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con gli occhiali di Piero…

GLI-OCCHIALI-DI-PIERO1-150x15014131torrelefante-universita-cagliari- Su Aladinpensiero un anno fa.

con gli occhiali di Piero…

Giorgio-Asproni-fto-picc-140x150GLI-OCCHIALI-DI-PIERO1-150x150141930 aprile un anno fa su Aladinpensiero, dove si parla di Giorgio Asproni, del Vietnam e di questo parlamento illegittimo che sta assassinando la Costituzione, le autonomie e il diritto di voto.

Aspettando l’anno nuovo tra riflessioni sul presente e sul futuro. E gli intellettuali, in primis i sardi: che dicono? Che fanno?

Auguri Aladin 2014 natale
lampadadialadmicromicro133FORZA PARIS. Il pistolotto insieme ai nostri Auguri. (…) Ci vuole responsabilità nei confronti della Sardegna e dei sardi, pensando soprattutto alle giovani generazioni, e consapevolezza che si vince insieme. Forza paris dunque, nei suoi significati di forza insieme e forza uguali! E’ il migliore augurio che possiamo farci. Per quanto possiamo, anche dalle pagine di questa nostra news contribuiamo a questo scopo, nella via pratica indicataci da Gramsci del pessimismo della ragione e dell’ottimismo della volontà. E NON DIMENTICARE CHE…
“Tutto ciò che immagini vividamente, ardentemente desideri, credi sinceramente e persegui con entusiasmo deve inevitabilmente verificarsi”. E comunque dobbiamo provarci!
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Quali intellettuali in Sardegna?
Aristole e Platone1
di Piero Marcialis *
Si scalda (forse) il dibattito sugli intellettuali in Sardegna.
Non mi soffermo a dire che intellettuali siamo un po’ tutti, dallo scrittore all’artigiano, dal professore all’informatico.
Dicono che a dirigere l’Isola adesso ci sarebbero gli intellettuali. Perchè? Sono professori. Basta questo?
L’utopia di Platone, che siano i filosofi a dirigere lo Stato, ammesso e non concesso che sia una soluzione, stride al massimo dell’ironia quando vedi che a governare lo Stato ci sono i Renzi, ma il guaio vero è quando a governare un popolo in cerca della sua sovranità ci sono i renziani.
gramsciNoi che seguiamo le orme di Gramsci nel cercare di definire chi è, che cosa fa, l’intellettuale, e ne diamo una identità diffusa, nel produrre economico, culturale, politico, dobbiamo pure chiederci se in Sardegna questo “fare” intellettuale esista o no.
Nella politica, mentre ci scaldiamo al pensiero della Scozia e della Catalogna, stiamo immobili in attesa che lo Stato Italiano ci dica esso in che consiste la nostra autonomia, la nostra sovranità, la nostra indipendenza e, mentre passa inutile il tempo della nostra liberazione, avvertiamo che queste belle idealità si avvicinano allo zero assoluto.
In economia altri poteri esterni, assai poco intellettuali, e invece militari, statali, esotici miliardari e quant’altro, decidono essi la sparizione dell’agricoltura, il deserto, il controllo dell’ambiente e della salute.
E la produzione culturale?
Se è vero in generale che siamo avviati ad essere, in tutti i campi, piuttosto consumatori che non produttori, questo è drammaticamente evidente riguardo al produrre cultura.
Formazione, scuola, teatro, cinema, editoria, sono bloccati al consumo di produzioni esterne, alla semplice diffusione del pensiero altrove pensato, la maggior parte dei nostri operatori in questi campi sono convogliati e invogliati a formare, insegnare, inscenare, fotografare, editare, storie che riguardano vicende, tradizioni, cultura, linguaggi, di altri popoli. L’Università sarda non ha che esili rapporti con la Sardegna, potrebbe abitare altrove.
Qualche pattuglia impegnata, da “intellettuali organici”, a produrre oggetti propri della cultura sarda (dalla lingua alla storia, dalla tradizione ai problemi di oggi), che non abita in torri d’avorio (chiamiamolo avorio…) ma è scesa in strada, vive uno stato di dipendenza economica, di isolamento politico, di sospetto culturale.
Prendiamo anche solo il teatro. Inglesi, spagnoli, francesi, napoletani, veneziani, genovesi, lombardi, romani, e aggiungete tutti i popoli e nazioni che volete, hanno il loro teatro nazionale. Anche i sardi lo avrebbero, però…
Però è considerato di serie B. C’è un politico, un partito, un settore di maggioranza o di minoranza che si sia posto il problema di dare impulso all’affermazione di un teatro del popolo sardo? L’accoglienza che si fa al teatro “italiano”, spesso traduzione di altri teatri nazionali, è assolutamente di privilegio rispetto al teatro sardo, che sia traduzione o prodotto originale. Se il teatro in generale, in Italia e in Sardegna, versa in tristi condizioni, la situazione di chi vuol fare teatro sardo è addirittura di agonia: teatri chiusi, compagnie sciolte, riduzione a rappresentazioni senza scenografie, senza ausilio tecnico, monologhi e reading in locali “alternativi” (per forza) o per la strada.
Continuiamo così, facciamoci del male.
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* Editoriale di Aladinews del 23 novembre 2014
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Sardegna-bomeluzo22
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STRANA ISOLA QUEST’ISOLA
di Marco Zurru **

