Che succede?
RAGIONI E TORTI DELLO STATO DI EMERGENZA. IL PD E L’IMMIGRAZIONE
29 Luglio 2020 by Giampiero Forcesi | su C3dem.
Stato d’emergenza: Stefano Ceccanti, “Diciamo sì a un’emergenza nuova” (comunicato). Sabino Cassese, “Basta forzature illegittime. Si torni alla normalità” (Corriere della sera). Gustavo Zagrebelsky, “Non è l’emergenza che mina la democrazia, è l’eccezione” (Repubblica). Paolo Pombeni, “L’emergenza aiuta solo i burocrati” (il Quotidiano). Immigrazione: Matteo Marcelli, “La guardia costiera libica spara sui migranti” (Avvenire). Vincenzo Spagnuolo, “Sbarchi, il piano del Viminale” (Avvenire). Annalisa Cuzzocrea, “L’ira di Zingaretti sul governo che teme un’ondata di sbarchi” (Repubblica). Carmelo Caruso, “Sindaci pragmatici e di sinistra: sull’immigrazione ha ragione Minniti” (Foglio). Marco Minniti, “L’Italia adesso cambi paradigma. Corridoi legali e via i decreti Salvini” (intervista a La Stampa). Filippo Miraglia, “Gli immigrati, vivi o morti, giocati al tavolo politico-elettorale” (Manifesto). Marco Tarquinio, “Uomini a terra (e anche noi)” (Avvenire). Michela Murgia, “Anche il Pd si comporta come la Lega” (La Stampa). Mattia Feltri, “Le majorette” (La Stampa). Governo e riforme: Alberto Gentili, “La cabina di regia comincia da digitale e infrastrutture” (Messaggero). Lo scoramento di Marcello Sorgi: “Se le poltrone contano più delle riforme” (La Stampa). Giuseppe Provenzano, “Agevolazioni fiscali per le imprese al Sud” (intervista al Corriere della sera). Mario Calderini, “Serve il capitalismo di comunità” (Repubblica). Giuseppe De Rita, “Orientare comportamenti non sollecitare emozioni” (Corriere).
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In Sardegna.
Ricevuto da Angelo Corda [07:32, 30/7/2020]
Il silenzio della Sardegna.
di Roberto Martani, su fb.
Quando mi chiedevano di indicare una caratteristica particolare della mia regione raccontavo del silenzio. Raccontavo di luoghi, poco lontani dal rumore della vita quotidiana, dove il silenzio ingoiava ogni cosa, dove trovavi l’essenza dei paesaggi, dei rapporti personali, dove ti rigeneravi.
Oggi il silenzio, il silenzio dei Sardi, il mutismo, l’assenza di spirito critico e di ribellione, sta devastando la nostra terra.
Quello che sta accadendo, e di cui è protagonista la giunta regionale, con la complicità dei consiglieri regionali dei nostri territori è tragico.
Neppure l’idea che quello che sta succedendo sia profondamente ingiusto, se non illegale, riesce a far levare voci indignate, a squarciare il silenzio, terribile, della connivenza, della complicità.
La mia Città perde la partecipazione ad un campionato sportivo nazionale in favore di altra società che ha avuto in dono, solo lei, 900.000 euro dalla giunta regionale.
Facile così. Quello che altri guadagnano con sudore tu ti prendi con soldi regalati.
Silenzio.
Una società fantasma ottiene sulla fiducia (perché non esiste) la ragguardevole somma di 6.000.000 di euro per organizzare non si sa che cosa.
Silenzio.
Anche se ne parlano i giornali nazionali, ma qui il silenzio.
Ricostituiscono i califfati della sanità ripristinando 8/9/10 Asl; ancora una volta al centro della sanità le poltrone e non i malati.
Silenzio.
Ricostituiscono le province nonostante il 96% dei Sardi avesse detto chiaramente di volerle abolire.
Silenzio.
Preparano l’ennesimo attacco alle coste, vera ricchezza della Sardegna, per dare aria a progetti inutili nei cassetti da 40 anni, mettendo a rischio questa meravigliosa terra ormai fragile; per cosa? Per lo sviluppo dell’edilizia in una regione dove il 50% delle abitazioni sono vuote e da ristrutturare? Per costruire un’altra generazione di camerieri, baristi, muratori. A tempo ovviamente.
Qui, a dire il vero, il silenzio è dato dalle parole vuote, che diventano connivenza, per giustificare il delitto contro tutti i Sardi. Parole di chi opera contro la legge, in barba alle leggi, contro i Sardi. Qualche metro cubo contro la dignità di tutti, laddove basterebbe approvare i piani urbanistici comunali e tutti gli altri strumenti a corollario (almeno qua la mia Oristano avrebbe da insegnare a tutti). Amministratori di piccoli paesi che vedono la loro sopravvivenza politica, perché ignoro cosa altro sappiano fare, nel promettere una stanza in più, un capanno per attrezzi che diventa villetta senza fogne, e che poi pagheremo tutti.
Il disastro in cambio di consenso.
Sta calando il sipario. Silenzio.
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