Risultato della ricerca: ITI Is Mirrionis
Povertà educativa e periferie
Save the Children: l’infanzia è la vera periferia d’Italia, 1.2 milioni di bambini in povertà assoluta.
[di Left Redazione]
By sardegnasoprattutto/ 14 novembre 2018/ Economia & Lavoro/
Left. L’unico giornale di sinistra 13 novembre 2018. Sono 1,2 milioni i bambini e gli adolescenti che vivono in povertà assoluta ne nostro Paese. Ma non sono solo le condizioni economiche del nucleo familiare a pesare sul loro futuro. L’ambiente in cui vivono ha un enorme impatto nel condizionare le loro opportunità di crescita e di futuro.
Pochi chilometri di distanza, tra una zona e l’altra, possono significare riscatto sociale o impossibilità di uscire dal circolo vizioso della povertà: la segregazione educativa allarga sempre di più la forbice delle disuguaglianze, in particolare nelle grandi città, dove vivono tantissimi bambini, ed è lì che bisogna intervenire con politiche coraggiose e risorse adeguate.
È uno dei dati più significativi che emerge dal IX Atlante dell’infanzia a rischio “Le periferie dei bambini” di Save the Children, pubblicato da Treccani, che sarà disponibile a breve nelle librerie italiane. Un viaggio senza precedenti attraverso le periferie delle grandi città e del Paese, che sono per i bambini vere e proprie “periferie educative”, in termini di mancato accesso all’istruzione, agli spazi ricreativi e culturali.
All’interno di una stessa città, l’acquisizione delle competenze scolastiche da parte dei minori segna un divario sconcertante sottolineano gli autori della ricerca. A Napoli, i 15-52enni senza diploma di scuola secondaria di primo grado sono il 2% al Vomero e quasi il 20% a Scampia, a Palermo il 2,3% a Malaspina-Palagonia e il 23% a Palazzo Reale-Monte di Pietà, mentre nei quartieri benestanti a nord di Roma i laureati (più del 42%) sono 4 volte quelli delle periferie esterne o prossime al GRA nelle aree orientali della città (meno del 10%). Ancora più forte la forbice a Milano, dove a Pagano e Magenta-San Vittore (51,2%) i laureati sono 7 volte quelli di Quarto Oggiaro (7,6%).
Differenze sostanziali tra una zona e l’altra riguardano anche i NEET, ovvero i ragazzi tra i 15 e i 29 anni che non studiano più, sono senza lavoro e non sono inseriti in alcun circuito di formazione: nel capoluogo lombardo, in zona Tortona, sono il 3,6%, meno di un terzo di quelli di Triulzo Superiore (14,1%), mentre a Genova sono 3,4% a Carignano e 15,9% a Ca Nuova, e a Roma 7,5% Palocco e 13,8% a Ostia Nord.
Anche i dati tratti dai test INVALSI testimoniano il divario nell’apprendimento scolastico. A Napoli, ad esempio, una distanza siderale di 25 punti INVALSI divide i bambini dei quartieri più svantaggiati da quelli che abitano a Posillipo, a Palermo sono 21 quelli tra Pallavicino e Libertà, a Roma 17 tra Casal de’ Pazzi e Medaglie d’Oro, e a Milano 15 punti dividono Quarto Oggiaro da Magenta-San Vittore.
Allargando lo sguardo alle altre risorse educative essenziali per lo sviluppo dei bambini, scopriamo, ad esempio, che i minori che non hanno l’opportunità di navigare su Internet nel Mezzogiorno si concentrano nei capoluoghi delle grandi aree metropolitane (36,6%), e vivono spesso nelle famiglie con maggiori difficoltà economiche (38,8%), così come, nelle stesse zone, i bambini e adolescenti che non svolgono attività ricreative e culturali raggiungono il 77,1%.
Questi alcuni tra i dati messi in luce dal IX Atlante dell’infanzia a rischio “Le periferie dei bambini” di Save the Children, l’Organizzazione internazionale che dal 1919 lotta per salvare la vita ai bambini e garantire loro un futuro, dedicato alle periferie educative in Italia, e pubblicato per il terzo anno consecutivo Treccani.
«È assurdo – dice Valerio Neri, dg di Save the Children – che due bambini che vivono a un solo isolato di distanza possano trovarsi a crescere in due universi paralleli. Rimettere i bambini al centro significa andare a vedere realmente dove e come vivono e investire sulla ricchezza dei territori e sulle loro diversità, combattere gli squilibri sociali e le diseguaglianze, valorizzare le tante realtà positive che ogni giorno si impegnano per creare opportunità educative che suppliscono alla mancanza di servizi».
