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Un MINUTO di SILENZIO per RICORDARE i MORTI di GARISSA
L’Università della Sardegna si fermerà per un minuto alle 12 di oggi lunedì 27 aprile, per ricordare i 147 studenti uccisi e i 79 feriti durante l’attacco terroristico del 2 aprile scorso alla sede di Garissa della University College in Kenya.
E’ l’invito dei Rettori Maria Del Zompo (Unica) e Massimo Carpinelli (Uniss), che hanno aderito all’iniziativa della European University Association (l’associazione di tutti gli atenei d’Europa) e della CRUI (la Conferenza dei Rettori italiani), di cui pubblichiamo di seguito il comunicato.
.Approfondimenti su Aladinews.
Universidade de Sardigna Università della Sardegna University of Sardinia
di Franco Meloni
Il treno veloce Cagliari-Sassari e viceversa (auspicabilmente esteso ad altre tratte, Olbia in primis) trainerà anche la realizzazione dell’Università della Sardegna. Unica Università o federazione tra i due Atenei storici? Questo è da decidere. Allo stato risulta si propenda per la loro federazione, “al fine di salvaguardarne maggiormente la storia e la tradizione”, ma pur sempre sotto l’egida comune di Università della Sardegna. Però la federazione deve essere vera, come avverte il competente Ministero, che nel documento di programmazione 2013-2015 del sistema universitario italiano delinea le caratteristiche dei “modelli federativi di università su base regionale o macroregionale… ferme restando l’autonomia scientifica e gestionale dei federati nel quadro delle risorse attribuite”. Precisamente devono prevedersi: “a) unico Consiglio di amministrazione con unico Presidente; b) unificazione e condivisione di servizi amministrativi, informatici, bibliotecari e tecnici di supporto alla didattica e alla ricerca”. Siamo allora ben lontani dal debole patto federativo firmato dai due Atenei alcuni anni fa. Nella pratica non si va ancora in tale direzione; assistiamo invece a un atteggiamento prudente e defatigatorio. E non ne sono prove contrarie l’intensificarsi tra gli Atenei degli accordi di programmazione formativa e di collaborazione per la ricerca scientifica (peraltro sempre esistiti). Tutte cose positive, ma, al contrario, perdura l’incapacità di gestione unitaria di importanti attività, come, ad esempio, i progetti di formazione professionale di grandi dimensioni (lo fu Itaca per il paesaggio), o il consorzio per l’Università telematica della Sardegna o i Centri di competenza tecnologica: iniziative fortemente incentivate dall’Unione Europea, dallo Stato e dalla Regione, sempre più ridotte a operazioni di piccolo cabotaggio. Così non si potrà continuare perché l’unificazione (o la vera federazione) è ormai un fatto ineludibile, che la spending review governativa impone, anche attraverso progressive penalizzazioni nel trasferimento di risorse statali se non si procederà nella direzione indicata, ma come peraltro imporrebbero criteri di razionalità nella gestione complessiva delle risorse – e non solo – nell’interesse della Sardegna. Almeno così pensiamo in molti, in prevalenza fuori dall’accademia, nella quale invece prevalgono la conservazione di antichi privilegi e posizioni di potere, quando anche giustificati da nobili motivazioni. Lo riconosciamo: il discorso è complesso e il percorso per arrivare all’obbiettivo dell’unica Università della Sardegna, in una delle possibili forme, non è facile, ma, appunto per questo, occorre agire da subito vincendo la paralizzante prudenza. Qualche segnale della volontà in tal senso arriva dall’esordiente Rettore dell’Università di Sassari, Massimo Carpinelli, che in occasione dell’inaugurazione dell’anno accademico ha parlato di “un progetto capace di promuovere l’Università della Sardegna, che preservi le specificità dei due Atenei, la loro storia e la loro tradizione”, per questo appellandosi particolarmente alla Regione Sardegna “che deve dialogare con gli Atenei e i centri di ricerca [per] costruire un’unica struttura che possa far crescere la formazione, la scienza e la cultura nella nostra Regione”. E’ già qualcosa, ma occorre andare rapidamente oltre le parole e passare ai fatti, prima che qualcun altro, anche in questa circostanza, decida per la Sardegna. La Regione, chiamata giustamente in causa, deve intervenire per favorire questo processo di unificazione/federazione, smettendo di fare solo la parte di bancomat che trasferisce risorse alle Università sarde. E poi, occorre che il dibattito si allarghi, cogliendo anche l’occasione dell’ormai imminente elezione del Rettore dell’Università di Cagliari, perché, come ripetiamo spesso: l’Università è troppo importante per essere lasciata nelle mani dei soli professori, come la guerra in quelle dei generali.
- Di seguito i riferimenti citati
- Nell’illustrazione: particolare del dipinto di Filippo Figari “Sardegna universitaria”, aula magna Rettorato Università di Cagliari.
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* L’articolo di Franco Meloni viene pubblicato anche sui siti di FondazioneSardinia, Vitobiolchini, Tramasdeamistade, Madrigopolis, Sportello Formaparis, Tottusinpari e sui blog EnricoLobina e RobertoSerra, SardegnaSoprattutto.
Il fascino dell’Università della Sardegna, University of Sardinia
di Franco Meloni
Ammettiamo che il prof. Giuseppe Pulina, attualmente docente (illustre e autorevole, insomma uno di quelli che conta) dell’Università di Sassari fosse il più accreditato futuro rettore dell’Università della Sardegna, quella che si potrebbe formare con la (possibile, paventata o, al contrario, auspicata) unificazione dei due Atenei sardi, cesserebbe la sua avversione a detta operazione? Non fraintendetemi e, soprattutto non me ne voglia il prof. Pulina nel momento in cui uso la sua posizione al riguardo, anche perchè ha il pregio della chiarezza, come risulta espressa in diversi suoi interventi, ultimo quello su La Nuova Sardegna di oggi. Il mio ragionamento è questo: nel momento in cui i due Atenei si unificassero sul serio (e non con una finta federazione come l’esistente), dovrebbero cessare, sia pure con una certa gradualità, tutte le motivazioni ostative di tipo campanilistico o di appartenenza per fare posto invece a scelte ispirate a razionalità e soprattuto alla salvaguardia degli interessi delle popolazioni (sarde in primis), della scienza e, per ultimo ma non ultimi, dei giovani sardi. Certo occorrerebbe uno “spirito dei tempi” che allo stato non sembra soffiare sui cieli e sulle terre di Sardegna. Occorrerebbe, come occorre perchè ce n’è bisogno quanto il pane, ripensare tutta l’Università e il suo ruolo in e per la Sardegna, in e per l’Europa, e oltre… Discorso complesso, che non possiamo rimandare e, ovviamente, neppure lasciare appannaggio agli accademici (un po’ come la guerra: troppo seria e importante per essere lasciata in mano ai generali!). Insomma cerchiamo di discutere di questa grande questione con apertura mentale, tutto considerando… E, per favore, per prima cosa rivendichiamo e otteniamo (rivolgendoci allo Stato, all’Unione Europea, alla Regione) un treno veloce e frequente Cagliari-Sassari e viceversa, tale da consentirci di spostarci da una città all’altra in un’ora e mezzo. Questa si che sarebbe una condizione di effettivo successo dell’unificazione. E poi, a parte tutto, a me l’Università della Sardegna, University of Sardinia, mi piace!