Risultato della ricerca: PARCO GEOMINERArio
E’ online il manifesto sardo trecentonove
Il numero 309
Il sommario
Perché è importante bloccare la legge scempia-coste (Stefano Deliperi), Videoconferenza sul diritto alla salute in Sardegna ai tempi del COVID-19 (red), Il patrimonio archeologico sparisce dal parco geominerario. E ora? (Carla Perra), L’origine del razzismo negli Stati Uniti (David C. Nilson), Joseph Stiglitz e il futuro del capitalismo (Gianfranco Sabattini), Perché l’Ersu a Sassari continua a negare il diritto allo studio? (red), Appello per il referendum. No alla grande menzogna (red), Buoni motivi per partecipare alla Black Trans Lives Matter (red).
E’ online il manifesto sardo duecentonovantuno
Il numero 291
Il sommario
Identità e falsificazioni (Marco Ligas), Parco geominerario della Sardegna e assenza di credibilità (Stefano Deliperi), Quando gli interessi delle istituzioni prevalgono sui bisogni di salute delle persone (Massimo Dadea), Siamo troppi (Graziano Pintori), Spazi, frontiera necessaria (Paolo Carta), L’Italia ha veramente bisogno dei migranti? (Gianfranco Sabattini), Turchia e dintorni. Erdoğan versus Kaftancioğlu (Emanuela Locci), Ciao Delia, grazie a nome di tutte e tutti (Alessandra Liscia), Contro la repressione, in piazza a Mosca c’è anche la sinistra (Yurii Colombo), Cosa dovrebbe favorire una legge elettorale (Stefano Puddu Crespellani), Geoparco e Rwm (Arnaldo Scarpa), Appello per il rispetto della memoria e della storia (red), Basi militari, il mondo della cultura sostiene la partecipazione alla manifestazione di Capo Frasca (red).
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Oggi giovedì 26 settembre 2019
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———————Opinioni,Commenti e Riflessioni———————————
Il Parco geominerario della Sardegna espulso dalla rete UNESCO. Una fine annunciata.
26 Settembre 2019
Tonino Dessì su Democraziaoggi.
Non sono mai stato convinto della formula istituzionale adottata per la valorizzazione delle straordinariamente importanti vestigia minerarie della Sardegna.
L’accorpamento, mediante legge n. 388/2000, sotto l’ombrello-quadro della legge n. 394/1991, dell’intero patrimonio sparso per tutta l’Isola mi parve fin dall’inizio concentrare due difficoltà.
La prima era quella insita nel modello […]
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Piketty: il capitalismo non è più in grado di giustificare le sue disuguaglianze
[di Fabrizio Tonello]
By sardegnasoprattutto/ 23 settembre 2019/ Culture/
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La storica sentenza della Corte Costituzionale sull’aiuto al suicidio.
26 Settembre 2019
A.P. su Democraziaoggi.
Ho sempre ritenuto che il diritto sia accettabile (non dico giusto) quando risponde al buon senso. Così è del tutto ragionevole, al di là di ogni credo, che in casi come quello del Dj Fabo o della Englaro di Uelbi, ci sia l’assistenza pubblica al fine vita. Non lo è invece generalizzare, non tener conto […]
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La Sardegna respinga i doni avvelenati dei finti Re Magi
Quest’anno diffidate dei finti Re Magi Gentiloni – Calenda – Pinotti che vengono In Sardegna a portare a noi sardi doni taroccati e avvelenati che i nostri politici guidati dal Presidente della Giunta Francesco Pigliaru ricevono reverenti e festanti.