Strana Isola la nostra Isola, politicamente parlando (e non solo…). Strani gli elettori, strani i candidati e strani gli eletti.

Strana Isola quest’Isola che vede diluire l’affluenza al voto regionale dal 68% del 2009 al 52% del febbraio 2014, fino al 40% delle recenti europee e – contemporaneamente – vede esultare gli eletti come se la faccenda non li riguardasse. Loro, prima di tutto: gli eletti con una manciata di voti.

Strana Isola quest’Isola che vede fiocchi azzurri e rosa alle porte dei nuovi partiti neonati con una cadenza che neanche in Grecia o in Ucraina… Ogni giro una confezione di rappresentanza e mediazione di interessi nuova di zecca. Che poi bisognerebbe capire a fondo “rappresentanza di chi” e “interessi di chi”…

Strana Isola quest’Isola dove i pentastellati raccolgono il 30% alle europee, sono assenti alle regionali, sostituiti dai peppastellati, e assenti dal dibattito sulle cose locali cercano di incidere su quelle nazionali con un’isola nell’Isola, Assemini.

Strana Isola quest’Isola che, con quell’assenza, ha regalato un’occasione d’oro ai peppastellati. Occasione che solo l’evanescenza populista che fraga di lissa poteva letteralmente sciupare. Occasione il cui fallimento non è stato mai reso oggetto di analisi interna. Tabù, dicono gli antropologi…

Perché lo sperpero non è solo nella possibile diversa rappresentanza che il popolo sardo avrebbe potuto avere nelle sedi istituzionali, grazie ad una diversa architettura di alleanze o ad uno studio preventivo della legge elettorale (ma sarebbe bastata anche una semplice lettura)…

Lo sperpero più grande è nelle conseguenze dell”attuale assenza di presenza, di idee, di dibattito, di proposte, di dialogo e di prospettive di chi prima agiva politicamente sul territorio. Questo è lo sperpero più grande, quello della fiducia diffusa dei cittadini prima agita, agitata e poi dimenticata e abbandonata. Perché gli strumenti di costruzione delle politiche dal basso sono meccanismi straordinari di produzione di idee e sentimento, ma anche meccanismi straordinariamente delicati e pericolosi da maneggiare. Perché richiedono investimento personale, di idee, passione, tempo, energie, di cittadini a cui viene richiesto qualcosa in più che il semplice voto: pezzi interi di se stessi.

