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Ora basta!

Basta!“Ora Basta: la salute dei Sardi prima di tutto”
di Vanni Tola
Il titolo di giornale più efficace è stato quello dell’Unione Sarda: “Ora basta”. Ora basta deve essere lo slogan dei Sardi per rivendicare il proprio diritto alla difesa della salute ed al recupero dell’integrità ambientale. Il Sulcis, Ottana, Portotorres, Sarroch e altre zone ancora sono diventate delle vere e proprie “bombe ecologiche”. Crescono i tumori fra la gente, crescono oltre le medie numerose gravissime patologie, gli indicatori statistici dell’inquinamento raggiungono, per determinati prodotti, valori impressionanti. Le bonifiche sono soltanto uno slogan elettorale per partiti e politici incapaci. Chi inquina non paga e utilizza tutte le possibilità di leggi molto permissive per guadagnare assoluzioni formali che non cancellano le colpe reali. Proponiamo ai sardi di dare vita ad una mobilitazione straordinaria per la difesa della salute e dell’ambiente. “Ora Basta: la salute dei Sardi prima di tutto”. Deve essere questo l’obiettivo assolutamente prioritario nell’azione della nuova Giunta regionale e del Governo. Non è più tempo di parlarsi addosso, di finanziare nuovi studi e ricerche da confinare nei cassetti, è vera emergenza sanitaria per la Sardegna. “Ora basta”.
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DOVE SONO I SOLDI
di Gavinu Dettori
I soldi sono dappertutto: moltissimi non si vedono, quei pochi che si vedono vengono abilmente moltiplicati. I nostri governanti li maneggiano spostandone ogni giorno quattro o cinque miliardi, fino ad illudersi di farli aumentare parecchie volte, credendo di tappare ogni giorno un buco del bilancio. Dei soldi che si vedono, in parte ce li hanno in tasca loro stessi, e sono “immoralmente” dei privilegiati per svolgere l’incarico pubblico più onorevole; altri ce li hanno burocrati, super burocrati, funzionari, amministratori pubblici… Ed anche manager privati, a vario titolo, che indegnamente, sebbene privati, percepiscono somme non comparabili a compenso di improbabile lavoro umano. Queste alimentano le DISUGUAGLIANZE che si ingigantiscono con l’evasione e l’esportazione dei capitali nei paradisi fiscali.
La nostra povertà ed anche quella mondiale, è dovuta alle mastodontiche evasioni ed anche a questi indebiti compensi, che dovranno essere restituiti alla collettività, o perlomeno, da oggi, ridimensionati, riconducendoli e paragonandoli al costo della vita dell’uomo medio.
Ma i politici e governanti, sono i primi a non rinunciare ai loro privilegi, per cui non potranno chiedere un riequilibrio delle retribuzioni degli altri. Per i cittadini… vale il motto: CAMPA CAVALLO!

Indipendentisti e Sovranisti divisi e inesorabilmente destinati all’insuccesso?

Vox clamantis in desertoIndipendentisti e Sovranisti divisi e inesorabilmente destinati all’insuccesso. Le considerazioni di tre indipendentisti (seppur su diverse posizioni) con un appello destinato in tutta evidenza a cadere nel vuoto (“Vox clamantis in deserto”).

Francesco Casula
Gli Indipendentisti verso la disfatta elettorale?
Temo che il variegato mondo indipendentista, diviso e frantumato in mille rivoli, rischi di precipitare, rovinosamente, in un baratro. Ha già deciso e proposto ben 4 candidati-Presidenti. Con una decina di liste. E mancano ancora Sardigna libera, IRS, Sardigna Natzione, Rossomori, Il Partito dei Sardi e altri. Che proporranno altre liste e altri candidati-Presidenti. Un delirio immane. Un regalo ai Partiti italioti. Che continueranno a vincere e “macellare” la nostra Terra.

