binomio astratto rispetto alla realtà clinica ed epidemiologica e illusoriamente accattivante sul piano della comunicazione di massa. E una polarizzazione così marcata ingenera perplessità o scetticismo anche tra i cittadini più attenti e pensosi. Per superare questa impasse, che (apparentemente) mostra una contraddizione tra le affermazioni di diversi scienziati e medici e le prese di posizione di alcuni ‘tecnici’ delle emergenze sanitarie, servono elementi di epistemologia e metodologia della medicina che spesso sfuggono ai non addetti ai lavori.
Il concetto di gravità di un malattia (disease severity, in inglese) fa riferimento al suo impatto sulla vita personale, relazionale e sociale dei pazienti colpiti, e comprende (ma non solo) la intensità e durata della disabilità e della sofferenza da causa fisica o psichica, la probabilità di co-morbosità, la mortalità e la letalità. Da quando la medicina, oltre a prendersi cura della persona del malato, ha guadagnato una effettiva capacità diagnostica e terapeutica (la cosiddetta ‘medicina moderna’) la gravità di una malattia non è più una proprietà patologica legata esclusivamente alla ‘natura del morbo’ e alla ‘resistenza intrinseca del corpo’, ma dipende anche (e sempre più) dalla corretta e tempestiva diagnosi e da una efficace terapia (sia essa eziologica, patogenetica o solo sintomatica). Così, la gravità di una malattia – come una qualunque infezione respiratoria o gastrointestinale, un tumore, una cardiopatia, un disordine metabolico o altro – è legata non solo dalla sua causa e dalle status antropologico e sanitario del paziente (età, sesso, costituzione fisica, patologie pregresse o in corso), ma dalla capacità dei medici di riconoscerla con sicurezza e rapidamente (diagnosi) e di trattarla in modo appropriato (terapia). [segue sul giornale]
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