Perché la fiducia personale si consuma se non è gratificata. E in politica, in quel tipo di fare politica, in quelle etichette di movimenti scelte per propagandare un diffuso accordo progettuale costruito da basso, con le cerchie delle comunità locali, l’assenza dopo il voto rischia di dissolvere uno degli elementi focali della partecipazione politica: la convinzione che intervenire personalmente, e non solo con il voto, serva davvero a qualcosa. E la prossima volta (così come insegnano interventi similari sul territorio), al prossimo giro elettorale, molto probabilmente sarà ancora più ampia l’assenza alle urne.

Bisognerebbe avere il coraggio di riprenderle quelle energie diffuse richieste ai cittadini, tornare in campo, magari abbandonando le vecchie impalcature partitiche spese malamente nell’ultima tornata elettorale. Bisognerebbe tornare alle idee e a quei progetti che necessitano tempo, non solo il tempo di un orizzonte elettorale. Bisognerebbe che qualcuno avesse il coraggio di dirlo pubblicamente e a chiare lettere: “Non ne ho più voglia! fate voi!”. Ma si sa, il coraggio – come l’intelligenza politica – è entropicamente distribuito. E il populismo peggiore è quello dei narcisismi che fragano di lissa, quello di chi pensa che aver letto e scritto qualcosa abiliti automaticamente alla comprensione delle cose, dei tempi lunghi delle cose, quelle degli altri.

** su Sardegnablogger
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Lussu di Foiso Fois
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Sa Domu La Scala

Dibattito sul ruolo degli intellettuali. E l’Università?

Piero Marcialis: “L’Università sarda non ha che esili rapporti con la Sardegna, potrebbe abitare altrove”.
ape-innovativaAlcune riflessioni perché il dibattito sul ruolo degli intellettuali si misuri concretamente con i problemi di oggi.
Su La Nuova Sardegna di sabato scorso l’economista Andrea Saba sostiene che occorre cercare nuove e diverse strade di sviluppo dell’economia, attraverso modalità empiriche, prima di tutto con la ricognizione di quanto di nuovo sta emergendo nella realtà. La crisi infatti “non è un problema che si risolve a tavolino o nelle aule universitarie: richiede una forma continua di “learning by doing”, cioè di apprendimento dalla esperienza, di cui i governanti, a tutti i livelli, dovrebbero tenere conto per formulare politiche opportune”. Ecco, in tale approccio, che peraltro è quello proprio della ricerca scientifica, ci sembra rinvenire un invito a costruire “nuova teoria” alla base di efficaci nuove politiche economiche. A mio avviso tutto ciò richiede un impegno più consistente e più esplicito degli intellettuali, a partire da quelli pagati dalla collettività per questo compito, parlo pertanto degli universitari. Più volte abbiamo richiesto che l’Università smetta di chiedere aiuti al Paese, cosa evidentemente legittima, ma più importante e urgente è che essa si chieda cosa può fare per il Paese e quindi per la nostra Sardegna. E’ necessario pertanto che l’Università si approcci diversamente ai problemi dello sviluppo, che la smetta con la pratica dell’autoreferenzialità, che scenda dal ridicolo posizionamento della supponenza accademica e che si renda aperta e disponibile. Qualcosa di diverso da quanto oggi succede nei nostri Atenei e in particolare in quello di Cagliari, seppure non si devono sottovalutare i numerosi fermenti innovativi che si agitano al suo interno di cui sono portatori soprattutto giovani ricercatori e che spero determinino presto il rinnovo della governance accademica. In tema: credo che occorra ormai ragionare come Università della Sardegna, senza annullare la storia dei due Atenei sardi, ma sapendo adeguare le Istituzioni alle nuove esigenze della Sardegna. Su queste importanti tematiche (Università e ruolo degli intellettuali per la Sardegna) torneremo presto.
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Per correlazione: “Ma l’università di Cagliari è in Sardegna?”

