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Oggi venerdì 26 luglio 2024

img_3099 Sardegna: parte la raccolta firme per un referendum consultivo contro la speculazione energetica .
26 Luglio 2024
Andrea Pubusa su Democraziaoggi.
In Sardegna, assieme a quella contro la legge Calderoli, è iniziata la raccolta delle firme per bloccare i progetti di parchi eolici e fotovoltaici nell’isola in assenza di un adeguato piano energetico regionale. A lanciarla è stato il “Comitato per il No”, che punta ad ottenere presto le 10mila firme necessarie per l’indizione di […]
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us-26724Oggi, sulla prima pagina de L’Unione Sarda online campeggia questo titolo: Eolico, il Comitato per l’insularità: «La Giunta difenda l’Isola»
L’appello a Todde: «Eserciti i poteri assegnati dallo Statuto e impugni il decreto Pichetto Fratin». Annunciata la raccolta di firme per «dare voce ai sardi». Analogo il titolo del quotidiano cartaceo. Faccio solo un’osservazione: l’appello non va rivolto solo alla Giunta, che rappresenta tutti i sardi, ma è pur sempre espressione della maggioranza che ha vinto le elezioni, quanto all’intero Consiglio regionale, che rappresenta tutte le componenti dell’elettorato. Saranno poi gli elettori a decidere. Il quesito posto dal “Comitato per il No”, nell’intento di raccogliere in tempi brevi le 10mila firme necessarie, così recita: «Volete voi che il paesaggio sardo, terrestre e marino, sia modificato con l’installazione sul terreno e in mare di impianti industriali eolici e/o fotovoltaici per la produzione di energia elettrica?». La risposta è ovvia e sembrerebbe non opporsi all’utilizzo di impianti per generare energia rinnovabile, se non solo (si fa per dire!) a quelle installazioni che in terra e in mare modifichino il paesaggio sardo. Pertanto devono essere i sardi, attraverso le loro rappresentanze politiche, a dire dove eventualmente possono essere installati, in terra e in mare, impianti industriali eolici e/o fotovoltaici per la produzione di energia elettrica. Così almeno capisco io. E sono d’accordo, così come credo lo sia la stragrande maggioranza dei sardi. Dunque, come giustamente sostiene Andrea Pubusa, con tutte le precisazioni di carattere giuridico: sono tante le “buone ragioni per sostenere questa iniziativa, nella speranza che favorisca uno spirito unitario che finora manca”.
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img_8007Il parere esperto di Antonio Dessì
(Sulla sua pagina fb)
Sboccino i mille fiori, ma metto le mani avanti e manifesto preoccupazione.
Il movimento di protesta contro l’indiscriminata proliferazione di impianti industriali eolici e fotovoltaici va diffondendosi con la costituzione di molti comitati locali e si stanno coagulando alcune iniziative formali di richiesta di consultazioni popolari.
Una è stata lanciata nei giorni scorsi, quella della raccolta di firme per un referendum consultivo da parte del “Comitato regionale per il No”: https://www.lindipendente.online/2024/07/15/sardegna-parte-la-raccolta-firme-per-un-referendum-contro-la-speculazione-energetica/.
Un’altra è stata preannunciata ieri da parte del Comitato tecnico-scientifico per l’Insularità:
https://www.unionesarda.it/news-sardegna/eolico-il-comitato-per-linsularita-la-giunta-difenda-lisola-yr2onqhe.
Ci scrivo, su entrambe, poche righe critiche, ma premetto che non sono contrario per principio a nessuna delle due iniziative, poi spiegherò per quale motivo.