L’IMBROGLIO DELL’EX-ALCOA
Vogliono farci credere di aver risolto definitivamente la Vertenza ALCOA e non dicono di aver utilizzato 200 milioni di euro dei contribuenti per comprare – tramite l’Agenzia governativa Invitalia – una fabbrica obsoleta, regalando alla multinazionale americana i fondi delle mancate bonifiche e della multa milionaria non pagata dall’Azienda alla Comunità Europea sulla sovrattassa energetica. Una fabbrica, i cui impianti sono fermi da 5 anni e, se mai riprenderà a funzionare, avrà produzioni fuori mercato per gli alti costi energetici, rivelandosi una grande truffa milionaria a favore delle multinazionali l’americana Alcoa e la subentrante svizzera Syder Alloys e dello stesso ministro Calenda suo grande comis.
Anche la Regione Sardegna ci metterà del suo con 8 milioni di euro per coprire i costi della cassa integrazione nelle more del riavvio dell’impianto.
LE BONIFICHE DI FURTEI A SPESE NOSTRE
Ma la generosità della Giunta Pigliaru è illimitata e non si dimentica dei disastri ambientali provocati dalle Aziende in fuga come la Sardinia Gold Mining, la Medoro, la Sardgold e Bufalo Gold che a Furtei hanno devastato 530 ettari di terreno alla ricerca dell’oro utilizzando l’arsenico. Ebbene la Regione sborsa 56 milioni di euro di soldi nostri per le bonifiche senza imputare i danni ai veri colpevoli contro il Principio europeo: “Chi inquina deve pagare”.
L’EURALLUMINA
La politica industriale di questa Giunta, che aveva promesso una svolta verso una nuova fase di sviluppo, è un vero disastro, tutta rivolta al passato nel recupero di industrie decotte ed impattanti per l’ambiente come l’Eurallumina, dove si butteranno 170 milioni di euro di soldi pubblici nella costruzione di una centrale a carbone a 400 metri dalla cittadina di Portoscuso per rimettere in moto una fabbrica tra le più inquinanti d’Europa col conseguente aggravio del disastro ambientale già in atto con la sopraelevazione del bacino dei fanghi rossi e la ripresa delle polveri rosse che il vento spingerà verso la meravigliosa città di Carloforte, compromettendone l’attività turistica e la pesca.
LA CHIMICA VERDE
Questo Governo, guidato prima da Renzi ed ora da Gentiloni, supportato dalla Giunta Regionale Pigliaru, dalla Confindustria Sarda e dai Sindacati CGIL/CISL/UIL/UGL rilancia per Portotorres ed il Nord Sardegna Il Progetto della la Chimica Verde che è un vero mega impianto che brucia i cardi che andranno a ricoprire centinaia di migliaia di ettari di terreni sottratti all’agricoltura.
La Sardegna viene confermata come Piattaforma energetica europea e la nostra classe politica plaude e questa scelta, nascondendo la realtà per la nostra isola di mega pattumiera nel Mediterraneo dove i rifiuti di mezza Europa, tra cui quelli industriali nocivi e a rischio radioattività verranno scaricati impunemente nella nostra terra.
LE BONIFICHE A LA MADDALENA A SPESE NOSTRE
Ci costeranno 50,4 milioni di euro le bonifiche dell’ex-Arsenale de La Maddalena e nessun euro verrà imputato alle mancate bonifiche dell’era Berlusconi/Bertolaso, anzi la Protezione Civile corrisponderà 21 milioni di euro alla Mita Resort di proprietà della Mercegaglia.
LA FABBRICA DI BOMBE DI DOMUSNOVAS E LE SERVITU’ MILITARI
La ministra Pinotti continua a negare che in Sardegna a Domusnovas si producono le bombe che l’Italia vende all’Arabia Saudita per distruggere le popolazioni inermi dello Yemen. Dobbiamo convincerci che produrre bombe e strumenti di morte NON E’ LAVORO. Il recente Accordo sulle Servitù Militari, che vengono confermate e rafforzate nell’isola portandosi dietro una scia di veleni e di morti, è l’ultimo dono subdolo-pieno di bugie ed inganni.
