Tag Archives: Pierre-Joseph Proudhon
… la speranza di un futuro dei sardi “liberos, rispettados e uguales”
OK, PARLO DELLE ELEZIONI REGIONALI
MI DISPIACEREBBE
- se la sinistra non vincesse
- se dentro la coalizione di sinistra non avessero buoni risultati quelli che rappresentano l’area sardista sovranista indipendentista
- se tra questi non avesse ottimi risultati il Partito dei Rossomori
- se Michela Murgia non avesse un significativo risultato
MI PIACEREBBE
un risultato complessivo che facesse emergere la speranza di un futuro dei sardi “liberos, rispettados e uguales”.
————-
EDGAR ALLAN POE
A Boston il 19 gennaio 1809, da una coppia di attori (Elizabeth e David Poe), nasce Edgar Poe, che aggiungerà Allan al cognome perchè, persi i genitori a due anni, fu adottato dal ricco commerciante John Allan, che lo fece studiare in Inghilterra.
Dai genitori ereditò intelligenza e memoria straordinarie con analogo temperamento nervoso ed eccitabile. In soli 40 anni di vita è stato capace di divenire uno dei nomi più notevoli della letteratura mondiale.
Morì a Baltimora il 7 ottobre 1849 (vedi Aladin pensiero, 7 ottobre 2013).
All that we see or seem
is but a dream within a dream.
Tutto ciò che vediamo o sembriamo
non è che un sogno dentro un altro sogno.
PIERRE-JOSEPH PROUDHON
Il 19 gennaio 1865, alle due di notte, muore Proudhon. Alla domanda “che cos’è la proprietà?” rispose “la proprietà è un furto”, meno lapidariamente che la proprietà è un privilegio che viola il principio di eguaglianza che sta alla base della democrazia. Pubblica l’opera con questo titolo nel 1840 e, pur non contenendo affermazioni assolutamente originali – altri autori, dai tempi di Pascal, fino a Rousseau e oltre, hanno espresso di tali concetti -, ha subito un successo straordinario.
Proudhon era nato a Besançon il 15 gennaio 1809, figlio di un artigiano e di una contadina: “sono nobile! i miei antenati paterni e materni furono tutti lavoratori liberi… celebri per la loro audacia nel resistere alle pretese dei signori”.
Personaggio contradditorio, disse di sè stesso: “d’avere un qualche talento, ma un talento incompleto, sconnesso, ineguale, pieno di soluzioni, di negligenze, di intemperanze… ma sono stato, credo, un uomo onesto”.
Primo intellettuale a definirsi anarchico, ma anche padre del socialismo francese, antesignano dell’astensionismo elettorale, partecipò nel ’48 ai moti rivoluzionari, ricavò tre anni di carcere dall’aver contrastato nel ’49 Luigi Napoleone: “un infame avventuriero, eletto da un’illusione popolare per presiedere ai destini della Repubblica, osa chiederci la tirannide”, ma esitò di fronte all’ascesa di Luigi Napoleone, complice l’apatia popolare.
Il suo nome ogni tanto ritorna alla ribalta: tra i comunardi del 1871, e nel ’900 nel contrasto tra Jugoslavia e Russia, e nell’epoca di Craxi, che lo preferiva a Marx, riconoscendo come Ghino di Tacco (noto ladrone di strada) la fondatezza della tesi che il furto è alla base della ricchezza.
- nel riquadro Pierre Joseph Proudhon e i suoi figli. Dipinto di Gustave Courbet, 1865.
———————————-
CHI PAGA LA BONIFICA?
Figuratevi se non sono d’accordo per i lavori di bonifica di territori inquinati in Sardegna da industrie e insediamenti militari… ma si fa a spese di chi?
Saggezza antica vuole che chi rompe paga e chi sporca pulisca. No?
————————————
NADIA GALLICO SPANO
Una delle 21 donne della Costituente, il 19 gennaio 2006 muore a Roma.
Nadia Gallico nasce a Tunisi, figlia di emigrati, il 2 giugno 1916, aggiunge il cognome Spano nel 1939, quando sposa Velio, dirigente comunista sardo, inviato dal partito a Tunisi per animare la resistenza degli emigrati italiani.
Da comunista oltre che costituente, fu parlamentare e presidente dell’Unione donne sarde fino al 1958. L’abbiamo ricordata anche il 2 giugno 2013 (vedi Aladin pensiero), anniversario della nascita.
Gli OCCHIALI di PIERO. EDUCAZIONE ARTISTICA e CIVICA
CITAZIONE DELLA SERA
Se dunque il proprietario, trincerandosi nella sua autosufficienza e nel suo diritto, si rifiuta di dare lavoro all’operaio, come potrà questi sopravvivere? Egli avrà preparato un terreno eccellente, e non vi seminerà; avrà costruito una casa comoda e splendida e non vi abiterà; avrà prodotto di tutto e non godrà di nulla. (Pierre-Joseph Proudhon).
GIUSEPPE BIASI
Si dovrebbe fare un lungo discorso su Giuseppe Biasi, una delle figure più rappresentative della stagione artistica, culturale, politica che anima la Sardegna nella prima metà del secolo scorso.
Diciamo almeno qualcosa in modo sommario.
Nasce a Sassari il 23 ottobre 1885, famiglia borghese che vuole fare di lui un avvocato. La naturale vocazione lo spinge al disegno, alla caricatura.
Non si fermerà a questo. Ventenne, gira la Sardegna di paese in paese, si appropria delle radici profonde della cultura sarda, cui darà eccezionale rappresentazione nella sua pittura.
Profondamente sardo è nello stesso tempo intellettuale di respiro e cultura internazionale: “Il suo esempio e la sua forte personalità… (favoriscono) il nascere a Sassari di una leva di artisti (Mario Mossa De Murtas, Oscar David, Giuseppe Frassetto (…), Carmelo Floris, Loris Riccio, Edina Altara) che va a ingrossare le fila di un nascente movimento artistico isolano nel quale emergono Francesco Ciusa, Mario Delitala e i fratelli Melkiorre e Federico Melis” (Giuseppe Biasi, di Giuliana Altea, ed. Ilisso).
La sua avversione al fascismo gli costa l’isolamento dalle grandi mostre. Andrà in Africa alla ricerca di altre fonti di ispirazione.
Tornato in Sardegna non aderisce al Sindacato fascista delle Belle Arti, segretario Filippo Figari, contrapposto dal regime al prestigio di Biasi (su Figari, vedi Aladin pensiero, 23 settembre).
Contradditoriamente dopo la caduta del Fascismo Biasi, antifascista da sempre, aderisce alla Repubblica di Salò, adesione senza sostanza, determinata forse dal disgusto per come monarchia e governo hanno rapidamente cambiato bandiera e alleanza. La pagherà cara.
A Biella il suo successo come pittore aveva provocato invidia e ostilità nell’ambiente locale. Un’anonima denuncia, dopo la Liberazione, accusa Biasi di essere stato una spia dei tedeschi. Incarcerato, durante il trasferimento da un carcere a un altro, viene aggredito, con un colpo di pietra legata ad una cinghia, da un fanatico e rimane ucciso sul colpo.
Era il 20 maggio 1945, ad Andorno Micca, nel biellese.