Sono quasi 3,6 milioni i bambini e adolescenti che vivono nelle 14 principali aree metropolitane del Paese (2 su 5 del totale in Italia), e crescono spesso in zone o quartieri sensibili che possiamo definire “periferie” da tanti punti di vista differenti, non solo rispetto alle distanza dal centro città, ma in base ai diversi deficit urbanistici, funzionali o sociali dei territori. Sono ad esempio “periferie funzionali” i quartieri dormitorio, “svuotati” di giorno per effetto dei grandi flussi pendolari verso i luoghi di lavoro, privi di opportunità e povere di relazioni sociali.
Secondo questo criterio, a Roma e Genova vivono in aree ‘periferiche’ il 70% dei bambini al di sotto dei 15 anni, e a Napoli e Palermo il 60%, un numero che scende al 43% a Milano e al 35% a Cagliari. Più in generale, quando bambini e adolescenti delle città più densamente popolate si guardano intorno, 259.000 (l’11,8%) vedono strade scarsamente illuminate e piene di sporcizia, non respirano aria pulita e percepiscono un elevato rischio di criminalità.
Il IX Atlante dell’infanzia a rischio “Le periferie dei bambini” traccia una mappa dei divari che in termini di risorse economiche e culturali, accessibilità dell’istruzione e dei servizi, qualità degli spazi urbani, verdi, ricreativi espongono maggiormente bambini e adolescenti al rischio di vulnerabilità, ma dimostra, al tempo stesso, come essi siano la risorsa più vitale e il potenziale più alto su cui puntare per innescare una indispensabile rigenerazione di questi luoghi.
Un’introduzione aggiornata al grande dibattito sulle periferie, che articola insieme un’analisi geografica, sociale e educativa. Il primo tentativo di cartografare le periferie italiane dal punto di vista dell’infanzia che attinge all’esperienza di Save the Children e di tante altre associazioni impegnate sul campo, alle più recenti ricerche scientifiche e ad una collaborazione straordinaria con ISTAT, uffici statistici di MIUR e INVALSI e ufficio studi della Caritas Italiana.
Il volume di 290 pagine, presentato oggi in anteprima e disponibile a breve in libreria, è curato da Giulio Cederna e corredato dagli scatti del fotografo Riccardo Venturi, da 32 tavole, 120 mappe, 20 tra grafici e infografiche, da 6 parole chiave, interpretate con contributi originali da esperti di periferie in campi diversi, come Cristina Alga, Carlo Cellamare, Walter Nanni, Marco Picone, Enrico Puccini e Sabrina Lucatelli. Una versione multimediale e interattiva è disponibile online (www.atlante.savethechildren.ii).
«La retorica della “centralità” dei bambini e delle famiglie racconta un Paese che non c’è» aggiunge Valerio Neri. «Basta scorrere le pagine dell’Atlante per leggere una storia diversa: l’infanzia è la vera “periferia” dell’Italia».
I bambini e gli adolescenti sono infatti sempre più ai margini della popolazione in termini demografici: nel 1987 erano il 23,2% del totale e oggi superano di poco il 16%, a fronte degli over65 che sono cresciuti dal 12,6% al 21,2%[8]. Minori che si ritrovano anche ai margini dello spazio pubblico, se è vero che 94 bambini su 100 tra i 3 e i 10 anni non hanno modo di giocare in strada, solo 1 su 4 trova ospitalità nei cortili, e poco più di 1 su 3 ha la fortuna di avere un parco o un giardino vicino a casa dove poter giocare.
Ai margini della politica, per effetto di una spesa pubblica che negli anni della crisi economica, pur crescendo in termini assoluti, ha tagliato la voce istruzione e università dal 4,6% sul PIL del 2009 al 3,9% del 2015-16, mentre altri paesi europei rispondevano alle difficolta di budget in maniera diametralmente opposta aumentando questa voce di investimento fino al 5% del PIL.
Una forbice in negativo con l’Europa che si riscontra anche sui fondi per ‘famiglia e minori’ fermi in Italia ad un esiguo 5,4% della spesa sociale, contro l’11% di Germania, Regno Unito e Svezia e ben al di sotto della media UE attestata all’8,5%.
