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Resistere e sperare. UN APPELLO AI GIOVANI DEL MONDO
Resistere e sperare
UN APPELLO AI GIOVANI DEL MONDO
Due grandi testimoni del nostro tempo chiedono alle nuove generazioni di impegnarsi a costruire un mondo più giusto, libero dalle armi nucleari, preservato nella natura e nel clima e capace di riconoscere tutti gli esseri umani come cittadini
Adolfo Pérez Esquivel e Daisaku Ikeda
Adolfo Perez Esquivel, argentino, Premio Nobel per la Pace 1980, educatore e testimone per i diritti umani, e Daisaku Ikeda, giapponese, presidente della comunità buddista internazionale Soka Gakkai con oltre 12 milioni di membri in 192 Paesi, hanno consegnato il 6 giugno a Roma, a giovani di diverse nazionalità, il seguente appello
Ci rivolgiamo ai giovani del mondo affinché si uniscano per affrontare le importanti sfide dell’umanità e divengano costruttori della propria vita e della storia del nuovo millennio.
Premessa
Siamo assolutamente certi che se i giovani sapranno unirsi, potranno trovare soluzioni per percorrere insieme nuove strade di convivenza, di resistenza e di speranza. Pur rimanendo ognuno nei propri luoghi d’appartenenza e mantenendo la propria identità culturale e spirituale, essi potranno generare un impeto irrefrenabile di azioni positive e collettive.
In questo XXI secolo, l’umanità è chiamata ad affrontare continui cambiamenti e difficili prove.
Bisogna conservare la memoria perché essa illumina il presente e genera la capacità e la resilienza dei popoli per costruire nuove alternative, luci di speranza per far sì che “un altro mondo sia possibile”.
Il XX secolo ha segnato profondamente, tra luci e ombre, il cammino dell’umanità, generando asimmetrie e ingiustizie tra ricchi e poveri, tra i cosiddetti paesi sviluppati e quelli esclusi e in via di sviluppo, producendo distanze che ogni giorno diventano più profonde. La fame è un crimine e la lotta contro la povertà deve essere al centro di ogni politica.
Bisogna lavorare per sostenere l’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite che punta a “trasformare il nostro mondo”. Per cooperare all’obiettivo di sradicare la povertà dal nostro pianeta, dobbiamo superare le differenze tra paesi, etnie, religioni e culture.
Le sfide per il futuro
In questi ultimi tempi si sono fortunatamente registrati segnali significativi che hanno suscitato nuove consapevolezze.
Uno di questi è l’Accordo di Parigi che stabilisce misure contro il riscaldamento globale. Tale Accordo, ratificato dalla maggior parte dei Paesi, è entrato in vigore nel novembre del 2016, momento di crescente minaccia di fenomeni metereologici e di significativo innalzamento del livello del mare.
Un altro passo in avanti si è fatto con l’approvazione, nel luglio del 2017, del Trattato di proibizione delle armi nucleari. L’accordo vincola giuridicamente la comunità internazionale e stabilisce l’assoluta proibizione di produzione e uso di questi armamenti. A novembre dello scorso anno, il Vaticano, per volontà di Papa Francesco, ha organizzato una conferenza internazionale dal titolo Prospettive per un mondo libero da armi nucleari e per il disarmo integrale.
E’ impellente trovare il coraggio di sradicare la minaccia nucleare e l’ambizione di potere e di sicurezza di alcuni paesi che si disinteressano della vita e della dignità dei popoli. E’ necessario e urgente “disarmare la ragione armata”.
Il nostro dialogo sui temi di natura planetaria è ininterrotto ed è sostenuto dalla nostra illimitata fede nel potenziale dei giovani.
I giovani del mondo si sono uniti per condurre la Campagna Internazionale per l’Abolizione delle Armi Nucleari (ICAN). Ciò ha messo in moto un’azione decisiva della società civile che ha portato all’adozione del trattato sopra menzionato.
Il divenire del genere umano dipende dal presente e da come i giovani avranno il coraggio di affrontare la realtà, senza lasciarsi piegare dalle avversità.
Martin Luther King ha detto: “Siamo sempre alla soglia di una nuova alba”.
Noi siamo convinti che la speranza e la volontà di costruire una nuova alba per l’umanità e per tutti gli esseri viventi della nostra Casa Comune, del nostro Pianeta Terra, non verranno mai meno.
Il problema dei rifugiati è incombente. Milioni di persone vedono la propria vita e la propria dignità violate dalle guerre e dai conflitti armati, dalla fame e dalle violenze sociali e strutturali. Dobbiamo essere solidali e aprire le braccia, la mente e il cuore ad ognuno di loro per cambiare la grave situazione in cui versano.