la lampada di aladin sul referendum scozzese pensando alla Sardegna

Sardos po s'Iscozia
Autodeterminazione dei Popoli, referendum della Scozia, decisioni dei Sardi. Convegno nel Salone di Palazzo Viceregio, Cagliari 15 settembre 2014
lampada aladin micromicro- Indipendenza, l’esempio scozzese
Delegazione dall’Isola a Edimburgo per il referendum di giovedì – «Una lezione per la Sardegna». Sul Wall Street Journal un paragone tra le due realtà
. Su L’Unione Sarda
- Sedda: un risultato raggiunto grazie ad anni di buon governo. Il segretario del Partito dei sardi: «Forse da noi i tempi per una consultazione non sono maturi» . Su L’Unione Sarda.
- Referendum Scozia, dalla moneta al petrolio al whisky ecco la posta in gioco. Su Il fatto quotidiano.

L’ Osservatorio Sardo Riforme Istituzionali si dota di uno spazio web per comunicare le sue iniziative e mettere a disposizione informazioni utili e pertinenti

Fondazione Sardinia logo2La Fondazione Sardinia ha attivato all’interno del suo sito web uno spazio dedicato all’Osservatorio sulle riforme isituzionali . Il sito è così organizzato:
O.S.R.I.
- Osservatorio Sardo Riforme Istituzionali
- Testi legislativi
- Convegni e Seminari
- Documentazione
- Comunicazioni
- Rassegna Stampa
Sardegna-bomeluzo22 – segue documentazione OSRI -

gli occhiali di Piero su…

Gino BartaliGINO BARTALI. Il 5 Maggio del 2000 muore a Firenze una leggenda del ciclismo, pari a quella di Fausto Coppi. Nato il 18 luglio 1914, nel ’43-’44, già vincitore della Milano-Sanremo e di un Tour, si impegnò ad aiutare cittadini ebrei: nascosti nel tubo del telaio portava in bicicletta certificati e fotografie da Terontola ad Assisi dove una stamperia clandestina confezionava documenti falsi, medaglia d’oro al valore civile per aver salvato 800 persone, dichiarato Giusto tra le nazioni.
Ricercato dalla polizia, visse nascosto per 5 mesi a Città di Castello. Dopo la fine della guerra e la caduta del fascismo tornò a vincere: Giro d’Italia, Giro della Svizzera, Milano-Sanremo, fino al trionfo nel Tour del 1948, a 34 anni, Campione italiano nel 1952, a 38 anni.
Ripeteva spesso: “L’è tutto sbagliato, l’è tutto da rifare”. Potrebbe dirlo anche oggi.
- Bartali, di Paolo Conte
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rossella falkANNIVERSARI Di Marx, Kierkegaard, Napoleone, Mario Tiddia, Farabundo Martì, ho parlato un anno fa. Eccoli su
Aladin Pensiero del 5 maggio 2013
ROSSELLA FALK
Un anno fa ci ha lasciato Rossella Falk, straordinaria attrice di teatro.
Aveva 86 anni, nata a Roma il 10 novembre 1926. - segue -

Sa die de sa Sardigna

sadiedesasardigna
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Palabanda2Oggi PALABANDA è alle 11 in Castello alla Chiesa dei Cavalieri di Malta in via Corte d’Appello 50 per una replica aperta a tutti. Dopo il debutto di ieri al Minimax, sempre oggi alle 21,00 sarà a San Gavino Monreale, Teatro Comunale, all’interno del Circuito Teatrale Regionale di prosa della Cedac.
Palabanda è un’azione teatrale in tre quadri scritta da Luciano Marrocu e messa in scena da Rita Atzeri. Un’opera che dall’autunno tornerà in teatro per le scuole e diventerà anche un film in DVD per la regia di Andrea Lotta. Questo è il link al trailer dove potrete scoprire gli interpreti i crediti di questa nostra nuova avventura.
http://youtu.be/tkB5XeVuDaQ — con Rita Atzeri e Fausto Siddi
Miele Amaro Circolodeilettori
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sa dì de s'acciappa

