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SardegnaCheFare?
Con l’articolo che segue proseguono le analisi e le proposte che Fernando Codonesu consegna al DIBATTITO sulla grande e impegnativa tematica del SardegnaCheFare?. Il primo contributo è pubblicato su Aladinews del 24 u.s; il secondo su Aladinews del 26 febbraio; l’odierno è dunque il terzo. Gli articoli per un accordo tra Editori e Autore vengono pubblicati – in contemporanea o in date diverse – anche su Democraziaoggi.
Innovazione tecnologica e sviluppo
di Fernando Codonesu
Le opportunità dell’innovazione tecnologica, soprattutto quella in ambito ICT, del mobile, dell’internet of things, dell’Industry 4.0, dello sviluppo delle applicazioni secondo logiche innovative, hanno un correlato con il contesto territoriale differente rispetto agli altri prodotti: è necessario infatti un humus di tipo culturale e di sistema di relazioni che può travalicare le distanze ma che necessita di contesti (sia ambientali di benessere e di qualità di vita, che relazionali) che favoriscano l’interscambio anche a distanza di idee, conoscenze e competenze, saper e saper fare come si dice in altri contesti.
L’innovazione necessita di ambienti collaborativi particolarmente intensi in cui i processi di ideazione, prototipazione, sperimentazione e feedback dall’utenza e dal mercato si manifestano come processi iterativi molto accelerati. Questo implica prossimità, per certi versi anche fisica, ma soprattutto di intenti, di atteggiamento di condivisione e di cooperazione e coordinamento. La Sardegna può, per contesto ambientale, sfruttare l’opportunità del suo habitat favorevole alla creatività e scambio, ma necessita di un fortissimo rafforzamento delle capacità relazionali, operative e propositive non sempre presenti tradizionalmente nella popolazione sarda. La creazione di contesti favorevoli, legati alla ricerca applicata in ambito ICT e alla maggiore attrattività per imprese, organizzazioni innovative internazionali sono fattori abilitanti su cui operare, soprattutto in sinergia con le istituzioni universitarie e i centri di ricerca regionali..
Le opportunità dell’ICT vanno concepite per il mercato globale siano esse soluzioni di base che in ambito applicativo. Un occhio di attenzione particolare va indirizzato alle esigenze e alle potenzialità degli altri comparti dell’economia regionale, quindi in ambito turistico, agroalimentare, ambientale, beni culturali e, visto lo stato di avanzamento delle stesse energie rinnovabili, allo stesso contesto delle smart grid.
Con riferimento al comparto marittimo e navale, va detto che la necessità di favorire un trasporto marittimo maggiormente garante della sostenibilità ambientale suggerisce lo sviluppo del trasporto marittimo con carburanti meno inquinanti, in particolare il GNL. Questo favorirebbe un ruolo chiave della Sardegna nel mediterraneo, soprattutto in combinazione di una politica che anticipi la creazione dell’area marittima della Sardegna ancor prima dello stesso Mediterraneo (previsto dall’IMO nel 2025?) nel suo insieme come un’area ad emissioni ridotte (Area ECA, Emission Control Area), come d’altronde già presente nel nord Europa. Il Mediterraneo attualmente è oggetto del 25% del traffico marittimo mondiale e questo dato dà il peso dell’opportunità di cui si parla.
Si osserva che siamo di fronte ad un comparto con un mercato diretto e indotto significativo e che potrebbe aprire opportunità per la Sardegna. I numeri in gioco sono rilevanti: 200.000 mercantili con oltre 100.000 T di stazza, ma anche 2.000 traghetti,1.500 navi, 2.000 mezzi commerciali . L’opportunità si manifesta sia nel mercato diretto, ad esempio in attività di bunkeraggio, ma anche nell’indotto per la cantieristica, rimessaggio etc. che potrebbero aprire specifici spiragli di sviluppo per l’isola.
Per quanto attiene al turismo, come già detto da almeno 30 anni a questa parte, bisogna puntare con politiche e azioni conseguenti, e non solo attraverso convegni periodici, su un modello alternativo, sulla destagionalizzazione, la combinazione di tempo libero, sport, vita all’aria aperta, beni culturali e paesaggio. Ovviamente questo implica adottare strategie innovative per intercettare una domanda dai connotati molto diversi rispetto al turismo tradizionale. Oramai il turismo si connota con il bisogno di esperienze differenti, con tempi diversi dal passato, con combinazione di tempo libero e relazioni interpersonali, con qualità d’ambiente, di alimentazione e stimoli culturali. L’ambiente favorisce questa opportunità ma è necessario porre particolare attenzione sulla qualità compromessa da poca attenzione dei cittadini alla propria terra, alle infrastrutture e al livello dei servizi.