IL RIGASSIFICATORE DI GIORGINO
Alle porte della Città di Cagliari, ad appena 300 metri dallo storico Villaggio dei pescatori di Giorgino ed a 500 metri dove sorgerà il Campus Universitario viene progettato un mega impianto della capacità di 22 mila metri cubi di gas con 18 serbatoi criogenici alti 6 metri. Questo impianto viene definito dai responsabili della Ditta ISGAS a “zero rischi”, ma non rispetta le leggi che ne vietano la costruzione vicino ai centri abitati nè viene applicato il principio europeo della precauzione. Le Autorità regionali, il Sindaco di Cagliari e tutti gli Enti presenti nell’area, compresa l’Autorità Portuale devono essere richiamati a responsabilità diretta.
IL DISASTRO NELLA SANITA’ PUBBLICA
La chiusura di molte strutture sanitarie nei territori e la diminuzione di numerose prestazioni mediche e di Servizi sanitari gridano vendetta ed i sardi si ricorderanno della Riforma sanitaria fallita al momento del Voto. Ormai tanti sardi sono costretti a rinunciare a cure e medicinali sempre più costosi e questo è un aspetto che aggrava la povertà già molto diffusa nella nostra isola.
DISOCCUPAZIONE GIOVANILE
La disoccupazione giovanile in Sardegna è al 53.6 % secondo i recenti dati Eurostat e finché questo dato si manterrà costante nessun piano di sviluppo potrà essere considerato serio né può essere credibile il Piano per il lavoro – LavoRas - recentemente approvato all’interno della Manovra Regionale 2018 senza vincoli, che, al netto dei 100 milioni di euro residui del Piano Sulcis, prevede una dotazione di ulteriori 27 milioni e 960 mila euro. Vigileremo sui destinatari di questo investimento e conteremo ad uno ad uno i nuovi posti di lavoro.
VERTENZE ANCORA APERTE
I lavoratori della Miniera di Bauxite di Olmedo, la Keller di Villacidro, il sugherificio Ganau di Tempio, la CLEA di Olbia, la Saipem di Arbatax, la Legler di Macomer, i lavoratori Ati-Ifras del Parco Geominerario per citare le vertenze più importanti in campo industriale che attendono riposte da numerosi anni. Guardiamo ai settori in crisi nell’edilizia, nell’agricoltura, nell’allevamento, nella pastorizia, nella pesca, nel settore del commercio e dell’ambulantato. Poniamo mano al settore trasporti da e per la Sardegna, migliorando il trasporto interno dove manca una rete ferroviaria efficiente e veloce.
CONCLUSIONI
Povera Sardegna, governata da una Giunta di basso profilo, subalterna, a capo chino e col cappello in mano verso un Governo nazionale che amico non è.
Occorre un colpo di reni, una rivolta pacifica e civile di popolo che ci aiuti a cambiare pagina per perseguire una via di sviluppo ecocompatibile, liberando la Sardegna dalle servitù militari e industriali. Riprendiamoci la nostra terra, riscoprendo la nostra vocazione agropastorale con investimenti mirati e produttivi nell’agroalimentare ed industrie di trasformazione. Riscopriamo la bellezza della nostra terra, investendo in turismo e cultura, in ricerca, in tecnologia e innovazione . Facciamo della Sardegna un’isola di pace, aperta all’Europa ed al mondo e l’indipendenza con i suoi valori identitari sia il suo orizzonte.
APPELLO
SABATO 6 GENNAIO ALLE ORE 10.00 CI TROVEREMO TUTTI SOTTO IL PALAZZO DELLA GIUNTA REGIONALE IN VIALE TRENTO PER REGALARE AL PRESIDENTE DELLA GIUNTA PIGLIARU SACCHI DI CARBONE PER LE SUE INADEMPIENZE VERSO IL POPOLO SARDO.
