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in giro con la lampada di aladin…
DIBATTITO. Mettiamo l’Europa nel confronto elettorale. Verso un’Altra Europa: l’appello degli intellettuali per Tsipras
Tsipras alla Commissione Europea, l’appello degli intellettuali
di Paolo Flores d’Arcais
Il Fatto Quotidiano ha pubblicato questo appello corredato dalle sole firme dei suoi estensori. Nei prossimi giorni sarà resa pubblica anche la lista delle adesioni che si stanno raccogliendo, e che sono già ora, prima ancora del suo lancio, molto numerose e qualificate. Verso un’Altra Europa – segue -
La LAMPADA di ALADIN
- Il 2 giugno festa della Costituzione e della Repubblica a Bologna, ma anche a Cagliari e nelle altre città.
- La dieta mediterranea al centro di un progetto europeo “MedDiet – Dieta Mediterranea e valorizzazione dei prodotti tradizionali”.
- Quel paese deluso. Barbara Spinelli su La Repubblica.
- Forum PA: Quale PA per il paese. Intervento del ministro per gli Affari regionali e Autonomie Graziano Delrio
Facciamolo!
COME VANNO LE COSE
Le cose vanno all’incirca così. In un primo tempo, il “genio”, sbarazzatosi del filo con cui un tempo la ragione lo guidava, si compiace molto dell’audacia dei propri slanci. Presto anche altri sono incantati dalla perentorietà delle sue affermazioni e dalle sue grandi aspettative, ed egli sembra essersi ormai assiso su un trono che la ragione grave e pedante male adornava, pur continuando a servirsi del suo linguaggio.
Noi, comuni mortali, chiamiamo ESALTAZIONE la massima qui assunta della nullità della ragione supremamente legislatrice, mentre quei favoriti della natura benevola la chiamano “illuminazione”.
(Immanuel Kant, Che cosa significa orientarsi nel pensiero, 1786).
Mai, dal dopoguerra a oggi, il Parlamento italiano è stato così profondamente rinnovato dal voto popolare. Per la prima volta i giovani e le donne sono parte cospicua delle due Camere. Per la prima volta ci sono i numeri per dare corpo a un cambiamento sempre invocato, mai realizzato. Sarebbe grave e triste che questa occasione venisse tradita, soprattutto in presenza di una crisi economica e sociale gravissima.
Noi chiediamo, nel nome della volontà popolare sortita dal voto del 24-25 febbraio, che questa speranza di cambiamento non venga travolta da interessi di partito, calcoli di vertice, chiusure settarie, diffidenze, personalismi. Lo chiediamo gentilmente, ma ad alta voce, senza avere alcun titolo istituzionale o politico per farlo, ma nella coscienza di interpretare il pensiero e le aspettative di una maggioranza vera, reale di italiani. Questa maggioranza, fatta di cittadine e cittadini elettori che vogliono voltare pagina dopo vent’anni di scandali, di malapolitica, di sperperi, di prepotenze, di illegalità, di discredito dell’Italia nel mondo, chiede ai suoi rappresentanti eletti in Parlamento, ai loro leader e ai loro portavoce, di impegnarsi fino allo stremo per riuscire a dare una fisionomia politica, dunque un governo di alto profilo, alle speranze di cambiamento.
Michele Serra,
Roberto Benigni,
don Luigi Ciotti,
Oscar Farinetti,
don Andrea Gallo,
Lorenzo Jovanotti,
Carlo Petrini,
Roberto Saviano,
Salvatore Settis,
Barbara Spinelli,
Fabio Fazio,
Gino Paoli
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Altro che Pd meno elle! Sono Beppe Grillo e il M5S i più grandi alleati di Silvio Berlusconi!
by vitobiolchini
Berlusconi dunque è tornato in piazza. Con i suoi inni, con i suoi figuranti, con i suoi soliti toni eversivi. È tornato in piazza per attaccare la magistratura, i “comunisti”, i giornalisti, le istituzioni democratiche: per attaccare tutto e tutti. Berlusconi ha riproposto per l’ennesima volta il suo solito schema. Giusto per non farci dimenticare, in questa nuova stagione politica che si è appena aperta, in che modo è stato creato e mantenuto il consenso dal 1994 ad oggi.
