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La Giunta regionale: “Via libera alla Zona franca di Cagliari”. In realtà trattasi di punto franco, ma è importante che si faccia
(Dal sito della RAS) Industria, approvato piano operativo Zona Franca di Cagliari
“È un provvedimento importante – ha detto l’assessore Piras – perché ci consente di individuare e studiare un modello di Zona franca che vorremmo estendere, come previsto dal nostro Statuto, agli altri cinque punti franchi della Sardegna: Olbia, Porto Torres, Oristano, Arbatax e Portovesme”.
CAGLIARI, 30 GIUGNO 2015 – Via libera al Piano Operativo della Zona Franca di Cagliari. La Giunta, su proposta dell’assessore dell’Industria, Maria Grazia Piras, ha approvato la delibera che consentirà alla società Cagliari Free Zone di realizzare gli interventi inseriti nel progetto, che ha già ottenuto il nulla osta dell’Autorità doganale di Cagliari. Il Piano Operativo prevede la realizzazione dei servizi comuni e la collocazione logistica degli spazi da adibire a servizi generali. Si tratta di infrastrutture che consentiranno l’avvio delle prime attività.
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- Di seguito riportiamo la nostra nota del 20 agosto 2014 in argomento “zona franca”, meglio “punto franco”. Oggi c’è un fatto nuovo, la decisione in merito della Giunta regionale e dunque, come promesso, ci torniamo, ma non abbiamo nulla da aggiungere, se non ribadire quanto già detto, sopratutto una riflessione: per fare un punto franco di successo occorre la costituzione di una compagine fortemente integrata e unita. Avrebbe detto in altri tempi Raffaele Paci: occorre l’amalgama. E’ una condizione possibile? Cioè è possibile che Massimo Zedda (Comune), Paola Piras (Camera di Commercio), Vincenzo Di Marco (Autorità portuale), ma anche Maria Del Zompo (Università) e pochi altri, trovino la formula magica della compatezza? Vedremo…
Torniamo allora a quanto già detto. Ancor prima, l’11 novembre 2013, avevamo scritto “(…) Per quanto si riferisce alla zona franca, parliamo dei punti franchi doganali (non quindi delle fantasie demagogiche di Cappellacci o della pessima e inutile leggina approvata di recente dal Consiglio regionale), cioè di quelli che potrebbe essere già operativi (per il punto franco di Cagliari il ritardo assomma a oltre dodici anni) e che inspiegabilmente non si fanno, per colpevole inerzia di molte Istituzioni a partire dalla Regione. I punti franchi porterebbero benefici in termini di occupazione e di incremento di attività economiche innovative, se attuati con modalità intelligenti, come, per esempio, dimostra l’esperienza di Barcellona (ampiamente studiata dai nostri politici in innumerevoli viaggi-studio). Per quanto riguarda Cagliari (ma discorso analogo può farsi per gli altri 5 punti franchi previsti dalla normativa vigente) perchè la zona franca possa concretizzarsi con questa valenza occorre che si impegnino più soggetti, raccolti in una compagine sociale a cui partecipino la Regione, l’Autorità portuale, la Camera di Commercio, l’Università e, infine, il Comune capoluogo, che dovrebbe assumerne la guida politica. Cosa si è fatto al riguardo? Quasi nulla, se si eccettuano alcune iniziative, pur apprezzabili, dell’attuale autorità portuale, Piergiorgio Massidda, giunto peraltro al capolinea del suo incarico. Per il resto i possibili partner si ignorano, quando non sono l’un contro l’altro armati (…)”. Dopo circa sette mesi, verificatosi il cambio politico della Giunta regionale, riconoscevamo quanto segue, premessa (seppure con eccessiva lentezza) del provvedimento odierno della Giunta regionale.
Una PUNTA ‘E BILLETTU su ZONA FRANCA e PUNTI FRANCHI. PRESTO CI TORNEREMO! – segue –