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Gli OCCHIALI di PIERO – SCUOLA di STORIA e di EDUCAZIONE CIVICA
CITAZIONE DELLA SERA
Venne un Demone al mio dormire e disse:
Studia. Quello che sai non basta mai.
(Piero Marcialis, 1986).
GIOVANNI DEXART
Cagliari gli ha dedicato una strada. Chi era costui?
Sarebbe facile dire che a fermare 100mila cagliaritani nessuno saprebbe rispondere. E se chiedessimo solo ai consiglieri comunali?
Oppure solo a chi insegna storia nelle scuole di Cagliari?
Sarebbe divertente…
Lo dico solo per sottolineare che nelle scuole sarde ci hanno obbligato a studiare qualunque oscuro personaggio della storia italiana e ci hanno imposto invece un assoluto silenzio sui nomi di persone che vediamo scritti, sì,sulle targhe delle strade, ma di cui niente si deve sapere.
Personaggi anche più grandi di Dexart: Angioy, Sulis, Cadeddu…
Giovanni Dexart nacque a Cagliari (sicuramente fu battezzato) il 22 ottobre 1590.
Giurista, capo consigliere di Cagliari nel 1626, autore di “Capitula sive Acta Curiarum regni Sardiniae” pubblicato a Cagliari nel 1645, citato centinaia di volte nella “Storia di Sardegna” del barone Giuseppe Manno.
Morì a Catanzaro, ove era stato mandato in missione per risolvere una delicata questione giudiziaria, il 18 dicembre 1646.
PEPPINO MAROTTO (a gentile richiesta)
Nato a Orgosolo nel 1925 a Orgosolo è morto “mortu bocìu sabudu su 29 de su mes’e idas de su 2007″. Ucciso a tradimento con sei colpi di pistola in pieno giorno in una via centrale e non si può sapere il nome dell’assassino.
A vent’anni si era iscritto al Partito Comunista, presente in tutte le iniziative di lotta e di contestazione della politica dello Stato italiano.
A 29 fu chiuso in carcere per 8 anni con l’accusa di tentato omicidio della quale si è sempre dichiarato innocente. Era un poeta, un uomo mite, ma attivo nelle lotte popolari, cantore di quelle lotte, sindacalista della Cgil, in quella stessa Orgosolo che lo ha visto nascere e lo ha visto morire.
Ho avuto il piacere di conoscerlo, una sera a Oristano, presentavo un libro “Su Patriotu sardu a sos feudatarios”, poema di Francesco Ignazio Mannu, inno della rivoluzione sarda, edizioni Condaghes. Era venuto da Orgosolo, lui era uno di quelli che aveva cantato spesso “Procurade ‘e moderare”, restammo a parlare sul modo migliore di proporlo in lettura e in canto.
Chi lo ha ucciso, per dispetto o per vendetta, ha fatto un torto a tutti noi, prima di tutto ai sardi e alla gente onesta di Orgosolo.