Il Sindaco di Cagliari: “Occorre un reddito da quarantena”. Siamo d’accordo!
[Dal sito web istituzionale del Comune di Cagliari] Truzzu al Governo: “Occorre un reddito da quarantena”
Il sindaco di Cagliari lancia un appello ai colleghi per far sentire la voce dei Comuni: “Le risorse stanziate sono insufficienti per far fronte alla disperazione dei cittadini”.[segue]
“Con poche risorse non potremo assolutamente farci carico della disperazione dei nostri concittadini”. A dirlo il sindaco di Cagliari, Paolo Truzzu, a riguardo delle misure che il Governo intende destinare ai Comuni.
“Mi appello a tutti i colleghi e insieme facciamo sentire forte la nostra voce. Sino a oggi nessuno ha fatto polemica, per senso delle istituzioni e perché il momento richiede unità. Ma non è possibile accettare che il cerino sia lasciato in mano a chi è da sempre a contatto diretto con i cittadini”.
“Parliamo di giochi di prestigio. Il Governo – puntualizza il Primo cittadino – sta anticipando soldi già nostri, che nel 2019 erano stati erogati addirittura il 20 marzo”.
“I 4 miliardi di euro sono già risorse dei Comuni e vengono utilizzati per tante altre attività. Quello previsto adesso è acqua fresca: appena 400 milioni che fungeranno da tampone per 10 giorni. E se penso a famiglie composte da quattro persone, i calcoli sono presto fatti: soldi che durano niente”.
“Sia chiaro che noi avevamo già messo in piedi una serie di interventi a favore dei più fragili”.
“Aggiungeremo risorse dell’Amministrazione a queste del Governo, per fare in modo che nessuno sia lasciato solo. Ma sembra che qualcuno voglia farsi bello sulla schiena dei sindaci e questo è inaccettabile dal punto di vista pratico, istituzionale e della tenuta sociale”.
“Ribadisco: serve subito un reddito da quarantena per tutti coloro che improvvisamente non hanno più la possibilità acquistare il mangiare grazie al proprio lavoro, come sempre è successo nella loro vita”, conclude il sindaco di Cagliari.
Ultimo aggiornamento 29/03/2020, 16:52
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Riportiamo integrale la nota apparsa oggi nel sito istituzionale del Comune di Cagliari. Il Sindaco in conclusione fa un appello importante che noi sottoscriviamo, rimarcando come coincida con quanto da tempo sosteniamo. Lasciamo perdere le polemiche che lo stesso Sindaco nonostante le buone intenzioni espresse non riesce ad evitare. Avremo anche noi materiali per polemizzare, evidenziando per esempio le contraddizioni della parte politica a cui appartiene soprattutto sulla demonizzazione del reddito di cittadinanza, del quale si rende sempre più necessaria l’estensione della platea dei beneficiari, speriamo per molti solo temporanea. Si vuole chiamare “reddito di quarantena”? Chiamatelo come volete ma, diciamo al Governo e alle forse politiche di maggioranza e di opposizione: fattelo nel più breve tempo possibile! Ovviamente appoggiamo tutti gli interventi che i Comuni stanno già attuando e si apprestano a rafforzare in collaborazione con tutte le organizzazioni del Volontariato in favore dei cittadini in difficoltà.
Coronavirus: i soldi ai Comuni. Aiuti per la spesa, ecco come funzionerà
Vincenzo R. Spagnolo domenica 29 marzo 2020 su Avvenire.it
Di fronte al crescere del disagio sociale, in seguito al fermo delle attività, il governo ha anticipato lo stanziamento di 4,3 miliardi ai Comuni più 400 milioni per buoni spesa.
I fondi avrebbero dovuto essere erogati ai Comuni nel mese di maggio. Ma, visto il crescere del malessere sociale in diverse aree del Paese e il rischio di proteste violente dopo il prolungato fermo di gran parte delle attività lavorative, il governo ha anticipato la consegna dei 4 miliardi e 300 milioni di euro già dovuti, aggiungendo un ulteriore stanziamento di 400 milioni per finanziare «buoni spesa» da 50 e 25 euro, da distribuire alle famiglie in difficoltà che ne faranno richiesta.
L’intesa fra governo e Anci
L’accordo sugli stanziamenti è stato trovato grazie a un’intesa tra l’esecutivo guidato dal premier Giuseppe Conte e l’Anci, l’associazione che rappresenta gli oltre 8mila comuni italiani, presieduta dal sindaco dem di Bari Antonio Decaro. Come verranno ripartiti gli stanziamenti? L’ipotesi è quella di tener conto di parametri come la popolazione di ciascun centro abitato, ma anche del numero di persone in stato di bisogno (famiglie, singoli, anziani assistiti) residenti in quel territorio. Decaro ha spiegato che si utilizzeranno degli algoritmi per destinare i «400 milioni aggiuntivi dove c’è più bisogno», con l’obiettivo di assegnare importi più cospicui «a quelle amministrazioni dove c‘è un numero più alto di cittadini in difficoltà».
I buoni spesa
Com’è evidente, i 400 milioni stanziati non sono un importo “pesante” e non potrebbero supplire a lungo alle necessità di chi ha bisogno. Nelle intenzioni del governo, si tratta di una misura tampone, che possa servire fino a metà aprile, quando dovrebbero essere erogati i 600 euro previsti dal decreto Cura Italia per i lavoratori a basso reddito. Il criterio generale ipotizzato da Anci e governo è che i buoni spesa oscillino da un minimo di 25 euro a un massimo di 50 per famiglia. Ogni sindaco avrà comunque modo di tarare gli importi in base alle esigenze locali.
Come funzionerà l’acquisto del cibo?
