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Centrosinistra a Cagliari #èpossibile | Tre anni di amministrazione. Un’iniziativa di democrazia partecipativa da sostenere e diffondere

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Scrivono gli organizzatori dell’iniziativa di democrazia partecipativa (tra i quali i consiglieri comunali Matteo Lecis Cocco Ortu e Filippo Petrucci)
Tre anni di amministrazione
A maggio 2011 il centrosinistra, rappresentato da Massimo Zedda, vinceva le elezioni. Per la prima volta il capoluogo della Sardegna è amministrato da una maggioranza progressista, nel pieno della crisi e in uno dei periodi più difficili per i comuni nella storia d’Italia. - segue -

Cagliari tra le sei città selezionate per la candidatura a Città Europea della Cultura 2019

CagliaRI CAP CULTURA 2019CAPITALE EUROPEA DELLA CULTURA 2019: LA PRESELEZIONE DELLA GIURIA
Comunicato del MIBAC, pubblicato il 15 novembre 2013
La giuria europea, presieduta da Steve Green e composta da membri italiani e stranieri, scelti e concordati con la Commissione Europea, al termine delle audizioni, quale momento conclusivo della valutazione intrapresa dopo il 20 settembre 2013, data ultima di consegna dei dossier di candidatura, ha annunciato la redazione di un testo di preselezione delle città che concorreranno all’ultima fase dell’Azione comunitaria “Capitale Europea della Cultura”.
Le città sono Cagliari, Lecce, Matera, Perugia-Assisi, Ravenna e Siena.
La giuria tornerà a riunirsi nell’ultimo trimestre del 2014, per valutare i progetti modificati delle città preselezionate, sulla base delle raccomandazioni che saranno formulate dalla giuria stessa.
Roma, 15 novembre 2013
Ulteriori informazioni: www.capitalicultura.beniculturali.it
microlamapadaaladinComplimenti a tutti coloro che hanno contribuito a questo eccezionale risultato, in primis all’assessore alla Cultura Enrica Puggioni e al sindaco Massimo Zedda. Dopo un momento di meritato compiacimento: al lavoro!
(segue)

Riflessioni sul futuro di Cagliari: il mare come strategia di sviluppo per sbloccare e liberare la città. Ma occorre una diversa classe dirigente.

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di Franco Meloni

Il dibattito su Cagliari, intendendo quello che non si ferma alla contingenza dei problemi quotidiani dei suoi abitanti, che riesce a riflettere sul suo ruolo rispetto alla Sardegna e all’Europa, che prefigura scenari futuri rispetto ai quali organizzare le energie sociali, e così via, è presente anche se carente nella realtà culturale della città. Segue un andamento di tipo “carsico”: corre in modo prevalentemente sotterraneo, ogni tanto riaffiorando con i contributi di singoli intellettuali o, in misura più partecipata da diversi soggetti singoli o associati, in relazione a scadenze elettorali o ad altre particolari circostanze. Tra queste le più importanti negli ultimi anni sono state le fasi di elaborazione del “piano strategico della città” e del “piano strategico dell’area vasta”. A dire il vero il rilevante lavoro prodotto è stato in gran parte sprecato, seppure resta disponibile un’interessante documentazione, fruibile sul sito web del Comune (1) (2). Sono tutte parole, per fortuna in questo caso scritte, che però tali rimangono, senza tradursi, se non in minima parte, in effettive realizzazioni; sono elaborazioni interessanti ma in gran parte inutilizzate, come dimostra il piano del Comune per la candidatura a “capitale europea della cultura 2019″, che sembra prescinderne.
Si ripete anche in questo caso il vizio del “ripartire da zero” che fa sprecare risorse e fa perdere di efficacia all’azione politica e amministrativa delle Istituzioni.

Occorre invece rilanciare il dibattito su Cagliari, raccogliendo tutti i contributi del passato che mantengono validità insieme a quelli che si sono aggiunti e vanno aggiungendosi di recente, lasciando alla politica il compito di portare a sintesi operativa le indicazioni su cui si trova la più estesa convergenza.

Prima di riproporre le questioni strategiche vogliamo soffermarci su un altro comportamento patologico delle nostre Istituzioni: quello dei “compartimenti stagni”, cioè dell’incapacità di agire “a sistema” (la leale collaborazione istituzionale). Forse ci si illude che le decisioni prese in solitaria dai singoli Enti possano essere inserite da una “mano invisibile” in un coerente disegno complessivo, purtroppo inesistente. Così non si va molto lontano. Tra i molti esempi che si potrebbero fare al riguardo ci limitiamo a due, importanti ed emblematici: la zona franca e la questione delle abitazioni.

