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Pericle, discorso agli Ateniesi, 431 a.C. Qui ad Atene noi facciamo così

pericle-schema-riassuntivo_2206045ECCO IL DISCORSO INTEGRALE DI PERICLE AGLI ATENIESI
23/06/2017
di Pino Pignatta

Pubblichiamo integralmente – riprendendolo da Famiglia Cristiana online, autore Pino Pignatta – il celebre discorso di Pericle, politico, oratore e militare ateniese, rivolto ai suoi concittadini sul tema della democrazia. Un discorso tenuto in commemorazione dei caduti del primo anno della guerra del Pelopponeso (431 a.C.), riportato (o ricostruito) da Tucidide.

E’ stato osservato da alcuni studiosi che si tratta, evidentemente, da parte di Pericle, di una idealizzazione estrema del concetto di democrazia, lontana dall’applicazione reale della politica concreta. Tuttavia, l’appello dello scrittore Camilleri agli studenti liceali, di «costruirvi il futuro, di rifare la politica, perché voi siete giovani e potete permettervelo», è splendidamente sottolineato dall’invito di Pericle alla moralizzazione della politica stessa, per cui «un cittadino ateniese non trascura i pubblici affari quando attende alle proprie faccende private, ma soprattutto non si occupa dei pubblici affari per risolvere le sue questioni private».

Di particolare interesse e modernità anche la riflessione finale di Pericle che parlando di Atene, che in quel momento storico esercita un’egemonia incontrastata nel mondo greco e non solo, ricorda «che la nostra città è aperta al mondo e noi non cacciamo mai uno straniero», a differenza invece invece di quanti oggi, tanti, troppi, anche tra i cattolici, auspicano nei confronti delle nuove migrazioni, in aperto contrasto con la lettera del Vangelo.

Pericle, discorso agli Ateniesi, 431 a.C.
Qui ad Atene noi facciamo così.

Qui il nostro governo favorisce i molti invece dei pochi: e per questo viene chiamato democrazia.

Qui ad Atene noi facciamo così.

Le leggi qui assicurano una giustizia eguale per tutti nelle loro dispute private, ma noi non ignoriamo mai i meriti dell’eccellenza. Quando un cittadino si distingue, allora esso sarà, a preferenza di altri, chiamato a servire lo Stato, ma non come un atto di privilegio, come una ricompensa al merito, e la povertà non costituisce un impedimento.

Qui ad Atene noi facciamo così.

La libertà di cui godiamo si estende anche alla vita quotidiana; noi non siamo sospettosi l’uno dell’altro e non infastidiamo mai il nostro prossimo se al nostro prossimo piace vivere a modo suo. Noi siamo liberi, liberi di vivere proprio come ci piace e tuttavia siamo sempre pronti a fronteggiare qualsiasi pericolo. Un cittadino ateniese non trascura i pubblici affari quando attende alle proprie faccende private, ma soprattutto non si occupa dei pubblici affari per risolvere le sue questioni private.

Qui ad Atene noi facciamo così.

Ci è stato insegnato di rispettare i magistrati, e ci è stato insegnato anche di rispettare le leggi e di non dimenticare mai che dobbiamo proteggere coloro che ricevono offesa. E ci è stato anche insegnato di rispettare quelle leggi non scritte che risiedono nell’universale sentimento di ciò che è giusto e di ciò che è buon senso.

Qui ad Atene noi facciamo così.

Un uomo che non si interessa allo Stato noi non lo consideriamo innocuo, ma inutile; e benchè in pochi siano in grado di dare vita ad una politica, beh tutti qui ad Atene siamo in grado di giudicarla. Noi non consideriamo la discussione come un ostacolo sulla via della democrazia. Noi crediamo che la felicità sia il frutto della libertà, ma la libertà sia solo il frutto del valore. Insomma, io proclamo che Atene è la scuola dell’Ellade e che ogni ateniese cresce sviluppando in sé una felice versalità, la fiducia in se stesso, la prontezza a fronteggiare qualsiasi situazione ed è per questo che la nostra città è aperta al mondo e noi non cacciamo mai uno straniero.

Qui ad Atene noi facciamo così.
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Discorso agli Ateniesi di Pericle, 461 a.C. Qui ad Atene noi facciamo così.

