Sanità Sardegna. La posizione della CSS
AUDIZIONE PRESSO SESTA COMMISIONE DEL CONSIGLIO REGONALE DELLA SARDEGNA
SU RIFORMA DEL SISTEMA SANITARIO REGIONALE ( D.L. 112 e P.L. 121 )
CAGLIARI 11/06/2020
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On. le Sig. Presidente,
On.li Commissari.
La Confederazione Sindacale sarda-CSS ringrazia per questa convocazione, riprendendo dopo quasi tre anni la propria presenza alle audizioni in Consiglio, interrotte non casualmente dopo una audizione proprio nella sesta Commissione, presieduta allora dall’on. Perra nella quale le OO. SS unitariamente avevano criticato apertamente l’istituzione dell’Azienda per la tutela della salute (ATS)- legge Reg.le 27 luglio 2016 n.17- in quanto in quella sede non era stata presentata la documentazione della diffusione delle strutture sanitarie nel territorio.
Oggi siamo chiamati ad esprimere un motivato parere sulla Proposta di Legge n° 121 del 4 marzo 2020 e sul Disegno di Legge n°112 del 18 febbraio 2020, su cui la Confederazione Sindacale Sarda esprime un giudizio complessivamente positivo per la loro organicità, coerenza e completezza.
Facciamo riferimento in particolare al primo capoverso della Relazione della Giunta Regionale al Disegno di Legge n°112 in cui viene detto:” Il presente disegno di legge intende modificare l’organizzazione
del Servizio Sanitario Regionale per renderlo maggiormente aderente ai bisogni della popolazione, superando la precedente organizzazione incentrata su una unica azienda territoriale e nel contempo conservando gli aspetti positivi della governance unitaria di alcune funzioni del sistema “.
La nostra organizzazione, anche in presenza della tragica esperienza del Covid-19 che per fortuna-fatta eccezione dell’esperienza negativa e per certi versi “colpevole “del territorio sassarese – ha toccato marginalmente la Sardegna, saluta favorevolmente l’impostazione della nuova Riforma sanitaria proprio perché affronta adeguatamente la problematica della presenza diffusa nei territori delle strutture sanitarie, senza l’assillo delle precedenti Amministrazioni che erano guidate quasi esclusivamente dall’imperativo categorico della riduzione della spesa, spesso sottovalutando l’esigenza assoluta in Sardegna di salvaguardare la sanità anche nei piccoli paesi e territori ancora purtroppo isolati e comunque distanti dai grandi centri, dove sono allocate le strutture sanitarie di eccellenza.
Si pensava, a torto, che bastasse l’istituzione costosissima del servizio di elisoccorso, che ha dei limiti oggettivi come ha dimostrato il recente incidente verificatosi alla Maddalena, dove come CSS confermiamo l’assoluta necessità di mantenere operativo l’Ospedale Merlo.
Ricordo un duro confronto con la prof.ssa Dirindin, a cui cercavo di spiegare che il sistema viario della Sardegna per la configurazione orografica imponeva una più attenta riflessione sulla presenza territoriale degli Ospedali così detti “piccoli”, che andavano certamente riorganizzati, ma non chiusi, come purtroppo stava avvenendo anche con le Amministrazioni regionali che si sono succedute. E poi, come si fa a considerare piccolo Ospedale quello di Lanusei e di Isili ! Né vale la “furbizia” di mantenerli aperti, privandoli progressivamente dei Reparti più importanti ed essenziali, come pensava dr. Moirano.
Alla CSS sta a cuore il recupero del rapporto fiduciario medico/paziente, che, invece in questi ultimi anni si
é andato affievolendo per aver impedito anche nei Reparti dei Grandi Ospedali la “scelta “del medico curante. Penso all’importanza del rapporto medico/paziente soprattutto per i malati oncologici, ma anche per
i diabetici che nel passato godevano di strutture eccellenti e che oggi si vedono ridotti a “numeri”.
Sig. Presidente, on.li consiglieri,
ci proponiamo di farvi avere le nostre osservazioni analitiche su entrambi gli articolati di Legge. Oggi
volevamo esprimere il nostro apprezzamento e ringraziare tutti coloro che hanno contribuito alla stesura
dei testi, in particolare tutto il Titolo III –Programmazione sanitaria-nella loro articolazione Regionale (art.29), locale (art.30-31-32) e territoriale (art.34).
Infine vorremmo osservare che all’art.32 del D.L.112 si potrebbe prevedere una minore anzianità di “esperienza” per concorrere alle cariche dei vertici aziendali, in considerazione che si rende necessaria una
Politica di svecchiamento del quadro dirigente.
Ultima osservazione è sul ruolo dei primari, che talvolta lasciano i loro incarichi senza essersi preoccupati di creare squadra e comunque una continuità nell’eccellenza. Bisognerebbe studiare un vincolo, o in estrema ratio una penalizzazione, per chi va via dal reparto senza lasciare una degna continuità nella gestione anche perché sulle alte professionalità vi è una parte di investimento pubblico che non va sprecato.
Cagliari, 11.06.2020 Il Segretario Generale della CSS Dr. Giacomo Meloni
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