le lettere del sardoaustraliano Piero e i suoi gli occhiali su Michelangelo…

Bomeluzo-Australia 15LETTERE DALL’AUSTRALIA – N. 8
Ho già avuto occasione di dirlo (vedi Aladin Pensiero, 26 gennaio scorso), la festa nazionale dell’Australia e’ il 26 gennaio. E’ l’anniversario del giorno in cui nel 1788 la nave del capitano Arthur Phillip entra nel porto che egli stesso definì “il più bel porto del mondo, mille navi possono trovarvi rifugio sicuro” e che chiamò Sidney, in onore dell’allora ministro inglese degli Interni, lord Sidney.
Chi c’era in quella nave oltre ai marinai e a un prete metodista?
Galeotti e donne di malaffare. - segue -

… la speranza di un futuro dei sardi “liberos, rispettados e uguales”

kandiscky mogolfieraPiero Marcialis fotoOK, PARLO DELLE ELEZIONI REGIONALI

MI DISPIACEREBBE
- se la sinistra non vincesse
- se dentro la coalizione di sinistra non avessero buoni risultati quelli che rappresentano l’area sardista sovranista indipendentista
- se tra questi non avesse ottimi risultati il Partito dei Rossomori
- se Michela Murgia non avesse un significativo risultato

MI PIACEREBBE
un risultato complessivo che facesse emergere la speranza di un futuro dei sardi “liberos, rispettados e uguales”.
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GLI-OCCHIALI-DI-PIERO1-150x1501413EDGAR ALLAN POE
A Boston il 19 gennaio 1809, da una coppia di attori (Elizabeth e David Poe), nasce Edgar Poe, che aggiungerà Allan al cognome perchè, persi i genitori a due anni, fu adottato dal ricco commerciante John Allan, che lo fece studiare in Inghilterra.
Dai genitori ereditò intelligenza e memoria straordinarie con analogo temperamento nervoso ed eccitabile. In soli 40 anni di vita è stato capace di divenire uno dei nomi più notevoli della letteratura mondiale.
Morì a Baltimora il 7 ottobre 1849 (vedi Aladin pensiero, 7 ottobre 2013).
All that we see or seem
is but a dream within a dream.
Tutto ciò che vediamo o sembriamo
non è che un sogno dentro un altro sogno.

Proudhon-childrenPIERRE-JOSEPH PROUDHON
Il 19 gennaio 1865, alle due di notte, muore Proudhon. Alla domanda “che cos’è la proprietà?” rispose “la proprietà è un furto”, meno lapidariamente che la proprietà è un privilegio che viola il principio di eguaglianza che sta alla base della democrazia. Pubblica l’opera con questo titolo nel 1840 e, pur non contenendo affermazioni assolutamente originali – altri autori, dai tempi di Pascal, fino a Rousseau e oltre, hanno espresso di tali concetti -, ha subito un successo straordinario.
Proudhon era nato a Besançon il 15 gennaio 1809, figlio di un artigiano e di una contadina: “sono nobile! i miei antenati paterni e materni furono tutti lavoratori liberi… celebri per la loro audacia nel resistere alle pretese dei signori”.
Personaggio contradditorio, disse di sè stesso: “d’avere un qualche talento, ma un talento incompleto, sconnesso, ineguale, pieno di soluzioni, di negligenze, di intemperanze… ma sono stato, credo, un uomo onesto”.
Primo intellettuale a definirsi anarchico, ma anche padre del socialismo francese, antesignano dell’astensionismo elettorale, partecipò nel ’48 ai moti rivoluzionari, ricavò tre anni di carcere dall’aver contrastato nel ’49 Luigi Napoleone: “un infame avventuriero, eletto da un’illusione popolare per presiedere ai destini della Repubblica, osa chiederci la tirannide”, ma esitò di fronte all’ascesa di Luigi Napoleone, complice l’apatia popolare.
Il suo nome ogni tanto ritorna alla ribalta: tra i comunardi del 1871, e nel ’900 nel contrasto tra Jugoslavia e Russia, e nell’epoca di Craxi, che lo preferiva a Marx, riconoscendo come Ghino di Tacco (noto ladrone di strada) la fondatezza della tesi che il furto è alla base della ricchezza.
- nel riquadro Pierre Joseph Proudhon e i suoi figli. Dipinto di Gustave Courbet, 1865.
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CHI PAGA LA BONIFICA?
Figuratevi se non sono d’accordo per i lavori di bonifica di territori inquinati in Sardegna da industrie e insediamenti militari… ma si fa a spese di chi?
Saggezza antica vuole che chi rompe paga e chi sporca pulisca. No?
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NADIA GALLICO SPANO
Una delle 21 donne della Costituente, il 19 gennaio 2006 muore a Roma.
Nadia Gallico nasce a Tunisi, figlia di emigrati, il 2 giugno 1916, aggiunge il cognome Spano nel 1939, quando sposa Velio, dirigente comunista sardo, inviato dal partito a Tunisi per animare la resistenza degli emigrati italiani.
Da comunista oltre che costituente, fu parlamentare e presidente dell’Unione donne sarde fino al 1958. L’abbiamo ricordata anche il 2 giugno 2013 (vedi Aladin pensiero), anniversario della nascita.

