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Interventi nelle periferie (Is Mirrionis, per esempio): senza la partecipazione dei cittadini si fallisce.
Ci piace molto l’articolo di Giuseppe Salvaggiulo su La Stampa. Lo riportiamo integralmente perché vogliamo utilizzarlo come guida critica rispetto all’intervento ITI (Investimenti Territoriali Integrati) progettato dal Comune di Cagliari per San Michele-Is Mirrionis con l’utilizzo di consistenti appositi fondi europei. Siamo intervenuti criticamente su questo progetto che crediamo vada profondamente modificato e soprattutto vada discusso con i cittadini, come prescrive precisamente l’Unione Europea. Torneremo per gli opportuni approfondimenti, ma intanto ci piace riprendere un passo dell’articolo che applichiamo alla scelta del citato progetto ITI laddove individua come unico intervento per favorire l’aggregazione l’hangar attualmente nella disponibilità dell’Agenzia del Lavoro localizzato nell’area di Is Mirrionis, con accesso dalla via Fontana Raminosa, mentre ignora totalmente l’edificio che ospitò la Scuola Popolare dei lavoratori di Is Mirrionis. Ecco il passo testuale:
” (…) serve quella che l’urbanista napoletano Aldo Loris Rossi chiama «visione olistica» applicata alle città. Approccio soft, processi partecipati, più servizi e socialità che cantieri. Meglio un piccolo locale riutilizzato da un’associazione di quartiere che un grande centro giovanile gestito da funzionari comunali”. A presto per gli approfondimenti.
I cantieri da soli non bastano, senza cittadini coinvolti si fallisce
Gli urbanisti: “Pochi 500 milioni, ma segnale giusto”. Si moltiplicano le social street
26/11/2015
di GIUSEPPE SALVAGGIULO, su La Stampa on line
TORINO
Dietro l’annuncio di Renzi di destinare 500 milioni di euro aggiuntivi per le periferie ci sono posizionamento politico (anche internazionale, altro che proclami bellicisti) e strategia comunicativa (vedi citazione del «rammendo» di Renzo Piano, ormai di moda). Nessun piano segreto e specifico. Del resto basta fare due conti. I soldi vanno alle città metropolitane (tredici già istituite, la Sardegna potrebbe aggiungere Cagliari), da spendere entro il 2016 per progetti da presentare entro la fine di quest’anno. Meno di 40 milioni per città e 13 mesi per spenderli: tempi e soldi sconsigliano interventi giganteschi. Bisogna recuperare progetti già pronti. «Non c’è cifra che basterebbe a risanare le periferie italiane – dice l’urbanista Francesco Indovina -. 500 milioni sono una goccia nel mare, ma anche pochi soldi servono se spesi bene».
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