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con gli occhiali di Piero…
UNGHERIA IERI E OGGI
4 novembre 1956. Repressione della rivolta ungherese.
250mila ungheresi fuggono a occidente per scampare dal regime sovietico.
60 anni dopo l’Ungheria respinge al confine qualche migliaio di migranti facendo uso dei gas lacrimogeni.
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NIENTE DA AGGIUNGERE, NE’ DA CORREGGERE
Esattamente 2 anni 4 novembre 2013 ·
VENTATE
Sento dire che Matteo Renzi sia “una ventata di freschezza”.
O forse una ventata di aria fritta.
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UN SOLO MONUMENTO, UN SOLO ONORE
MILITE IGNOTO
Il 4 novembre 1921 una salma viene collocata nel monumento funebre al Milite Ignoto, nel Vittoriano a Roma, Altare della Patria. Chi era il milite?
Ignoto doveva essere e rimanere. Il cadavere fu scelto tra 11 salme non identificabili selezionate da una Commissione del Ministero della Guerra.
La scelta fu affidata a una donna di Trieste, madre di un soldato caduto e non identificato, Maria Bergamas. Non resse alla prova e crollò davanti a una salma gridando il nome del figlio, Antonio Bergamas. Fu scelta quella salma e inviata in treno a Roma, ricevendo omaggio in tutte le stazioni.
Tuttavia un dubbio restava, non sul nome, ma sulla morte del soldato.
Era caduto in combattimento o era una delle tante vittime di fucilazioni sommarie, ordinate da ufficiali come il famoso Andrea Graziani ? (vedi in proposito Aladin Pensiero, 17 settembre).
Potrebbe l’ironia del destino aver messo sull’altare, in onore dei 650mila morti per la Patria, un uomo che la Patria stessa ha fatto morire?
Il 3 novembre 1921, vigilia della cerimonia, la polizia, per ordine del Prefetto, impedì l’affissione di un manifesto della Camera del Lavoro e dei socialisti romani. Esso diceva tra l’altro:
“E’ a Roma la salma di un martire della più orrenda carneficina contemporanea. Oggi è senza nome! Ieri il nome gli serviva per essere meglio individuato dal duro duro sfruttamento del capitale. (…)
Se egli si levasse dal suo sarcofago maledirebbe la guerra per tutti i morti noti e ignoti (…) Un solo monumento, un solo onore egli pretende: che non vi siano più guerre tra popoli e popoli…”