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Governo della Regione. Si può fare di più, molto di più. La Sardegna ne ha bisogno. DIBATTITO – VALUTAZIONI e DIBATTITO
Proseguiamo nella pubblicazione di riflessioni di valutazione critica dell’operato della Giunta regionale (e non solo), auspicando positivi cambiamenti di politiche e, ovviamente, di persone che sappiano interpretarli e rendere efficaci. E’ la volta di Alessandro Mongili che ha scritto l’articolo che sotto riproduciamo per la rivista on line SardegnaSoprattutto.
La fine dell’indipendentismo?
di Alessandro Mongili
- By sardegnasoprattutto/ 12 settembre 2015/ Società & Politica/
Ci sono vicende che segnano, o illuminano, intere fasi politiche. Fra di esse, la dadaista vicenda del sindaco andata/ritorno Delunas sicuramente impressiona, diverte, e insieme deprime. Impressiona per la cecità di questi politici sardi. Diverte perché aggiunge una nota di grottesco e di ubuesco alle solite squallide menate della politica sarda. Deprime perché non si vede alcuna alternativa, non solo a Cuartu Sant’Aleni/Quartu Sant’Elena, ma in tutta l’Isola.
Sgovernata in modi subprefettizi e inefficaci dall’agGiunta Pigliaru-Paci, appena distinguibile dalla precedente (stessi consulenti ora assessori, stesse idee, stesso disprezzo per i Sardi, stessa subalternità ai poteri esterni), la Sardegna assiste sgomenta al suo saccheggio e alla sua svendita al miglior offerente. In tanti non abbiamo dato più fiducia alle forze politiche che, all’interno di un indimenticato clima da suburra politica, hanno partorito questa agGiunta dei sottoprefetti formata ai miti della modernizzazione tzeraca e dell’economicismo conformista.
In molti abbiamo lavorato alla ricerca di alternative politiche. Su questo percorso abbiamo incontrato una vivace tendenza indipendentista che, in Sardegna, ha osato per anni porre i nostri problemi di dipendenza al centro della propria agenda. In questo momento possiamo dire che questo incontro non si sta rivelando molto fruttuoso.
Esiste un’impasse pericolosa. Questo a causa della crisi quasi mortale che ha colpito l’indipendentismo (come cultura e pratica politica) nel suo momento di passaggio da una rete di piccoli gruppi alla scoperta di avere, di poter avere, un consenso elettorale, e dunque di doversi dotare di un’organizzazione meno personalistica, per poter sviluppare una leadership politica rivolta all’insieme della società sarda.
Una parte dell’indipendentismo, ricordiamolo, ha cercato di influenzare l’agenda politica e la composizione del gruppo ora al potere. La vicenda del c.d. sovranismo sardo è cognata del sardo-fascismo e della subalternità sardista alla sinistra, e poi alla destra, nella costante illusione di poter moderare i baroni, senza passare dalla noiosa fase della creazione del consenso e del lavoro politico e culturale insieme. Essa ha prodotto esiti grotteschi su cui, per carità di patria, in tanti evitiamo di esprimerci.
Un’altra parte ha cercato di costruire l’alternativa politica. Essa si è ritrovata davanti una legge elettorale degna di al-Sissi, ma anche ad alcuni propri limiti. Il primo è quello di non aver capito (nonostante l’esperienza grillina che, sotto questo aspetto, è significativa) che l’alternativa alla politica delle agGiunte e delle camarille non può essere solo ideologica o comunicativa, ma soprattutto organizzativa. Infatti, non basta la comunicazione intelligente, né le parole d’ordine che richiamano un’ideologia nazionalitaria (rigidamente in lingua italiana) per andare avanti, ma bisogna fare dei concreti passi indietro nel controllo delle dinamiche da piccolo gruppo di discepoli e amici per la pelle.
