Difendere l’Europa o difendersi dall’Europa? Le drammatiche scelte a cui potrebbe essere costretta l’Italia e alle quali davvero non vorremmo si arrivasse. Ma l’Italia deve tutelarsi, nell’interesse suo e della sopravvivenza dell’Europa solidale.
La nostra News non ha appartenenze partitiche e pertanto non esprime una precisa linea politica riconducibile a qualsivoglia formazione presente nello scenario politico. Si muove certo nell’ambito della sinistra e dell’ampia area progressista (che la comprende), ma con assoluta libertà, cercando di favorire il dibattito tra i cittadini senza alcuna preclusione, fatta salva la discriminante antifascista. Il nostro riferimento assoluto è la Costituzione repubblicana, che difendiamo e di cui rivendichiamo la piena attuazione. Siamo europeisti convinti e la nostra critica alle politiche egemoni che hanno negli ultimi anni conformato l’Unione Europea s’iscrive comunque entro la stessa entità. Ove riconduciamo perfino l’anelito e la rivendicazione indipendentista del popolo sardo. Non abbiamo in conseguenza mai condiviso le proposte, finora peraltro minoritarie, di uscita dell’Italia dall’Unione Europea e neppure quelle di uscita dall’eurozona, teoricamente compatibili con la permanenza nell’UE, ma che contraddicono quel disegno di costruzione degli Stati Uniti d’Europa perseguito dai padri fondatori come traguardo naturale di un processo che agli esordi degli accordi del 1957 (Trattati di Roma) pareva inarrestabile.
Oggi, attraversati dalla crisi devastante scatenata dalla pandemia, la debole e drammaticamente inadeguata risposta dell’Unione Europea fa oscillare le nostre sicurezze. Gli interessi del nostro Paese sembrano contrastare con gli interessi prevalenti dei partner più forti della stessa Unione, di cui la Germania è quello decisivo.
Domani giovedì 23 aprile il Consiglio Europeo, formato dai capi di governo dei singoli Stati associati all’UE discuterà sul come sostenere adeguatamente le economie degli Stati colpiti dalla pandemia a partire dall’Italia che ne è stata la maggiore vittima. Si discuterà sul come utilizzare i fondi a disposizione del Mes (Meccanismo europeo di stabilità) per supportare i Paesi membri a fronteggiare l’emergenza Covid-19, consentendone l’uso senza alcuna condizionalità per investimenti sanitari relativi al Covid-19 e di ulteriori misure come la creazione degli eurobond (o coronabond), che propone soprattutto l’Italia, e non solo. L’argomento è troppo complesso per essere qui riassunto in poche parole. Ed è per questa ragione che la nostra News riporta gli elementi del dibattito, affidandolo a persone esperte, in una sezione appositamente creata. Ma qui vogliamo evidenziare come l’importanza di misure efficaci per gli interessi del nostro Paese e di altri nel caso non venissero accolte le richieste, nella sostanza, non escluda per l’Italia decisioni estreme fino all’uscita dall’eurozona e finanche dall’Unione Europea. Ne ha parlato esplicitamente l’on. Stefano Fassina (Leu), nell’intervista che qui segnaliamo. Per lui è un’eventualità. Tale deriva non sarebbe solo possibile, ma obbligata per Sandro Demurtas, imprenditore ed esperto di economia e finanza, nell’articolo che di seguito ospitiamo, pur non condividendolo specie nelle conclusioni. Seguiamo gli eventi con trepidazione.
PERCHE’ DOBBIAMO USCIRE SUBITO DALL’EURO.
di Sandro Demurtas
[segue]
RECUPERARE LA SOVRANITA’ MONETARIA (in termini più chiari, avere una moneta nazionale e non essere più sudditi di un ente straniero, per giunta despota, autoritario, ostile).
Analizziamo con semplicità e chiarezza la situazione in cui ci troviamo. Sia dal punto di vista dell’indipendenza finanziaria, delle modalità di recupero delle risorse necessarie a finanziare il sistema Italia (del perché e del come ci indebitiamo nel mercato).
Ci son dei punti che vanno chiariti, in premessa.
• Lo Stato “sociale” eroga servizi ai cittadini: sanità, pensioni, istruzione, pubblica amministrazione, giustizia, Enti…
• Le spese vengono sostenute dagli Stati Sovrani attraverso tre strade: imposte e tasse; emissione di titoli di debito pubblico offerti al “mercato finanziario”; stampando carta-moneta.