Piero Marcialis vice presidente della Fondazione Sardinia

fondazione-sardinia-logoPiero Marcialis fotoComplimenti e auguri di buon lavoro a Piero Marcialis, nostro amico e redattore di Aladinews, nominato vice presidente della prestigiosa Fondazione culturale Sardinia

La LAMPADA di ALADIN

lampadadialadmicromicro13
La storia vera di Diego Henares de AstorgaGiovedì 14 novembre allo Spazio Search (sottopiano del Palazzo Civico) alle 18, appuntamento con “La storia vera di Diego Henares de Astorga” per il festival letterario diffuso Èntula. Lo racconteranno insieme al suo autore, Nicolò Migheli, Maria Antonietta Mongiu, Bachisio Bandinu e Piero Marcialis.
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Sardegnaeuropa-bomeluzo-stelle-400x211111“Democrazia economica e politiche sociali in vista delle Elezioni Europee del 2014″
Lunedì 11 novembre alle ore 20.30, il Gruppo Europa del Circolo PD “Copernico” presenterà il lavoro che anticiperà l’incontro-dibattito “Democrazia economica e politiche sociali in vista delle Elezioni Europee del 2014″ previsto per giovedì 21 novembre alle ore 18.30, e che avrà come relatori Fausto Durante (Segretariato Europeo CGIL) e Valentina Usai (Movimento Federalista Europeo).
Il Gruppo Europa nasce con l’obiettivo di far conoscere il lavoro e le funzioni del Parlamento Europeo e stimolare il confronto fra le azioni governative nazionali e quelle europee, con maggiore considerazione per le politiche sociali e culturali.
Partendo da queste premesse, il lavoro sarà così articolato:
• analisi della situazione del mercato del lavoro in Europa, con particolare attenzione alla percentuale di disoccupazione giovanile ;
• illustrazione del piano europeo proposto dalla CES contro l’austerity;
• funzioni del Parlamento Europeo e importanza della partecipazione al voto.

Gli OCCHIALI di PIERO su…

d'AlembertCITAZIONE DELLA SERA
Bisogna riconoscere che se, nel secolo in cui viviamo, il tono irreligioso non costa nulla ad alcuni scrittori, muovere accusa di irreligiosità non costa niente a certi altri. Siate cristiani – si potrebbe dire a questi ultimi, – ma a patto che lo siate tanto da non accusare con leggerezza i vostri fratelli di non esserlo. (Jean D’Alembert, Discorso preliminare dell’enciclopedia).

