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Ecce Homo
“Ecce Homo” di Antonio Ciseri (Ronco del Canton Ticino 1821-Firenze 1891). Ponzio Pilato mostra Gesù alla folla chiedendo se voglia la sua liberazione o quella di Barabba. Tutti conosciamo la risposta.
A. Ciseri fu un pittore di grande fama, dedito soprattutto alla pittura di soggetto sacro. Si colloca, artisticamente, tra il Realismo e il Purismo; artista dal disegno nitido e preciso, accurato nelle ricostruzioni storiche, elegante nella composizione, si ispirò alla “linea” artistica francese che va da Ingres a Gerome.
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Galileo Galilei
Uno dei pensieri più belli di Galileo:
“Altro il Vino non è se non la Luce del Sole mescolata con l’umido della Vite”
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Il 15 febbraio del 1564 nasceva G.G., nello stesso giorno, l’ “ascensore della vita” si portava via Michelangelo. (Un bel passaggio di “testimone”).
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Galileo Galilei, ritratto di Justus Sustermans
David
Donatello, David, 1440, Firenze, Museo del Bargello, bronze, h. 158
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Il David di Donatello (molto noto per via del premio cinematografico…), è in realtà un eroe dalla doppia identità, come si conviene nell’ambito Neoplatonico della Firenze tra ’400 e ’500. Egli è certamente David, ma è anche Hermes: testo biblico e mito antico si sovrappongono. Infatti, il giovane, ha sul capo il petaso di Hermes ed ha i calzari alati (anche se non si vedono nella foto). Sia Hermes che David hanno in comune l’uccisione di un gigante (Golia, Argo) e quindi una spada in mano. La nudità però è relativa all’idea del Bello che avevano gli antichi, non è contemplata come “valore” nella Bibbia. Anzi.
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Tiziano, Davide e Golia, 1542-1544, Venezia, chiesa di Santa Maria della Salute, cm 300×285 .
Notare la dismisura del gigante rispetto alla corporatura del piccolo, giovane, David.
Coraggio umano e disegno divino si uniscono per il felice esito del confronto.
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Orazio Gentileschi, David Contemplating the Head of Goliath, 1615-1620, Roma, Galleria Spada, oil on canvas, cm 173×142.
Orazio Gentileschi è il babbo di Artemisia (Gentileschi) che, deluso dalla mancanza di talento dei due figli maschi, decise di insegnare l’arte della pittura alla sua figlia femmina, Artemisia. E ben gliene incolse…
Arte è Cultura
Qualcosa di classico? Apollo e la Sibilla Cumana di Gian Domenicvo Cerrini (Perugia 1609-Roma 1681).
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Meglio farsi una dormitina con un amico… Abbott Handerson Thayer (1877).
in giro sulla rete con la lampada di aladin…
- I vincoli non sono le tavole di Mosè. Paolo Savona su L’Unione Sarda.
- Le politiche di austerità fallimentari per la ripresa .
Luciano Marrocu su La Nuova Sardegna.
La tavolozza di Licia. I nudi femminili più belli della storia dell’arte
A PROPOSITO DEL CATALOGO: Félix Vallotton (Losanna 1865-1925), “il ratto d’ Europa”.
Felix è un pittore che si forma a Parigi, nel clima post-impressionista di fine secolo. La sua pittura, vicina al Simbolismo dei Nabis, presenta immagini considerate “audaci” al suo tempo, nelle quali ripropone una figurazione nitida e “fredda” spesso carica di significati simbolici, talvolta derivanti dal mito classico, riconsiderato anche alla luce della psicanalisi freudiana.
Come si sul dire: Afferrare il toro per le corna ?
SEMPRE IL CATALOGO: Felice Casorati, “Conversazione platonica” (1925).
Come Antonio Donghi fa parte della corrente del “Realismo magico”: il dipinto mostra due figure accostate, la donna nuda e luminosa sdraiata su di un letto, l’ uomo vestito, col cappello che gli copre il volto e in ombra. Il mistero è legato alla muta conversazione che pare esserci tra i due. Domina la scena la figura femminile mentre quella maschile esprime quasi timore, umiltà e senso di inadeguatezza.
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ANCORA IL CATOLOGO: Picasso, Les demoiselles d’Avignon (1907) -
Quando, accantonato il vincolo mimetico, la Bellezza non è quella oggettiva, universale e ideale ma quella dell’ Arte punto e basta.
