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Sardegna, altro che Tav. Lo stato deplorevole delle ferrovie sarde. Il commento di Paolo Fadda su L’Unione Sarda

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L’UNIONE SARDA, CRONACA SARDEGNA – CAGLIARI Oggi 2 agosto 2019 alle 12:30,
DALLA PRIMA PAGINA

Nella penisola si parla di alta velocità. Ma in Sardegna ci sono le ferrovie più vecchie d’Europa
Sardegna, altro che Tav: il commento di Paolo Fadda
paolo-fadda-cciaa-2010Paolo Fadda (Archivio Aservice srl)

A seguire dalla Sardegna il match politico in atto tra no Tav e sì Tav, cioè sull’utilità economica, o meno, dell’alta velocità ferroviaria fra Torino e Lione, o, magari, l’apprendere di un’altra vagonata di miliardi di euro che l’ente ferroviario di Stato destinerà al nuovo corridoio merci fra Milano e Budapest, s’andrebbe formando, più che qualche timida invidia, tanto, ma tanto forte malumore. Perché la nostra rete ferroviaria la si è lasciata, più o meno, a quella realizzata, negli ultimi tre decenni dell’800, dall’ingegner Benjamin Piercy. Quasi che il viaggiare in treno dovesse rimanere come il continuare ad usare, nel far di calcolo, un’addizionatrice meccanica Triumph.
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Povera Patria Sarda, così ridotta da sfruttatori e ascari

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di Vito Biolchini su vitobiolchini.it
“Eurallumina verso il riavvio dopo 8 anni”, “Sì alla rinascita di Eurallumina”: ecco come nasce una fake news.
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EURALLUMINA SU la nuova

Era il 9 febbraio 2017

“Eurallumina verso il riavvio dopo 8 anni” titolava ieri la Nuova Sardegna, “Sì alla rinascita di Eurallumina” gli ha fatto eco l’Unione Sarda. Ma siamo sicuri che le cose stiano veramente così? Siamo sicuri che la versione dei fatti data dai due quotidiani sardi sia rispondente alla realtà e che veramente la riapertura della fabbrica di Portovesme sia imminente?

Ore 18.04 di mercoledì 8 febbraio: l’Ufficio stampa della Regione invia ai giornalisti un comunicato dal titolo “Eurallumina, conclusa la Conferenza dei servizi. Parere Mibact non ostativo”. Leggiamolo assieme:

La Conferenza di servizi sul progetto della Rusal, azienda proprietaria dell’Eurallumina, ha concluso i suoi lavori, con posizioni invariate rispetto a una settimana fa, ma con parere del Ministero dei beni paesaggistici non ostativo. Nel frattempo è stata la stessa Rusal a chiedere tempo per presentare ulteriore documentazione utile per la decisione sull’ampliamento del bacino di stoccaggio. Sono queste le comunicazioni date ai rappresentanti degli operai Eurallumina dall’assessora dell’Ambiente, Donatella Spano e dal collega degli Enti locali, Cristiano Erriu, accompagnati dal capo di Gabinetto della Presidenza, Filippo Spanu, e dal direttore generale Alessandro De Martini.

Fermiamoci un attimo: cosa significa che “è stata la stessa Rusal a chiedere tempo per presentare ulteriore documentazione utile per la decisione sull’ampliamento del bacino di stoccaggio”? La Conferenza dei servizi è stata convocata proprio per questo, per autorizzare l’ampliamento del bacino dei fanghi rossi: ma se “è stata la stessa Rusal a chiedere tempo per presentare ulteriore documentazione utile per la decisione sull’ampliamento del bacino di stoccaggio” è evidente che manca la documentazione necessaria per il via libera e che nessuna decisione dunque è stata ancora presa. Sulla base dunque di quale elemento la Regione ha diffuso il suo trionfalistico comunicato? Ma andiamo avanti.

La Conferenza dei servizi si è conclusa – ha spiegato Donatella Spano – con pareri differenti tra Ministero dei Beni paesaggistici e la Regione. Il parere ministeriale non è, però, vincolante e ostativo.

