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Rapporto Crenos 2015: un richiamo alle responsabilità dell’Università sarda
Il rapporto Crenos è stato presentato oggi nell’aula magna della facoltà di Ingegneria e Architettura dell’Università di Cagliari – Università della Sardegna. La pubblicazione che contiene il rapporto è disponibile a richiesta per il tramite del sito web del Crenos; una sintesi efficace, a cura dello stesso Crenos, è qui disponibile. Nei mass media locali e in numerosi siti web, istituzionali e no, sono già presenti servizi giornalistici (compresi reportage fotografici) sull’evento. Ne segnaliamo alcuni. Sui contenuti del rapporto torneremo nei prossimi giorni. Rifacendosi alla parte del report sintetico, nella nota odierna ci limitiamo a segnalare il perpetuarsi del “disastro istruzione” che caratterizza negativamente la Sardegna. Non sembra, a nostro avviso, che vi sia la consapevolezza della drammatica situazione e pertanto la volontà-capacità di adottare le misure più opportune, soprattutto da parte di quanti nelle Istituzioni hanno risorse e competenze (quelle formali) per intervenire. Non ci riferiamo solo ai decisori politici. Pensiamo per esempio all’Università, la quale deve assumersi le sue responsabilità. Ma, tanto per fare un esempio, parlando del dato dei laureati (il più basso in Italia) cosa può dire una dirigenza accademica, che speriamo sia al tramonto, che ha fatto la lotta ai fuori-corso, non al fenomeno dei fuori corso, che infatti non ha minimamente risolto, incapace di capire le esigenze delle persone e contribuendo ad aggravare il dato del “numero dei laureati”? Per questa come per altre questioni, come giustamente (e autocriticamente) diceva il “barone” Sabino Cassese, rifacendosi a una famosa frase di J. Kennedy: “Non basta dire quello che il paese può fare per l’Università, dobbiamo anche dire quello che l’Università può fare per il paese. Quindi sarebbe un errore cominciare col dire “Dateci più soldi”. No. Dobbiamo anche dire quali sono le nostre responsabilità. Che cosa abbiamo fatto per evitare tutti gli abbandoni? Perchè l’Italia è riuscita in 50 anni a portare tutti i ragazzi alle scuole elementari e non riusciamo dopo 150 anni a portare alla laurea tutti gli iscritti all’Università? Queste sono nostre responsabilità. E quindi non poniamo il problema esclusivamente in termini rivendicativi. C’è qualcosa che il paese deve fare per l’Università (e, ovviamente, per la ricerca), ma c’è anche qualcosa che l’Università può fare per il paese”.
Ecco, se vogliamo uscire da questa situazione, lo possiamo fare solo partendo dal coraggio di invertire la rotta. Noi siamo con chi vuole cambiare, sapendo che come avversari del cambiamento ci sono molti “lupi travestiti da agnello”, tra questi includiamo Renzi e il suo governo!
I fattori di competitività: note dolenti per istituzioni e istruzione
(…) Il quadro derivante dall’analisi dell’istruzione è assolutamente deficitario. Pur in miglioramento rispetto al 2009, la Sardegna mostra nel 2014 una percentuale di laureati tra la popolazione attiva pari al 13,1%, persino in calo rispetto al 2012 (14%); tale dato colloca la nostra regione ultima fra le regioni italiane e addirittura 265esima (su 269) fra le regioni europee; la media dell’Unione Europea (29,3%) è più che doppia rispetto al dato sardo. Decisamente negativo appare anche il dato sull’abbandono scolastico tra i 18 e i 24 anni. La regione è nona su 269 regioni europee e seconda in Italia per tasso di dispersione: poco meno di un giovane su quattro (il 23,5%) in Sardegna non termina gli studi superiori. Questo dato è migliore in termini assoluti rispetto agli anni precedenti (-0,8% rispetto al 2013 e -2% rispetto al 2012) ma peggiore relativamente al resto delle regioni europee dato che la Sardegna guadagna 4 posizioni in questa classifica. (…) Leggermente migliore la condizione dell’Isola per quanto riguarda il dato sulla formazione permanente degli adulti: la Sardegna si colloca nella prima metà della classifica (125° su 268 regioni) con un tasso del 9,7%, superiore al dato del 2013 (7,4% e 165° posizione), superiore anche al dato nazionale per il 2014 (8,0%) e non lontano dalla media UE28 (10,7%). [i grassetti sono redazionali]
- Il servizio dell’ufficio stampa di Unica.
- Il servizio sul sito della RAS.
- Il servizio su Videolina.
- Il servizio su SardiniaPost.
- Il servizio di CagliariPad.
- Il servizio AGI.