Bisogna lavorare alla creazione di un’organizzazione politica che promuova il protagonismo, l’attivismo, e in un quadro democratico. Infatti, la politica dei piccoli gruppi va bene per testimoniare una fede, ma nelle sue dinamiche interne è omologa a quella delle camarille al potere, funziona anch’essa sulla base della fedeltà ai capi e capetti, e sulla cooptazione dei più fedeli. Dunque, è inefficace se la scala si fa più ampia. Ci vuole apertura e la forza di rimettersi in discussione, che è mancata. Ci vuole un superamento del minoritarismo che non c’è stato, ad esempio nell’apertura alle competenze su cui invece Pigliaru ha giocato con efficacia una partita elettorale (per poi, ovviamente, negarla nelle pratiche di governo).
Il secondo è l’attuale tentativo di inserirsi in giochi politici locali che non sembrano avere alcun respiro significativo di medio e lungo periodo, cioè un tatticismo senza visione politica. Infine, la mancanza di una radicalità necessaria ad ogni innovazione, anche politica, puntando su programmi di cambiamento nelle politiche economiche e sociali, e di orientamento culturale. In particolare, l’insensibilità ai temi del reddito e del lavoro, e ai temi della politica linguistica, su cui molte forze e molte energie si sarebbero potute e si devono aggregare.
Se l’interesse è quello di integrarsi nel ceto politico sardo e nelle sue pratiche, gli indipendentisti dovrebbero studiarsi i percorsi analoghi dei sardo-fascisti e del sardismo classico, che in ogni caso ha portato alla marginalità e alla sconfitta dei loro stessi promotori.
Se l’interesse è quello di cambiare la cultura e le pratiche politiche della Sardegna, a me sembra che l’arroccamento ideologico e l’incapacità di fare passi indietro dei piccoli gruppi (e di aprirsi alle forze innovative presenti nella società sarda e nel disterru) contribuisca a segnare i prossimi anni come una fase di stagnazione politica e di assenza di cambiamento. Non si sente la necessità di nuove élite autopromossesi tali, ma di costruire reti eterogenee che generino azione politica innovativa e efficace a difesa dei nostri interessi.
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In Sardegna s’invera l’antico sogno: il governo dei sapienti
15 Settembre 2015
Ma vi sembra che occorresse trasferire pezzi degli Atenei sardi in viale Trento n. 69, giunta regionale, per chiudere le scuole nei paesi e non dotarli dei pullmini necessari per il trasporto a scuola, ridurre la continuità territoriale e i collegamenti col Continente, chiudere gli uffici postali, dismettere caserme dell’Arma, incrementare la disoccupazione, accrescere l’aggressione di faccendieri con pale al vento, pannelli al sole e trivelle sotterra? Attacco dal cielo, dal mare e da terra, vien da dire. Pubblica amministrazione bloccante, comuni ridotti a erogatori non di servizi, ma di divieti, sanzioni pecuniare e tasse. E colmo dei colmi si inaugurano treni superveloci, che però…stan fermi in stazione. Avete visto la foto di Pigliaru e Deiana sul treno? Pronti? Si parte. In poco più di un’ora siamo a Sassari. Ma il treno è lì statico, a far ruggine. Ci vogliono dei cattedratici per questi quadretti di pura comicità, degni di Totò e Peppino?
Può sembrare un paradosso, ma la gestione di gente comune, dotata di ordinaria cultura e di palle di media portata avrebbe dato di più. Sì perché, in fondo, in un assetto istituzionale caratterizzato da una stretta neocentralistica, questo ci vuole, mostrare al governo gli attributi e tenere dritta la schiena. Non è un autonomismo rivendicativo ormai demodé, è l’unico modo di difendere gli interessi e i diritti elementari delle popolazioni in epoca renziana.
Ma i nostri cattedratici, che dovrebbero essere esempio fulgido di autonomia anzitutto intellettuale, si prostrano senza ritegno. Quando mai contestare! Roba da plebi incolte! Non è da loro. Loro han cervello, raziocinio… capiscono le ragioni del governo. E poi, manco a dirlo! sono renziani, non per opportunità, s’intende, sono convintamente renziani.
