Caritas. Punta de billete – Save the date – Prendi nota

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Gruppo Regionale di Educazione alla Pace e alla Mondialità (GREM)

Connessioni per condividere e salvaguardare la casa comune
Dalla Enciclica della Laudato Si, al Sinodo sulla Amazzonia e all’Incontro di Bari ‘ Mediterraneo frontiera di pace’

Casa di Esercizi Spirituali “ Il Pozzo di Sicar ”, Località Is Meris – Quartu Sant’Elena , Ca
(dal 24 al 27 agosto 2020)

I gemiti di sorella terra, che si uniscono ai gemiti degli abbandonati del mondo, con un lamento che reclama da noi un altra rota. Mai abbiamo maltrattato e offeso la nostra casa comune come negli ultimi due secoli . Siamo invece chiamati a diventare gli strumenti di Dio Padre perché il nostro pianeta sia quello che Egli ha sognato nel crearlo e risponda al suo progetto di pace, bellezza e pienezza.

PROGRAMMA PROVVISORIO
[segue]
Lunedì 24 agosto

Ore 18.30
Arrivi e accoglienze. Consegna delle cartelle

19.00 – 19.45
Preghiera iniziale (a cura di don Marco Lai)
Saluto da parte del delegato regionale Raffaele Callia
Presentazione dei partecipanti, delle tematiche della Tre Giorni e
raccolta delle aspettative (a cura di don Marco Lai)

19.45 – 20.00
Sistemazione nelle camere

20.00
Cena

Dopo cena
Visione di un film tematico ( )

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Martedì 25 agosto

Ore 08.00
Lodi e lectio a cura di mons. Arrigo Miglio

08.30
Colazione

09.15 – 9.45
A cinque anni dalla Laudato Si
mons. Arrigo Miglio (arcivescovo emerito di Cagliari)

9.45 – 10.30
A cinque anni dalla Laudato Si’ (Paolo Beccegato ” Laudato Si’ nel post Covid”)

10.30 – 10.45 Pausa

10.45 – 11.30
A cinque anni dalla Laudato Si’
Padre Angelo Pansa (Padre Saveriano in Brasile)

11.45 – 12.45

Confronto con i relatori

13.30 Pranzo

16.00 – 18.00
Tavola Rotonda Agenda Onu 20/30: Gianluca Cocco (Direttore del servizio Ambiente), Annalisa Colombu (Presidente Lega Ambiente Sardegna), Ahmed Naciri (Presidente della rete sarda della cooperazione internazionale – Cambiamenti climatici e fenomeno migratorio), Costantino Palmas (Impresa Sociale ” Lavoro Insieme” – Esperienza di economia circolare)
Coordina i lavori: Franco Meloni (giornalista)

18.15 – 19.00
Confronto con i relatori

19.30
Santa Messa presieduta da S.E. Mons. Giovanni Paolo Zedda

20.30
Cena e visione di un film tematico
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Mercoledì 26 agosto

Ore 08.00
Lodi e lectio a cura di mons. Arrigo Miglio

08.30 Colazione

09.15 – 10.00
Il Mediterraneo frontiera di pace, storia e radici comuni
(a cura del prof. Attilio Mastino)

10.15-11.00
Convegno ecclesiale di Bari “Il Mediterraneo frontiera di pace”: Analisi e prospettive dopo il Convegno di Bari”, a cura di Paolo Beccegato

11.00 – 11.15 Pausa

11.15 – 12.15
Tavola Rotonda: Gli Stati generali della cooperazione (Massimo Pallottino – Caritas Italiana) esperienze locali: Ass. Alpo Andrea Cadelano (Una finestra sull’attività di cooperazione); Coordinamento Diaspore Elizabeth Rijo (Le diaspore nella Cooperazione); Ass. Gno’Nu Felix Adandedjan.
Coordina i lavori: Claudio Caboni (Referente area mondialità Caritas Cagliari)