• Contrariamente alla diffusa leggenda metropolitana, …è dal 1944 (accordi di Bretton Woods) che non esiste, e non potrebbe esistere, una relazione tra moneta stampata da un singolo stato, e giacenza in oro nelle proprie casse (banche centrali).
Già dal ’44 non esiste questo vincolo. Dal 1944 al 1971, l’unica moneta convertibile in oro era il dollaro! Tutte le altre monete nazionali avevano un rapporto di concambio fisso con il Dollaro che, non avendo vincoli, stampò Moneta senza alcun freno (prevalentemente per potersi permettere spese di guerra senza limiti) esportando al mondo intero il suo deficit e la sua inflazione. Dal 1971 anche il Dollaro si svincola dall’oro, e il concambio tra monete estere non è più fisso ma variabile. Volgarmente significa quindi che il danaro si crea dal nulla! Sembra impossibile ma è così. Ed è così da tempo.
La moneta viene utilizzata in comune accordo all’interno di una comunità che accetta di utilizzare questo “foglietto di carta”, come bene di scambio riconosciuto! Un cenno su come uno Stato indipendente crea dal niente, moneta, “legalmente e senza scorrettezze”, lo riporto più sotto nel paragrafo PRIMA DELLA BCE.
• Si potrebbe poi far notare che, imposte e tasse potrebbero essere sufficienti per le spese correnti. In Italia, il Saldo Primario (la differenza rappresentata tra le entrate in tributi e le uscite per servizi), contrariamente a quasi tutti gli altri stati europei, E’ STATO SEMPRE POSITIVO. Gli italiani hanno pagato più tasse di quanto “costavano” i servizi erogati! (Per esempio tra il 2012 ed il 2016, l’avanzo medio è del 2% annuo).
• Lo Stato, oltre le spese per erogare i servizi, ha degli oneri finanziari: interessi passivi sul debito pubblico dei titoli di Stato. E’ per questo motivo che il Debito Pubblico complessivo, è maggiore della raccolta di imposte e tasse.
• Il Debito Pubblico italiano, dal 1961 al 1981, ha un ottimo rapporto: è stato sempre sotto il 60% del PIL (Prodotto Interno Lordo). Tale indice di indebitamento, passa nel decennio 1981/1992 ad un livello di allarme, raggiungendo il 120%. Raddoppia. Vediamo poi i motivi.
Fatte queste necessarie premesse, vediamo il vortice negativo in cui ci siamo infilati.
Sino al 1981 in Italia avevamo la piena sovranità monetaria: avevamo la Lira; emettevamo BOT, CCT, BTP ed altri titoli minori; stampavamo carta moneta. Tale Sovranità, quell’anno, viene intaccata da un colpo di stato silenzioso: senza passare per il parlamento, il ministro Andreatta, taglia il collegamento tra Banca d’Italia (la nostra Banca Centrale che stampa moneta) ed il Ministero del Tesoro, cioè lo Stato. La Banca d’Italia è composta (guidata, controllata) da un pool di Banche Nazionali ed Internazionali. A questo punto diviene, a tutti gli effetti, un Ente Privato. Stampare nuova moneta, mettendola in relazione all’emissione di nuovi Titoli di Debito, non è più prerogativa dallo Stato Italiano. Per i motivi che vedremo più avanti, volano i tassi d’interesse sui titoli Italiani; raddoppiano nel giro di un anno. In altre parole subentrano per lo Stato, oneri aggiuntivi imprevisti ed inattesi. Acquistare titoli di stato italiani, diviene particolarmente conveniente: tassi alti, rendimenti certi, solvibilità garantita. Gli investitori spostano i capitali dalle aziende ai Titoli (dall’economia alla finanza). Speculando sui titoli di stato italiani, si rischia molto meno che capitalizzare il settore industriale e produttivo. E così fan tutti, compresi i ”capitalisti” nostrani. La stessa Fiat, nel 1986, sviluppa il 55% dei suoi utili, grazie all’acquisto di titoli a rendita fissa. La Olivetti il 67%. Diventa prassi del sistema industriale italiano, prendere prestiti bancari (i cui interessi si portano in detrazione fiscale) da destinare all’acquisto di titoli del debito pubblico, piuttosto che rischiare ad investirli in azienda.