. Per quanto si riferisce alla zona franca, parliamo dei punti franchi doganali (non quindi delle fantasie demagogiche di Cappellacci o della pessima e inutile leggina approvata di recente dal Consiglio regionale), cioè di quelli che potrebbe essere già operativi (per il punto franco di Cagliari il ritardo assomma a oltre dodici anni) e che inspiegabilmente non si fanno, per colpevole inerzia di molte Istituzioni a partire dalla Regione. I punti franchi porterebbero benefici in termini di occupazione e di incremento di attività economiche innovative, se attuati con modalità intelligenti, come, per esempio, dimostra l’esperienza di Barcellona (ampiamente studiata dai nostri politici in innumerevoli viaggi-studio). Per quanto riguarda Cagliari (ma discorso analogo può farsi per gli altri 5 punti franchi previsti dalla normativa vigente) perchè la zona franca possa concretizzarsi con questa valenza occorre che si impegnino più soggetti, raccolti in una compagine sociale a cui partecipino la Regione, l’Autorità portuale, la Camera di Commercio, l’Università e, infine, il Comune capoluogo, che dovrebbe assumerne la guida politica.
Cosa si è fatto al riguardo? Quasi nulla, se si eccettuano alcune iniziative, pur apprezzabili, dell’attuale autorità portuale, Piergiorgio Massidda, giunto peraltro al capolinea del suo incarico. Per il resto i possibili partner si ignorano, quando non sono l’un contro l’altro armati.

. Veniamo ora della questione delle abitazioni. Cagliari, in costante emorragia di abitanti in favore dei centri limitrofi, non può pensare di risolvere il problema riattirando gli abitanti perduti per i quali costruire nuove abitazioni, che andrebbero a saturare le poche aree disponibili. L’operazione già di per sè non condivisibile di “Su Stangioni” potrebbe essere letta in questa luce, specie pensando al possibile aumento dell’edificabile (vedasi al riguardo l’ottimo dossier predisposto dal circolo PD Copernico di Cagliari) (3). Piuttosto occorrerebbe rimettere in gioco le numerose case sfitte e riqualificare il patrimonio edilizio esistente, soprattutto in favore dei ceti meno abbienti e delle fasce giovanili. Si deve pertanto affrontare la questione abitativa in termini di “area vasta urbana”, con appositi piani intercomunali. Occorre al riguardo pianificare il territorio insieme con gli altri Comuni dell’area vasta. Cosa che si dovrebbe fare subito e che non si fa, ma che sarebbe più agevole (e obbligatorio) fare con la costituzione della città metropolitana (vedasi al riguardo lo studio della Società geografica italiana in collaborazione con il CNR) (4). Le responsabilità di questa situazione negativa sono tutte della classe politica. Ne vogliamo parlare?

Tornando al dibattito sulle linee strategiche, volendo individuarne una prioritaria, ovviamente discutibile, ci sembra interessante proporre quella avanzata da Paolo Fadda, storico e studioso cagliaritano, nel suo recente libro “Da Karel a Cagliari”, riassunta nella rappresentazione di una “Cagliari città d’acqua”, che punta sui suoi stagni e soprattutto sul mare come nuova opportunità di sviluppo. Sostiene Fadda: “La nuova centralità assunta da Mediterraneo, per l’emergere di nuove potenzialità ed aspirazioni economiche fra i popoli rivieraschi, fa ben sperare che il mare ritorni ad essere la locomotiva trainante del progresso cittadino”.
In questa proposta, che condivido, trovo un ideale accordo, con Giovanni Lilliu, nel momento in cui invitava i sardi (e qui Cagliari può dare l’esempio e dimostrare l’intraprendenza dei cagliaritani) a “riconquistare” il mare (“per riconquistare la libertà”, diceva Lilliu), facendo leva, valorizzando e, se vogliamo, anche superando, la famosa “costante resistenziale” (al riguardo facciamo riferimento all’intervista fattagli da Francesco Casula per Cittàquartiere, nel maggio 1987) (5).

Bene! Dunque guardare al mare come nuova frontiera. Ma non si può ridurre tutto alla suggestiva enunciazione.
Cosa può significare questa “scelta strategica”, ovviamente se condivisa (ed è tutto da verificare)?
Possiamo trovare molte e significative implicazioni, che lasciamo all’approfondimento e alle integrazioni del dibattito, riconoscendo come in molti casi si tratta di sviluppare quanto di positivo si sta già facendo (porto, porto-canale, Poetto). Voglio però qui indicarne alcune, solo a mo’ di esempio, in aggiunta a quanto già detto. Si potrebbe:
- predisporre un utilizzo turistico del complesso lagunare;
- riprendere un utilizzo produttivo delle saline;
- riconvertire la Fiera internazionale e aprirla al mare;
- rafforzare le pratiche sportive sull’acqua;
- orientare investimenti d’impresa sulla cantieristica da diporto, proiettandoli verso nuovi mercati come quelli del nord Africa;
- rafforzare il sistema formativo, a partire dagli Istituti professionali nautici fino a dare vita all
“Università del mare”, basandosi sulle competenze esistenti negli Atenei sardi, anche con l’utilizzo delle aree e strutture da smilitarizzare.
Volutamente in queste riflessioni si tralasciano gli aspetti che attengono all’incontro tra differenti culture dei paesi del bacino del Mediterraneo, che potrebbero vedere Cagliari come centro di scambi e iniziative di rilevante importanza. Questo è un ulteriore filone di riflessione.

