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gli occhiali di Piero su…
Il 6 luglio 1483 viene incoronato re d’Inghilterra Riccardo III.
“L’inverno del nostro affanno si è ora mutato in luminosa estate, grazie a questo bel sole di York, e tutte le nubi che già is addensavano funeste sul tetto della nostra casa sono ora seppellite nel profondo seno dell’Oceano”.
Così Shakespeare, nel suo Riccardo III, magari non del tutto esatto storicamente, ma un vero fosco ritratto del Potere che ogni attore, persino i comici di lungo corso, hanno sognato di mettere in scena. Gobbo e sbilenco, pensavi un po’ ad Andreotti, Laurence Olivier e Vittorio Gassman ne diedero le più grandi interpretazioni. Da dimenticare quella di Enrico Montesano.
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TOMMASO MORO
Il 6 luglio 1535 viene giustiziato il filosofo inglese Thomas More.
L’inventore dell’Utopia nel pensiero politico si era rifiutato di seguire a pecorone le pretese del re Enrico VIII, che per poter andare a ingiuste nozze pretese di cambiare la religione cattolica e di mettersene a capo, lui che era stato insignito del titolo di Defensor Fidei. Thomas More (per gli italiani Tommaso Moro) era uno degli uomini più insigni del suo tempo, era amico di Erasmo da Rotterdam che gli dedicò il suo bello scritto “L’elogio della follia” (Moriae Encomium), e solo pochi anni prima era stato nominato Lord Cancelliere d’Inghilterrra dallo stesso re Enrico VIII.
Dicono che la notte precedente l’esecuzione, prigioniero nella Torre di Londra, egli incanutì di colpo. La sua testa fu esposta per un mese al London Bridge.
Curiosità: aveva scritto una Storia di Riccardo III, che fu fonte all’opera di William Shakespeare, anche se molta parte di essa è immaginaria, come se Moro avesse inteso scrivere più una “storia” dei meccanismi del Potere, quello che ti premia e chi ti ammazza a suo capriccio.