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con gli occhiali di Piero…

PeppinoImpastatoGLI-OCCHIALI-DI-PIERO1-150x1501419Non tutto è come appare. I casi di Ulrike Meinhof, di Peppino Impastato, di Aldo Moro. Su Aladinpensiero un anno fa.

Gli OCCHIALI di PIERO

GEORGE GERSHWINGEORGE GERSHWIN. Nasce a Brooklyn il 26 settembre 1898, famiglia ebrea emigrata dalla Russia. Rhapsody in Blue nasce nel 1924 ed è ancora oggi uno dei pezzi più eseguiti dalle orchestre di tutto il mondo. Seguirono opere come: Un americano a Parigi (1928); e il melodramma Porgy and Bess (1935), la più grande opera musicale prodotta negli Stati Uniti.
Morì a Hollywood l’11 luglio 1937, per un tumore al cervello.
Così pure sarebbe morto, a dicembre dello stesso anno, Maurice Ravel, il compositore che Gershwin avrebbe voluto essere. Fu Ravel stesso a dirgli: “Perchè volete essere un Ravel di seconda mano, quando siete un Gershwin di prim’ordine?”

modesta-rossiMODESTA ROSSI
“Seguiva il marito nelle impervie montagne dell’Appennino Tosco-emiliano e con lui divideva i rischi, i pericoli e i disagi della vita partigiana…”
Così si legge nella motivazione della Medaglia d’oro al Valor Miliatere di Modesta Rossi, classe 1914.
“Arrestata dai tedeschi resisteva eroicamente a torture e lusinghe e, senza proferire parola che potesse essere rivelazione, affrontava il plotone d’esecuzione…”
Non fu fucilata, ma uccisa a pugnalate, lei e il bambino di 13 mesi che teneva in braccio, e così abbracciati furono ritrovati insieme ai corpi di altre quattro vittime.
Avvenne il 26 settembre 1944.

maurorostagnoMAURO ROSTAGNO
Il 26 settembre 1988, a Lenzi di Valderice (Trapani), muore assassinato dalla mafia il giornalista e sociologo Mauro Rostagno.
Nato a Torino il 6 marzo 1942, ha soltanto 46 anni. Emigrato in Germania e in Francia, ha partecipato al ’68, è tra i fondatori di Lotta Continua con Sofri, Viale, Boato, PietroStefani, Deaglio, laureato a Trento.
Nel 1976 è candidato alla Camera per Democrazia Proletaria, manca il seggio per pochi voti.Democrazia Proletaria
Nel 1981 si trasferisce in Sicilia e denuncia, attraverso una Tv locale, le commistioni tra mafia e politica.
Il 26 settembre 1988 la mafia gli presenta il conto con un fucile a pompa calibro 12 e una pistola calibro 38.
Come 10 anni prima per Peppino Impastato (Cinisi, 9 maggio 1978) le autorità rifiutano di seguire la pista mafiosa: per Impastato era suicidio, per Rostagno si inventò che fossero stati gli antichi compagni di Lotta Continua. Entrambi giovani (Peppino, di Democrazia Proletaria, aveva 30 anni), militanti di sinistra, della sinistra scomoda, avversari della mafia, la mafia e lo Stato sanno come trattare i casi come questi.
Approfondimenti. http://www.articolo21.org/2013/09/mauro-rostagno-ucciso-25-anni-fa/

DOVE C’E’ BARILLA
L’INTELLIGENZA NON BRILLA

Ricordando Peppino Impastato, assassinato dalla mafia 35 anni fa

Questo non è mio figlio.
Queste non sono le sue mani
questo non è il suo volto.
Questi brandelli di carne
non li ho fatti io. Mio figlio era la voce
che gridava nella piazza
era il rasoio affilato
delle sue parole
era la rabbia
era l’amore
che voleva nascere
che voleva crescere. Questo era mio figlio
quand’era vivo,
quando lottava contro tutti:
mafiosi, fascisti,
uomini di panza
che non valgono neppure un soldo
padri senza figli
lupi senza pietà. Parlo con lui vivo
non so parlare
con i morti.
L’aspetto giorno e notte,
ora si apre la porta
entra, mi abbraccia,
lo chiamo, è nella sua stanza
a studiare, ora esce,
ora torna, il viso
buio come la notte,
ma se ride è il sole
che spunta per la prima volta,
il sole bambino.Questo non è mio figlio.
Questa bara piena
di brandelli di carne
non è di Peppino.

Qui dentro ci sono
tutti i figli
non nati
di un’altra Sicilia.

Foto: Questo non è mio figlio.<br /><br /><br /><br />  Queste non sono le sue mani<br /><br /><br /><br />  questo non è il suo volto.<br /><br /><br /><br />  Questi brandelli di carne<br /><br /><br /><br />  non li ho fatti io.</p><br /><br /><br />  <p>Mio figlio era la voce<br /><br /><br /><br />  che gridava nella piazza<br /><br /><br /><br />  era il rasoio affilato<br /><br /><br /><br />  delle sue parole<br /><br /><br /><br />  era la rabbia<br /><br /><br /><br />  era l’amore<br /><br /><br /><br />  che voleva nascere<br /><br /><br /><br />  che voleva crescere.</p><br /><br /><br />  <p>Questo era mio figlio<br /><br /><br /><br />  quand’era vivo,<br /><br /><br /><br />  quando lottava contro tutti:<br /><br /><br /><br />  mafiosi, fascisti,<br /><br /><br /><br />  uomini di panza<br /><br /><br /><br />  che non valgono neppure un soldo<br /><br /><br /><br />  padri senza figli<br /><br /><br /><br />  lupi senza pietà.</p><br /><br /><br />  <p>Parlo con lui vivo<br /><br /><br /><br />  non so parlare<br /><br /><br /><br />  con i morti.<br /><br /><br /><br />  L’aspetto giorno e notte,<br /><br /><br /><br />  ora si apre la porta<br /><br /><br /><br />  entra, mi abbraccia,<br /><br /><br /><br />  lo chiamo, è nella sua stanza<br /><br /><br /><br />  a studiare, ora esce,<br /><br /><br /><br />  ora torna, il viso<br /><br /><br /><br />  buio come la notte,<br /><br /><br /><br />  ma se ride è il sole<br /><br /><br /><br />  che spunta per la prima volta,<br /><br /><br /><br />  il sole bambino.</p><br /><br /><br />  <p>Questo non è mio figlio.<br /><br /><br /><br />  Questa bara piena<br /><br /><br /><br />  di brandelli di carne<br /><br /><br /><br />  non è di Peppino.</p><br /><br /><br />  <p>Qui dentro ci sono<br /><br /><br /><br />  tutti i figli<br /><br /><br /><br />  non nati<br /><br /><br /><br />  di un’altra Sicilia.