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Territorio intelligente: quriio.us, il social commerce dei negozi sotto casa
quriio.us: il social commerce dei negozi sotto casa – Intervista ad Alessandro Carboni
a cura di Alessandro Ligas
…è un’avventura che consiglio a tutti coloro che hanno un intuizione che freme dalla voglia di prendere forma, perché il modo migliore per non far svanire i propri sogni è viverli…
(Alessandro Carboni)
quriio.us è il social commerce dei negozi sotto casa. Una soluzione dedicata ai piccoli e medi esercizi commerciali e i loro clienti attuali e potenziali. La piattaforma permette ai primi di gestire la propria presenza web e la vendita online in maniera efficace ed efficiente mantenendo l’identità del proprio store, mentre ai secondi consente di vivere un’esperienze di shopping condivisa.
Start up innovative: le Camere di commercio si attivano per applicare la nuova normativa
Pubblicato il 22 Dicembre 2012 da Aladinews nella categoria Start up innovative. 0 Comments
START UP INNOVATIVE (art.25 e seguenti della Legge 221/2012)
È disponibile La Guida nazionale contenente informazioni generali e istruzioni sugli adempimenti amministrativi necessari per l’iscrizione delle società start up innovative al registro delle imprese.
La Guida intende fornire le prime istruzioni necessarie per la compilazione della domanda di iscrizione al registro delle imprese delle start up innovative, che verranno in seguito integrate con indicazioni più dettagliate.
Appunti per i candidati parlamentari
di Franco Meloni
Nella complicata vicenda dell’istituzione delle società a responsabilità semplificata uno dei pochissimi politici che si è interessato e ha richiesto al governo Monti di adempiere agli obblighi della legge è stato Amalia Schirru, deputata del Pd. Lo vogliamo ricordare in questi giorni perchè Amalia concorre alle primarie del Pd per la conferma, in posizione utile all’elezione, nella lista dei candidati alla Camera dei deputati. Aladinews, saldamente e autonomamente collocata nell’area progressista e di sinistra, non fa campagne elettorali per nessuno, ma quel che è giusto è giusto: dobbiamo ad Amalia il riconoscimento per la sua collaborazione in una causa che ci ha fortemente impegnato a favore dei giovani e della giovane impresa. Se questo può contare anche minimamente per la sua rielezione ne siamo contenti.
di Matteo Arisci *
Nessuno in Sardegna parla più di lavoro. Non i politici, non il mondo dell’informazione, non il mondo accademico. E’ un tema troppo spinoso da trattare. Certo si parla dei lavoratori della Carbosulcis e dell’Alcoa. Gli si mostra simpatia umana. Gli si danno pacche sulle spalle. Fa sempre comodo stare dalla parte dei lavoratori. Salvo poi non sapere cosa fare per loro.
Nessuno in Sardegna parla più di lavoro perché non lo si sa creare. Non lo abbiamo mai saputo creare. E’ il denaro pubblico a generare occupazione qui da noi. La maggior parte dei lavoratori sono dipendenti pubblici. Chiudere il rubinetto delle casse dello Stato equivale ad aprire una canna del gas per l’economia.
Nessuno in Sardegna parla più di lavoro soprattutto tra sindaci e amministratori locali. Non è competenza dei sindaci, dicono loro, non hanno un assessorato al lavoro. Non è nemmeno competenza delle province. Tanto vale lavarsene le mani a piè pari. Salvo poi dimenarsi nella distribuzione di poltrone e poltroncine.
Nessuno in Sardegna parla più di lavoro perché oggi c’è una scusa fenomenale, la scusa che ogni politicante desidera. C’è la crisi. Si, è colpa della crisi, del patto di stabilità, di Bruxelles, del governo Monti, dei tagli… Non ci sono più fondi spendibili per facilitare investimenti e ripresa. Come se in passato, quando quei denari erano a disposizione, li avessero spesi con lungimiranza.
Un vecchio refrain capitalista insegna che la politica non crea lavoro, il mercato crea lavoro. Vero. Ma a chi amministra spetta l’onere di immaginare e disegnare forme che creino ambienti accoglienti per il lavoro. Servono, in poche parole, visione e competenza. Purtroppo la nostra classe politica è impreparata e inadeguata. Ricurva su se stessa e improntata a vivere alla giornata. Senza grandi respiri o progetti.
Burocrazie da tagliare, balzelli da eliminare, regolamenti da semplificare, pratiche e uffici da efficientare. I nostri comuni sono spesso ostacoli, non facilitatori. Non riescono a gestire i pochi contributi che danno a disposizione, dimostrano incapacità nel curare bandi e concorsi che potrebbero essere dei piccoli volani per la ripresa. Chi amministra, molto spesso, conosce male il proprio tessuto economico ma conosce molto bene potentati e famiglie a cui rendere conto.