Gavinu Dettori
Sembrava che il momento storico, per l’unione dei SARDI fosse arrivato! Credo che se i sardi avessero visto, nella seppur variegata rosa di partiti o movimenti di ispirazione “SARDISTA”, una strategia unitaria con una prospettiva di governo ” inter nos “, queste elezioni avrebbero potuto rivelarsi una sorpresa in positivo, per vedere finalmente un popolo unito nel credere nell’autogoverno. Ma se neanche i capi che guidano questa miriade di movimenti riescono a trovare l’accordo, su quali basi e argomentazioni cercano consenso nella popolazione? Dimostriamo di essere veramente ridicoli. Ma quali saranno le differenze fra di loro! io credo che non ce ne siano, o meglio: il programma di uno potrebbe completarsi con il programma degli altri, pur anche con qualche rinuncia da parte di ognuno. Se i programmi fossero tanto incompatibili, vuol dire che che sarebbero da buttare tutti a mare. Anche la Murgia è comparsa come una meteora! e può essere giustificata solo pensando in termini elettoralistici in quanto conosciuta, ma non mi sembra sia stato il modo migliore di proporsi, per giunta “escludente”… poi qualche programma che si adatti ai nostri problemi si imbastisce sempre.

Giacomo Meloni
La decisione di Grillo di non rendere disponibile il simbolo del Movimento 5 Stelle per la prossima regionali del 16 febbraio 2014 apre un grande spazio e una grande opportunità che dovrebbero saper cogliere intelligentemente i movimenti INDIPENDENTISTI E SOVRANISTI, che, invece di correre ognuno per sé, dovrebbero trovare un terreno comune ed un candidato condiviso.
Faccio appello all’intelligenza di BUSTIANU CUMPOSTU ( SNI ), di GAVINO SALE ( IRS ), di CLAUDIA ZUNCHEDDU ( SARDIGNA LIBERA ), di PAOLO MANINCHEDDA e di FRANCISCU SEDDA ( PARTITO DEI SARDI ), di EFISIO ARBAU ( LA BASE ), di GIGI SANNA (ZONA FRANCA ), dello stesso CRISTIANO SABINO e PIETRO DEVIAS (‘A MANCA ), di FRANCO BRANCA e PAOLO BIANCU (CASA SARDEGNA), di GIOVANNI COLLI e GIANNI RUGGERI (PSD’AZ ), LABORATORIO GALLURA, e della stessa MICHELA MURGIA (PROGRESS-SARDEGNA POSSIBILE )
Farei lo stesso appello a DODDORE MELONI, ma penso che non sarei ascoltato anche se dubito che abbia la capacità di raccogliere le firme necessarie per presentare la lista…

UNIAMOCI VERAMENTE PER VINCERE LA NOSTRA VERA RINASCITA.

