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Elezioni Europee: tra un mese si vota
di Vanni Tola
A un mese esatto dal voto per l’elezione dei membri del Parlamento Europeo si avverte tra la gente un interesse marginale per l’evento. Le cause sono le più varie, dalla generale sfiducia nella politica che spinge all’indifferenza, alla rassegnazione del “tanto non cambia nulla”, fino ad arrivare al disinteresse totale e all’astensionismo che sono i sintomi evidenti di quanto sia lontana l’Europa dai cittadini europei o, se preferite, di quanto i cittadini europei si sentano lontani da questa Europa. Nel caso specifico della Sardegna poi si aggiunge un altro elemento di risentimento e indifferenza verso le elezioni determinato dal fatto che, ancora una volta, una legge elettorale illogica vede la nostra regione costretta a concorrere in un’unica circoscrizione con la Sicilia (che conta un numero di elettori tre volte maggiore) con la matematica certezza che l’eventuale parlamentare eletto sarà un candidato siciliano. Anche il momento elettorale non è dei più felici perché cade subito dopo un’accesa campagna elettorale regionale e in concomitanza, per diverse città, con le elezioni amministrative locali. Pensiamo sia utile per i nostri lettori pubblicare alcune riflessioni che possano favorire un maggiore interesse per questa importante scadenza. L’amministrazione delle vicende politiche ed economiche dell’Europa non è “cosa di altri” che non ci riguarda. La maggior parte delle scelte politiche comunitarie e nazionali sono stabilite, orientate, determinate dalle decisioni del Parlamento Europeo. Da questo punto di vista, l’astensionismo o il rifiuto del voto come risposta alla mancata modifica della legge elettorale per consentire alla Sardegna di concorrere con un proprio collegio elettorale è comprensibile ma non giustificabile o auspicabile. Le elezioni europee del 2014 si terranno in 28 stati membri dell’Unione europea tra il 22 e il 25 maggio, saranno le ottave elezioni per il Parlamento europeo che si tengono dal 1979 e le prime alle quali partecipa la Croazia insieme agli altri stati membri, le prime ad applicare la ripartizione dei seggi prevista dall’applicazione del Trattato di Lisbona. Si svolgono in un momento di grave crisi dell’eurozona che ha investito in modo particolare le economie dell’Europa meridionale, l’area mediterranea e, in modo particolare, la Grecia, Cipro, l’Italia, la Spagna e il Portogallo e l’Irlanda. Da ciò sono derivate dure misure di austerità imposte dalla Comunità a questi paesi che hanno contribuito non poco e generare forte malcontento popolare e sentimenti di risentimento verso l’Istituzione europea. A questo si aggiunga il rinascere in Europa di forze politiche nazionalitarie e antieuropee della destra e la diffusa tendenza a considerare l’introduzione della moneta comune europea come la causa principale della crisi economica che ha investito il continente. Tutti elementi, questi appena elencati, che potrebbero determinare considerevoli cambiamenti politici sia per gli effetti di un’eventuale affermazione delle destre antieuropeiste nazionaliste e fasciste, sia per il crollo di autorevolezza dell’Istituzione comunitaria che deriverebbe dal manifestarsi di un rilevante astensionismo degli elettori.
Il presidente della commissione europea, José Manuel Barroso, ha sostenuto che “stiamo assistendo a un aumento dell’estremismo dall’estrema destra e dall’estrema sinistra”. Il ministro degli Esteri tedesco Frank-Walter Steinmeier ha sostenuto che “La crisi economica potrebbe attivare le forze politiche centrifughe che potrebbero rivelarsi pericolose per l’Unione europea nel suo insieme”. Secondo una stima del The Economist del gennaio 2014 “le forze populiste anti-EU di destra e sinistra potrebbero prendere fra il 16% e il 25% dei seggi del parlamento, contro il 12% attuale”. Questi i maggiori schieramenti: il Partito del Socialismo Europeo (PES), il Partito Popolare Europeo (EPP), l’Alleanza dei Democratici e dei Liberali per l’Europa (ALDE), il Partito Verde Europeo (EGP), il Partito della Sinistra Europea (EL) e il Partito Democratico Europeo (PDE). I candidati sono: Martin Schulz (PSE), Guy Verhofstadt (ALDE-PDE), Ska Keller e José Bové (Verdi), Alexis Tsipras (EL). Ci occuperemo con maggiore attenzione dei programmi delle forze politiche che si confronteranno nelle elezioni del 25 Maggio con successivi articoli.
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Ecco i candidati a presidente della Commissione Europea
Il candidato del Gue: Alexis Tsipras
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Il candidato del Pse: Martin Schulz
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Il candidato dell’Alde: Guy Verhofstadt
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Il candidato del Ppe: Jean Claude Junker
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I candidati dei Verdi: José Bové e Ska Keller
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Félix Vallotton (Losanna 1865-1925), “il ratto d’Europa”
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