Il nostro messaggio ai giovani
Rivolgiamo questo Appello ai giovani del mondo affinché assumano con responsabilità il cammino della vita insieme ai loro popoli. Non dimenticate mai che ciò che si semina si raccoglie. La minaccia delle armi nucleari, l’incremento dei rifugiati, i fenomeni metereologici estremi causati dal riscaldamento globale, l’avarizia degli speculatori finanziari che aggravano la distanza tra ricchi e poveri rappresentano i principali problemi legati alla lotta sfrenata per la supremazia militare, politica ed economica, che offusca la nostra casa comune, il nostro pianeta Terra.
La smisurata ambizione di potere e ricchezza, che si traduce nell’affanno di ottenere tutto facilmente e rapidamente, è una tendenza preoccupante della società attuale.
La sapienza orientale ricorda che tale ottenebramento è provocato da tre impulsi negativi: l’avidità retta da un irreprimibile egoismo, l’odio e la stupidità che ci fa perdere il giusto cammino della nostra vita e della società.
Gandhi esortava le persone a giudicare le proprie parole e le proprie azioni, riflettendo sull’influenza che queste avrebbero esercitato sui più poveri e indifesi, senza dimenticare mai il loro volto. Lesse con grande interesse l’opera Unto this last del filosofo John Ruskin, il cui titolo era in armonia con il suo pensiero: ogni società deve svilupparsi soppesando il benessere dei più bisognosi, senza che nessuno venga lasciato indietro. Questa visione coincide con l’ideale umanistico del lemma “non lasciare indietro nessuno” che è tra gli Obiettivi dello Sviluppo Sostenibile (ODS) delle Nazioni Unite.
Il nostro messaggio alla Comunità Internazionale
Attraverso questo Appello congiunto vi chiediamo di sostenere delle azioni che fermino gli eccessi del progresso per ristabilire l’equilibrio tra l’essere umano e la Madre Terra.
Chiediamo che venga rafforzato il ruolo dei giovani attraverso l’educazione a una cittadinanza mondiale capace di costruire società inclusive.
Crediamo sia necessario implementare, in tutto il pianeta, fino al 2030, nuovi progetti destinati a formare una cittadinanza mondiale e sostenere i giovani per far sì che sviluppino le loro illimitate capacità.
Le principali azioni dovranno essere:
– Promuovere una coscienza collettiva a partire dalla memoria della storia universale per far sì che non si ripetano le stesse tragedie.
– Far comprendere che la Terra è la nostra Casa Comune, e nessuno deve essere escluso da essa a causa delle proprie differenze.
– Favorire un indirizzo umano della politica e dell’economia e coltivare la saggezza per giungere a un futuro sostenibile.
Per compiere questi obiettivi, i giovani dovranno unirsi tutti assieme e dovranno generare una forza d’azione dinamica che permetta loro di affrontare le sfide planetarie come la proibizione e l’eliminazione delle armi nucleari, la costruzione di una cultura dei diritti umani e la difesa della Madre Terra.
Tenere in alto la fiaccola dell’amicizia
Noi due abbiamo vissuto le tempeste delle guerre e le violenze del XX secolo. Queste esperienze hanno indirizzato i nostri continui sforzi per accrescere i legami di fraternità tra i popoli, superando ogni differenza etnica o religiosa.
Sentiamo quindi il bisogno di avvicinarci ai giovani del XXI secolo per affidargli il compito di tenere in alto la fiaccola dell’amicizia, di sostenere con coraggio l’unità nella differenza e incoraggiare la solidarietà tra i popoli.
Noi, Adolfo Pérez Esquivel e Daisaku Ikeda, riteniamo che, per le società contemporanee e future, sarà estremamente importante che i giovani si uniscano ed assumano l’impegno, insieme ai popoli, di difendere la dignità della vita, di combattere le ingiustizie, di condividere il cibo che nutre il corpo e lo spirito e la libertà, per inaugurare una nuova alba di speranza.
Se faranno questo, potranno costruire un prezioso patrimonio universale spirituale dell’umanità e un nuovo mondo giusto e solidale.
5 giugno 2018
Adolfo Pérez Esquivel e Daisaku Ikeda
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Su Repubblica.it online
Parte da Roma un appello mondiale ai giovani: resilienza e speranza per una nuova era
L’invito lanciato dal Nobel per la Pace argentino Adolfo Pérez Esquivel e dal leader buddista giapponese Daisaku Ikeda
di MARIA CRISTINA FRADDOSIO
07 giugno 2018
Parte da Roma un appello mondiale ai giovani: resilienza e speranza per una nuova era.
