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miracoli dell’Arte
La Madonna di Loreto, del Caravaggio, Chiesa di Sant’ Agostino, (Roma), 1604.
“(…) fece una Madonna di Loreto, ritratta dal naturale, con due pellegrini, uno co’ piedi fangosi e l’altra con una cuffia sdrucita e sudicia e per questo (…) dai popolani ne fu fatto estremo schiamazzo”, scrisse, qualche anno dopo la morte del pittore, il Baglione. In realtà, il committente, il nobile Ermete Cavalletti, si fece ritrarre nelle vesti del pellegrino insieme a sua madre, nelle vesti della vecchia orante, accanto a lui. Posò per la figura di Maria la cortigiana Lena, insieme a Paolino, il suo bimbo, che appare nelle “vesti” di Gesù Bambino benedicente. Il Caravaggio riesce a “mettere insieme” in uno stesso scenario sacro, una prostituta e un bambino di padre ignoto e due personaggi dell’alta società del tempo. Miracolo dell’Arte !
Gli OCCHIALI di PIERO
MIGUEL DE CERVANTES
Il 29 settembre 1547 nasce ad Alcalà de Henares Miguel de Cervantes Saavedra. E’ uno dei pochi straordinari autori capaci di creare un personaggio che diventa più famoso di loro. E’ il caso del Don Chisciotte.
Cervantes parte soldato e alla battaglia di Lepanto (1571) perde la mano sinistra, caso curioso: aveva lasciato la Spagna un anno prima per evitare il taglio della mano destra in seguito a condanna per aver ferito un uomo.
Catturato dai pirati e tenuto prigioniero per cinque anni, liberato grazie ai familiari, torna in Spagna e vive in miseria, vivendo in tanti luoghi diversi: a Esquivias (Toledo), in Andalusia, a Siviglia, a Valladolid. Si sposa nel 1584 e si separa nel 1586. Svolge lavori saltuari, finisce in carcere per illeciti. Nel 1605 è sospettato di omicidio, nello stesso anno pubblica la prima parte del Don Chisciotte. Nel 1606 si trasferisce a Madrid ed inizia qui il periodo più fecondo della sua attività letteraria. Muore a Madrid il 23 aprile 1616.
“La libertad, Sancho, es uno de los màs preciosos dones que a los hombres dieron los cielos; con ella no pueden igualarse los tesoros che encierra la tierra ni el mar encumbre: por la libertad, asì como por la honra, se puede i debe aventurar la vida; y, por el contrario el cautiverio es el mayor mal que puede venir a los hombres”.
MARZABOTTO. Il 29 settembre 1944 e fino al 5 ottobre l’esercito tedesco realizzò uno dei più gravi crimini di guerra contro civili: 1830 morti, compresi donne e bambini.
Albert Kesserling il feldmaresciallo che ordinò la rappresaglia contro i civili per sconfiggere i partigiani della Brigata Stella Rossa.
Capo operazione fu il maggiore Walter Reder: “sarà condannato non perché è un vinto, ma perché è un delinquente”, dirà il PM al processo.
Un insieme di stragi, detto di Marzabotto dal comune più popoloso, ma furono colpiti diversi centri alle pendici di Monte Sole. A Casaglia i tedeschi irruppero nella chiesa dell’ Assunta e uccisero a mitraglia il sacerdote, gli anziani, le donne e i bambini che vi erano rifugiati: 195 morti, 50 bambini. I fascisti della zona e il Resto del Carlino negarono il massacro, ‘voci diffamatorie’ dissero.
Kesserling fu condannato a morte, commutata in ergastolo, rilasciato nel 1952, è morto nel 1960. Reder fu condannato all’ergasto nel 1951, nel 1980 in libertà condizionale, nel 1985 rimpatriato in Austria libero, morì nel 1991.
GENNARINO CAPUOZZO
Il 29 settembre, durante le 4 giornate, muore a Napoli Gennaro Capuozzo.
“Appena dodicenne…partecipò agli scontri sostenuti contro i tedeschi dapprima rifornendo di munizioni i patrioti e poi impugnando egli stesso le armi. In uno scontro con carri armati tedeschi, in piedi, sprezzante della morte, tra due insorti che facevano fuoco, con indomito coraggio lanciava bombe a mano fino a che lo scoppio di una granata lo sfracellava sul posto di combattimento insieme al mitragliere che gli era a fianco.”
(Dalla motivazione della Medaglia d’oro al Valor Militare).
A lui Nanni Loy dedicò il film Le 4 giornate di Napoli.
CARAVAGGIO
Michelangelo Merisi nasce il 29 settembre 1571, l’anno della battaglia di Lepanto. Grande pittore, il più grande del suo tempo, carattere impulsivo e rissoso. Conobbe più volte il carcere, ma nel 1606 la condanna è a morte.
Quindi fa una vita da fuggiasco. Così ne parla il suo cane Cornacchia:
“Era ossessionato dalla testa. Incubi. Si svegliava e si tastava per accertarsi di averla ancora attaccata al collo. E dipingeva teste mozzate. Un giorno lo vidi allegro. Diceva che Papa Paolo gli aveva annullato la condanna al taglio della testa. Allora capii le tante teste mozzate che aveva dipinto. Partimmo per Roma, ma Roma non vidi mai. Si ammalò”. (La casa dello Strego, di Lisei e Marcialis, ed. Condaghes)
Caravaggio muore durante il viaggio da Napoli a Roma, il 18 luglio 1610.
Da una fossa comune, 400 anni dopo, i suoi presunti resti si sono ritrovati.