I minori in Italia sono soprattutto, e sempre di più, ai margini della ricchezza, se si considera che la povertà assoluta riguarda il 12,1% di loro, non fa distinzioni tra bambini e adolescenti (12,4% fino a 3 anni, 11,4% da 4 a 6 anni, 12,3% 7-13 e 11,8%14-17) e pesa sul quotidiano di 702.000 famiglie con minori (10,9%). La povertà relativa riguarda 1 minore su 5 e, a conferma di un trend negativo, chi ha oggi meno di 17 anni ha una probabilità di diventare povero cinque volte più alta rispetto ai propri nonni.
Casa e Qualità della vita urbana
Il Programma è provvisorio.
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Per programmare le iniziative e data del convegno nell’ambito delle iniziative “Mese dei diritti”, stiamo ipotizzando :
Titolo provvisorio: Diritto alla Casa e qualità dell’abitare urbano
Luogo: Sala Fondazione di Sardegna in S. Salvatore da Horta, 2 Cagliari.
Data: lunedì 3 dicembre ore 16,30
Organizzano: Comitato Casa del Quartiere di Is Mirrionis, CoStat e ANPI, Assotzius Consumadori Sardigna, Sunia, in collaborazione con Amici sardi della Cittadella di Assisi e Is picciocus de Palabanda.
Coordina Felice Carta, architetto animatore Comitato Casa del Quartiere di Is Mirrionis.
Ospiti partecipanti: [segue]
Chiude il Circolo Acli di Is Mirrionis
Riceviamo e riteniamo utile pubblicare.
Una lettera di Giorgio Seguro al Comitato Casa del quartiere di Is Mirrionis e oltre.
Carissimi, presa visione, ieri [mercoledì 8 agosto 2018} sull’Unione Sarda, a firma di Giuseppina Piras, che la sede Acli di is Mirrionis chiude dopo oltre 50 anni di attività, non vi nascondo lo sconcerto e la rabbia provata a fronte di un autentico pezzo di storia del quartiere che muore nel silenzio dei cittadini. Telefonando a Maurizio [presidente del Circolo], sono stato ragguagliato del perchè della chiusura per causa imputabile alla necessità di cronici costi di manutenzione strutturale molto elevati (e dopo le ultime piogge, non procrastinabili) e di difficoltà di accordi con Area, proprietaria dell’immobile, sia per l’attuale affitto sia per un’eventuale acquisizione. [segue]
Ricordando Paolo De Magistris
A L’Unione Sarda e in Consiglio comunale celebrata la memoria di Paolo De Magistris, il sindaco che fu… un uomo “qualunque” posto controvoglia sul moggio sociale
di Gianfranco Murtas su Fondazione Sardinia.
Nella sala “Giorgio Pisano” de L’Unione Sarda dapprima (sabato 16 giugno), in cattedrale per una messa di suffragio (giovedì 21), infine nell’aula consiliare del municipio (martedì 26) il nome e la personalità complessa e cara di Paolo De Magistris hanno campeggiato riportando all’attualità la sua colta e delicata umanità, il suo profilo morale, la sapienza amministrativa, quel tanto di cultura non soltanto civica, ma prima di tutto civica, ch’egli recò con sé e condivise però, con impagabile generosità, con i cagliaritani attraverso molti suoi libri ed innumerevoli conferenze.
[segue]
Agenda dei movimenti di base
LUNEDI 21 MAGGIO ore 19.30 Teatro S.Eusebio
RIUNIONE Comitato Casa del Quartiere di Is Mirrionis
1- progetto recupero locali ex-Scuola Popolare
Bando “Fondazione con il Sud”
2- Sintesi Progetto ITI Is Mirrionis
3- Codice Fiscale Associazione
4- Programmazione rassegna jazz
5- serata culturale con musica e teatro al faro di Calamosca
6- Progetto sul contrasto gioco d’azzardo
7- cucina etnica programmazione corsi.
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E’ prevista la partecipazione dell’assessora comunale Francesca Ghirra
Cosa fare per le periferie?
Nell’agenda del nuovo Parlamento e del (prossimo) nuovo Governo. Riprendere da dove era arrivato il Parlamento della precedente legislatura.