Per concludere. Pensare, progettare e fare tutte queste cose nella dimensione sarda, europea e internazionale implica una condizione: che emerga e si consolidi una nuova classe dirigente, non solo politica, che sappia ragionare e agire, con unità d’intenti, e che sappia coinvolgere i cittadini nelle scelte che li riguardano. Le elezioni regionali ed europee in questo senso sono la prima ravvicinata opportunità da non sprecare.
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(1) Piano strategico Cagliari: http://www.comune.cagliari.it/portale/it/terrirtorio_areavasta.page
(2) Piano strategico Area vasta Cagliari: http://www.comune.cagliari.it/portale/it/contentview.page?contentId=SCH50524
(3) Circolo Pd Copernico di Cagliari, dossier “Su Stangioni”: http://circolocopernico.wordpress.com/2013/05/27/lo-strano-caso-di-su-stangioni-politiche-residenziali-a-cagliari/
(4) Studio Società geografica italiana-CNR: http://www.societageografica.it/images/stories/Pubblicazioni/e-book_il_riordino_territoriale_dello_stato.pdf
(5) Intervista a Giovanni Lilliu: https://www.aladinpensiero.it/?p=545
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Oltre che su questo sito, questo articolo viene pubblicato anche sui siti Fondazione Sardinia, Vitobiolchini, Tramasdeamistade, Madrigopolis, Sportello Formaparis, Tottusinpari e sui blog EnricoLobina e RobertoSerra.
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Caro Massimo

Riprendiamo dal sito di Vito Biolchini la lettera inviata dal presidente del gruppo del Pd in Consiglio comunale Davide Carta al Sindaco Massimo Zedda, che nella parte di carattere più generale ci sembra corrispondere alle critiche sulle carenze di politiche di respiro per la città avanzate nel nostro editoriale.

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Caro Massimo,

la recente sentenza del TAR sulla illegittimità della nomina di Marcella Crivellenti a sovrintendente del Teatro lirico conferma, quanto fossero fondate le preoccupazioni, le sollecitazioni e poi le critiche del gruppo PD rispetto alla scelta del sovrintendente , sia sotto il profilo del metodo, che nel merito. Preoccupazioni e perplessità confermate rispetto poi alla concreta gestione del Teatro Lirico.

La sentenza del TAR lede non solo la tua immagine di Presidente della Fondazione, ma coinvolge il tuo ruolo di Sindaco e la nostra maggioranza in consiglio comunale, in quanto è stato messo in discussione uno degli aspetti di maggiore rilevanza del nostro programma: la trasparenza delle scelte politiche e degli atti amministrativi.

Non è stata la prima e purtroppo nemmeno l’ultima volta che hai deciso senza dare la giusta considerazione alle parole dei consiglieri e senza confrontarti con la tua maggioranza: il progetto collettivo che era la forza della nostra proposta per la città è rimasto lettera morta.

Per questi motivi ti chiediamo come PD di valutare con attenzione la possibilità di non procedere con il ricorso al Consiglio di Stato avverso tale sentenza considerando che si tratta di una scelta di natura anche politica, e non solo giuridico amministrativa, che merita attente valutazioni sotto molteplici profili.

Crediamo, inoltre, che sia importante convocare il CdA della Fondazione del Teatro per dare seguito agli esiti della sentenza ed avviare un ragionamento sulla nomina del sovrintendente, nei tempi più brevi possibili, al fine di non mettere a repentaglio la gestione e gli esiti economico – finanziari della Fondazione.

Questa scelta sarebbe un atto di grande consapevolezza e responsabilità politica e favorirebbe la ripresa del dialogo con i lavoratori ed i sindacati del Teatro lirico e il superamento del clima di persistente conflitto.

Credo, caro Massimo, che siamo arrivati ad un punto di non ritorno: il governo della città ha bisogno di un di più di politica, intesa come capacità di progettare il futuro, con una visione alta, e di trovare soluzioni concrete ai tanti problemi, un di più di capacità di ascolto e di dialogo con le forze sociali che la animano, un di più di guida dei processi amministrativi, oggi totalmente delegati alla struttura.

Il PD vuole dare il suo contributo costruttivo, come ha fatto dall’inizio della consiliatura, aprendo anche una fase di rinnovato impegno, mettendo a disposizione tutta la ricchezza di idee e di uomini che il partito possiede: sta a te scegliere se chiederlo, accoglierlo oppure ignorarlo come hai fatto troppo spesso fino ad oggi.

Il futuro di questa amministrazione si decide oggi, in questo passaggio difficile: a te il compito di fare la scelta.