Berlusconi è tornato in piazza perché teme di essere estromesso dalla scena politica per effetto di tre dinamiche che stanno arrivando a compimento praticamente contemporaneamente.
La prima dinamica è quella giudiziaria: alcuni dei numerosi processi cui è sottoposto stanno per concludersi, e Berlusconi rischia l’estromissione dai pubblici uffici. La manifestazione di ieri puntava soprattutto a mettere sotto pressione la magistratura.
La seconda è quella istituzionale: nel caso dell’elezione al Quirinale di un esponente del centrosinistra, Berlusconi sarebbe isolato, senza una sponda futura su cui contare per il suo partito.
La terza dinamica è strettamente politica, e attiene al tentativo di Pierluigi Bersani di formare un nuovo governo. Berlusconi sa bene che il presidente del Consiglio in pectore per ottenere la fiducia al Senato dovrà in qualche modo attingere anche dallo schieramento di centrodestra, in maniera ovviamente più o meno dichiarata. Il leader del Pd spera che qualche assenza strategica faccia abbassare il quorum, dopodiché ci penserebbero i voti in libera uscita dai tre schieramenti all’opposizione (Monti, Pdl e M5S) a consentire la nascita del nuovo governo. Un sentiero effettivamente stretto e impervio.
Perché se qualcosa non dovesse andare per il verso giusto, Berlusconi potrebbe a buon diritto dimostrare che il primo governo Bersani non può fare a meno del sostegno del centrodestra. Sarebbe “l’abbraccio mortale” tanto auspicato da Beppe Grillo.
Di fatto dunque ci sono tre scenari possibili, e due di questi sono entrambi graditi a Grillo e Berlusconi.
Il primo è che, con tutti gli accorgimenti che abbiamo visto prima (e cioè rosicchiando voti a Monti, al Pdl e al M5S), Bersani riesca ad ottenere la fiducia al Senato.
Il secondo è che Bersani ottenga la fiducia al Senato attingendo soprattutto dai voti del Pdl, e in questo caso sarebbe ostaggio di Berlusconi e vittima degli attacchi di Grillo.
Il terzo scenario è che Bersani fallisca in maniera clamorosa e a quel punto nuove elezioni sarebbero inevitabili. Una ipotesi, anche questa, gradita sia a Grillo che a Berlusconi.
Esiste ovviamente un altro scenario, il primo che era stato prospettato dal centrosinistra: un’alleanza tra il Pd e il M5S in grado di estromettere definitivamente dalla scena democratica e istituzionale del paese Silvio Berlusconi.
Perché mai negli ultimi vent’anni le forze contrarie al Pdl e a Berlusconi erano presenti in parlamento in maniera così preponderante.
Siamo dunque di fronte ad una occasione unica e forse irripetibile, un’occasione storica: possiamo liberarci di Berlusconi. Liberarci di lui definitivamente, senza dover lasciare questo compito alla magistratura. Liberarci di lui in parlamento e in parlamento votare le leggi sul conflitto di interessi, sul falso in bilancio, contro la corruzione, contro la mafia.
Tutto questo si potrebbe fare solo se Beppe Grillo lo volesse. Ma Grillo evidentemente non lo vuole. Grillo non parla della manifestazione di ieri di Berlusconi, Grillo non sente la responsabilità storica di essere colui che può estromettere definitivamente dalla scena politica il Cavaliere di Arcore. Perché Grillo pensa che Pd e Pdl siano la stessa cosa, e su questa stupidaggine si fonda tutto il suo pensiero “alternativo”.
Per questo Berlusconi sopravviverà anche a questo passaggio (il più pericoloso per lui in questi anni) e il merito sarà solamente di Beppe Grillo e del Movimento 5 Stelle. Di fatto, al di la di mille parole, i più grandi alleati di Silvio Berlusconi.
Post scriptum
E infatti della manifestazione di ieri in piazza di Berlusconi, Beppe Grillo e il M5S non hanno niente da dire.
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PER ADERIRE ALL’APPELLO