L’opportunità turistica si combina quindi con altri fattori, ognuno dei quali va sviluppato in modo coordinato. Ci si riferisce ai beni culturali, al paesaggio, all’artigianato, al design e all’industria manifatturiera, quella che vorremmo, s’intende.
La cultura dell’isola affonda in radici lontane nel tempo che si è manifestata con artefatti estremamente originali e ricchi di significato, dalla civiltà nuragica a quella dei bronzetti. Segni tangibili e ricchi di mistero, basta pensare ai Giganti di Mont’e Prama che sono elementi di straordinaria attrattività ma devono essere valorizzati in un’ottica di comunicazione, di messa a sistema nell’offerta culturale e di forme nuove di turismo culturale. Le produzioni agricole, pastorali, la vita e la cultura della nostra terra si riverberano nel paesaggio che, contrariamente ai paesaggi di terre più sviluppate invertono il pieno con il vuoto, il rumore con il silenzio, il troppo con l’essenziale, valori che sono sempre più rari nella realtà internazionale e sempre più ricercati. L’immagine di un’isola ricca di queste “povertà” che povertà non sono ma che sono essenzialità, sono rappresentate dalla terra e dal suo paesaggio, fatto di terra, di mare, di cielo, di silenzi, di nuvole, di natura. Questo contesto, che va valorizzato, deve essere incorporato nel nostro patrimonio e deve essere fatto evolvere lasciando questi elementi come fattori primari, ma senza pensare di fermare le lancette al tempo zero. Il paesaggio, specchio delle attività dell’uomo sul proprio territorio, va fatto evolvere e fatto sviluppare rendendolo congruente con l’evoluzione produttiva. Nuovi paesaggi ci aspettano, paesaggi che devono essere progettati e non subiti, paesaggi che incorporano i segni del tempo e della storia, delle aspettative, dei gusti e delle sensibilità di chi le abita. Ed è necessario valorizzare tutto questo in prospettiva futura.
Si è ampiamente parlato della trasformazione dei processi industriali e l’opportunità per la Sardegna si riverbera più che nella grande industria oramai tramontata, nell’artigianato e nei suoi diversi risvolti come ad esempio il tessile (es tappeti, abbigliamento ecc.), la ceramica ecc. E’ certo che è necessaria una sua rielaborazione culturale e un’innovazione legata al ripensamento e al ridisegno in una chiave contemporanea, combinando intelligentemente tradizione e contemporaneità. Uno per tutti, il comparto tessile può sviluppare una filiera completa che parte dalla produzione ad esempio della canapa, per la quale la nostra terra ha i requisiti climatici e ambientali adatti e vecchi distretti industriali potenzialmente attrezzati per cogliere tali opportunità. Questo comparto può passare per una sua coltivazione e arriva alla trasformazione e alla creazione di prodotti differenti, magari attraverso la sinergia all’interno di un distretto industriale. Si potrebbe beneficiare della presenza di consorzi capaci di sviluppare nuovi prodotti, organizzare l’offerta differenziata in ambito alimentare, farmaceutico, dell’abbigliamento, dell’arredamento, magari dell’industria nautica, dei materiali per allestimenti e infine la logistica verso i mercati finali
Dal punto di vista energetico, ma questo è un discorso che andrebbe ripreso e approfondito, l’opportunità dell’introduzione del GNL (metano liquido) può favorire inoltre anche le imprese che nella loro produzione o confezionamento necessitano di assorbimento del calore (creazione di freddo), come ad esempio il mercato ittico e alimentare in genere. La realizzazione di nodi di trasformazione del gas da liquido a gassoso, il completamento dell’infrastruttura regionale di distribuzione e un approvvigionamento differenziato alla fonte rappresentano buone opportunità purché si faccia in fretta in quanto siamo l’unica regione d’Italia che ancora non dispone di una rete con questa fonte energetica sull’intero territorio regionale.