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Elezioni del nuovo Rettore dell’Università di Cagliari. Facciamo uscire il dibattito dal Palazzo. Spazio ai candidati. Le proposte del candidato Luigi Raffo
Aladinews segue con grande interesse la campagna elettorale per l’elezione del nuovo Rettore dell’Università di Cagliari. Daremo spazio ai candidati che, lo ricordiamo, devono presentare il loro programma entro il 27 febbraio prossimo (dopo l’esordio con Maria Del Zompo, proseguiamo oggi con Luigi Raffo e nei prossimi giorni proseguiremo con gli altri candidati, mano a mano che disporremo della loro documentazione). Daremo ovviamente spazio a commenti, proposte, riflessioni, che ci perverranno da chiunque abbia qualcosa di interessante da dire. Percorreremo la rete per pescare informazioni, documenti, etc. utili per diffondere quanto più possibile la partecipazione al dibattito e per favorire utili sintesi. Ribadiamo quanto abbiamo detto più volte, su Aladin e su altre News: l’Università è troppo importante per essere lasciata nelle mani dei soli professori, come la guerra in quelle dei generali.
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La LETTERA di LUIGI RAFFO
Care Colleghe e cari Colleghi dipendenti di UniCA, care Studentesse e cari Studenti,
l’Università ha senso di esistere solo se è in grado di attrarre e formare studenti, se è in grado, attraverso ricerca di alto livello, di sviluppare nuova conoscenza da trasferire alla società e al territorio. Ce lo ricordano, se ce ne fosse bisogno, le molte valutazioni a cui siamo sottoposti e il recente decreto sui costi standard. Il continuo calo delle immatricolazioni mette però a rischio la capacità dell’Università di Cagliari di assolvere a tali compiti. Si tratta di un fenomeno ormai persistente di cui vanno studiate puntualmente origini e conseguenze. È certo, comunque, che esso tende ad autoalimentarsi attraverso la riduzione delle risorse, una conseguente minore ricchezza e varietà della didattica erogata, una minore spendibilità del titolo, un ulteriore allontanamento di nuovi studenti e studentesse dal nostro Ateneo.
In breve tempo rischiamo di ritrovarci con un’Università ridimensionata nella sua indipendenza e incapace di valorizzare il capitale umano, di permettere mobilità sociale, di generare e diffondere conoscenza, cultura, progresso. La nostra sfida non è quella di sopravvivere più a lungo ma di promuovere il cambiamento, prima di esserne annientati. Dobbiamo dare più valore allo studio di cui vogliamo garantire ancora e sempre più il diritto.
Non esiste alternativa al perseguire come obiettivo l’eccellenza: nell’erogazione della didattica, nelle attività di ricerca, nella terza missione, nella gestione della nostra Università. Eccellenza da trovare avendo cura di preservare tutta la nostra variegata cultura e “biodiversità”, liberando, mettendo a frutto e integrando tutte le competenze ed energie già presenti al nostro interno per sprigionare un contagio creativo in grado di moltiplicarle. - segue –