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LA SETTIMANA SANTA IN SARDEGNA. IL RITO DE “SU SCRAVAMENTU”: FEDE, TRADIZIONE E CULTURA MILLENARIA
La Pasqua celebra la festività cristiana più importante: la resurrezione di Cristo dalla morte, sacrificio estremo e prova dell’amore di Dio verso l’uomo, che si immola per lavarne i peccati.
San Valentino ieri e oggi. Una festa per tutti
di Rossella Atzori
La fusione e la graduale sostituzione di culti e riti pagani sono stati un processo molto comune alle origini del cristianesimo, in cui si cercò anche di risolvere il problema di tradizioni molto radicate e sentite che difficilmente sarebbero state abbandonate. Per questo motivo feste e tradizioni pagane che non furono eliminate vennero rilette in chiave cristiana. E’ quello che accadde anche per i lupercalia romani, e la celebrazione dell’amore sensuale e fecondo venne ufficialmente sostituito nel 496 con quello più sentimentale e “romantico” di San Valentino.
E’ venerato come patrono a Terni (TR), Bussolengo (VR), Abriola (PZ) e Sadali (CA), ma nel comune sardo della regione storica della Barbagia di Seulo la festa ha la peculiarità di essere celebrata nel mese di ottobre, e dura tre giorni. Le origini del culto a Sadali sono avvolte dalla leggenda, che narra di un vecchio di Nurallao che si spostava tra i vari paesi portando sempre con se una piccola scultura del santo; si fermò a riposare presso le cascate del paese ma, al momento di ripartire, non riuscì a spostare la statuina, che da allora è custodita e venerata nella chiesetta dedicatagli dagli abitanti del paese. In realtà la chiesa, che si presenta oggi in stile gotico-catalano, fu edificata tra il V e VI secolo d.C., potrebbe essere stata edificata dai monaci bizantini.
Celebrato in quasi tutto il mondo, è diventato una vasta e sapiente operazione di marketing votata al consumismo, ma non è sempre stato così, e in questi ultimi anni (forse complice la crisi) si ritorna alle sue origini più genuine in cui la coppia festeggia l’esclusività del proprio amore, che necessita sicuramente di essere rinnovato ogni giorno, non dando mai niente per scontato, in cui più che lo scambio di un regalo materiale colpiscono i gesti, le attenzioni e i pensieri unici ideati solo per noi.
“Costantino 313 d.C. L’editto di Milano e il tempo della tolleranza”. Il mosaico cagliaritano di Orfeo in mostra a Milano e Roma.
a cura di Rossella Atzori
Fino al 17 marzo si terrà al Palazzo Reale di Milano la grandiosa mostra che celebra la promulgazione del celebre editto da parte dell’imperatore Costantino. Dedicata a uno dei più grandi imperatori dell’impero romano, ricostruisce attentamente gli avvenimenti storici e culturali dell’epoca, mettendo l’accento sull’importanza avuta dall’Editto riguardo alla tolleranza religiosa.
(Prima immagine “Placca votiva con croce a bracci espansi fra due occhi. VI-VII secolo, incisione e lavorazione a sbalzo, Città del Vaticano, Fabbrica di San Pietro“. Foto: ©Fabbrica di San Pietro in Vaticano).
Di particolare interesse per noi sardi la presenza in mostra del bellissimo mosaico di Orfeo (vedi foto),rinvenuto fortuitamente nella prima metà del sec. XVIII a Cagliari, presso il complesso della villa di Tigellio, e portato a Torino nel 1762, dove è attualmente conservato presso il Museo di Antichità.
Che fine ha fatto la Sardegna? All’estero sconosciuta a musei e ristoranti
di Rossella Atzori
Qualche giorno fa ho letto su facebook il consueto buongiorno augurato dall’Infopoint Cagliari, accompagnato dall’immagine di un piccolo della comunità di fenicotteri rosa del Parco di Molentargius, che da diversi anni ha scelto la città di Cagliari come sua dimora stabile. Come ormai tutti con un certo orgoglio sappiamo, il fatto che questa particolare e bellissima specie aviaria si sia stanziata stabilmente e nidifichi in un’area urbana, quale è quella dell’hinterland di Cagliari, è un fatto praticamente unico al mondo, che suscita grande interesse.