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con gli occhiali di Piero

GLI-OCCHIALI-DI-PIERO1-150x1501414- TOMMASO NAPOLI, su Aladinpensiero di un anno fa, il 20 gennaio 2014.
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Gelsomina di FelliniFEDERICO FELLINI
20 gennaio 1920, nasce a Rimini Federico Fellini.
Ci ha regalato belle poetiche storie, dai Vitelloni (ricordate Sordi e il suo saluto cialtrone “Lavoratoriiii!!…) a La strada a 8 e 1/2, alla Dolce Vita. Ora i vitelloni sono al Governo e nessuno li insegue coi bastoni e le zappe, la vita non è più dolce per nessuno se non per quelle dieci famiglie che arricchiscono, e la strada attende molti senza speranza.
Fellini se n’è andato il 31 ottobre 1993, prima di assistere a questo triste spettacolo.
Nessuno, sembra, ha preso il suo posto.

Gli OCCHIALI di PIERO

GLI-OCCHIALI-DI-PIERO1-150x1501413CITAZIONE DELLA SERA
Dopo la guerra si aveva il sentimento d’aver patito sciagure immeritate ma che facevano parte della Storia, che rendevano partecipi della Storia: non era certo un conforto, ma alle sofferenze dava un senso, un riscatto. Adesso questo manca del tutto: c’è soltanto il sentimento d’un buio in cui stiamo sprofondando. (Federico Fellini, 1992).

SANTI GAVINO PROTO E GIANUARIOSANTI GAVINO PROTO E GIANUARIO
Il 25 ottobre si ricordano, specie a Porto Torres, i martiri turritani, santi Gavino, Proto e Gianuario [guarda le immagine della Basilica nella rubrica di Aladin “La tavolozza di Licia ].
Narra la tradizione che il 25 ottobre 303 Gavino soldato, Proto sacerdote, Gianuario diacono, furono martirizzati ad opera del governatore Barbaro.
Oltre che per la pietas religiosa il fatto è notevole per i sardi in quanto la storia di questi martiri è oggetto della prima opera letteraria teatrale in lingua sarda (esiste anche una versione in latino/italiano, recentemente aggiornata in quinta edizione «Passio Sanctorum Martyrum Gavini Proti et Ianuarii»). Autore un vescovo, Antonio Cano, sassarese, che intorno alla metà del 1400 scrive “Sa vitta et sa morte et passione de sanctu Gavinu Prothu et Januariu“. Così racconta il testo:
sa vitta et sa morte sancti In Sardinia nostra, in cussa temporada,
de morrer pro sa fide fuit sa sorte dada
a sos sanctos martires nostros beneditos,
dominande su mundu cussos maleditos,
in su quale tempus de Diocletianu,
unu rey Barbaru qui fuit Affricanu,
barbaru de natura e gasi nominadu,
su quale haviant de su regnu scazadu
pro haer ite viver lu fetint presidente
cussos imperadores grandes et potentes
in Sardingia et Cossiga por algunos annos
pro persequitare totue sos crestianos…

L’opera del Cano è stata studiata da Francesco Alziator, che ne curò la pubblicazione per la Biblioteca dell’Elefante, Ed. F.lli Fossataro, 1976.