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Salviamo la Fiera di Cagliari. Ripensata, risanata e rilanciata nella gestione. Portata a mare e non buttata a mare! Funzionale a strategie di sviluppo della Sardegna nel Mediterraneo
Cagliari Città Capitale esprime netta contrarietà alla messa in liquidazione della Fiera Internazionale della Sardegna, attualmente Azienda speciale della Camera di Commercio di Cagliari. I problemi della Fiera non sono certo recenti, risalgono invece a molti anni fa, almeno dall’anno 2000, allorquando non si imboccò la strada del suo adeguamento alle nuove esigenze dei tempi, permanendo sostanzialmente ancorata a modelli superati, che pur si erano dimostrati validi dalla sua costituzione (1949) per ben cinquant’anni. E tutto ciò nonostante la consapevolezza dei decisori camerali che occorresse “ripensare” profondamente la Fiera, seguendo gli esempi di realtà fieristiche di successo nel panorama nazionale ed internazionale, come dimostrano i contenuti del libro “Storia di una fiera” (1).
Nel tempo si è preferito apportare solo aggiustamenti che non sono riusciti ad arrestare il progressivo declino della Fiera, fino alla situazione fallimentare delle ultime edizioni. Le presenze di visitatori in Fiera nel periodo della sua apertura non hanno subito nel tempo significative contrazioni, ma la funzione innovativa della Fiera è venuta a mancare insieme con la diminuzione del numero degli espositori, del giro d’affari e con il venire meno della funzione di diffusione dell’innovazione… circostanze che hanno segnato negativamente soprattutto le ultime edizioni, nonché determinato l’accumulo di perdite economiche (ogni anno ripianate dai trasferimenti camerali). Le manifestazioni collaterali (Turisport, Fiori e Spose, Fiera Natale, etc) e gli altri eventi specifici, come pure le attività convegnistiche, pur importanti, non sono servite a compensare la progressiva crisi complessiva della Fiera, che la crisi economica generale giustifica solo in parte. Ciò che si segnala è soprattutto l’incapacità di capire i cambiamenti dei tempi e l’incapacità di modificare la propria missione e la propria organizzazione per affrontare le nuove situazioni. Responsabile di tutto ciò in primo luogo la dirigenza politica camerale degli ultimi quindici anni, anche nella misura in cui non ha saputo esprimere un management adeguato. Altra causa delle crescenti difficoltà è il sostanziale isolamento nella gestione della Camera di Commercio e della sua Azienda Fiera, praticato dalla dirigenza politica camerale, frutto della scellerata modalità dei “compartimenti stagni“, per la quale le altre Istituzioni coinvolte nella politica economica della città e della sua area vasta – particolarmente la Regione e il Comune – sono rimaste colpevolmente estranee alle vicende camerali. Comportamenti che hanno determinato e continuano a provocare ingenti danni all’economia dei territori dei Sud Sardegna. Occorre invertire la rotta, evitando la chiusura della Fiera, come condizione prima della sua auspicata riorganizzazione complessiva. Non sottovalutando il fatto che la chiusura della Fiera darebbe la stura a mai sopiti appetiti speculativi sulle preziose aree che la ospitano. - segue -