Fossi un amministratore locale, oggi, mi farei diverse domande guardandomi attorno. Come mai Amazon sceglie di investire proprio in Sardegna e non in Lombardia? Cosa ha convinto quella multinazionale? E come mai esistono diverse start-up proprio qui in Sardegna? Come posso facilitare ulteriormente questo circolo virtuoso?
O ancora mi chiederei che attività ho nel mio territorio? Come le posso aiutare? Che intralci sto creando alla loro crescita? Che attività hanno funzionato in passato e quali invece chiudono? Quali sono le forme imprenditoriali più resilienti?
Ma soprattutto che tipo di sviluppo voglio provare ad imprimere? Come mi impegno a realizzarlo?
C’è una celebre frase del premio nobel Solow, teorico della crescita economica. Conosciamo gli ingredienti per la crescita ma non conosciamo la ricetta. Il sospetto e che i politici sardi non conoscano nemmeno gli ingredienti.
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Intervento pubblicato su Sardegnademocratica
Occhio a questa nuova idea: il Contamination Lab (Clab)
Il Contamination Lab: Si è tanto parlato della nascita delle idee non nei garage, bensì tra i corridoi e alle caffetterie delle Università. Adesso le idee nasceranno nel “contamination lab”. Questo nasce allo scopo di promuovere l’incontro tra giovani laureandi o neolaureati per la creazione di percorsi imprenditoriali attraverso uno spazio dedicato, risorse digitali, accesso a banche dati, networking con professionisti, startupper ed investitori, anche attraverso una piattaforma dedicata (dal progetto Restart, Italia!)
… ne hanno parlato recentemente Alessandro Fusacchia (Mise) e Paolo Fadda (Unica)
Cosa bolle in pentola? Lo scopriremo a breve.
Buona settimana con Bomeluzo e il lupo
Buona settimana di vigilia di Natale con Bomeluzo
Al di là del bando l’impegno per costruire territori intelligenti
Nonostante la conversione in legge del decreto Crescita 2.0, stante la crisi del governo Monti, il ministro Passera non ritiene opportuno dare seguito all’emanazione del bando per i “territori intelligenti” (lo aveva promesso entro novembre). Questa circostanza costituisce da una parte una delusione, dall’altra deve spingerci ad usare il maggior tempo a disposizione per preparare al meglio il nostro territorio (Cagliari e la sua area vasta) al fine di competere adeguatamente al bando nel momento in cui sarà emanato dal prossimo governo (crediamo non prima degli ultimi mesi del 2013). Tale bando, se vinto, porterà notevoli opportunità al territorio medesimo, in termini di incentivazioni all’innovazione, possibilità di sperimentazioni, alleggerimenti burocratici, etc. Non c’è dunque tempo da perdere. Occorre lavorare con una logica di marketing territoriale, che veda la costruzione di robuste alleanze tra le istituzioni (enti locali, camera di commercio, università), le imprese e i professionisti. In ogni caso non sarà tempo sprecato, considerato quanto si potrà comunque migliorare attraverso la preparazione alla competizione, così come capita in situazioni analoghe (città europee della cultura, sedi di meeting internazionali, etc.). Con tutta evidenza da subito si potranno utilizzare altri strumenti per incentivare la creazione di start up innovative, incubatori d’impresa, contamination lab e quant’altro, anche sul versante dell’innovazione sul tradizionale. Rammentiamo, come esempi, le opportunità di utilizzazione delle risorse europee del progetto Innova.re (che allo stato è gestito dalle due Università sarde e da Sardegna Ricerche, e che dovrebbe coinvolgere anche le Camere di Commercio sarde), ma anche le risorse legate alla possibile istituzione delle “zone franche urbane”.
Aladin, attraverso il suo network (Aladinews, blog aladinpensiero, blog Valorest, blog oivcamcomca, blog aladinews) e non solo, si impegnerà in questa avvincente impresa, che in primo luogo può (deve) creare lavoro soprattutto a vantaggio dei giovani.
Per stare in tema, di seguito riportiamo il video di un’intervista sulle problematiche dell’innovazione fatta da Michela Loi a Chiara Di Guardo, nell’ambito del Progetto Orest della Camera di Commercio di Cagliari. Chiara Di Guardo è docente di Economia dell’innovazione presso l’Università di Cagliari.
Il decreto Sviluppo 2.0 è legge
(13 dicembre ore 13) ROMA - Via libera definitivo della Camera al decreto legge con le ulteriori misure per la crescita del paese. Il provvedimento, su cui ieri è stata votata la fiducia, è stato approvato con voti 261 favorevoli, 55 contrari e 131 astenuti.