12.15 – 13.00

13.00 Pranzo

15.30 – 16.30
Comunicazione di Caritas Italiana sui conflitti dimenticati e presentazione Campagne internazionali: Massimo Pallotino, ” Tutela dei diritti e campagne globali: prospettive per il 2021

16.30 – 17.30
Lavori di gruppo sui temi trattati

17.30 – 17.45
Pausa

17.45 – 18:30
Ripresa dei lavori di gruppo

18.30 – 19.30
Restituzione in plenaria dei lavori di gruppo

19.30
Santa Messa

20.30
Cena e tempo libero e/o film tematico ( )
Giovedì 27 agosto

Ore 08.00
Lodi e lectio a cura di mons. Arrigo Miglio

08.30 Colazione

09.00 – 12.30
Visita alla Città di Cagliari.

13.00
Pranzo

15.00 – 17.00
Verifica dell’anno pastorale 2019-2020 e programmazione 2020-2021
(a cura di don Marco Lai e del delegato regionale Raffaele Callia)

17.00
Preghiera finale a cura di don Marco Lai e saluti a cura del Delegato Regionale Raffaele Callia

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One Response to Caritas. Punta de billete – Save the date – Prendi nota

  1. Aladin scrive:

    Ricordando Enzo Biagi (oggi avrebbe compiuto 100 anni).
    Enzo Biagi si definiva un «cattolico saltuario». Più volte ebbe modo di scrivere che la sua preghiera preferita era il Padre nostro: ci vedeva una mano tesa all’ essere umano e alla sua fragilità. In quel «Non ci indurre in tentazione», leggeva una richiesta di soccorso: Signore, non distrarti, tienimi d’ occhio, perché da solo non ce la faccio. A pensarci bene aveva intuito molto prima del tempo il senso della traduzione attuale del latino “Ne inducas…”, non abbandonarci alla tentazione. Di fede scrisse dopo una notte nella luce azzurrina della terapia intensiva, a seguito di uno dei tanti interventi al suo cuore ballerino e, ancora, dopo i funerali di Giovanni Paolo II, il 10 aprile del 2005 in prima sul Corriere: «Mi addormento chiedendo perdono a Dio, in attesa del nuovo giorno e delle altre possibili trasgressioni (…). Come sarà il cielo del Signore? Per me quello del presepe dei bambini poveri, fatto con la carta azzurra della pasta, o quello delle crocifissioni, con tante nuvole che incombono sulla tragedia. La preghiera che più mi consola il Padre nostro: un atto di sottomissione e un’invocazione di misericordia. E anche una richiesta di complicità: “Non ci indurre in tentazione”. Lui sa come siamo fragili, perché ci ha fatti: ha alitato sul nostro volto, ed è stata la vita, ma gli è scappato anche qualche colpo di tosse. E poi il senso del precario e del bisogno: se veste i gigli dei campi e sfama gli uccelli dell’aria, ci dia oggi (e anche domani) il nostro pane: e resti con noi finché si fa sera».

    E ancora, in uno dei suoi libri, Quello che non si doveva dire, Rizzoli, 2006: «È la preghiera più umana perché parla del pane di ogni giorno, della speranza di un regno più giusto, della pietà dei peccati nostri e del prossimo. C’ è in più una invocazione, una chiamata di corresponsabilità per gli inevitabili errori umani: Signore sai come siamo deboli, hai conosciuto anche tu le lusinghe del male, non ci indurre in tentazione, aiutaci a salvarci. L’ uomo ha bisogno di sperare in un mondo senza sofferenze, dove il buono è premiato e dove si può vivere meglio. Questo Padre che sta nei cieli è il padre di tutti e se tutti noi imparassimo ad alzare gli occhi dalle nostre cose, dal nostro egoismo ci accorgeremmo che in ogni angolo c’ è la storia di un bambino che piange perché la sua matita azzurra è finita e non può colorare il cielo come vorrebbe». (Da Famiglia Cristiana).

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