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bayer-logoAGRICOLTURA: ACCORDO FRA BAYER E MONSANTO. NASCE IL COLOSSO DEL FARMING MONDIALE.

gorilla bayer cqsedia di Vannitola
di Vanni Tola

La notizia era nell’aria. Si sapeva da qualche tempo che la multinazionale farmaceutica tedesca Bayer pensava di acquisire la Monsanto, il colosso mondiale della produzione di sementi e pesticidi. L’annuncio ufficiale dell’avvenuta fusione è arrivato insieme ai primi dati sull’operazione. Intanto i costi. Per impadronirsi della multinazionale americana Monsanto la Bayer sosterrà un costo di circa 66 miliardi di dollari. Un’operazione di grandi proporzioni che unisce due attività produttive molto differenti ma anche complementari. La Monsanto metterà a disposizione la propria consolidata leadership nella produzione di sementi e pesticidi e la piattaforma Climate Corporation (società recentemente acquisita da Monsanto che si occupa del miglioramento delle produzioni agricole attraverso un più efficiente utilizzo dei dati). La Bayer, dal suo canto, renderà disponibile la propria linea produttiva di Bayer Crop Protection per colture in tutte le aree geografiche di maggiore rilevanza al mondo. Insieme, le aziende avranno capacità innovative di primo piano e piattaforme tecnologiche molto evolute che nei piani a medio e lungo termine della Bayer dovranno accelerare l’innovazione dell’agricoltura fornendo ai propri clienti soluzioni potenziate per i problemi della produzione agricola e prodotti ottimizzati basati progetti analitici agronomici innovativi da supportare con le applicazioni di Digital Farming. La fusione dei due colossi, da sempre oggetto di denunce e azioni di contrasto delle organizzazioni che difendono la tutela dell’ambiente, darà vita ad un gruppo industriale con un fatturato di 67 miliardi di dollari l’anno. In questo modo Bayer aumenterà il fatturato derivante dal comparto agricolo dall’attuale 22 al 40 per cento. Una questione importante che ci interessa direttamente. Come si è arrivati alla stipulazione di quest’accordo? Quali sono gli antefatti che lo hanno reso possibile? Quali i rischi per l’agricoltura mondiale? L’interesse della Bayer per la Monsanto si è manifestato in concomitanza con le indecisioni e le incertezze manifestate dall’Unione Europea riguardanti la questione del glifosato, uno degli erbicidi più diffusi al mondo, e conferma molti dei timori manifestati da più parti contro la stipulazione del trattato TTIP che vive adesso un momento di crisi, (molti parlano ormai apertamente di fallimento delle trattative in corso tra i paesi contraenti). L’Unione vive una fase di forte pressione relativamente appunto all’atteso rinnovo del permesso di consentire l’uso dell’erbicida glifosato, che poi altro non è che una delle tante questioni aperte nella più generale trattativa sul Parternariato transatlantico sul commercio e gli investimenti (ovvero il TTIP). Discussioni e decisioni non di poco conto che potrebbero decidere cosa coltiveremo e mangeremo nei prossimi decenni. E’ in discussione infatti la possibilità di abbassare gli standard di qualità e sicurezza che fino ad ora hanno protetto l’ambiente e la salute dei cittadini europei introducendo pratiche molto più funzionali alle politiche e alle pratiche delle multinazionali del comparto primario e della chimica. Il pericolo rappresentato dalla fusione tra la Bayer e la Monsanto deriva appunto dal fatto che attraverso tale unione si va creando un monopolio potenzialmente in grado di intervenire negativamente a favore della riduzione sugli standard di protezione ambientale, di salute pubblica e di qualità delle produzioni agricole certificate in Italia e in Europa. Tempi cupi anche per l’agricoltura mondiale. Attualmente il settore agrochimico mondiale vale circa 85 miliardi di euro ed è controllato da poche imprese internazionali che tendono, con altre concentrazioni che stanno per realizzarsi, a diventare sempre più un ristretto oligopolio. Si parla, infatti, anche di possibili fusioni tra Syngenta-Chemchina e Dow Chemical-DuPont. L’unione Bayer – Monsanto, che si completerà entro il 2017, creerà al gruppo numero uno al mondo, che da solo controllerà il 24 per cento del mercato dei pesticidi e il 29 per cento di quello delle sementi. Quali potrebbero essere le probabili conseguenze di questa gigantesca operazione di concentrazione dei grandi gruppi agro-farmaceutici, è facilmente intuibile. Una delle principali è, senza dubbio, l’aumento dei prezzi, sia per i produttori sia per i consumatori, al quale si accompagnerà il calo dell’offerta e quindi anche della biodiversità. Come pure è probabile un maggiore impegno della tedesca Bayer nel comparto delle produzioni Ogm puntando sulla scomparsa del logo Monsanto diventato ormai un punto di riferimento importante degli oppositori agli organismi geneticamente modificati. Sia ben chiaro che qualora ciò accadesse scomparirebbe o sarebbe ridimensionato soltanto il marchio Monsanto, ma non di certo gli Ogm che rimarrebbero con tutte le loro contraddizioni.
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