Anche qui è necessario uno stop. “La Conferenza dei servizi si è conclusa” afferma innanzitutto l’assessore regionale all’Ambiente Donatella Spano. Quindi ci sarà un verbale o un atto nel quale la Conferenza ha messo nero su bianco le sue decisioni. Esiste questo documento? No, non esiste. Per un motivo semplice: che contrariamente a quanto afferma l’assessore Spano, la Conferenza dei servizi non si è affatto conclusa e non ha assunto alcuna decisione. E a confermarlo è paradossalmente lo stesso comunicato della Regione, che prosegue riportando la dichiarazione dell’assessora Spano:

Per quanto riguarda l’iter, la Rusal ha chiesto almeno un mese per presentare altri documenti. Non appena si concluderà l’istruttoria, predisporremo la delibera sul progetto, che sarà portata in tempi serrati in Giunta.

L’”istruttoria” di cui si parla la Spano è in realtà proprio quella Conferenza dei servizi che qualche riga prima era data per “conclusa” dalla stessa assessora! Perché la Regione sta mistificando la realtà in questo modo? Ma non era stato lo stesso Presidente Pigliaru ad invitare i suoi assessori qualche giorno fa a smettere di fare ”propaganda”?

Detto questo, è chiaro che perché la Conferenza dei servizi dia il suo parere servirà come minimo un mese; ma in realtà bisognerà aspettare molto di più: intanto perché la documentazione che la Rusal si è impegnata a fornire dovrà essere esaminata (e ci vorranno settimane), sia perché nel corso della Conferenza dei Servizi è emerso che tra la documentazione mancante vi è anche quella relativa alla valutazione di incidenza ambientale riguardante l’impatto del bacino nei confronto di un’area di pregio naturalistico che lambisce la zona di stoccaggio!

Senza questa valutazione (ovviamente positiva), non si può immaginare nessun riavvio della fabbrica; e quindi non è vero che, come afferma la Regione, “il parere del Mibact non è ostativo”: ma proprio per niente! Perché sono diversi ancora i pareri (vincolanti) che il Mibact deve dare una volta arrivata in Conferenza la documentazione ancora mancante.

Quindi i tempi sono dunque lunghi, ragionevolmente lunghi: e al termine della Conferenza dei servizi non è detto che il parere sia favorevole all’ampliamento del bacino.

Anche perché poi c’è un altro elemento che i nostri giornali stanno incredibilmente “dimenticando”: il processo per disastro ambientale che si è aperto un anno fa presso il tribunale di Cagliari e che vede imputati i vertici di Eurallumina proprio per la gestione del famigerato bacino dei fanghi rossi che ora si vorrebbe ulteriormente ampliare.

Trovate tutti gli elementi della notizia in questo articolo di Sardinia Post del 23 marzo dello scorso anno (“Eurallumina, al via il processo per disastro ambientale”), con diversi aggiornamenti poi dati dalla Nuova Sardegna qualche mese dopo. Da questi articoli si desume peraltro che una parte del bacino dei fanghi rossi, quello che (ripeto) l’Eurallumina deve ampliare per ritornare a produrre, è ancora sotto sequestro giudiziario!

Quindi di quale “riavvio” e “rinascita” di Eurallumina stanno parlando la Spano, tutta la giunta Pigliaru, insieme all’Unione e la Nuova, quando è in corso un processo per disastro ambientale (prossima udienza, a quanto mi consta, ad aprile) e una parte del bacino che si pretende di ampliare è ancora sotto sequestro?

Ma vi rendete conto?

E come se non bastasse, la politica, non paga di mistificare la realtà, poi si fa pure i complimenti da sola! “È un grande passo avanti verso il riavvio dello stabilimento, un risultato che è stato possibile raggiungere grazie alla collaborazione di tutti e alla determinazione degli operai” ha dichiarato ieri all’Unione Sarda il capogruppo del Pd in Consiglio regionale Pietro Cocco. Ma di che risultato sta parlando? Incredibile.

E insieme a lui hanno giocato a prendere in giro l’opinione pubblica (e tema anche gli operai) il deputato del Pd Emanuele Cani (“È un fatto importante per i lavoratori e per tutto il territorio”), il senatore ex Sel Luciano Uras (che parla senza vergogna dell’Eurallumina come di una “prospettiva di sviluppo sostenibile e armonico”) e del segretario del Pd del Sulcis Daniele Reginali.

Ecco come nascono la fake news: la politica dichiara quello che gli fa più comodo e i giornali non fanno nessuna verifica.

E se questo avviene per sciatteria o complicità, non sta a me dirlo.