Quartucciu tomba a camera di Cuccuru LinuVANDALI
GLI-OCCHIALI-DI-PIERO1-150x1501413Il 19 ottobre del 439 i Vandali conquistano Cartagine, vale a dire l’Africa del Nord. Da lì i Vandali procedono alla conquista di un regno che comprende Sardegna, Sicilia, Corsica e Baleari e che dura in Sardegna per circa 80 anni, dal 456 al 534. Rappresenta il regno un governatore, assistito da funzionari. La Chiesa sarda non viene perseguitata, mentre sono confinati in Sardegna alcuni vescovi del nord-africa, tra i quali Fulgenzio e Feliciano, che porta a Cagliari le spoglie di S.Agostino (vedi Aladin pensiero del 28 agosto).
Nel 533 l’episodio del governatore Goda, che si dichiara autonomo e si proclama re di Sardegna. Viene sconfitto e giustiziato. Tuttavia l’Impero d’Oriente sconfigge i Vandali e la Sardegna nel 534 diventa bizantina.
Reperti della presenza vandala si trovano ancora in Sardegna: non lontano da Cagliari, in agro di Quartucciu, si trova una tomba vandala, non molto ben curata. Si sa, i Vandali erano loro, noi no.

Gli OCCHIALI di PIERO

MIGUEL DE CERVANTESMIGUEL DE CERVANTES
Il 29 settembre 1547 nasce ad Alcalà de Henares Miguel de Cervantes Saavedra. E’ uno dei pochi straordinari autori capaci di creare un personaggio che diventa più famoso di loro. E’ il caso del Don Chisciotte.
Cervantes parte soldato e alla battaglia di Lepanto (1571) perde la mano sinistra, caso curioso: aveva lasciato la Spagna un anno prima per evitare il taglio della mano destra in seguito a condanna per aver ferito un uomo.
Catturato dai pirati e tenuto prigioniero per cinque anni, liberato grazie ai familiari, torna in Spagna e vive in miseria, vivendo in tanti luoghi diversi: a Esquivias (Toledo), in Andalusia, a Siviglia, a Valladolid. Si sposa nel 1584 e si separa nel 1586. Svolge lavori saltuari, finisce in carcere per illeciti. Nel 1605 è sospettato di omicidio, nello stesso anno pubblica la prima parte del Don Chisciotte. Nel 1606 si trasferisce a Madrid ed inizia qui il periodo più fecondo della sua attività letteraria. Muore a Madrid il 23 aprile 1616.
“La libertad, Sancho, es uno de los màs preciosos dones que a los hombres dieron los cielos; con ella no pueden igualarse los tesoros che encierra la tierra ni el mar encumbre: por la libertad, asì como por la honra, se puede i debe aventurar la vida; y, por el contrario el cautiverio es el mayor mal que puede venir a los hombres”.

MARZABOTTO. Il 29 settembre 1944 e fino al 5 ottobre l’esercito tedesco realizzò uno dei più gravi crimini di guerra contro civili: 1830 morti, compresi donne e bambini.
Albert Kesserling il feldmaresciallo che ordinò la rappresaglia contro i civili per sconfiggere i partigiani della Brigata Stella Rossa.
Capo operazione fu il maggiore Walter Reder: “sarà condannato non perché è un vinto, ma perché è un delinquente”, dirà il PM al processo.
Un insieme di stragi, detto di Marzabotto dal comune più popoloso, ma furono colpiti diversi centri alle pendici di Monte Sole. A Casaglia i tedeschi irruppero nella chiesa dell’ Assunta e uccisero a mitraglia il sacerdote, gli anziani, le donne e i bambini che vi erano rifugiati: 195 morti, 50 bambini. I fascisti della zona e il Resto del Carlino negarono il massacro, ‘voci diffamatorie’ dissero.
Kesserling fu condannato a morte, commutata in ergastolo, rilasciato nel 1952, è morto nel 1960. Reder fu condannato all’ergasto nel 1951, nel 1980 in libertà condizionale, nel 1985 rimpatriato in Austria libero, morì nel 1991.