Davide Carta
Presidente del gruppo PD

Cagliari, 14 novembre 2013

Ilario Principe Cagliari libro

NON LASCIAMO SOLO FRANCESCO

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di Franco Meloni

“E pregate per me”. Con questa invocazione papa Francesco ha chiuso alcuni suoi discorsi di questa giornata. Come dire anche “Non lasciatemi solo”. Nel momento in cui tutti chiedono a lui conforto e sostegno e, quanti credono, preghiere, che lui generosamente assicura, chiede di essere ricambiato. Ne ha necessità Francesco per sostenere l’immane compito che gli è stato affidato – dallo Spirito o dagli uomini non fa differenza – di guidare la Chiesa e di dare al mondo intero prospettive di progresso in questa critica fase storica. Che richiederebbe scelte coraggiose, partendo dalla constatazione che occorre cambiare i modelli di sviluppo ormai inadeguati. Cosa che si può fare solo cambiando mentalità. I cinesi, ha ricordato il papa parlando al mondo della cultura, compongono la parola crisi con due caratteri, dei quali uno significa pericolo e l’altro opportunità. Dobbiamo superare la crisi utilizzandola per cambiare i sistemi, per farlo occorre un cambio culturale, che sa di rivoluzione! Ecco cosa precisamente sostiene il papa: “Vorrei condividere con voi tre punti semplici ma decisivi. Il primo: rimettere al centro la persona e il lavoro. La crisi economica ha una dimensione europea e globale; ma la crisi non è solo economica, è anche etica, spirituale e umana. Alla radice c’è un tradimento del bene comune, sia da parte di singoli che di gruppi di potere. È necessario quindi togliere centralità alla legge del profitto e della rendita e ricollocare al centro la persona e il bene comune”.
Mica facile. Eppure è la strada giusta, che richiede uno sforzo immane. I due terzi dell’umanità e in generale i poveri della terra non accetteranno per molto tempo ancora di essere vittime di un sistema economico globale e globalizzante sempre più ingiusto. Purtroppo non ci sono leader disposti a sostenere questo mutamento epocale con la necessaria credibilità. Papa Francesco invece sì: ha senza dubbio le caratteristiche e capacità necessarie, ma non può da solo assolvere a un compito che per grande parte appartiene ad altri, ai politici innanzitutto. La Chiesa indica strade da percorrere eticamente, ma non può e non deve sostituirsi (se non per brevi tratti) al potere politico, a cui compete la funzione di governo delle comunità.
Mentre emerge in maniera netta questa ineludibile necessità di forte cambiamento, di cui papa Francesco è credibile portatore, si evidenzia la crescente inadeguatezza dell’attuale classe politica a tutti i livelli e in tutte le latitudini. Eppure le energie per cambiare ci sono e risiedono proprio in quelle donne e in quegli uomini, appartenenti sopratutto alle giovani generazioni, oggi in grande misura esclusi dal potere di governo dell’economia e delle istituzioni.
Come ci esorta Francesco, non ci resta che credere e impegnarci nel cambiamento non lasciandoci rubare la speranza.
Riprenderemo questo discorso…
silvias dal papa

……….
Beregoglio foto VBiolchini< “Scusi Papa, possiamo fare una foto con lei?”. Francesco a Cagliari in sedici immagini (e due riflessioni)
di Vito Biolchini
Le foto sono disponibili nel sito di Vito Biolchini http://www.vitobiolchini.it
by vitobiolchini

Sì, papa Francesco è proprio così come sembra: è un uomo normale. Oggi ho incrociato il suo sguardo. L’ho visto ridere, pregare, scherzare, pensare, ragionare. L’ho visto con i teologi e con i malati, con i potenti e con i ragazzi. L’ho visto condividere con migliaia di persone un entusiasmo che poteva essere tutto per lui ma che invece questo prete diventato incredibilmente papa ha restituito alla folla, umilmente.

A Cagliari Francesco ha invitato alla lotta contro un sistema economico sbagliato, ha esortato tutti a non lasciarsi travolgere dallo scoramento, ha spiegato che il coraggio non è un concetto vuoto ma pratico, vivo, concreto. Ha dato una bellissima immagine della solidarietà, “come il soffio che ravviva la brace”. Ha dimostrato che la vita si può cambiare e che nulla può essere subìto passivamente.

Il papa che sta mettendo il Vangelo davanti alla dottrina ci spinge a mettere l’uomo davanti a qualunque altra logica, prima di tutto a quella del denaro.

Col tempo capiremo meglio quali messaggi lanciati nel corso della sua visita a Cagliari rimarranno più a lungo nei nostri cuori e nelle nostre menti. Ora resta solo l’emozione di una giornata straordinaria. Per questo voglio condividere con voi alcune immagini che ho scattato col mio Iphone all’interno della basilica di Bonaria e poi durante la visita in facoltà teologica.

Tornando a casa dopo una giornata così intensa ho pensato anche che se non fosse morto dopo soli 33 giorni di pontificato, papa Luciani avrebbe avuto sulla società italiana e sulla chiesa lo stesso impatto che sta avendo oggi Francesco. Trentacinque anni dopo.

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“Scusi Papa, possiamo fare una foto?”. Mario Bergoglio da vicino sembra veramente come quei parroci che alla fine delle prime comunioni o delle cresime posano insieme ai ragazzi e alle loro famiglie. E così il Papa non si tira indietro: dopo la messa celebrata davanti ad ottantamila persone, rientra nella basilica di Bonaria e qui si sente rivolgere l’innocente richiesta da una ragazza che passa subito il suo Iphone ad uno degli uomini della sicurezza. Io sono lì e scatto pure io. La foto poi l’ho regalata all’Ansa, e infatti la trovate su diverse testate on line (Ansa, Unione Sarda, La Provincia di Como, Il Corriere della Sera).
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REMEMBER
In ogni caso Cagliari e la Sardegna si salvano solo insieme con l’Europa!
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LA LETTERA DI RINGRAZIAMENTI DEL SINDACO DI CAGLIARI MASSIMO ZEDDA
Cagliari, 23 settembre 2013
Ieri Cagliari si è dimostrata una città all’altezza di ospitare grandissimi eventi.