I cattedratici ci stanno convincendo tutti che la regione e forse meglio abolirla. Quanto risparmio di denaro! Quanta maggiore snellezza nelle procedure amministrative! In fondo 15 mila dipendenti dovranno pur far qualcosa! Procedure, procedure, procedure. Se non ci sono le inventano. C’è una mio amico a cui è crollato un pezzo di tetto nella sua casa in paese ed è sette mesi in attesa dell’autorizzazione per rifarlo. E non è che voglia farsi la solita inutile mansardina. No, il tetto lo deve rifare tale e quale era prima! Ma sapete, nel Sulcis deve ottenere anche il nulla osta nientemeno del parco geominerario! Sissisignori, proprio così, del parco geominerario, oltre che della sovrintendenza e del comune. Ricordo, quando ero bambino, zio Peppino ebbe una incombenza simile. E sapete cosa fece? Chiamò subito il compare Efisio che, per pura sorte, era su maistu de muru de bidda (il maestro di muro, oggi, più volgarmente, muratore) e in quattro e quattr’otto il tetto fu bell’e rifatto, prima delle piogge. Ora invece il mio amico affronterà i rigori dell’inverno con la casa scoperchiata…in attesa di autorizzazione! Poi alla fine Comune, sovrintendenza e parcogeominerario gli diranno l’unica cosa ovvia e scontata, che può rifare il tetto. Ma volete che se gli avete presentato un’istanza per zelo legalitario, non facciano tutti una bella istruttoria, un sopralluogo a testa e una consulenza tecnica congiunta! E infine una efficace conferenza di servizi per decidere l’ovvio! Certo che non si lasciano scappare una bella procedura d’aria fritta per poi giungere al risultato a cui fin dall’inizio il buon senso avrebbe condotto: che il tetto è da rifare!
In tutto questo mare di assurdità, che bloccano l’isola e accrescono a dismisura i costi di qualunque attività, i professoroni, maestri di riforme e di razionalità, non hanno inciso in nulla. E, detto in confidenza nulla faranno. Sembrano lì per vanità o pura sete di comando o, come io credo, per inverare l’antica sogno dei filosofi: il governo dei sapienti. Ma in terra sarda, dal mare a i monti, dai pescatori ai caprari, c’è qualcuno che li prende sul serio? Chi è per il sì alzi la mano!
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Johann Georg Bornemann: un naturalista imprenditore nella Sardegna dell’Ottocento
Johann Georg Bornemann: un naturalista imprenditore nella Sardegna dell’Ottocento è il titolo del simposio internazionale che si svolgerà il 6 maggio a Cagliari e il 15 maggio a Montevecchio e Ingurtosu.
Il coordinamento scientifico della manifestazione, realizzata nell’ambito del progetto di ricerca Il viaggio naturalistico nella Sardegna tra Sette e Ottocento, è a cura del professor Gian Luigi Pillola e del professor Giancarlo Nonnoi dell’Università di Cagliari.
in giro con la lampada di aladin…
(Da SardiniaPost) Regionali: Cappellacci entra nel gruppo misto: niente firme per i movimenti Zona Franca
LA MOSSA FALSA (E ILLEGITTIMA) DEL PRESIDENTE IN CARICA NONCHE’ CANDIDATO UGO CAPPELLACCI
la smaschera Carlo Mannoni
ATTENZIONE, NON E’SOLO QUESTIONE DI FORMA
A comizi elettorali da lui stesso convocati il presidente della Regione – per tale aspetto al di sopra delle parti in quanto garante del corretto svolgersi della competizione elettorale – dovrebbe astenersi da qualsiasi atto, anche nella funzione di consigliere regionale, che possa determinare un vantaggio indebito per questo o quel gruppo politico che per norma regionale dovrà raccogliere le firme per la presentazione delle proprie liste.
Cappellacci – che non è garante neanche di se stesso – con questo atto tradisce la sua funzione di garanzia agevolando un gruppo politico, quello della Randaccio Zona franca, che nelle prossime elezioni sarà collegato alla lsta di Cappellacci.