Post scriptum
Il comunicato della Regione comunque si concludeva così:
“Ringraziamo gli uffici degli assessorati coinvolti che hanno lavorato strenuamente in questi mesi”, ha concluso l’esponente dell’esecutivo, che ha poi raggiunto gli operai che da questa mattina manifestavano davanti al palazzo di viale Trento e ha loro confermato, insieme all’assessore Erriu, quanto emerso in Conferenza di servizi. Gli operai hanno dunque deciso di sciogliere il presidio”.
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lampadadialadmicromicro13Correlazione
https://www.aladinpensiero.it/?p=64880
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Per il Sovrintendente non è solo questione di paesaggio.
Su SardiniaPost.

Sardegna. Abbiamo bisogno di una nuova classe dirigente che abbia le antiche virtuose caratteristiche

di Aladin
Giovanni Maria Angioy Memoriale 2«Malgrado la cattiva amministrazione, l’insufficienza della popolazione e tutti gli intralci che ostacolano l’agricoltura, il commercio e l’industria, la Sardegna abbonda di tutto ciò che è necessario per il nutrimento e la sussistenza dei suoi abitanti. Se la Sardegna in uno stato di languore, senza governo, senza industria, dopo diversi secoli di disastri, possiede così grandi risorse, bisogna concludere che ben amministrata sarebbe uno degli stati più ricchi d’Europa, e che gli antichi non hanno avuto torto a rappresentarcela come un paese celebre per la sua grandezza, per la sua popolazione e per l’abbondanza della sua produzione.»
In un recente convegno sulle tematiche dello sviluppo della Sardegna, un relatore, al termine del suo intervento, ha proiettato una slide con la frase sopra riportata, chiedendo al pubblico (oltre duecento persone, età media intorno ai 40/50 anni, appartenente al modo delle professioni e dell’economia urbana) chi ne fosse l’autore, svelandone solo la qualificazione: “Si tratta di un personaggio politico”. Silenzio dei presenti, rotto solo da una voce: “Mario Melis?”. No, risponde il relatore. Ulteriore silenzio. Poi un’altra voce, forse della sola persona tra i presenti in grado di rispondere con esattezza: “Giovanni Maria Angioy”. Ebbene sì, proprio lui, il patriota sardo vissuto tra la fine del Settecento e gli inizi dell’Ottocento, (morto esule e in miseria a Parigi, precisamente il 22 febbraio 1808), nella fase della sua vita in cui inutilmente chiese alla Francia di occupare militarmente la Sardegna, che, secondo i suoi auspici, avrebbe dovuto godere dell’indipendenza, sia pur sotto il protettorato francese (1).
Mario Melis 1E’ significativo che l’unico uomo politico contemporaneo individuato come possibile autore di una così bella frase, decisamente critica nei confronti della classe dirigente dell’Isola (e quindi autocritica) e tuttavia colma di sviluppi positivi nella misura in cui si potesse superare tale pesante criticità, sia stato Mario Melis,, leader politico sardista di lungo corso, il quale fu anche presidente della Regione a capo di una compagine di centro-sinistra nel 1982 e di nuovo dal 1984 al 1989. Evidentemente la sua figura di statista resiste positivamente nel ricordo di molti sardi. E questo è bene perché Mario Melis tuttora rappresenta un buon esempio per le caratteristiche che deve possedere un personaggio politico nei posti guida della nostra Regione: onestà, competenza (più politica che tecnica), senso delle Istituzioni, passione e impegno per i diritti del popolo sardo. Caratteristiche che deve possedere non solo il vertice politico, ma ciascuno dei rappresentanti del popolo nelle Istituzioni. Aggiungerei che tali caratteristiche dovrebbero essere comuni a tutti gli esponenti della classe dirigente nella sua accezione più ampia, che insieme con la classe politica comprende quella del mondo del lavoro e dell’impresa, così come della società civile e religiosa.
Oggi al riguardo non siamo messi proprio bene. Dobbiamo provvedere. Come? Procedendo al rinnovo dell’attuale classe dirigente in tutti i settori della vita sociale, dando spazio appunto all’onestà, alla capacità tecnica e politica, al senso delle organizzazioni che si rappresentano, alla passione e all’impegno rispetto alle missioni da compiere.
Compito arduo ma imprescindibile.

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(1) Sappiamo come andò a finire la storia: i francesi si guardarono bene dall’intervenire, perlomeno in Sardegna – contrariamente a quanto fecero in Piemonte – per la quale tennero fede all’Armistizio di Cherasco (28 aprile 1796) e al successivo Trattato di Parigi (15 maggio 1796) che, sia pure con termini pesantissimi per i sabaudi, consentì loro di mantenere costantemente e definitivamente il potere sull’Isola.