Leggi precedenti sul sito, anche sul blog Aladinews
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Nel territorio intelligente, la start up innovativa Di-SiDE
L’innovazione è qualcosa che non esiste – Intervista ad Alessio Massidda di Di-SiDE
“Le nostre abitudini cambiano in continuazione senza che ce ne rendiamo conto, ma è solo quando realizziamo questo cambiamento che siamo in grado di cogliere la rivoluzione… la vera innovazione di fatto è qualcosa che non c’è”
di Alessandro Ligas
Di-SiDE srl è una Start Up che sviluppa e progetta software mirati allo sviluppo di soluzioni in remoto ed applicazioni per smartphone e tablet. I soci fondatori provengono da importanti esperienze rispettivamente nell’ambito dello sviluppo software, ingegneria industriale, sviluppo reti e design grafico.
Che fine ha fatto la “città dell’impresa”?
A proposito di incubatori d’impresa. C’era una volta a Cagliari la Città dell’Impresa. Che fine ha fatto?
A fin di bene, naturalmente
di Gonario Francesco Sedda
Secondo la stima di Child Mortality (Report 2012) ogni cinque secondi un bambino sotto i cinque anni nel 2011 è morto di fame e/o di “malattie da miseria”. Dunque circa diciannovemila bambini ogni giorno.
La stima colpisce già nella sua immediatezza. Tuttavia essa rischia di essere riduttiva e di nascondere una tragedia di dimensioni spaventose.
Basta infatti collocare nel tempo l’avvenimento quotidiano per vederne la sua dimensione apocalittica. Così, se andiamo indietro nel tempo (assumendo costante la stima del 2011, che pure riflette un miglioramento della condizione infantile nel mondo!), i morti sono stati circa seicentomila nell’ultimo mese, circa sette milioni nell’ultimo anno, circa settanta milioni nell’ultimo decennio (immaginate l’Italia scomparsa in poco meno di dieci anni); e nell’ultimo secolo, i bambini sotto i cinque anni morti per fame e/o per malattie da miseria si possono stimare in circa settecento milioni. Ma sono sicuramente di più se si tiene conto che la stima dei bambini morti a meno di cinque anni d’età è scesa “per la prima volta” sotto i dieci milioni all’anno nel 2000 (9,6 milioni). Se si tiene conto della stima (UNICEF) del 1960 che è di venti milioni e la si proietta all’indietro “tale e quale” – senza far pesare le peggiori condizioni dei decenni precedenti – solo nella prima metà dell’ultimo secolo la stima dei bambini morti in età inferiore a cinque anni sarebbe di un miliardo!
Insomma, la stima più vicina alla realtà dovrebbe essere intorno a un miliardo e mezzo di bambini sotto i cinque anni morti nell’ultimo secolo per fame e/o di “malattie da miseria”. Se si tiene conto che i bambini morti in età inferiore a cinque anni vengono stimati intorno ai tre quarti del totale, la stima complessiva (bambini sotto i cinque anni, fanciulli, adolescenti e adulti) dei morti per fame è di due miliardi nell’ultimo secolo!
Non cercate responsabili. La risposta è nota, ripetuta, rassicurante e assolutoria: poteva essere peggio, viviamo nel migliore dei mondi possibili, non esiste progresso senza scorie, tutto il possibile è stato fatto. Intanto una minoranza progredita (18% della popolazione mondiale) controlla e consuma la maggior parte (83%) delle risorse mondiali. A fin di bene, naturalmente!
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Articolo condiviso con Democraziaoggi
Il Sindaco di Cagliari s’impegna a mettere a disposizione le strutture per gli incubatori d’imprese innovative
Nell’intervista rilasciata dal sindaco di Cagliari Massimo Zedda a Videolina, andata in onda ieri giovedì 6 dicembre, risultano dichiarazioni importanti del primo cittadino riguardo alle iniziative che assumerà a breve il Comune per favorire le start-up innovative. A una precisa domanda di Roberto Paracchini, giornalista de La Nuova Sardegna, il Sindaco ha affermato che il Comune favorirà le start-up innovative, anche mettendo a disposizioni appositi spazi e strutture per gli “incubatori d’impresa“. Rimarchiamo la rilevanza di tale impegno, che, forse per distrazione o poca sensibilità alla tematica dell’innovazione, non è stato riportato nel resoconto dell’intervista apparso oggi su L’Unione Sarda. Ne sapremo qualcosa di più ne prossimi giorni e comunque speriamo almeno in occasione del Convegno organizzato da Sardegna Ricerche e dalla RAS mercoledì 12 p.v.