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Editoriale
di Franco Meloni
Sono un semplice elettore, anzi un elettore semplice, e dichiaro di non capire cosa sta succedendo nella politica sarda. I protagonisti da tutte le parti se la cantano e se la suonano, senza preoccuparsi che la gente capisca. L’agone politico è roba loro e non hanno da dare spiegazioni a nessuno. Ma così gli elettori sono sempre più disorientati. Sicuramente aumenteranno coloro che diserteranno le urne. Alcuni esperti valutano che l’astensionismo supererà il 50% dell’elettorato. Ma, che importa. Anzi per i nostri politici, almeno per la maggior parte di essi, vale lo slogan “meno siamo meglio stiamo”, che riferito all’elettorato si traduce in “meno sono [gli elettori] meglio stiamo noi, a meno gente dobbiamo rendere conto: lasciate fare a noi…”. La “partecipazione popolare” è un bel concetto che nessun politico rinnegherà, a parole, nei fatti “una grande rottura di c.”. Gli astensionisti avrebbero tutte le ragioni di questo mondo: perché scomodarsi a votare se la propria opinione è ininfluente rispetto alle decisioni da prendere per l’amministrazione della Regione? C’è poi il sospetto che gli stessi politici alla guida della Regione contino ben poco rispetto alle grandi scelte dell’economia, appannaggio di livelli superiori (bene che vada) o delle potenti multinazionali. Tale e’ la sensazione di impotenza, che ci si chiede se ha senso mantenere in piedi diverse Istituzioni. Se per ipotesi si potesse fare un referendum per abrogare l’Istituzione regionale, il risultato sarebbe probabilmente maggioritariamente favorevole.
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Il vecchio mondo sta morendo. Quello nuovo tarda a comparire. E in questo chiaroscuro nascono i mostri.
Antonio Gramsci
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Mario Arca, leader sardo di Demos* , chiudendo la bella serata presso la Collina, il 6 dicembre u.s., promossa da diverse formazioni politiche di ispirazione cristiana, ha fatto una citazione a me molto cara: quella
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Per cominciare: Shomèr ma mi llailah? Un verso di Isaia (21,11- 12), Shomèr ma mi-lailah è alla base di una delle canzoni più famose di Francesco Guccini. Il verso è misterioso. Tradotto, vuol dire: Sentinella, a quanto della notte, a che punto è la notte? Isaia, uno di quei profeti che minacciano in continuazione e lanciano fuoco e fiamme, all’improvviso si lascia andare, in questo verso bellissimo e altamente poetico, ad una grande speranza.
La sentinella risponde: La notte sta per finire ma l’alba non è ancora arrivata. Tornate, domandate, insistete.
http://www.specchiomagazine.it/2019/06/shomer-ma-mi-lailah-sentinella-a-quanto-della-notte/?fbclid=IwAR29kHJnQi5hq0ixBZdeutd-OtG4tJxY9lO4sENYSbqIGKp7WyikzHf3nLU
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La canzone di Guccini: https://youtu.be/gyTqIV7otos
CAGLIARI 2016. Dibattito su/per la città alla vigilia delle elezioni comunali.
Cagliari: e se il vero candidato della destra fosse Zedda?. Andrea Pubusa su Democraziaoggi.
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Lobina: “Massidda, hai già governato con Berlusconi: fatti da parte” - Su Casteddu online.
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Il 2016 della politica. Per il centrosinistra (e Zedda) il test delle Comunali
Alessandra Carta su SARDINIA POST.
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Le sfide di Massimo Zedda. Tra di esse assenti il lavoro, la casa, la partecipazione popolare… Su L’Unione Sarda di sabato 2 gennaio 2016.
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Caro Massimo, ora giochi al trasformismo!?
Amsicora su Democraziaoggi
Caro Massimo,
ora proprio mi hai rotto, a che gioco stai giocando? Cinque anni fa ti sei presentato ai cagliaritani come il protagonista di una nuova stagione, collettiva e alternativa al vecchio modo di amministrare della destra e della sinistra moderata. Avevi anche lanciato lo slogan ”Ora tocca tocca a noi“, e noi avevamo inteso che quei ”noi” eravamo proprio noi movimenti, organizzazioni, associazioni stanchi della piatta gestione dei Delogu, dei Floris, sensibili agli interessi forti più che alle esigenze dei ceti popolari. E invece? E invece, ahinoi!, abbiamo scoperto che quel “noi” si riferiva a “voi“, alla cricchetta dei tuoi compagnucci di SEL, sintonizzati sui piccoli e grandi vantaggi del potere (incarichi istituzionali o da portaborse, poco importa) più che ai problemi della gente. Questi bisogni sono stati sempre estranei al vostro orizzonte e “noi” anziché essere chiamati a dare una mano per trasformare la città e l’amministrazione siamo rimasti fuori dalla porta, chiusa in faccia rumorosamente. Ora, completi il percorso all’insegna dello strappo dalle decisioni di SEL nazionale, che si è sciolta per confluire in Sinistra italiana, per confermare l’alleanza col PD. E così, mentre “Sinistra italiana” rompe col PD e si pone come alternativa a Renzi, tu, insieme a Uras, ed ad una parte di SEL sarda rompi con Vendola e ti allei con Renzi. Non è un caso che Renzi ti abbia citato nella conferenza di fine anno: un sindaco di SEL che si mantiene in posizione subalterna al PD, pur di rimanere al potere, è un esempio da mostrare alla sinistra, come Alfano e Verdini lo sono per la destra. Prende forma il “Partito nazionale”, un aggregato degli opportunisti di tutte le bandiere agli ordini di Renzi. E tu sei lì anziché con “noi”. - segue -