Sa die de sa Sardigna. Aspettando il programma della Regione…

sadiedesasardigna1giganti-monte-prama-1La legge regionale. Le preoccupazioni di Salvatore Cubeddu per i ritardi della Regione: Si vuole cancellare sa die?.

GLI-OCCHIALI-DI-PIERO1-150x1501419La festa dei sardi è legge regionale dal 1993.
Qualcuno in Regione vuole trasgredire alla legge?
La Giunta attuale è in carica da più di un anno,
è accettabile che a un mese dalla data della festa
ci siano incertezze e dubbi su finanziamento e programmi?
Che vergogna!
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in giro con la lampada di aladin…

lampadadialadmicromicro Fedeltà a Renzi e tappeti rossi per le multinazionali: è questa l’idea di Pigliaru per la Sardegna?
30 agosto 2014 alle 02:20 Vito Biolchini su vitobiolchini.it

Ugo Cappellacci non ha proprio tutti i torti quando afferma che “la Giunta dei professori non produce niente di originale, ma copia e incolla le nostre azioni”: effettivamente sul San Raffaele l’esecutivo di centrosinistra e sovranista guidato da Francesco Pigliaru non avrebbe potuto soddisfare meglio le attese del centrodestra. Certo, ci sono battaglie che per loro natura uniscono gli schieramenti, ma chi come me inizia ad avere qualche capello bianco non può dimenticare la storica avversione al progetto dell’ospedale privato di don Verzè (ora fatto proprio da Qatar e Vaticano) da parte del centrosinistra sardo. - segue -

Eppur si muove! Le politiche per la giovane impresa… molto da migliorare!

orest bollinomicromicroaladinSegnaliamo un interessante articolo di Enrico Lobina, consigliere comunale di Cagliari, sulle iniziative del Comune di Cagliari (come di altre Amministrazioni) per la creazione di nuova impresa (su Il fatto quotidiano, ripreso dal sito e dalla pagina fb di Enrico, nonchè da Aladinews). Non ci illudiamo che le nuove imprese costituiscano una decisiva risposta alla disoccupazione, specie giovanile, se non in una certa misura. Che non conosciamo, proprio perchè mancano le misurazione e valutazioni del fenomeno. Mancano o sono fortemente carenti perfino le misurazioni e valutazioni delle azioni positive fatte dalle Amministrazioni (regionale e locali) sostenute da importanti finanziamenti europei (si tratta di finanziamenti soprattutto del Fondo Sociale Europeo e del FESR, che prevedono cofinanziamenti statali e regionali). Le (poche) valutazioni comunque effettuate e la raccolta delle opinioni di quanti hanno fatto esperienza di creazione di nuova impresa sostenuta da finanzianti pubblici, sebbene frammentarie, mettono in rilievo le criticità e suggeriscono attività di correzione per quanto si deve fare in tempi successivi. Al riguardo, come detto, si fa ben poco e non si riesce allo stato a innescare virtuosi processi di miglioramento. Allora ci auguriamo e auspichiamo un’inversione di rotta, anche dando credito alle dichiarazioni fatte in argomento dal presidente Pigliaru e da suoi competenti assessori. Vogliamo però sottolineare come gli interventi di sostegno all’impresa vedano in campo numerosi soggetti pubblici, tutti tra loro allo stato scollegati, spesso incapaci di dare efficace attuazione alle misure previste dai citati programmi. Ci riferiamo sia alla Regione, sia alle altre Amministrazioni: Comuni, Camere di Commercio, Università… Tutti soggetti che fanno finta di collaborare e che invece nella realtà operano “a compartimenti stagni”. Non possiamo più permettercelo. Noi di Aladin ne parliamo da quando esistiamo. Come prova riportiamo un intervento del 3 febbraio 2013, che dava saggi consigli al Comune di Cagliari e alle altre Amministrazioni, in gran parte finora del tutto ignorati e che crediamo tuttora validi e da proporre. Dunque: monitoriamo, facciamo proposte e pungoliamo. Sono le sole attività che, allo stato, possiamo fare, come facciamo e faremo (f.m. Aladinews).