COMMISSIONE PARLAMENTARE DI INCHIESTA SULLE CONDIZIONI DI SICUREZZA E SULLO STATO DI DEGRADO DELLE CITTA’ E DELLE LORO PERIFERIE
LE LINEE EVOLUTIVE: INDIRIZZI E PROPOSTE
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Estratto dalla Relazione conclusiva approvata in Commissione nella seduta del 14 dicembre 2017
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(…) 6. Le politiche attive per il sociale
[segue]
Scuola Popolare Is Mirrionis. Ripensare l’esperienza delle scuole popolari nella realtà delle “periferie” di oggi. Cominciamo a pubblicare i contributi dei relatori dell’evento del 12 aprile 2018.
SCHEMA INTERVENTO di Franco Meloni
Non credo di “bruciare” la proposta che farà Giorgio Seguro nel corso del suo intervento, cioè di fare una nuova edizione del libro, con una serie di aggiornamenti e di integrazioni, che lui, credo, dettaglierà. Nel collegarmi a tale proposta, che ovviamente condivido, formulandone una nuova: quella di realizzare un docu-film sull’esperienza della Scuola Popolare di Is Mirrionis, che partendo dalla sua ricostruzione storica può essere sviluppato sotto diversi punti di vista, sempre pensando a quanto tale esperienza può essere utile per l’oggi. Io qui ne propongo uno, sicuramente secondario, ma per me intrigante, avendo riguardo alla riproducibilità dell’esperienza come “costruzione di un gruppo di lavoro di impegno sociale”. Ripercorrendo la mia esperienza professionale di “formatore dei lavoratori adulti in ambito organizzativo pubblico” (mi occupavo del personale universitario), ricordo che per capire meglio come si potesse costruire un gruppo di lavoro ricorremmo alla visione e alla successiva analisi di diversi film, tra i quali il mitico “I magnifici 7″. Troppo antico per essere conosciuto dai più giovani (risale al 1960), tuttavia molto importante tanto da essere considerato un capolavoro nella storia dei cinema. Ma qui del film ci interessa soprattutto la trama, per il parallelo che vi proporrò rispetto all’esperienza della Scuola Popolare, con l’individuazione di alcuni tra quelli che ritengono siano gli ingredienti fondamentali (non esclusivi) della costruzione e del successo di un gruppo di lavoro. [segue]
Che fine ha fatto l’ITI Is Mirrionis-San Michele?
Promessa: ne parleremo presto.
ITI Is Mirrionis-San Michele, documentazione su Aladinews.
ITI Is Mirrionis Hangar: documentazione su Aladinews.
Ieri al mercato di San’Elia. Comprando e pensando.
di Tonino Dessì, su fb.
Ieri, quando mi sono recato al Mercato civico di Sant’Elia, sono stato preso da una sorta di malinconia apprensiva.
Ci vado spesso per affezione, come pure mia moglie, per comprare soprattutto pesce, frutta e verdura.
Abbiamo vissuto bene per quindici anni, io e lei, nella nostra prima casa di proprietà realizzata dalle cooperative edilizie del PdZ “San Bartolomeo-Sant’Elia” nei primi anni ‘90 (che strano pensare: del secolo scorso!).
Io poi sono cresciuto in un quartiere popolare di Nuoro e da studente universitario ho abitato prevalentemente, a Cagliari, in appartamenti della zona di Is Mirrionis e di San Michele, perciò un tratto psicologico e culturale urbano, ma popolare, fa parte del mio imprinting umano individuale, consapevolmente introiettato.
La ragione dell’apprensiva malinconia che ho provato deriva dal fatto che via via i box del Mercato civico vanno chiudendo e che la struttura, pur moderna, funzionale, ben collocata sotto il profilo urbanistico, versa in palese agonia.
I loro titolari hanno costantemente lamentato una storica ingenerosità degli abitanti dei quartieri circostanti, Sant’Elia vecchio e nuovo, San Bartolomeo vecchio e nuovo, La Palma-Quartiere del Sole, i quali hanno sempre prevalentemente preferito fare, anche molto fuori zona, non solo le provviste generali nei discount e nei centri commerciali, ma anche la spesa corrente e spicciola, compresi appunto gli alimentari come carne, pesce, frutta, verdura, pane, salumi, formaggi, nei supermarket.
Un più sentito radicamento viceversa sta consentendo di mantenere in attività, nonostante le difficoltà, il Mercato civico rionale di Via Quirra, nella parte nordoccidentale, anch’essa popolare, della città.