EDITORIALI di Attilio Piras e Gavinu Dettori
costantinonivola madre e figlio 1986
di Attilio Piras
Siamo al centro dell’attenzione, su tutti i giornali, sulle televisioni, tutti i media stanno dando grande spazio al dramma Sardo. Succede sempre così, ancora un paio di giorni, poi, non siamo più notizia. Qualcuno ricorda le altre alluvioni, gli altri terremoti: come pensate che sia l’Aquila.
Ora che è toccato a noi Sardi, non voglio essere ancora preso in giro, dobbiamo essere molto responsabili quando deleghiamo qualcuno.
Troppi furbi in giro, e tanti gonzi che cercano di imitarli, ci hanno prima colpiti e ora stiamo affondando.
Non credevo di arrivare a scrivere questo.
Non ho più voglia di essere Italiano, non ho più voglia di essere Europeo, titolo non più quotato: VOGLIO ESSERE SARDO.
Prima voglio essere Sardo, poi ancora Sardo, poi, molto poi, vediamo in che cosa posso essere Italiano e caso mai Europeo.
Sono stanco di vivere in uno stato dove i furbi regnano, dove il più furbo governa da ventanni, per tanti anni ho sentito “ti sbatto in Sardegna”, ora devo sentire “una” che mi rimprovera perchè vivo in uno scantinato.
Mi sono stancato di vedere gente in ginocchio che consegna la nostra bandiera a questi continentali furbi, per bandiera intendo anche i gioielli della nostra Sardegna, il nostro patrimonio più bello LA SARDEGNA.
Questi Conquistadores, con quattro specchietti, ci hanno violentato, sventrato e inquinato cielo, terra e mare, ci stanno costringendo ad emigrare nuovamente e noi pieni di debiti stiamo consegnando la nostra amata terra.
In questa disgrazia sto vedendo tanta solidarietà, dolore, commozione, valori che noi Sardi abbiamo nel dna, si vede che vogliamo bene alla nostra terra: E ALLORA!! UNIAMOCI VERAMENTE PER VINCERE LA NOSTRA VERA RINASCITA.
BASTA! BASTA! UN SOLO OBIETTIVO ” SARDO ”
CI SONO SARDI ONESTI E CAPACI DI GOVERNARE
VENITE FUORI! FATEVI VIVI! FATEVI CONOSCERE. se non ora, quando?
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QUANDO PIOVE: GOVERNO LADRO!
di Gavinu Dettori
CALAMITA’ NATURALI ! Quando l’uomo ci mette lo zampone.
Sgomberato il campo, come dice il detto, che “la responsabilità è sempre dell’uomo”, bisogna fare a mente fredda qualche considerazione . E’ allarme, e considerato disastro, quando una calamità naturale coinvolge direttamente l’uomo, nel senso che ci lascia le penne.. Le calamità che coinvolgono soltanto il territorio naturale, sono incontrollabili e seppur sconvolgenti, transeant. Ricordo , nel ’63 mi sembra, un grande alluvione che sconvolse il centro della Sardegna. Era piovuto di continuo per due giorni. Ero studente a Nuoro, e dalla finestra della casa dove abitavo, nella periferia, osservavo con apprensione come da un muretto a secco che recintava una vigna di fronte, usciva a fiotti, quasi in pressione l’acqua che si versava nella cunetta della strada. La vigna era un terreno permeabile per eccellenza, ma ormai era gravida di acqua e si era formato un lago. Erano crollati lunghi tratti del muraglione che recintava il sanatorio, e dal cortile del consorzio agrario , dove si era aperta una frana, i bidoni di carburanti e di mangimi ed altro, erano convogliati nel fiume Cedrino fino nelle campagne di Oliena. Nelle Campagne di Benetutti, nel Goceano, un ovile di pastori con essi dentro, erano scivolati a valle nel ruscello diventato fiume. Sono i primi affluenti del fiume Tirso, che si adagia nella prima valle dei paesi, Benetutti, Bultei, Anela, Bono, e che quando si “ ira”, è spesso anche funesto nel suo scorrere, scavalcando i ponti che lo traversano, ma senza mai demolirli, benché ne abbia visto danneggiati fino a snudare la cappa delle volte: fra questi il bellissimo ponte nel territorio di Illorai Ponte antico, dicono romano, impiantato sul roccione si erge piccolo ma maestoso, snello elegante, resistente, Forse il più bel ponte che abbiamo in Sardegna. Nel mio paese Anela, sempre nel Goceano, una così detta BOMBA D’ACQUA, cade a monte nel compluvio di una zona boscosa, quindi non compromessa,se non da qualche capanna di pastore, ruina a valle con rocce ed alberi e distrugge ogni cosa lungo il ruscello dove l’uomo approntava gli orti. Niente morti, e la notizia non arriva neanche ai paesi contermini.