GENNARINO CAPUOZZO
Il 29 settembre, durante le 4 giornate, muore a Napoli Gennaro Capuozzo.
“Appena dodicenne…partecipò agli scontri sostenuti contro i tedeschi dapprima rifornendo di munizioni i patrioti e poi impugnando egli stesso le armi. In uno scontro con carri armati tedeschi, in piedi, sprezzante della morte, tra due insorti che facevano fuoco, con indomito coraggio lanciava bombe a mano fino a che lo scoppio di una granata lo sfracellava sul posto di combattimento insieme al mitragliere che gli era a fianco.”
(Dalla motivazione della Medaglia d’oro al Valor Militare).
A lui Nanni Loy dedicò il film Le 4 giornate di Napoli.

Caravaggio NarcisoCARAVAGGIO
Michelangelo Merisi nasce il 29 settembre 1571, l’anno della battaglia di Lepanto. Grande pittore, il più grande del suo tempo, carattere impulsivo e rissoso. Conobbe più volte il carcere, ma nel 1606 la condanna è a morte.
Quindi fa una vita da fuggiasco. Così ne parla il suo cane Cornacchia:
Caravaggio David con testa Golia“Era ossessionato dalla testa. Incubi. Si svegliava e si tastava per accertarsi di averla ancora attaccata al collo. E dipingeva teste mozzate. Un giorno lo vidi allegro. Diceva che Papa Paolo gli aveva annullato la condanna al taglio della testa. Allora capii le tante teste mozzate che aveva dipinto. Partimmo per Roma, ma Roma non vidi mai. Si ammalò”. (La casa dello Strego, di Lisei e Marcialis, ed. Condaghes)
Caravaggio muore durante il viaggio da Napoli a Roma, il 18 luglio 1610.
Da una fossa comune, 400 anni dopo, i suoi presunti resti si sono ritrovati.

Gli OCCHIALI di PIERO

callas e pasolini medeaMARIA CALLAS. Greca, il più grande soprano di tutti i tempi, nata a New York il 2 dicembre 1923, morì a Parigi il 16 settembre 1977. Non solo cantava magistralmente, interpretava da attrice. Pasolini la volle come amica e come interprete della sua Medea.

SABRA E SHATILA
Il 16 settembre 1982 a Beirut i cristiani maroniti fanno strage dei rifugiati palestinesi nei campi di Sabra e Shatila, controllati dall’esercito israeliano.
La strage di un numero imprecisato di persone, tra le molte centinaia e le migliaia, dura fino al 18 settembre.
I soldati statunitensi, francesi e italiani, che dovevano garantire la pace e restare fino al 21 settembre, andarono via tutti entro il 10 settembre.
Evidentemente ci sono sistemi diversi di garantire la pace nelle diverse aree del mondo, diversa sensibilità a intervenire contro i cattivi, diversa attenzione nell’informare i cittadini del mondo “libero”.

Mario DelitalaMARIO DELITALA
Il 16 settembre 1887 nasce a Orani il pittore e incisore Mario Delitala.
Partecipò alla Grande Guerra. Diplomato ragioniere, si dedicò poi a studi di disegno, litografia, pittura. Ebbe riconoscimenti prestigiosi e fu chiamato a dirigere l’Istituto d’Arte di Palermo. Famose molte sue opere, specie i dipinti dell’aula comunale di Nuoro. delitala 4moriCelebre la xilografia, ricordata da Lussu, dei quattro mori rappresentati come pastore, contadino, pescatore e minatore. Morì a Sassari nel 1990, aveva 103 anni.GLI-OCCHIALI-DI-PIERO1-150x1501414

CITAZIONE DELLA SERA
La verità sta nel mezzo? No. La verità non siede tra due bugie.
La media tra due bugie è sempre falsità.
La verità si afferma unica e sola, combatte dentro un mare di bugie
e, prima o poi, arriverà nel porto che le spetta.
(Piero Marcialis, 2010)