La Cultura ci salva. Ecco il regalo pasquale di Aladin
E come regalo pasquale il catalogo dei bei dieci (e più) nudi femminili della storia dell’Arte: IL CATALOGO DELLA PROFESSORESSA LISEI
la tavolozza di Licia. I più bei nudi femminili dell’arte
IL CATALOGO E’ QUESTO: Raffaello “Il trionfo di Galatea” (villa la Farnesina, Roma).
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.Il Catalogo di Licia
La ninfa Galatea è portata in trionfo sul carro di conchiglia trainato da due delfini e circondato da un corteo festante di Tritoni e Nereidi. In cielo svolazzano degli Amorini che tendono i loro archi con le frecce, simboli d’amore. Con questo dipinto di cui (forse inconsapevolmente e immeritatamente) fruiscono i frequentatori abituali della Farnesina, Raffaello fa rivivere la grandezza e la bellezza della pittura antica perduta.
la tavolozza di Licia: i 10 più bei nudi femminili dell’arte
[L'illustrazione è disponibile in rete: La Venere di Milo]. Il Catalogo di Licia.
Il Catalogo è questo:i 10 più bei nudi femminili nell’arte: La Venere di Milo.
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Il Catalogo di Licia.
[L’illustrazione è disponibile in rete. Antonio Allegri: Il Correggio Correggio-1489-1534 -Gli amori di Giove) Antonio Allegri (Il Correggio): Correggio 1489-1534].
“Gli amori di Giove”: Juppiter e Io (Io è la Ninfa di cui Giove-Juppiter si innamora, unendosi a lei sotto forma di pioggia).
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Precedenti: 1
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Il Catalogo del Guardian
(dal Corriere della Sera, ripreso dal blog Aladinews forma&comunica)
la tavolozza di Licia
Michelangelo Merisi: Il Caravaggio (1573-1610) “San Matteo e l’ Angelo”.
L’ opera è uno dei Caravaggio perduti. Infatti venne distrutta durante i bombardamenti su Berlino del 1943. E’ la prima versione dipinta per la cappella Contarelli, sostituita quasi subito da quella attuale, per motivi di “decoro”: infatti il santo, un povero uomo del popolo, è seduto con le gambe nude incrociate, mostrando il suo piede “villano” in primo piano. Ma soprattutto Matteo pare proprio un povero contadino analfabeta, incapace di scrivere, a cui bisogna guidare la mano incerta, come infatti fa l’Angelo.
Studi attuali, su documenti, certificano che l’opera sia stata grandemente ammirata, sia dalla committenza che dagli ambienti ecclesiastici e che la decisione di sostituirla sia stata, in realtà, presa con convinzione dallo stesso Caravaggio che avrebbe trovato subito un acquirente per l’opera, come accadde per la Madonna dei Palafrenieri, giudicata ufficialmente non adatta alla basilica di S.Pietro, (alla quale era destinata) ma in realtà acquistata subito dal cardinale Borghese !
Michelangelo Merisi (il Caravaggio): San Matteo e l’Angelo (seconda e definitiva versione per la Cappella Contarelli), Roma, 1602. Meno originale della prima ma più consona ai dettami della Controriforma : San Matteo è proprio un santo di tutto rispetto, che scrive con le sue mani e facoltà mentre l’ Angelo che giunge in volo gli enumera gli antenati di Cristo. Il Vangelo di Matteo si apre proprio con tutto l’elenco !
“Dagli alti monti e da una gran ruina, / ascoso e circumscritto d’un gran sasso / discesi a discoprirmi in questo basso, / contr’ a mia voglia, in tal lapedicina. / Quand’al sol nacqui, e da chi il ciel destina….
(Michelangelo, frammento “La lapedicina”, ossia la “ruina”, la frana)
La frana, ossia la “Lapedicina” michelangiolesca…
Iniziative culturali segnalate da aladin…
Lunedì 3 febbraio 2014 alle ore 17:30
Presso Sala Convegni dell’Hostel Marina di Cagliari
Licia Lisei
I Sonetti di Michelangelo
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Iniziativa a cura degli Amici del libro – Cagliari
Il programma annuale completo
Appuntamenti culturali segnalati da Aladin
La TAVOLOZZA di LICIA
Chiese romaniche della Sardegna: San Nicola di Ottana (1160)
Sorge su una altura, risplendente dei colori della trachite nera e violacea. Splendida facciata a capanna, pianta mononavata a croce commissa, coperta da un soffitto a capriate, mentre il transetto, presenta una copertura a volta a botte. Un tempo era cattedrale… cioè sede vescovile.
Ottana: di fronte alla cattedrale romanica, le torri della “cattedrale nel deserto”…