Sardegna oggi

lutto LUTTO SOLIDARIETA’ PER LE VITTIME E PER LE LORO FAMIGLIE. RIFLESSIONE VOGLIA e IMPEGNO per CAMBIARE. NECESSITA’ DI BUONA POLITICA e BUONI POLITICI

La lettera di Attilio
- Ecco cosa serve subito e dove

Sardegna Europa nei nostri cuori

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di Franco Meloni

Probabilmente  con una certa ingenuità, da parte mia, parlando con degli amici che la sanno lunga su politica e dintorni, ho avanzato l’ipotesi di candidatura di Renato Soru a rappresentante sardo nel Parlamento Europeo: l’idea non solo non ha riscosso alcun successo, ma è stata considerata, in prevalenza, come una trovata elegante per “giubilare” Soru, togliendolo di mezzo rispetto a ben altri più importanti incarichi pubblici (essendo il medesimo candidabile alla presidenza della Sardegna o a un ministero del prossimo auspicabile governo Bersani). In questo – a parte le considerazioni sul ruolo attuale e potenziale di Soru sullo scenario politico, che qui non voglio trattare – leggo una sottovalutazione dell’importanza dell’Europa e delle implicazioni delle politiche europee per la Sardegna. Personalmente (in sintonia con altri e con formazioni politiche italiane e sarde, in primis i Rossomori) credo che la Sardegna si salvi solo dentro una prospettiva europea, chiaramente di una Europa diversa da quella attuale e che l’Europa sarebbe comunque valorizzata da una forte presenza autonoma della Sardegna. Per questo occorre costruire una coerente politica europeista (in Italia e in Sardegna), a partire dal cambiamento della legge per l’elezione dei rappresentanti italiani nel parlamento europeo, al fine di superare l’attuale vergognosa esclusione della rappresentanza sarda. Su questa questione mi pare vi sia peraltro un preciso impegno di Bersani. Non occorre soffermarsi, ma giova ripetercelo, come le risorse più importanti per risollevare l’economia della Sardegna verranno proprio dai fondi europei (in particolare fondi strutturali della programmazione 2014-2020), che, evidentemente, devono essere spesi e spesi bene, in controtendenza rispetto a quanto finora avvenuto. Abbiamo dunque necessità di una forte, autorevole, presenza della Sardegna a Bruxelles. E l’efficacia di una presenza non è certo solo un fatto formale. E’ questione di persone. Scusatemi qui una digressione riflettendo sul passato: il posto di presidente della Democrazia Cristiana ha sempre contato bel poco sul piano del potere in quel partito e fuori dallo stesso; eppure quando quel ruolo fu coperto da Aldo Moro, venne giustamente considerato come il centro del potere politico italiano, tanto è che le sciagurate Brigate rosse lo assunsero come il cuore del sistema borghese, da abbattere, con tutto quello che ne seguì con l’assassinio dell’uomo politico in quel momento davvero più importante del paese. Ma è un’altra storia. Qui voglio solo dire che Renato Soru rappresenterebbe davvero un riferimento europeo per la Sardegna, ovviamente in un’ipotesi di un nuovo decente governo di centro sinistra della Regione. Almeno così l’ho pensata facendo la proposta dalla quale sono partito. Stando sull’argomento mi pare che la storia della “sottovalutazione” venga confermata dalla tiepidezza attribuita a Francesca Barracciu nell’assumere l’incarico di parlamentare europeo, a cui sembrerebbe voler rinunciare proprio in vista di  traguardi considerati di maggior valore  (sempre la possibile candidatura alla presidenza della Giunta regionale?).

Mah! Per farla breve, da questo piccolo e modesto pulpito, voglio ribadire la necessità di un impegno europeo per Cagliari e per la Sardegna, ma non solo. Dobbiamo cogliere per questo tutte le occasioni, dalle più piccole (la promozione delle iniziative europeiste nelle scuole. master di progettazione europea…) a quelle più rilevanti in relazione alle risorse necessarie per organizzare eventi di rilievo internazionale, ai tavoli veri che bisogna costruire per gestire con competenza e consenso diffuso la programmazione dei fondi 2014-2020… Il discorso è ormai aperto, anche se  al riguardo avvertiamo una forte sensazione di inadeguatezza, di scarsa consapevolezza e perfino di allarmante disinteresse, in  Sardegna e non solo, ma è della Sardegna che ci dobbiamo innanzitutto preoccupare. Noi ce la metteremo tutta!
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Cagliari-Sardegna-Europa. Considerazioni che non perdono di validità. Anzi!