PericleDiscorso agli Ateniesi di Pericle, 461 a.C.
Qui ad Atene noi facciamo così
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Qui il nostro governo favorisce i molti invece dei pochi: e per questo viene chiamato democrazia.
Qui ad Atene noi facciamo così.
Le leggi qui assicurano una giustizia eguale per tutti nelle loro dispute private, ma noi non ignoriamo mai i meriti dell’eccellenza.
Quando un cittadino si distingue, allora esso sarà, a preferenza di altri, chiamato a servire lo Stato, non come un atto di privilegio, ma come una ricompensa al merito, e la povertà non costituisce un impedimento.
Qui ad Atene noi facciamo così.
La libertà di cui godiamo si estende anche alla vita quotidiana; noi non siamo sospettosi l’uno dell’altro e non infastidiamo mai il nostro prossimo se al nostro prossimo piace vivere a modo suo.
Noi siamo liberi, liberi di vivere proprio come ci piace e tuttavia siamo sempre pronti a fronteggiare qualsiasi pericolo.
Un cittadino ateniese non trascura i pubblici affari quando attende alle proprie faccende private, ma soprattutto non si occupa dei pubblici affari per risolvere le sue questioni private.
Qui ad Atene noi facciamo così.
Ci è stato insegnato di rispettare i magistrati, e ci è stato insegnato anche di rispettare le leggi e di non dimenticare mai che dobbiamo proteggere coloro che ricevono offesa.
E ci è stato anche insegnato di rispettare quelle leggi non scritte che risiedono nell’universale sentimento di ciò che è giusto e di ciò che è buon senso.
Qui ad Atene noi facciamo così.
Un uomo che non si interessa allo Stato noi non lo consideriamo innocuo, ma inutile; e benché in pochi siano in grado di dare vita ad una politica, beh tutti qui ad Atene siamo in grado di giudicarla.
Noi non consideriamo la discussione come un ostacolo sulla via della democrazia.
Noi crediamo che la felicità sia il frutto della libertà, ma la libertà sia solo il frutto del valore.
Insomma, io proclamo che Atene è la scuola dell’Ellade e che ogni ateniese cresce sviluppando in sé una felice versatilità, la fiducia in se stesso, la prontezza a fronteggiare qualsiasi situazione ed è per questo che la nostra città è aperta al mondo e noi non cacciamo mai uno straniero.
Qui ad Atene noi facciamo così.
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Grecia Bomeluzo
Omaggio di Bomeluzo ai greci

con gli occhiali di Piero e con Pericle in playback…

Giovanna-d-Arco2-LiseiGLI-OCCHIALI-DI-PIERO1-150x1501413- Un anno fa su Aladinpensiero, ricordando Giovanna D’Arco e altri…
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DISCORSO DI PERICLE AGLI ITALIANI
Il nostro governo favorisce i pochi invece dei molti, nonostante questo viene chiamato democratico.
Qui noi ridiamo quando ci dicono che “la legge è uguale per tutti”, e ridiamo anche quando noi stessi diciamo che riconosciamo i meriti del buon cittadino.
Quando un cittadino si distingue, noi lo ostacoliamo, perchè sta cercando di screditarci, soprattutto se è un poveraccio.
Noi in Italia facciamo così.
Noi siamo sospettosi l’uno dell’altro e ci infastidiamo quando qualcuno vuole fare di testa sua o addirittura vuole rispettare le leggi: lo chiamiamo “gufo” e con altre parole e paroline che ci piacciono tanto.
Noi siamo liberi e facciamo tutto quello che ci piace, noi, chiaro?, ma non è che tutti se lo possono permettere… e siamo sempre pronti a fronteggiare i nemici e soprattutto gli amici.
Noi trascuriamo i pubblici affari, perchè ci facciamo gli affari nostri e gli affari pubblici ci interessano se servono a risolvere gli affari nostri.
Noi in Italia facciamo così.
Ci è stato insegnato a rispettare i magistrati, a rispettare le leggi e a proteggere quelli che ricevono offesa, ma erano tutte scemenze della scuola pubblica.
Noi seguiamo ciò che è giusto e ciò che ci fa comodo, questo è buon senso.
Qui in Italia facciamo così.
Noi consideriamo ogni discussione un ostacolo alla nostra democrazia, perchè la democrazia è Cosa Nostra.
Per noi la felicità è frutto della libertà è la libertà è frutto della furbizia.
Insomma proclamo Roma capitale dei furboni, scuola di ipocrisia, ed è perciò che siamo aperti ai ricconi di tutti i paesi e odiamo ogni straniero povero.
Noi in Italia facciamo così.
——————- - segue l’originale -