Oggi per me, da sindaco, è il giorno dei ringraziamenti.

In primo luogo vorrei ringraziare la Chiesa cagliaritana e di tutta la Sardegna e sua Eccellenza Monsignor Miglio, grazie al quale Papa Francesco è venuto in Sardegna, per lo straordinario lavoro di organizzazione e la collaborazione instaurata per la realizzazione di questa giornata che resterà nella storia della città.

Un grazie sincero a tutte le Istituzioni e tutte le Amministrazioni comunali della Sardegna che hanno contribuito con uomini, mezzi e ogni tipo di sostegno necessario.

Di cuore, grazie a tutti i dipendenti del Comune di Cagliari, impegnati dal primo all’ultimo senza orari e ben al di là dei ruoli e degli incarichi assegnati a ciascuno. E con loro, grazie a tutte le ditte, le cooperative e gli operai che hanno fatto lo stesso.

Grazie al Corpo della Polizia Municipale di Cagliari, il lavoro svolto in questi giorni non semplici è stato encomiabile. Allo stesso modo e per lo stesso motivo, grazie alla Protezione civile a tutti i livelli: da quella comunale a quella provinciale e regionale.

Un ringraziamento, poi, ai Vigili del Fuoco e a tutte le donne e gli uomini delle Forze Armate e di Polizia.

Grazie ad Autorità Portuale, Arst, Rfi e alla nostra azienda di trasporto Ctm: il superlavoro di ieri è stato un bel modo per chiudere la Settimana europea della Mobilità Sostenibile.

Formidabile l’operato della Asl, del 118, di tutte le associazioni di soccorso e di tutti i volontari che hanno prestato assistenza ai pellegrini con competenza, velocità e precisione.

Grazie a tutti gli organi di informazione, che con ore e ore di lavoro hanno permesso a chi non è potuto essere in città di vivere comunque da vicino la visita di Papa Francesco. E – cosa non da poco, anzi – hanno contribuito a rilanciare nel mondo l’immagine di Cagliari.

Ultimo, ma non per importanza, un ringraziamento a tutte le cittadine e tutti i cittadini cagliaritani: siamo ben consapevoli di qualche disagio che si è dovuto soffrire, ma la giornata e le immagini di Cagliari ieri ripagano di ogni cosa. La nostra è una città di cui possiamo andare orgogliosi.

Massimo Zedda, Sindaco di Cagliari

Francesco a Cagliari in Sardegna. Ora in giro per la città e per la rete

papaCa 22 set13 Vanni Tola.
Straordinario intervento del Papa nel saluto ai lavoratori sardi. Da leggere con attenzione. Dura critica alla globalizzazione e all’idolatria del dio denaro. La dignità ed il lavoro. Commovente la preghiera per il lavoro improvvisata sul momento.
“Signore Dio guardaci, guarda questa città, questa isola, guarda le nostre famiglie. Signore, a te non è mancato il lavoro. Hai fatto il falegname, eri felice. Signore, ci manca il lavoro. Gli idoli vogliono rubarci la dignità. I sistemi ingiusti vogliono rubarci la speranza. Signore, non lasciarci soli. Aiutaci ad aiutarci tra noi. Che dimentichiamo un po’ l’egoismo e sentiamo nel cuore il NOI. Noi, popolo che vuole andare avanti. Signore Gesù, non ti mancò il lavoro: dacci il lavoro e insegnaci a lottare per il lavoro. E benedici tutti noi. Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Grazie tante. E pregate per me”.

Francesca Madrigali. “La speranza dobbiamo sostenerla tutti, tra noi”; “i sistemi (economici) ingiusti vogliono rubarci la speranza” e “gli idoli (il denaro) rubarci la dignità”.
“Dio ha voluto che al centro del mondo non ci sia un idolo,il denaro, ma l’uomo e la donna con il lavoro”
Bellissimo discorso del Papa: contro l’ossessione del denaro, soprattutto, e la dignità del lavoro, il riconoscimento che la sua mancanza genera dolore e sperdimento.
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Segue il testo del discorso preparato da Papa Francesco che avrebbe dovuto leggere nell’incontro con i lavoratori in largo Carlo Felice, e che è stato consegnato al vescovo di Cagliari Arrigo Miglio. Il Papa ha preferito parlare a braccio, dal cuore. E, inoltre, il testo del saluto del sindaco di Cagliari Massimo Zedda.