In alcuni comuni, i banchi alimentari (se sono ancora aperti) potranno essere utilizzati per la distribuzione del cibo. In altri invece la distribuzione dei buoni spesa verrà affidata ai servizi sociali. E gruppi di volontariato daranno aiuto agli anziani che non possono uscire. Come si potrà fare richiesta dei buoni? Bisognerà fare riferimento alle strutture del proprio comune: sul sito internet di ogni amministrazione dovrebbe presto comparire un numero da chiamare per avere indicazioni. In assenza di un servizio dedicato, si potrà chiamare al centralino del Comune e chiedere assistenza e informazioni. Una volta entrati in possesso dei buoni, i cittadini potranno utilizzarli dovunque? Non è ancora chiaro. L’ipotesi, al momento, è che ogni comune elabori e diffonda, una volta sentiti gli esercenti, un elenco di supermercati e negozi di generi alimentari in cui i buoni potranno essere utilizzati.
Anche farmaci?
In base a una nota del ministero dell’Economia, i 400 milioni verranno impiegati dai comuni per assicurare «tempestivamente ai cittadini più bisognosi e più colpiti dall’emergenza l’accesso ai beni di prima necessità» indicati come «cibo», ma anche «prodotti sanitari, etc.». Se ne deduce che, in casi particolari valutati dal singolo comune, gli importi possano anche essere impiegati per l’acquisto di medicinali o altri beni necessari che tuttavia i destinatari non possono in questo momento permettersi.
I sindaci: la gente è disperata, servono più risorse
Ma il plafond stanziato dal governo non viene ritenuto sufficiente da molti primi cittadini. E, da Nord a Sud, piovono su Palazzo Chigi lamentele e richieste degli amministratori locali: «Le risorse devono essere ben altre, c’è un’emergenza nazionale, territori in grave difficoltà, tante persone verranno a chiederci aiuto. Le cifre annunciate sono assolutamente insufficienti, qui ci vuole uno sforzo ulteriore», incalza il sindaco di Vicenza Francesco Rucco. Da Gorizia, gli fa eco il collega Rodolfo Ziberna: «Stiamo navigando a vista, è a rischio la tenuta sociale. Non posso stare zitto di fronte al bluff del premier Conte. A Gorizia arriveranno, se tutto va bene, circa 150mila euro, che dovremo suddividere perlomeno tra 3mila famiglie. Significa che ognuna riceverà, una tantum, circa 50 euro – argomenta Ziberna -. Per quanto tempo basteranno? Con quali criteri potranno essere distribuiti? Da ieri sera, sono travolto da messaggi di cittadini che mi chiedono se già lunedì potranno venire in Comune a ritirare i buoni. Immagino già il caos. Non si può giocare con la disperazione della gente». – Da Milano, il sindaco Giuseppe Sala posta un video su Facebook: «Non so quanti fondi arriveranno a Milano, spero di saperlo domani. Ma appena arriveranno, verranno distribuiti».E dal Meridione, arriva fra gli altri l’appello accorato del sindaco di Rende (Cosenza) Marcello Manna: «Si tratta di una misura che ci darà una boccata d’ossigeno al massimo per 20 giorni. Le cifre stanziate per venire incontro alle famiglie bisognose sono insufficienti. La nostra situazione è molto preoccupante e allarmante». Anche il primo cittadino di Palermo, Leoluca Orlando, fa i conti con l’angoscia dei suoi concittadini: «La cifra di 400 milioni è un segnale positivo, ma che basta però solo per qualche settimana. L’appello che faccio è che questi fondi vengano distribuiti subito ai Comuni, per non lasciare i sindaci soli ad affrontare questa emergenza sociale». Nella sua città, polizia e carabinieri sono già dovuti intervenire dopo il tentativo di saccheggio di un supermercato. Ci sono, avverte Orlando, «sacche di sofferenza, con il rischio che il disagio diventi rabbia e la rabbia si trasformi in violenza. E in questo clima è evidente che si possono annidare gli sciacalli sulle chat e su Facebook, una piccola minoranza che però rischia di creare un clima destabilizzante». Orlando mette in guardia da un altro rischio, quello che dietro questi fenomeni possa infiltrarsi la mafia, per provare a raggranellare consenso sociale: «Mi sembra di tornare ai tempi in cui gli operai licenziati dalle imprese mafiose scendevano in piazza a Palermo inneggiando alla mafia che dava lavoro
Il ministero dell’Economia: polemiche fuori luogo
Una caterva di dubbi, preoccupazioni, timori e polemiche a cui si sommano le bordate al governo provenienti dalle opposizioni di centrodestra. Lamentele e frecciate alle quali fonti del Mef replicano ribadendo che l’anticipo di 2 mesi del trasferimento dei 4,3 mld del fondo annuale di solidarietà comunale potrà assicurare ai Comuni la liquidità per far fronte alle esigenze operative indispensabili. E che la contestuale erogazione di 400 milioni aggiuntivi sarà spesa dai Comuni, già nei prossimi giorni, per assicurare tempestivamente ai cittadini più bisognosi e più colpiti dall’emergenza l’accesso ai beni di prima necessità (cibo, prodotti sanitari etc.). L’intervento, necessario e sollecitato anche dall’Anci – dicono fonti dell’Economia – è stato realizzato in modo rapidissimo e con procedure di urgenza per aiutare i sindaci italiani a far fronte in modo diretto e immediato alle numerose situazioni di disagio, come richiede la situazione straordinaria che stiamo vivendo. Governo, sindaci, agricoltori, commercianti, reti di volontariato – è la convinzione del ministero di via XX Settembre – sono impegnati in una impresa senza precedenti di solidarietà per dare un aiuto concreto ai cittadini maggiormente esposti alla crisi generata dal Corinavirus. E di fronte a questo, concludono le fonti, «ogni polemica politica appare fuori luogo».
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