Questo per dire che sconvolgimenti naturali avvengono anche dove l’uomo non mette becco; e non fanno notizia se no quando coinvolge la vita dell’uomo, in specie quando non è una fatalità come nel caso dell’ovile di Benetutti, ma vi si riscontra la sua negligenza e colpa. Ma l’uomo ha oggi la possibilità di prevenire e deve avere l’oculatezza di intervenire nelle situazioni a rischio, anche in quelle che riguardassero soltanto il territorio naturale. E lì nasce la colpevolezza. Le acque si sa scorrono fino al punto più basso, fino al mare; e scorrono anche sotto il terreno fino ad imbevere e rendere scivolosi gli strati sottostanti creando le frane; e scorrono sotto il gretto asciutto del familiare ruscello e nei compluvi dove non appare alcuna traccia dovuta a scorrimento d’acqua, oggi. Ma l’acqua ha memoria di millenni e quando ogni vaso si colma invade ogni dove fino a riposare nelle pianure e nel grande mare.. Se piove a 30 km dal mare, sempre lì deve arrivare,e se li si frappone un ostacolo, questo deve essere tale da contenerla sia in quantità che in resistenza. Ma in natura niente è dato per certo, e così successe anche il disastro di Longarone.
Ma per tornare ad oggi, Olbia e tante espansioni e conurbazioni, son cresciute senza controllo e razionalità in modo abnorme, invadendo il territorio senza margini di discontinuità, a macchia d’olio , come si dice in gergo urbanistico. Queste improvvedute espansioni hanno caratterizzato gli sviluppi urbani dell’età moderna, forse a datare dalla prima rivoluzione industriale di metà ‘700.
Il richiamo alla città ed ai poli industriali, lo spopolamento delle campagne sono il fenomeno più appariscente. L’aspetto economico dello sviluppo è stato il mezzo per dare la casa al minimo costo ed alti profitti. Nasce il fenomeno della speculazione edilizia, con la speculazione sul prezzo dei suoli Acquistano maggior valore i terreni contigui all’edificato esistente. Il territorio diventa una spugna. Le zone pianeggianti, che sono anche le più basse, sono anche le più economiche per l’edificazione e per le opere di urbanizzazione.
L’invasione cieca e scriteriata ne è il risultato.
Ma l’acqua ha memoria e quando vi ritorna , trova un tappo, che non è una diga all’uopo costruita, ma case e manufatti che contengono l’uomo e suoi beni. Ecco fatto, le cause dell’espansione selvaggia, ormai si conoscono: è il profitto, derivante dal plusvalore dei terreni e dei manufatti. Il tutto è sovrastato dall’IDRA a tante teste che è il sistema economico CAPITALISTA, che deve sfruttare ogni risorsa, in primis, naturale, fino all’esaurimento., senza freno alcuno, adducendo che nella libertà imprenditoriale ed economica risiede la libertà del libero uomo e la democrazia. Così anche il costo del risanamento ruota nella stessa logica ed anche il costo delle vite umane, tutto sacrificato in nome di questo SISTEMA INGIUSTO e di quell’IDOLO DENARO, come finalmente! ha detto un Papa (Francesco), di recente a Cagliari, parlando con operai di lavoro e dignità umana.
Il popolo, la così detta società civile,non ha la possibilità di incidere sul sistema, e affamato di abitazione, benessere e profitti, vi si adagia, nonostante in democrazia ?, abbia lo strumento, attraverso il voto, per fare qualche coraggiosa scelta ,ma che non fa. Così nell’ingiusto amalgama del mercato, dove tutti sembra che abbiamo qualcosa da difendere e da sfruttare, nessuno rinuncerebbe ad edificarsi una casa nel proprio terreno di periferia , in qualche modo avuto o comprato, la propria prima casa, se non anche la seconda che servirà per il figlio.
Non spetta certamente al cittadino, stabilire l’idoneità all’edificazione del terreno, fagocitato da un ameba che non conosce pericoli se non il profitto? Ecco perché la colpa ricade, dopo l’invisibile SISTEMA, negli amministratori,di ieri, che hanno gestito la cosa pubblica lasciandola in mano agli speculatori, i costruttori di case, che hanno anche orientato i piani urbanistici nei terreni più favorevoli al “fare profitto”, e di quelli di oggi per non aver predisposto gli interventi di tutela a salvaguardia di disastri ormai annunciati, e per quanto, nonostante tutto continuano a lasciar fare .
LA COLPA E’ INCOMBENTE!