Eppur si muove! Le politiche per la giovane impresa

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di Franco Meloni
Vediamo crescere in diversi contesti (europeo, nazionale e territoriali) una politica per la creazione di nuova impresa. Possiamo constatare notevoli ritardi e incertezze nel rendere tale politica operativa, con i conseguenti ritardi micidiali (quelli che uccidono le iniziative prima ancora di nascere o nella culla), pur tuttavia, con un certo approccio minimalista (per ora), dobbiamo gioire ed esclamare la famosa frase di galileiana provenienza, ma più vicina a noi per come l’ha rilanciata su argomento connesso e pertinente Gianfanco Bottazzi: “Eppur si muove!”.
Non citiamo qui le numerose iniziative che danno gambe a questa politica, in certa misura obbligata dalla drammatica situazione della disoccupazione/inoccupazione (specie giovanile) di dimensioni europee, che si aggrava ancor più nella realtà della Sardegna, se non per plaudire all’ultima nata in casa cagliaritana, presentata ieri alla stampa dal sindaco Massimo Zedda, dall’assessore alle attività produttive Barbara Argiolas e dall’assessore al bilancio, Gabor Pinna. Per i dettagli rinviamo alle odierne notizie di stampa e meglio ancora al bando completo pubblicato sul sito del Comune di Cagliari, mentre vogliamo brevemente soffermarci su alcune altre questioni che riteniamo fondamentali per il successo di questa come di analoghe iniziative. Partiamo proprio da una dichiarazione fatta da Gabor Pinna, che di queste questioni è un vero esperto anche per la sua attività professionale di dirigente Sfirs. Dice Gabor: «L’obiettivo è quello di erogare i fondi in dodici mesi, ma questo potrà accadere solo con le imprese solerti – spiega – uno dei limiti principali di questi interventi è sempre stato che l’imprenditore viene poi abbandonato al suo destino. Per questo motivo, già per la presentazione dei progetti, sarà creata un’apposita assistenza tecnica che darà tutte le spiegazioni necessarie per non commettere errori». Ecco questo è il punto. Occorre garantire ai neo imprenditori (giovani o anziani che siano) tempi rapidi e un’assistenza tecnica adeguata. Le caratteristiche delle persone e organizzazioni a cui affidare tali delicate funzioni sono definibili da una serie di parole (riportiamo quelle che a noi sembrano più appropriate, ma se ne possono aggiungere altre) : competenza, capacità di ascolto, continuità nell’erogazione del servizio, capacità di incoraggiare, soccorrendo alle paure proprie di chi avvia una nuova attività, apertura al nuovo e alla creatività giovanile e non, spesso poco apparente. Ecco, diciamo al Comune: state attenti a selezionare i soggetti che devono assicurare questi servizi. Al riguardo, quanto esiste e opera nella nostra piazza è davvero poca cosa. Per quanto è delicata la questione dovremmo, anzi dobbiamo, mirare all’eccellenza, perchè si ha a che fare soprattutto con i giovani, che vanno tutelati e incoraggiati, certi che in loro sta la ricchezza potenziale in grado di dare prospettive al nostro paese. Ma se dalle nostre parti lo stato attuale dei cosiddetti “servizi reali alla giovane impresa” è così poco soddisfacente (fatte salve le solite lodevoli eccezioni), che fare? Innanzitutto proponiamo da parte di tutti i soggetti che operano nell’ambito delle politiche per l’impresa uno sforzo sistemico. Cosa vogliamo dire? Semplice (da dire): chiediamo alla Camera di Commercio, alla Regione, all’Università, al Comune e, ovviamente, alle Associazioni di categoria, di mettere insieme idee e risorse per garantire appunto “servizi di eccellenza” alla giovane impresa. Per questa finalità occorre mettere in pista notevoli risorse in termini di finanziamenti per strutture (al riguardo ridomandiamo: che fine ha fatto la “Città dell’impresa”) e contratti di lavoro e di persone dedicate. Queste ultime devono essere costituite da esperti, siano essi giovani professionisti che senior, tra questi ultimi in certa parte anche da “business angels” disponibili a prestare la propria attività gratuitamente.
Per ora ci fermiamo qui. E’ una tematica complessa (rammentiamo solo le problematiche del credito, dell’eccessivo costo del lavoro, dell’enorme peso fiscale, etc) che come Aladinews  seguiamo e approfondiamo ogni giorno come missione fondamentale, parte dell’attività di servizio reale alla giovane impresa, così come l’abbiamo preconfigurata.