Non mancano di ricordare, gli esercenti superstiti, che non sono state soddisfatte le aspettative di collocamento e di mantenimento nel grande stabile di servizi quali uno sportello bancario, un ufficio postale, magari una farmacia, gli uffici circoscrizionali amministrativi, che ne avrebbero rafforzato la funzione di infrastruttura civile urbana di zona. (Segue)
Emilio Lussu, riferimento fondamentale della Scuola Popolare dei Lavoratori del Quartiere di Is Mirrionis
QUARTIERE DI IS MIRRIONIS. ASSEMBLEA DELLA SCUOLA POPOLARE. 11.05.1975
L’11 maggio 1975, a due mesi dalla morte di Emilio Lussu (Roma 5 marzo 1975) la Scuola Popolare e il Circolo culturale di quartiere di Is Mirrionis organizzarono un’assemblea popolare per onorare il Grande Sardo. La relazione introduttiva venne tenuta da Giuseppe Caboni, uno dei massimi studiosi della vita e dell’opera di Emilio Lussu, nonché personale amico, sia pure considerando la grande differenza di età tra i due. Ringraziamo il nostro amico Giuseppe per averci ricordato quell’importante iniziativa, trasmettendoci il testo della sua relazione, che, come abbiamo riconosciuto, mantiene una straordinaria inalterata validità, oggi come allora. Tutto ciò anche a testimonianza della preziosa presenza politico-culturale della Scuola Popolare e del Centro Culturale nel quartiere di Is Mirrionis, nella città ed oltre.
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Ricordando Emilio Lussu, il suo esempio e i suoi attualissimi insegnamenti
di Giuseppe Caboni
Chi lavora comanda. È questa una delle indicazioni morali fondamentali che Emilio Lussu trasse dalla sua vita col padre. Era attorno ai 10 anni quando la prepotenza con un mezzadro gli costò, per l’intervento del padre appunto, una settimana al suo servizio, a lavorare la terra.
Da questa e da altri simili esperienze sosteneva di aver acquisito la prima apertura alla democrazia sostanziale, al senso dell’uguaglianza (in un breve saggio del 1952, “Nascita di uomini democratici”).
Lo spirito d’indipendenza, l’apprezzamento del coraggio come dote primaria, la lealtà e la socialità: anche queste sono state qualità di Lussu che lui stesso riportava ai valori propri della società pastorale di Armungia, il paese dove era nato nel 1890. L’ha definita – nel racconto “il cinghiale del diavolo”- una società senza classi e senza stato, all’interno della quale la distinzione tra patrizi e plebei, fra pastori da una parte e commercianti o scribacchini dall’altra, era “morale”, e non sociale. A questo modo di sentire, assorbito intensamente sin dall’infanzia, Lussu riportava sempre il suo radicale, irriducibile antifascismo, la sua avversione profonda alla ripartizione in classi della società capitalista, in cui quelli che lavoravano più duramente e produttivamente – contadini, pastori, operai – non esercitano affatto il potere, ma subiscono quello di strati privilegiati, autoritari e parassitari, e sono – in modo sempre più violento – vittime dello sfruttamento e del bisogno materiale.
Il primo grande scontro con la logica della società classista Lussu lo ebbe nelle trincee della prima guerra mondiale, a cui partecipava come interventista, ma di cui imparò presto a comprendere le contraddizioni. Le pagine di “Un anno sull’altopiano” descrivono con sobrietà il processo psicologico che portò il tenente sardo a capire come i veri “nemici” fossero i generali e i profittatori di guerra – e dietro l’intera struttura di potere della grande borghesia italiana ed europea – e a fraternizzare con i formidabili soldati della brigata Sassari, per il 95% pastori e contadini, e per il resto, operai, minatori ed artigiani.
Sul fronte Lussu divenne un capo leggendario. Al rientro in Sardegna le intuizioni che riuscì progressivamente a inserire nelle rivendicazioni degli ex combattenti, sino al 1920, e poi nel Partito Sardo d’Azione, muovevano in direzione del socialismo, di un socialismo originale, basato – allora – sull’autogestione, sull’antiburocratismo, sullo spirito di iniziativa e d’indipendenza. (segue)
Emilio Lussu, riferimento fondamentale della Scuola Popolare dei Lavoratori del Quartiere di Is Mirrionis
QUARTIERE DI IS MIRRIONIS. ASSEMBLEA DELLA SCUOLA POPOLARE. 11.05.1975
L’11 maggio 1975, a due mesi dalla morte di Emilio Lussu (Roma 5 marzo 1975) la Scuola Popolare e il Circolo culturale di quartiere di Is Mirrionis organizzarono un’assemblea popolare per onorare il Grande Sardo. La relazione introduttiva venne tenuta da Giuseppe Caboni, uno dei massimi studiosi della vita e dell’opera di Emilio Lussu, nonché personale amico, sia pure considerando la grande differenza di età tra i due. Ricordando quella circostanza ringraziamo il nostro amico Giuseppe per averla puntualmente documentata, trasmettendoci il testo della sua relazione, che, come abbiamo riconosciuto, mantiene inalterata validità oggi come allora. Tutto ciò anche a testimonianza della preziosa presenza politico-culturale della Scuola Popolare e del Centro Culturale nel quartiere di Is Mirrionis, nella città ed oltre.