ROMA – “Ci rivolgiamo ai giovani del mondo affinché si uniscano per affrontare le importanti sfide dell’umanità e divengano costruttori della propria vita e della storia del nuovo millennio”. Inizia così l’appello alla resilienza e alla speranza, lanciato martedì 5 giugno presso la sede della Stampa Estera a Roma, dal Nobel per la Pace argentino Adolfo Pérez Esquivel e dal leader buddista giapponese Daisaku Ikeda, rappresentato da suo figlio Hiromasa. Un dialogo ininterrotto li lega da anni.
Buona parte delle loro riflessioni condivise sono racchiuse nel libro presentato lo scorso anno a Roma: “La forza della speranza – Riflessioni sulla pace e i diritti umani nel terzo millennio”. Sono tornati nella capitale per rivolgersi ai giovani di tutto il mondo, passando loro il testimone “affinché assumano con responsabilità il cammino della vita insieme ai loro popoli”. Lo hanno reso noto durante la conferenza stampa e, ieri, durante l’incontro presso l’Ex Dogana a cui hanno partecipato circa mille giovani provenienti da numerose associazioni religiose e laiche della capitale. “La minaccia delle armi nucleari, l’incremento dei rifugiati, i fenomeni metereologici estremi causati dal riscaldamento globale, l’avarizia degli speculatori finanziari che aggravano la distanza tra ricchi e poveri” – si legge nel documento – “rappresentano i principali problemi legati alla lotta sfrenata per la supremazia militare, politica ed economica, che offusca la nostra casa comune, il nostro pianeta Terra”.
Il Nobel argentino. “Il mondo è in una fase di retrocessione. Dobbiamo far camminare la parola”, ha dichiarato Adolfo Pérez Esquivel, ottantasette anni, in prima linea nella difesa dei diritti umani attraverso il Servicio Paz y Justicia dell’America Latina e da sempre al fianco dei familiari dei desaparecidos. Lui stesso, incarcerato nel 1977 a Buenos Aires, si è salvato in extremis rischiando di essere lanciato da un aereo nel Río de la Plata. “I giovani non sono il futuro – ha aggiunto il Nobel argentino – sono il presente. Non vogliamo giovani addomesticati. Siate ribelli”. Duro l’attacco contro l’economia speculativa: “Milioni di rifugiati necessitano che Europa e Stati Uniti, i paesi più ricchi, li accolgano e li abbraccino perché sono nostri fratelli”. Nel passaggio del testimone sono state anche rese note le azioni da compiere: conservare la memoria, lavorare per sostenere l’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite, sradicare le differenze tra paesi, etnie, religioni e culture, promuovere una coscienza collettiva, comprendere che la Terra è la nostra Casa Comune e favorire un indirizzo umano della politica e dell’economia.
Il leader buddista mondiale. Ricordando il ruolo dei giovani nella campagna di sensibilizzazione per un mondo libero dalle armi nucleari, coronato con il Nobel a ICAN nel 2017, e l’incontro dello scorso anno in Vaticano organizzato da Papa Francesco, Hiromasa Ikeda ha detto: “Mio padre quest’anno ha compiuto novant’anni e desidera trasmettere qualcosa di spirituale ai giovani. Osservando le antiche rovine ha preso una decisione in cuor suo, che questo spirito in difesa della vita possa continuare in eterno”. Daisaku Ikeda, presidente dell’istituto buddista Soka Gakkai Internazionale che conta 12 milioni di membri in 192 paesi, è da anni impegnato nella promozione su scala mondiale della cultura, della pace e dell’educazione. Uno dei suoi motti – ha ricordato suo figlio – è che “per realizzare una nuova era, sono necessarie la forza e la passione dei giovani”. “Sono convinto” – ha aggiunto – “che il significato di questo appello emergerà in futuro”.
Da Roma parte una nuova era. Mille i giovani che hanno preso parte all’incontro con i due grandi promotori di pace del nostro secolo. Tante anche le associazioni religiose presenti. Roma, per due giorni, è stata la protagonista indiscussa di un movimento che ambisce a unire i giovani del pianeta per costruire una nuova era. “Centro del mondo sin dall’antichità” - ha detto Hiromasa Ikeda – “il valore di Roma non è solo nei reperti archeologici, ma anche nelle nuove generazioni che vivono qui e che stanno costruendo una nuova cultura e una nuova filosofia. Per questo è il luogo giusto per lanciare il nostro appello”. Due giovani romani, Paloma studentessa e Jacopo musicista, hanno risposto all’appello in rappresentanza dei coetanei di tutto il mondo. “Siate i protagonisti della vostra vita”, ha detto loro Pérez Esquivel, impegnandosi assieme a Daisaku Ikeda a continuare a camminare al loro fianco.
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L’Appello dei Premi Nobel per un mondo libero dalle armi
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