Sardegna Europa nei nostri cuori

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di Franco Meloni

Probabilmente  con una certa ingenuità, da parte mia, parlando con degli amici che la sanno lunga su politica e dintorni, ho avanzato l’ipotesi di candidatura di Renato Soru a rappresentante sardo nel Parlamento Europeo: l’idea non solo non ha riscosso alcun successo, ma è stata considerata, in prevalenza, come una trovata elegante per “giubilare” Soru, togliendolo di mezzo rispetto a ben altri più importanti incarichi pubblici (essendo il medesimo candidabile alla presidenza della Sardegna o a un ministero del prossimo auspicabile governo Bersani). In questo – a parte le considerazioni sul ruolo attuale e potenziale di Soru sullo scenario politico, che qui non voglio trattare – leggo una sottovalutazione dell’importanza dell’Europa e delle implicazioni delle politiche europee per la Sardegna. Personalmente (in sintonia con altri e con formazioni politiche italiane e sarde, in primis i Rossomori) credo che la Sardegna si salvi solo dentro una prospettiva europea, chiaramente di una Europa diversa da quella attuale e che l’Europa sarebbe comunque valorizzata da una forte presenza autonoma della Sardegna. Per questo occorre costruire una coerente politica europeista (in Italia e in Sardegna), a partire dal cambiamento della legge per l’elezione dei rappresentanti italiani nel parlamento europeo, al fine di superare l’attuale vergognosa esclusione della rappresentanza sarda. Su questa questione mi pare vi sia peraltro un preciso impegno di Bersani. Non occorre soffermarsi, ma giova ripetercelo, come le risorse più importanti per risollevare l’economia della Sardegna verranno proprio dai fondi europei (in particolare fondi strutturali della programmazione 2014-2020), che, evidentemente, devono essere spesi e spesi bene, in controtendenza rispetto a quanto finora avvenuto. Abbiamo dunque necessità di una forte, autorevole, presenza della Sardegna a Bruxelles. E l’efficacia di una presenza non è certo solo un fatto formale. E’ questione di persone. Scusatemi qui una digressione riflettendo sul passato: il posto di presidente della Democrazia Cristiana ha sempre contato bel poco sul piano del potere in quel partito e fuori dallo stesso; eppure quando quel ruolo fu coperto da Aldo Moro, venne giustamente considerato come il centro del potere politico italiano, tanto è che le sciagurate Brigate rosse lo assunsero come il cuore del sistema borghese, da abbattere, con tutto quello che ne seguì con l’assassinio dell’uomo politico in quel momento davvero più importante del paese. Ma è un’altra storia. Qui voglio solo dire che Renato Soru rappresenterebbe davvero un riferimento europeo per la Sardegna, ovviamente in un’ipotesi di un nuovo decente governo di centro sinistra della Regione. Almeno così l’ho pensata facendo la proposta dalla quale sono partito. Stando sull’argomento mi pare che la storia della “sottovalutazione” venga confermata dalla tiepidezza attribuita a Francesca Barracciu nell’assumere l’incarico di parlamentare europeo, a cui sembrerebbe voler rinunciare proprio in vista di  traguardi considerati di maggior valore  (sempre la possibile candidatura alla presidenza della Giunta regionale?).

Mah! Per farla breve, da questo piccolo e modesto pulpito, voglio ribadire la necessità di un impegno europeo per Cagliari e per la Sardegna, ma non solo. Dobbiamo cogliere per questo tutte le occasioni, dalle più piccole (la promozione delle iniziative europeiste nelle scuole. master di progettazione europea…) a quelle più rilevanti in relazione alle risorse necessarie per organizzare eventi di rilievo internazionale, ai tavoli veri che bisogna costruire per gestire con competenza e consenso diffuso la programmazione dei fondi 2014-2020… Il discorso è ormai aperto, anche se  al riguardo avvertiamo una forte sensazione di inadeguatezza, di scarsa consapevolezza e perfino di allarmante disinteresse, in  Sardegna e non solo, ma è della Sardegna che ci dobbiamo innanzitutto preoccupare. Noi ce la metteremo tutta!
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Cagliari-Sardegna-Europa. Considerazioni che non perdono di validità. Anzi!

IL RUOLO DI CAGLIARI PER LA COSTRUZIONE DI UNA POSSIBILE NUOVA EUROPA*

di Franco Meloni

Un tempo contestando il malgoverno della cosa pubblica in diverse realtà si diceva che anche la sola “buona amministrazione” costituisce di per se un fatto rivoluzionario. Mi è venuto in mente pensando a diversi interventi del sindaco di Cagliari Massimo Zedda, che mi è capitato di leggere sulla stampa e seguire sulle televisioni. Fare una buona amministrazione per la nostra città come il sindaco vuole fare e crediamo faccia significa fare di per se una scelta rivoluzionaria a vantaggio dei cittadini cagliaritani. Tuttavia io non credo che l’Amministrazione Zedda debba limitarsi a ciò. Cagliari ha in Sardegna un ruolo decisivo, una funzione fondamentale di guida dell’intera regione, di peso paragonabile a quello dell’Istituzione Regione. Come capita a tutte le capitali di questo mondo, per esercitare questa funzione dispone di risorse specifiche, che al di là delle critiche universalmente rivolte a tutte le capitali del mondo, deve congruamente restituire in benefici non solo ai suoi abitanti ma a tutti i cittadini che gliele hanno affidate. Nel caso di Cagliari a tutti i sardi. La Sardegna e i sardi abbiamo bisogno di praticare nuove politiche di sviluppo attraverso la realizzazione di nuovi modelli sociali ed economici. Siamo proprio in questa fase. Al riguardo è richiesto sopratutto a Cagliari – ovviamente insieme alla Regione e agli altri Enti locali, in modo speciale insieme alle altre città della Sardegna e, pertanto, in primo luogo ai Sindaci di queste città – di cimentarsi in una sfida epocale. Ci sono tanti modi per farlo concretamente. Io credo che la stella polare della ricerca di nuove strade sia l’Europa. Certo non si tratta di accontentarsi dell’attuale Europa, peraltro in crisi perchè troppo chiusa nella cura dei mercati e degli interessi dei mercanti, quanto invece di una nuova Europa che dobbiamo costruire: l’Europa dei popoli. In questo ritornando al passato, alle origini, quando, all’indomani della seconda guerra mondiale, i padri fondatori dell’Europa comunitaria misero le basi della cooperazione economica pensando e preconfigurando come un sogno l’integrazione politica europea. Purtroppo tuttora, dopo tanti decenni, l’integrazione dell’Europa attraverso una vera e propria Confederazione di Stati è solo un sogno, e l’integrazione politica è attuata solo in piccola parte, carenza che costituisce la principale causa dei guai attuali dell’Unione Europea.
Allora Cagliari deve essere città sarda e insieme europea, in grado di tracciare nuove strade per se stessa, per la Sardegna e per l’Europa. Un’impostazione di questo tipo, appena qui tratteggiata, ha moltissimi risvolti pratici, concretizzandosi pertanto anche nelle scelte del quotidiano amministrare. In questo quadro, appena delineato, la stesse “opzione indipendentista” (comunque la vogliamo nominare) per la Sardegna può essere praticata con condivisione maggioritaria, non quindi come concezione separatista minoritaria o scelta estremista, proprio in quanto si può sviluppare con piena cittadinanza e dignità nell’ambito europeo, nella costruzione della possibile nuova Europa che abbiamo prospettato.