Gli OCCHIALI di PIERO

Sardegna in luttoLA SARDEGNA OGGI. LUTTO E RIFLESSIONE. Così, grazie a un mondo senza senno che ha trasformato una dolce e mite area climatica in area ciclonica, che costruisce case e strade dove e come non si deve e che nemmeno pensa di fermarsi e cambiare, che violenta aria e terra, il fuoco e l’acqua ci restituiscono corpi senza vita, morti insensate, come quando si muore annegati dentro casa.

Gli eventi catastrofici si sono sempre verificati, ma i tempi di previsione erano molto ampi. Tenere conto di questi tempi è obbliigatorio nelle previsioni di realizzazioni delle opere pubbliche di una certa importanza e di un certo tipo: in specie delle opere idrauliche. Ma oggi i tempi previsti nei manuali, che derivano da statistiche decennali e secolari, sono vanificati. Bisogna certamente non costruire nei compluvi e nei diruppi, perchè le acque si riprenderanno l’antico letto, e le frane si possono sempre verificare, ma questi sconvolgimenti planetari non credo che possano essere contenibili con opere di sistemazione tradizionale. D’altronde le concentrazioni urbane hanno invaso a macchia d’olio il territorio, e questo è il prezzo che dobbiamo pagare a causa di un sistema economico non equilibrato, che ci ha costretto all’inurbamento scellerato, all’abbandono del territorio e all’abbandono dell’urbanizzazione diffusa, dei vecchi centri. Ma il sistema economico in cui viviamo, ha la colpa anche dello sfruttamento senza limiti del territorio e di ogni risorsa, e della produzione di inquinanti diffusi,in terra e in cielo, che stanno modificando il comportamento ciclico degli eventi naturali… (Gavinu Dettori)

GLI-OCCHIALI-DI-PIERO1-150x1501413 CITAZIONE DELLA SERA
L’impedimento che urge rimuovere è la persona del re, Vittorio Emanuele III, che ha aperto le porte al fascismo, lo ha favorito, sostenuto, servito per oltre vent’anni, lo ha seguito in tutte le sue azioni e persecuzioni più contrarie alla moralità. Pretendere che l’Italia conservi il presente re è come pretendere che un redivivo resti abbracciato con un cadavere. (Benedetto Croce)

TANIA LA GUERRIGLIERA
Haydée Tamara Bunke Bider nasce a Buenos Aires il 19 novembre 1937 in una famiglia di comunisti esiliati in Argentina.
Quando lei ha 14 anni la famiglia torna in Germania Est, ma lei continua a pensare all’America Latina ed esulta per la rivoluzione a Cuba.
Fa l’interprete e in una conferenza a Lipsia conosce Che Guevara.
Va a Cuba nel 1961 e collabora alla campagna contro l’analfabetismo.
Rientra in Europa, ma torna poco dopo in America latina, prima in Perù, poi in Bolivia e in Messico. E’ accettata nel partito comunista cubano.
Torna in Bolivia e prepara l’arrivo dei guerriglieri cubani e di Che Guevara, si unisce a loro nel dicembre 1966.
A causa di una spia, muore il 31 agosto 1967 con un gruppo di guerriglieri caduti in un’imboscata a Puerto Mauricio.
La CIA tenta di infangarne la memoria insinuando che fosse una spia della Germania Est, due storiche cubane smentiscono col libro “Tania la guerrigliera”. Il suo corpo, recuperato e portato a Cuba, riposa a Santa Clara nel Mausoleo dove giacciono i resti di Che Guevara.

Migranti

migrantiS’EMIGRADU, OE
Eris, s’omine a fortza,
l’ana obbrigadu a su disterru.
Cun naves e cadenas de ferru,
in mare lassaiada sa corza.

Lu tenian che lepere in coile
Pro lu faghere scrau in terr’anzena,
minettendhelu inie chin fusile,
li ponian’in trugu sa cadena.

Oe l’ana istruttu su foghile,
obbrigadu est a tramudare,
attraessendhe sas terras e mare,
presentendhesi debile e umìle.

Sa carena, narana: est cosa vile,
e sa vida la lassas’in mare.
E si ti presentas’in sa janna,
s’unica sorte tzerta est sa cundanna.

Gavinu Dettori, dic 2010

L’EMIGRATO, OGGI
Ieri , con la forza, l’uomo
è stato allontanato dalla sua terra.
Legato con catene alle navi,
periva in mare.

Lo prendevano nel suo giaciglio come una lepre,
per farlo schiavo in terra straniera.
Minacciandolo con il fucile
gli legavano la catena al collo.

Oggi gli hanno distrutto il focolare,
obbligandolo ad abbandonare la sua terra.
Attraversando terre e mare,
presentandosi debole e umile

La carne, dicono, è cosa vile
e la vita la perdi nel mare.
Ma se ti salvi e chiedi ospitalità
rischi di essere condannato.

Gavino Dettori

Buona Pasqua, Bona Pasca manna!

A sos de sa rete, caros’amigos
chi amigos lo cherzo in vida puru,
no sufran mai dies de iscuru,
s’amistade los tenza bene unidos.
A Pasca in famillia reunidos,
sa festa la passen’a seguru.
Ammentendhe de Christos, sa vida terrena
chi in rughe est mortu, sufrendh’onzi pena.

Gavinu Dettori