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Elezioni, elezioni
Riflessioni sulle scadenze elettorali e sul ruolo delle autonomie territoriali e della “capitale” della Sardegna.
di Franco Meloni
Le elezioni, come gli esami, non finiscono mai. Abbiamo votato il 25 febbraio per il rinnovo del Consiglio regionale e eletto Alessandra Todde prima presidente donna della storia dell’Autonomia Sarda, mentre nella scadenza unificata dell’8 e 9 giugno siamo chiamati alle urne per il rinnovo dei rappresentanti italiani nel Parlamento europeo, nonché in 27 Comuni sardi per le elezioni amministrative (374.412 elettori). Le elezioni europee sono cruciali per il futuro dell’Unione Europea, che vorremo sempre più entità politica dei popoli e delle persone, non solo comunità economica. Le elezioni amministrative sono importanti per il rinnovo gestionale di tutti i paesi interessati, ma è evidente come l’attenzione dei media e del mondo politico sia puntata soprattutto su Cagliari e Sassari, le due principali città sarde (Cagliari con 133.499 elettori, Sassari con 107.073 elettori), che potrebbero andare ciascuna al ballottaggio tra i due candidati più votati, il 23 e 24 giugno. Così come per le città più piccole con più di 15000 abitanti: Alghero, Monserrato e Sinnai. Il grosso degli elettori si concentra dunque nelle Città metropolitane di Cagliari e di Sassari, che hanno soppiantato sostanzialmente le due vecchie Province, affiancandosi alle restanti sei, con la ridefinizione dei relativi confini. Gli statuti di queste entità intermedie tra Regione e Comuni non prevedono attualmente l’elezione diretta degli organi di governo da parte dei cittadini, nonostante le leggi istitutive lo consentano, limitandosi alla nomina dei rappresentanti da parte dei Comuni: un sistema francamente anti democratico da superare quanto prima.
Una riflessione sembra opportuna sulla recente istituzione della Città metropolitana di Sassari, dopo quella di Cagliari: questo nuovo assetto territoriale contribuisce a togliere ogni ragione di rivalità tra le due più grandi città sarde, frutto di antiche vicende che appartengono al passato, piuttosto che problema reale dei rispettivi abitanti. Certo è che per Cagliari le elezioni ripropongono il dibattito sul suo ruolo rispetto alla Sardegna. Noi sardi nell’intimo serbiamo un sentimento nazionalitario e a prescindere dalle appartenenze politiche, ci sentiamo sardi prima che Italiani ed Europei. Consideriamo la nostra regione quasi uno stato indipendente, non per niente godiamo di un’Autonomia Speciale nell’ambito dello Stato Italiano. Ecco perché nonostante l’attribuzione amministrativa di Cagliari sia “capoluogo” regionale, preferiamo definirla come “capitale” della Sardegna. E’ un titolo prestigioso, che merita nella misura in cui realizza una missione di servizio nei confronti della Sardegna intera, che ritroviamo declinata nelle iscrizioni sulle facciate laterali del Palazzo municipale di Cagliari: “Fortitudo totius insulae” (Coraggio di tutta l’isola), “Insulae decor” (Bellezza dell’isola), “Insulae clavis et robur” (Chiave e forza dell’isola). Ne deriva un impegno programmatico di ampio respiro per il Sindaco metropolitano e gli amministratori comunali di Cagliari, nonché per gli altri Sindaci e amministratori sardi, tra i quali quelli espressi dalle prossime elezioni amministrative.
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di Giorgio Gaber
Generalmente mi ricordo
una domenica di sole
una mattina molto bella
un’aria già primaverile
in cui ti senti più pulito
Anche la strada è più pulita
senza schiamazzi e senza suoni
chissà perché non piove mai
quando ci sono le elezioni
Una curiosa sensazione
che rassomiglia un po’ a un esame
di cui non senti la paura
ma una dolcissima emozione
E poi la gente per la strada
li vedo tutti più educati
sembrano anche un po’ più buoni
ed è più bella anche la scuola
quando ci sono le elezioni
Persino nei carabinieri
c’è un’aria più rassicurante
ma mi ci vuole un certo sforzo
per presentarmi con coraggio
C’è un gran silenzio nel mio seggio
un senso d’ordine e di pulizia
democrazia
Mi danno in mano un paio di schede
e una bellissima matita
lunga sottile marroncina
perfettamente temperata
E vado verso la cabina
volutamente disinvolto
per non tradire le emozioni
E faccio un segno
sul mio segno
come son giuste le elezioni
E’ proprio vero che fa bene
un po’ di partecipazione
con cura piego le due schede
e guardo ancora la matita
così perfetta e temperata
io quasi quasi me la porto via
democrazia.
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