ATTENZIONE, NON E’SOLO QUESTIONE DI FORMA MA DI SOSTANZA. UN RICORSO AGLI ORGANI DI GIURISDIZIONE PREPOSTI POTREBBE NVALIDARE, A MIO AVVISO, QUESTA TETRA OPERAZIONE ARCHITETTATA E MESSA IN CAMPO DA CAPPELLACCI
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Apriamo le finestre: c’è bisogno di aria nuova.
Cappellacci? Pensavamo si dimettesse perché indagato, invece ironizza in maniera puerile
di ATTILIO MASTINO*
(segue)
A domani…
Gli eventi di dicembre segnalati da Aladin
CITAZIONE DELLA SERA
Corruptissima re publica plurimae leges. Quando la Repubblica è tanto corrotta, moltissime sono le leggi. (Publio Cornelio Tacito)
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Il prof. Gian Luigi Pillola nominato commissario straordinario per il Parco Geominerario della Sardegna. Congratulazioni e buon lavoro dalla redazione di Aladinpensiero.
ALADINEWS SUL PARCO
Tra il dire e il fare… Cagliari candidata a Capitale europea della Cultura 2019: sembra che ai partner non gliene freghi nulla!
Forse aspettano alla prima scrematura delle città candidate, che ci hanno detto potrebbe essere fatta entro il mese di febbraio 2014, sta di fatto che nessun ente/istituzione/organizzazione che ha sottoscritto il progetto presentato dal Comune di Cagliari (il partenariato istituzionale) sembra impegnato per lo stesso progetto (o processo come lo ha definito l’assessore Enrica Puggioni), perlomeno per diffondere la notizia e informazioni al riguardo. Ne volete una prova? Entrate nei siti web di queste entità. Con la lodevole eccezione del sito del CRS4, che ha dato notizia dell’adesione all’iniziativa: niente! Neppure un cenno! E questa sarebbe l’unità, l’intesa, la concordanza di vedute, l’impegno comune, e via blablando? Gi seusu a frori!
Di seguito i soggetti partner, con relativi link ai siti ufficiali.
SU SOLE in SA MENA
Una punta ‘e billettu per i ministri in visita
Come abbiamo appreso, martedì 13 i ministri Corrado Passera e Fabrizio Barca insieme al sottosegretario Claudio De Vincenti arriveranno a Cagliari e si recheranno direttamente nel Sulcis (senza passare per la sede della Regione, ma questo è bene, se hanno poco tempo). Si tratta quindi di una visita interamente dedicata al Sulcis Iglesiente, con la promessa di tornare in Sardegna a dicembre in altri territori in crisi e specificatamente nel Sassarese. Spicca l’assenza nella delegazione del ministro all’ambiente Corrado Clini, sopratutto in relazione alle auspicate incentivazioni alle politiche ambientali anche come alternativa alle obsolete scelte su settori decotti. La delegazione governativa in mattinata farà la prima tappa a Carbonia, nell’auditorium della miniera di Serbariu, dove sono previsti gli incontri istituzionali con i rappresentanti della Regione e degli Enti locali. Sarà poi la volta dei sindacati e dei rappresentanti delle aziende in crisi (prime tra tutte Alcoa ed Eurallumina). Nel pomeriggio è prevista la firma di un protocollo d’intesa per lo sviluppo dell’area sulcitana, quindi la conferenza stampa finale, a cui seguirebbe un mini tour nel territorio.