Vediamo gli ulteriori passi che ci hanno portato progressivamente a cambiare (rinunciare) radicalmente alla nostra “Sovranità Monetaria e Statale”.
L’avvento dell’Euro e quindi della la BCE (Banca Centrale Europea).
PRIMA DELLA BCE. Come abbiamo visto, lo Stato, per far fronte alle spese nazionali, oltre le tasse, mette in vendita i propri Buoni del Tesoro (per attirare capitali liquidi). Stabilisce un tasso di interesse da riconoscere agli investitori, e si propongono nel “Mercato Primario” (Banche, Fondi finanziari internazionali, etc.). Se non riesce a collocarli tutti, la parte rimanente, viene acquistata dalla Banca Centrale, la Banca d’Italia. Quest’ultima stampa carta moneta che mette a disposizione del Ministero del Tesoro, che provvede alle spese programmate (spese correnti, investimenti, etc). Questo permette di tenere sotto controllo i tassi, ed in buona misura anche l’inflazione. Non abbiamo vincoli esteri: tutto ciò che non viene collocato nella libera trattazione dell’asta, viene acquistato dalla Banca d’Italia, che crea nuova liquidità. Tutto Ok.
SOTTO LA BCE. L’emissione di titoli di stato (i BTP in Italia), segue questa procedura.
Esempio. Lo Stato necessita di 100 Miliardi per le spese sociali. Si offrono titoli, e si arriva all’ASTA. Qui la Morgan Stanley ne prenota 30, a condizione di ricavarne un guadagno, un tasso, del 3,80%. La Goldman Sachs si dichiara interessata a 30, ma solo al tasso del 4%; la Federal Reserve ne prenota 20 ma ad un tasso del 4,5%; gli ultimi 20 miliardi vengono prenotati da Black Rock ma a condizione che il tasso sia del 4,8%. Si sarebbe tirato avanti, sino a trovare chi, ed a quale tasso di interesse, avrebbe acquistato l’ultimo miliardo disponibile.
In maniera “assassina” (così come imposto dalla BCE) le richieste vengono soddisfatte secondo la regola dell’ “ASTA MARGINALE”: poiché l’offerta era di 100, 100 verranno collocate sul mercato. Ma il tasso non sarà quello preteso dagli acquirenti (già di per se estremamente esoso, dato che i titoli di stato tedeschi vengono collocati al tasso massimo del 0,5%), ma sarà quello “marginale”, cioè quello più alto! Il 4,8%! PER TUTTI! Tutti otterranno dal loro investimento il 4,8%, anche se erano disponibili (teoricamente) ad accontentarsi di un rendimento inferiore. Oltre al danno (pagare interessi altissimi), la beffa: far passare questa rapina come un asta e non un palese accordo. Per esser ben chiari:
IL PREZZO LO STABILISCE CHI COMPRA, NON CHI VENDE!
Domani vado a comprarmi l’auto nuova ed il prezzo lo faccio io.
Sotto l’Euro (la BCE) siamo in un vortice senza fine. I titoli di Stato emessi per far fronte alle esigenze statali, arrivano a scadenza; e per poter onorare il debito vecchio, bisogna emettere titoli di debito nuovi. Quindi rivolgersi agli stessi “cravattari”, l’unico mercato possibile ed autorizzato: la platea dei Poteri Forti. L’Italia non ha alternativa: deve andare a reperire i capitali da una banda di vampiri.
E’ stato programmato ai nostri danni, un delitto perfetto, perché non è finita qui. Sono stati più furbi e più cinici di quanto si può pensare (o per lo meno, più dei nostri devoti ed attenti politici). I tassi, attesi, per investire in debiti statali, variano. E variano di molto; spesso di dieci volte. Ai greci ed agli italiani, ricevere un prestito, costa dieci volte quanto costa ai tedeschi.
Tu, stato europeo (Grecia, Italia, …), che hai aderito a questa “comunità mutualistica”, e che hai delle difficoltà economiche importanti, ricevi, in quanto componente fondante del gruppo, un aiuto della Comunità Europea che consiste nel pagare dieci volte il prezzo riservato alla “casa madre”.
Non solo paghi molto di più, in termini economici, ma vieni umiliato e sottomesso. Perché c’è questa raffinatezza ulteriore. Il Mercato acquista titoli statali a patto che il tasso sia compatibile con l’affidabilità dello stato emittente. Chi stabilisce l’affidabilità? Ma gli stessi “vampiri”! E lo fa rinfacciandoti rating, Spread, coeficienti da rispettare, valutazione dei risultati, ……..