IL RUOLO DI CAGLIARI PER LA COSTRUZIONE DI UNA POSSIBILE NUOVA EUROPA*

di Franco Meloni

Un tempo contestando il malgoverno della cosa pubblica in diverse realtà si diceva che anche la sola “buona amministrazione” costituisce di per se un fatto rivoluzionario. Mi è venuto in mente pensando a diversi interventi del sindaco di Cagliari Massimo Zedda, che mi è capitato di leggere sulla stampa e seguire sulle televisioni. Fare una buona amministrazione per la nostra città come il sindaco vuole fare e crediamo faccia significa fare di per se una scelta rivoluzionaria a vantaggio dei cittadini cagliaritani. Tuttavia io non credo che l’Amministrazione Zedda debba limitarsi a ciò. Cagliari ha in Sardegna un ruolo decisivo, una funzione fondamentale di guida dell’intera regione, di peso paragonabile a quello dell’Istituzione Regione. Come capita a tutte le capitali di questo mondo, per esercitare questa funzione dispone di risorse specifiche, che al di là delle critiche universalmente rivolte a tutte le capitali del mondo, deve congruamente restituire in benefici non solo ai suoi abitanti ma a tutti i cittadini che gliele hanno affidate. Nel caso di Cagliari a tutti i sardi. La Sardegna e i sardi abbiamo bisogno di praticare nuove politiche di sviluppo attraverso la realizzazione di nuovi modelli sociali ed economici. Siamo proprio in questa fase. Al riguardo è richiesto sopratutto a Cagliari – ovviamente insieme alla Regione e agli altri Enti locali, in modo speciale insieme alle altre città della Sardegna e, pertanto, in primo luogo ai Sindaci di queste città – di cimentarsi in una sfida epocale. Ci sono tanti modi per farlo concretamente. Io credo che la stella polare della ricerca di nuove strade sia l’Europa. Certo non si tratta di accontentarsi dell’attuale Europa, peraltro in crisi perchè troppo chiusa nella cura dei mercati e degli interessi dei mercanti, quanto invece di una nuova Europa che dobbiamo costruire: l’Europa dei popoli. In questo ritornando al passato, alle origini, quando, all’indomani della seconda guerra mondiale, i padri fondatori dell’Europa comunitaria misero le basi della cooperazione economica pensando e preconfigurando come un sogno l’integrazione politica europea. Purtroppo tuttora, dopo tanti decenni, l’integrazione dell’Europa attraverso una vera e propria Confederazione di Stati è solo un sogno, e l’integrazione politica è attuata solo in piccola parte, carenza che costituisce la principale causa dei guai attuali dell’Unione Europea.
Allora Cagliari deve essere città sarda e insieme europea, in grado di tracciare nuove strade per se stessa, per la Sardegna e per l’Europa. Un’impostazione di questo tipo, appena qui tratteggiata, ha moltissimi risvolti pratici, concretizzandosi pertanto anche nelle scelte del quotidiano amministrare. In questo quadro, appena delineato, la stesse “opzione indipendentista” (comunque la vogliamo nominare) per la Sardegna può essere praticata con condivisione maggioritaria, non quindi come concezione separatista minoritaria o scelta estremista, proprio in quanto si può sviluppare con piena cittadinanza e dignità nell’ambito europeo, nella costruzione della possibile nuova Europa che abbiamo prospettato.

Ripubblicazione di un editoriale del 12 marzo 2012

Sardegna Che fare? Rimarremmo nella nostra fortezza Bastiani in attesa dei Tartari? Intervento di Salvatore Melis, Rossomori

fortezza Bastiani


           

                                                                                                                                                                                                       La responsabilità delle nuove generazioni

di  Salvatore Melis *

 La Sardegna è in piena emergenza democratica. Non esiste altro modo per definire la situazione economica e sociale sarda. La disoccupazione è data al 15% nel secondo trimestre 2012 (fonte Istat) e in un solo anno si è passati da 115 mila a 125 mila disoccupati. La cifra reale dei senza lavoro, vale a dire la somma degli iscritti e non nei centri per l’impiego, è pari a 372. mila.

Sardegna Che fare? La relazione di Guido Melis alla Scuola politica delle Acli. Un importante contributo al dibattito

aladin bomeluzo
Istituzioni in Sardegna
pubblicata da Guido Melis
Sabato 22 settembre, all’Argentiera (SS), Relazione di apertura Scuola politica delle ACLI.
Guido Melis:  Istituzioni in Sardegna, storia e sviluppo