Proprio in relazione a tale “protocollo d’intesa”, che crediamo e speriamo comporti veri impegni e adeguate risorse per un piano alternativo di sviluppo eco-compatibile del territorio del Sulcis Iglesiente (e oltre), con l’intento di corroborare la documentazione da consegnare ai ministri, ci permettiamo segnalare il documentario “Miniere di Cultura”, realizzato nel settembre 2003 nel corso di un Master di comunicazione pubblica, che al riguardo contiene alcune proposte, che in verità si stavano già percorrendo e che incredibilmente e irresponsabilmente sono state abbandonate o comunque rallentate. Ci riferiamo in particolare nel primo caso (abbandono) alla chiusura dei corsi universitari fortemente innovativi di Monteponi e nel secondo caso (esasperato rallentamento) a tutta la vicenda del parco geominerario. Sull’argomento recentemente l’economista Giulio Sapelli intervenendo sul Corriere della Sera sulla questione della crisi delle miniere in Sardegna ha sostenuto “ Un’alternativa più praticabile esiste ed è quella percorsa in Europa in tutte le aree ad antichissimo insediamento carbonifero: la trasformazione dei siti in complessi culturali ed espositivi secondo i canoni dell’archeologia industriale, disciplina in cui noi italiani siamo maestri”. Ed è proprio quanto da oltre un decennio si sta cercando di fare!
Torneremo presto su queste questioni, rimarcando come spesso non manchino le idee e le risorse quanto la volontà di fare le cose. Ma l’attuale situazione e i comportamenti che l’hanno determinata non sono ulteriormente sostenibili!
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Sulcis Iglesiente: incontro con i ministri. Una punta ‘e billettu
Signori ministri, guardatevi questo documentario (Miniere di Cultura):
Come abbiamo appreso, martedì 13 i ministri Corrado Passera e Fabrizio Barca insieme al sottosegretario Claudio De Vincenti arriveranno a Cagliari e si recheranno direttamente nel Sulcis (senza passare per la sede della Regione, ma questo è bene, se hanno poco tempo). Si tratta quindi di una visita interamente dedicata al Sulcis Iglesiente, con la promessa di tornare in Sardegna a dicembre in altri territori in crisi e specificatamente nel Sassarese. Spicca l’assenza nella delegazione del ministro all’ambiente Corrado Clini, sopratutto in relazione alle auspicate incentivazioni alle politiche ambientali anche come alternativa alle obsolete scelte su settori decotti. La delegazione governativa in mattinata farà la prima tappa a Carbonia, nella miniera di Serbariu, dove sono previsti gli incontri istituzionali con i rappresentanti della Regione e degli Enti locali. Sarà poi la volta dei sindacati e dei rappresentanti delle aziende in crisi (prime tra tutte Alcoa ed Eurallumina). Nel pomeriggio è prevista la firma di un protocollo d’intesa per lo sviluppo dell’area sulcitana, quindi la conferenza stampa finale, a cui seguirebbe un mini tour nel territorio.
Al fine di corroborare la documentazione da consegnare ai ministri, soprattutto in relazione alla stesura di un piano alternativo di sviluppo eco-compatibile del territorio del Sulcis Iglesiente (e oltre) ci permettiamo segnalare il documentario “Miniere di Cultura”, che al riguardo contiene alcune proposte, che in verità si stavano già percorrendo e che incredibilmente sono state irresponsabilmente abbandonate o comunque rallentate. Ci riferiamo in particolare alla chiusura dei corsi universitari fortemente innovativi di Monteponi e a tutta la vicenda del parco geominerario.
Torneremo presto su queste questioni, rimarcando come spesso non manchino le idee e le risorse quanto la volontà di fare le cose. Ma l’attuale situazione e i comportamenti che l’hanno determinata non sono ulteriormente sostenibili!
Consorzio del Parco Geominerario della Sardegna: la pazienza non è più una virtù. Basta con le promesse e le dilazioni!
CONSULTA DELLE ASSOCIAZIONI DEL PARCO
GEOMINERARIO STORICO AMBIENTALE DELLA SARDEGNA
La Segreteria
Iglesias, 5 novembre 2012
(15mo anniversario del riconoscimento dell’UNESCO)
COMUNICATO ALLA STAMPA E AI CITTADINI
Grande partecipazione di delegati e cittadini all’Assemblea Generale della Consulta delle Associazioni tenutasi sabato 3 novembre 2012 nel Villaggio minerario di Arenas.