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con gli occhiali di Piero…
CITAZIONE DELLA SERA
Io i fiori ai poliziotti li lancerei, ma con tutto il vaso e la terra.
(William Seward Burroughs)
IL TORTO DI PIAZZA FONTANA
“Fascisti, padroni, Democrazia Cristiana / han messo le bombe a Piazza Fontana”, “La strage è di Stato”: queste parole si sono gridate per anni in migliaia di manifestazioni di protesta. Nessuna inchiesta, nessun processo, dal 1969 al 2005, ne ha dato smentita, nè conferma.
La strage è impunita. Questo è il torto fatto a tutti da uno Stato che non ha saputo, nè potuto, chiarire la sua innocenza.
Il 12 dicembre 1969 alle 16,37 nella Banca nazionale dell’Agricoltura, a Milano, in Piazza Fontana, esplode un ordigno che contiene 7 chili di tritolo.
16 morti, 88 feriti. Ferita è anche la democrazia in Italia.
Mariano Rumor si affaccia agli schermi della televisione, con faccia severa e accento determinato promette giustizia rapida e inesorabile. Mente.
La Questura di Milano ha formato 84 persone, tra anarchici e militanti di sinistra, 2 sole persone di destra. E’ la loro par condicio.
Il tamburo dei media batte una sola parola: anarchia.
Giuseppe Pinelli vola dalla finestra al quarto piano della Questura di Milano.
“Quella sera a Milano era caldo”, era il 15 dicembre.
Il 16 arrestano Pietro Valpreda, anarchico, il mostro in prima pagina.
Lentamente si fa strada la pista nera, che parte da Padova.
Lentamente si indaga su responsabilità che abitano in questure e nel ministero degli Interni. (segue)