Che succede?
CONTE, I CATTOLICI E LA POLITICA. E “I GOVERNI INCAPACI DI PROGRAMMARE”
15 Ottobre 2019 su C3dem.
Il Quotidiano del Sud pubblica l’intervento di Giuseppe Conte ad Avellino: “L’attualità del contributo dei cattolici alla politica”. Ilario Lombardo, “Conte adesso gioca a fare il nuovo Prodi” (La Stampa). Francesco Verderami, “Conte nel sinedrio ex Dc, e arriva la chiamata per i cattolici in politica” (Corriere della sera). NOBEL PER L’ECONOMIA: Andrea Goldstein, “Premio Nobel a tre economisti che studiano la povertà per batterla” (Sole 24 ore); Luigino Bruni, “La povertà battuta con le relazioni” (Avvenire). GOVERNO: Aldo Cazzullo, “Il governo alla ricerca di un’idea di paese” (Corriere della sera). Enrico Giovannini, “I nostri governi incapaci di programmare” (La Stampa). Carlo Cottarelli, “Una manovra non basta, per ripartire l’Italia ha bisogno di riforme” (Il dubbio). Tommaso Nannicini, “Questo governo è come don Abbondio” (Repubblica). Claudio De Vincenti, “Un manifesto per ridare slancio al Sud” (Manifesto). Emanuele Felice, “Cercasi classe dirigente” (Repubblica). Innocenzo Cipolletta, “Civiltà al bivio tra tagli di tasse e livello dei servizi di base” (Sole 24 ore).
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L’IPOTESI DELLA DEMOCRAZIA CONSENSUALE
15 Ottobre 2019 su C3dem.
RIFORMA ELETTORALE: Dario Perrini (Pd), “Doppio turno o soglia alta” (Foglio”). Stefano Passigli, “Meglio la democrazia consensuale” (Corriere della sera). PRESIDENZIALISMO: Paolo Armaroli, “Se il capo dello Stato è eletto dal popolo” (Sole 24 ore). RIDUZIONE DEI PARLAMENTARI: Nicola Lupo, “Taglio dei parlamentari, una riforma giusta con la motivazione sbagliata” (il mulino). Nadia Urbinati, “La politica come pubblicità” (Repubblica). Giovanni Orsina, “Il sì al taglio dei parlamentari Caporetto per il Pd” (intervista a Italia Oggi). Giorgio Tonini, “Taglio dei parlamentari, bicchiere mezzo pieno” (Corriere del Trentino). Sabino Cassese, “Ma la democrazia non si misura sul numero dei parlamentari” (Foglio). DEMOCRAZIA DIRETTA: Domenico De Masi, “La democrazia diretta salverà i nostri partiti” (Il Fatto).
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CONTE, MA GUARDA…! E LA DIFFICILE ALLEANZA 5STELLE-PD
14 Ottobre 2019 su C3 dem.
Ma guarda…! Fabio Martini racconta: “Conte blandisce i mondi-Dc e accarezza l’idea di un partito” (La Stampa). Goffredo Bettini, “Alle elezioni un campo largo, dalle sinistre a pezzi di Forza Italia” (intervista al Corriere). Stefano Folli, “5S-Pd, la tattica del carciofo” (Repubblica). Giuliano Ferrara, “In vista l’alleanza strategica Pd-5stelle. Un po’ troppo” (Foglio). Alessandro Campi, “Pd-5stelle, la difficile alleanza” (Messaggero). Andrea Marcucci, “Molto difficile l’alleanza con i 5stelle, ma dico mai dire mai” (La Stampa). Mauro Calise, “Populismo di sinistra, la lezione usa per i 5 stelle (e il Pd)” (Mattino). Emma Bonino, “Il Pd sbaglia tutto se si sposa con i 5stelle” (Repubblica). Luca Ricolfi, “La competition delle 10 sinistre per strappare lo scettro al Pd” (Messaggero).
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MANOVRA DELUDENTE
Antonio Dessì
su fb 16 ottobre 2019.
Se dovessi dare un giudizio rigoroso in base ai canoni di politica economica e di storia dell’economia sui quali mi sono formato, dovrei scrivere che la manovra approvata ieri notte dal Consiglio dei Ministri per la trasmissione a Bruxelles (è così che funziona oggi la procedura di budgeting pubblico) è assolutamente inadeguata. [segue]
Nella concretezza più contingente, quel che mi pare si confermi è che la politica italiana, in misura maggiore di quella tedesca e francese, non solo non ritiene di essere in grado (e perciò vi abdica) di inserire correttivi, nemmeno in misura limitata, alle tendenze macroeconomiche globalmente e geograficamente prevalenti, ma neppure crede di poter incidere localmente sui loro effetti. L’assenza di una strategia industriale “mirata” ha nel caso Whirpool la manifestazione più evidente.
Nella dimensione strutturale interna, non affrontare le due questioni storiche e contemporanee fondamentali, cioè il tasso di disoccupazione e di emigrazione di risorse intellettuali, anzitutto giovanili e l’accentuazione dello squilibrio Nord/Sud (altro che “questione settentrionale”!) sembra comportare un completo rassegnarsi allo statu quo.
L’unica cosa che si può dire è che, entro i limiti delle compatibilità macrofinanziarie (debito e deficit), si sono fatte scelte socialmente ridistributive e che non si sono martellati di tasse, tagli, blocchi pensionistici, i ceti medio-bassi (o basso-medi) del lavoro dipendente. Ma giusto questo.
Se posso azzardare una provocazione (rivolta ai tanti nostalgici della Prima Repubblica), direi che era dal 1991, data storica di conclusione (con la fine del CAF e del “pentapartito”) della vicenda del centrosinistra DC-PSI & addentellati con la compartecipazione del PCI, che non si vedeva una manovra simile.
Non do qui ulteriore seguito a questa riflessione: magari ci torniamo.
N. B. Preciso di ritenere che nelle condizioni date e considerato il pregresso, almeno trentennale e più recente, difficilmente ci si sarebbe potuto aspettare di meglio. Per inciso, immaginatevi il quadro politico precedente imbarcarsi e imbarcarci nella flat tax con tutti gli annessi e connessi, comunitari e interni, politici e sociali.
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