Oggi venerdì 7 agosto 2020

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soffiaManifesto. Ricostruire l’Italia. Con il Sud.
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—————————Opinioni, Commenti e Riflessioni, Appuntamenti————–——–
Le nuove province sarde, una allucinazione da caldo?
7 Agosto 2020
Amsicora su Democraziaoggi.
Ohè, gente!, ve la state passando bene al mare o ai monti o nel “gorropu” vicono a casa come tanto tempo fa? Io sì, non mi posso lamentare, proprio non ho nulla da dire. Ad esempio, ora sono al mare e fra sederi oceanici, panze di tutte le fogge e latitudini, vecchie matrone con tanga […]
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Tonino Dessì su fb.
Benchè passi per la nuova genialata di uno dei responsabili PD della demenziale “riforma” degli enti locali sardi varata nella scorsa legislatura dal centrosinistra (l’altro era un giovane esponente della “sinistra del SO” durante il referendum costituzionale del 2016 e, mi pare, lo sua tuttora della stessa area in vista del referendum sul taglio della rappresentanza parlamentare), l’idea di inserire nel disegno proposto dal centrodestra legosardista in discussione in Consiglio regionale una norma che preveda forme di coordinamento fra le nuove istituende Province è una norma “di scuola”, che di per se non scandalizza.
Non darà vita a nessuna superprovincia, al massimo riaccorperebbe le quattro circoscrizioni provinciali storiche (tre di previsione originaria statutaria, una istituita successivamente con legge dello Stato): ma soprattutto non se ne farà nulla, anche se la norma passasse.
Resta però l’impressione di una stucchevole demagogia leggere che nell’intento del proponente questa ipotesi servirebbe a “controbilanciare lo strapotere di Cagliari e di Sassari.
È un’altra evidente sciocchezza, ma rivela tutto il retroterra campanilistico su cui tuttora negli ambienti politici di entrambi gli schieramenti giocano queste partite istituzionali locali.
Sarà un campanilismo foriero di guai.
Se non si chiarisce (e non è affatto chiaro, anzi sembra prevalere la concezione inversa) che gli enti intermedi non sono enti gerarchicamente sopraordinati ai comuni, ma enti ai quali, mediante un massiccio trasferimento di funzioni oggi detenute (contro la previsione dello Statuto speciale) dalla Regione e dalle sue agenzie per programmare e gestire quei servizi di area vasta che nè la Regione per sua natura nè i comuni per dimensione possono assicurare con efficienza, le nuove Province resteranno da un lato dei nani politico-burocratici, dall’altro una fonte permanente di equivoci nell’opinione pubblica e di conflitti interistituzionali.
L’ennesima occasione mancata per una riforma di respiro in Sardegna.
Che penosa povertà, purtroppo, si perpetua in questo ceto politico di asfittici furbastri.
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