Addio a Nabeel Khair
Condoglianze e vicinanza alla famiglia e a tutti gli amici e compagni che lo hanno stimato nella sua operosa e generosa vita. Lo ricordiamo con le sincere parole di Gianni Marilotti, che ben rappresentano i nostri sentimenti e di tante e tante altre persone che ne hanno scritto con commozione e partecipazione sui social e sugli altri media.
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E’ morto Nabeel Khair, anima del movimento pro Palestina in Sardegna, un bravo medico, un amico, un figlio adottivo della Sardegna. E’ morto di coronavirus, malattia che aveva contratto come tanti medici sardi chiamati a combattere un terribile virus senza le opportune attrezzature. E’ morto così, come va di moda dire oggi, da eroe, lui che avrebbe dato la vita per la causa del suo popolo per il quale si è battuto per tutta la vita.
Ci conoscevamo da più di trent’anni, lo ricordo ancora studente di medicina, poi dopo la laurea e la specializzazione mentre faceva guardie mediche su e giù per le provincie di Cagliari e Nuoro; ma soprattutto lo ricordo in tante manifestazioni per la pace in Medio Oriente, per il sacrosanto diritto del popolo palestinese a vivere in pace in un proprio Stato.
Insieme abbiamo organizzato tanti convegni, locali ed internazionali. Ricordo in particolare quello subito dopo gli accordi di Oslo con la contemporanea presenza a Cagliari degli ambasciatori di Israele e dei Palestinesi. Così come non posso dimenticare la missione organizzata in Palestina nel 2004, frutto di un accordo di cooperazione tra le città di Monserrato e di Quabatia, con il dono di un ambulanza attrezzata a quell’amministrazione.
Sei morto, caro Nabeel, in prossimità della Pasqua, festa della resurrezione e della pace. Noi continueremo a batterci per la causa palestinese anche in tuo nome con quell’impegno civile e democratico di cui ci hai dato un magnifico esempio.
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