Ripubblicazione di un editoriale del 12 marzo 2012

Se non ora quando? Chiediamo un impegno straordinario delle Istituzioni, delle Associazioni di categoria e di tutti per l’innovazione, la creazione d’impresa, il lavoro

Cominciamo dalla Camera di Commercio e dal Comune di Cagliari, copiando le ottime iniziative delle analoghe Istituzioni della città di Milano. Diamoci una scadenza: va bene entro il primo maggio?

Gli impegni che chiediamo alla Camera di Commercio e al Comune di Cagliari (specificamente al Presidente Giancarlo Deidda e al Sindaco Massimo Zedda) per Cagliari Territorio Intelligente

Copiando dai colleghi milanesi: ecco una serie di iniziative che (mutatis mutandis) potrebbero colmare i gap esistenti e rafforzare la competitività del sistema di innovazione locale:

  • attuazione rapida delle regole introdotte dalla Legge Passera (il registro startup e incubatori) da parte di Camera di Commercio
  • attivazione di agevolazioni specifiche per le startup e semplificazione dei rapporti con la pubblica amministrazione
  • patrocinio e sponsorizzazione delle società di Investimento presso gli investitori istituzionali, promozione dell’asset class del venture
  • creazione di un Fondo di Fondi dedicato o di un fondo di coinvestimento in startup di non meno di 100m di euro, in grado di investire 20 milioni di euro l’anno per 5 anni di periodo di investimento
  • voucher per le startup, contributi in co-finanziamento a fondo perduto per attivare servizi professionali e di società accreditate
  • crowdfunding. Censimento delle startup, presentazione agli investitori, ottimizzazione degli incubatori certificati e attività di co-marketing con le piattaforme di crowdfunding che saranno autorizzate
  • un calendario di azioni volte a collegare industriali, imprenditori e startup
  • implementare programmi di formazione che rendano facile ed efficace il tema dell’imprenditorialità
  • almeno 2 eventi l’anno di risonanza internazionale
  • infrastrutture (spazi fisici) per nuovi incubatori/coworking da dare in gestione ad attori riconosciuti

Considerato che la legge che favorisce l’innovazione e specificatamente le start up innovative è stata approvata e pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale, che sta crescendo in tutta Italia il dibattito per capirla, applicarla ed eventualmente implementarla e svilupparla, che sembra si stia sviluppando una volontà di intervento attivo delle istituzioni, che speriamo si concretizzi quanto prima in azioni. E’ arrivato il momento per ognuno di noi di cercare di fare la propria parte affinchè questi obiettivi possano essere rapidamente raggiunti.

Il Sindaco di Cagliari s’impegna a mettere a disposizione le strutture per gli incubatori d’imprese innovative

di Aladin

Nell’intervista rilasciata dal sindaco di Cagliari Massimo Zedda a Videolina, andata in onda ieri giovedì 6 dicembre, risultano dichiarazioni importanti del primo cittadino riguardo alle iniziative che assumerà a breve il Comune per favorire le start-up innovative. A una precisa domanda di Roberto Paracchini, giornalista de La Nuova Sardegna, il Sindaco ha affermato che il Comune favorirà le start-up innovative, anche mettendo a disposizioni appositi spazi e strutture per gli “incubatori d’impresa“. Rimarchiamo la rilevanza di tale impegno, che, forse per distrazione o poca sensibilità alla tematica dell’innovazione, non è stato riportato nel resoconto dell’intervista apparso oggi su L’Unione Sarda. Ne sapremo qualcosa di più ne prossimi giorni e comunque speriamo almeno in occasione del Convegno organizzato da Sardegna Ricerche e dalla RAS mercoledì 12 p.v.

La Cagliari che vogliamo. Interviste a Massimo Zedda e a Marco Meloni

zedda massimo e marco meloni

In occasione dell’iniziativa di confronto con il Sindaco di Cagliari Massimo Zedda, organizzata da Unica 2.0, Aladin ha intervistato  lo stesso Sindaco e Marco Meloni, coordinatore Unica 2.0 e Presidente del Consiglio degli studenti dell’Università di Cagliari.

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Servizio TG Sardegna Uno a cura di Stefania de Michele