Se nel breve non hai raggiunto livelli di rating che ritengono a loro discrezione indispensabili e soddisfacenti, in corso di differimento del debito, ti portano (ti obbligano) ad adeguare le tue scelte politiche/economiche, rinunciando di fatto alla tua Sovranità Nazionale. Non sei in linea con le nostre aspettative, bene da oggi ti sottoponi a questi dictat: diminuisci le spese correnti; privatizza servizi ed asset pubblici; riduci le pensioni; aumenta delle tasse; effettua licenziamenti nella pubblica amministrazione; riduci le spese per la sanità, ……………..
COME E’ AVVENUTO IN GRECIA.
In conclusione, senza una Sovranità Monetaria, uno Stato utilizza e si indebita con una moneta “straniera”. Come dimostrato sopra, non c’è via di scampo. Tutti i dati economici dell’Italia ante 1981 (Andreatta), ante SME, ante Euro (BCE), erano ampiamente positivi. IL SALDO PRIMARIO era positivo; le famiglie italiane erano quelle che avevano maggior capacità di risparmio in Europa (la “famiglia media” si comprava la casa al mare). Il debito pubblico era al 60%; la disoccupazione inferiore ad oggi. Le grandi aziende, le industrie, erano italiane.
Dovevo un chiarimento sul perché del boom del debito pubblico in Italia negli anni ’80. Il Debito, rispetto al PIL, passò dal 60% (com’era sino al 1981) al 120% del 1992.
I motivi sono stati tre. In ordine crescente di importanza :
• Nel 1979 l’Italia entra nello SME. Per rientrare nei parametri imposti, si effettua una manovra di lacrime e sangue, che comporta un impegno economico di 100.000 miliardi di lire (attualizzati 50 miliardi di euro). Una botta che ci ha esposto con debito estero.
• Impennata della spesa pubblica nei primissimi anni ’80: lo Stato assume al Sud decine di migliaia di dipendenti pubblici (nota la valanga di forestali assunti in Sicilia e non solo), per cercare di combattere il diffondersi della malavita organizzata. E’ proprio di quegli anni la voce che le Brigate Rosse cercavano alleanze con la Mafia del sud.
• Come già detto, ma conviene ripeterlo, nel 1981 il ministro del Tesoro Beniamino Andreatta, scrive al presidente della Banca d’Italia Carlo Azelio Ciampi, che da quel momento la B.I. non era più tenuta ad acquistare titoli di stato invenduti. Ricordiamo che la B.I. è governata non dallo Stato ma dalle banche nazionali ed estere. Si taglia definitivamente il cordone ombelicale che la legava allo stato italiano. I titoli italiani non hanno più la garanzia della copertura statale (l’acquisto degli invenduti). Per poter piazzare i Buoni del Tesoro, lo Stato è costretto a portare in orbita i tassi di interesse per renderli “appetibili”, sfondando il muro del 12%. Il debito Italiano diventa un buco nero. L’Italia abdica, volontariamente e pericolosamente, ad un suo precipuo e strategico compito: la SOVRANITA’ MONETARIA.
Unica soluzione possibile e percorribile, UNICA SALVEZZA: torniamo alla nostra Sovranità Monetaria, come era prima del DISASTRO ANDREATTA DEL 1981.
Usciamo dall’Euro il più velocemente possibile.
Stampiamo la nostra moneta (chiamala Lira o Fiorino od altro), ritorniamo ad essere padroni di noi stessi.
Le migliori cose al mondo sono state pensate, inventate, realizzate, da italiani.
Il Made in Italy è un marchio vincente, universalmente riconosciuto:
Arte, moda, gastronomia, storia, turismo, coste …….. intelligenze, manualità, arte dell’arrangiarsi, creatività, reagire alle difficoltà ………
ma chi può insegnarci qualcosa!!!
La nostra grave criticità rimane ….. il livello dei nostri rappresentanti politici. L’inadeguatezza e l’incompetenza non è del popolo italiano, ma di quelli che chiamiamo a rappresentarci. Qui la soluzione è più complessa.
I tempi per una soluzione radicale …. Non sono ancora maturi.
Per ora prendiamo atto di una verità inconfutabile:
Viviamo una Democrazia Distorta.
Sandro Demurtas
Lascia un Commento