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Ricordando Emilio Lussu, il suo esempio e i suoi attualissimi insegnamenti
di Giuseppe Caboni
Chi lavora comanda. È questa una delle indicazioni morali fondamentali che Emilio Lussu trasse dalla sua vita col padre. Era attorno ai 10 anni quando la prepotenza con un mezzadro gli costò, per l’intervento del padre appunto, una settimana al suo servizio, a lavorare la terra.
Da questa e da altri simili esperienze sosteneva di aver acquisito la prima apertura alla democrazia sostanziale, al senso dell’uguaglianza (in un breve saggio del 1952, “Nascita di uomini democratici”).
Lo spirito d’indipendenza, l’apprezzamento del coraggio come dote primaria, la lealtà e la socialità: anche queste sono state qualità di Lussu che lui stesso riportava ai valori propri della società pastorale di Armungia, il paese dove era nato nel 1890. L’ha definita – nel racconto “il cinghiale del diavolo”- una società senza classi e senza stato, all’interno della quale la distinzione tra patrizi e plebei, fra pastori da una parte e commercianti o scribacchini dall’altra, era “morale”, e non sociale. A questo modo di sentire, assorbito intensamente sin dall’infanzia, Lussu riportava sempre il suo radicale, irriducibile antifascismo, la sua avversione profonda alla ripartizione in classi della società capitalista, in cui quelli che lavoravano più duramente e produttivamente – contadini, pastori, operai – non esercitano affatto il potere, ma subiscono quello di strati privilegiati, autoritari e parassitari, e sono – in modo sempre più violento – vittime dello sfruttamento e del bisogno materiale.
Il primo grande scontro con la logica della società classista Lussu lo ebbe nelle trincee della prima guerra mondiale, a cui partecipava come interventista, ma di cui imparò presto a comprendere le contraddizioni. Le pagine di “Un anno sull’altopiano” descrivono con sobrietà il processo psicologico che portò il tenente sardo a capire come i veri “nemici” fossero i generali e i profittatori di guerra – e dietro l’intera struttura di potere della grande borghesia italiana ed europea – e a fraternizzare con i formidabili soldati della brigata Sassari, per il 95% pastori e contadini, e per il resto, operai, minatori ed artigiani.
Sul fronte Lussu divenne un capo leggendario. Al rientro in Sardegna le intuizioni che riuscì progressivamente a inserire nelle rivendicazioni degli ex combattenti, sino al 1920, e poi nel Partito Sardo d’Azione, muovevano in direzione del socialismo, di un socialismo originale, basato – allora – sull’autogestione, sull’antiburocratismo, sullo spirito di iniziativa e d’indipendenza. (segue)
Oggi venerdì 20 ottobre 2017
- Approfondimenti su Unica.
——————————–riflessioni & dibattito——————————-
Gli Editoriali di Aladinews. Materiali per il Lavoro
LAVORO E NUOVO MODELLO DI SVILUPPO
TRA INCUBI E SOGNI
Daniele Doglio su Rocca, ripreso da Aladinews.
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Rosatellum, legge bugiarda
20 Ottobre 2017
Gaetano Azzariti Il Manifesto del 17 ottobre, ripreso da gi Democrazia oggi.
———————————–oggi————————————
- Pazza idea a Is Mirrionis.
————————————benicomuni————————————–
CITTÀ E TERRITORIO » TEMI E PROBLEMI » BENI COMUNI
Pubblica, economica e rinnovabile: la nuova energia della Scozia
di GIANLUCA RUGGERI
Altreconomia, 16 ottobre 2017, ripreso da eddyburg e da aladinews. «La prima ministra scozzese ha proposto di costituire una società pubblica capace di fornire elettricità agli utenti domestici. Un annuncio che smonta la retorica del “mercato” (c.m.c.)
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Oggi giovedì 19 ottobre 2017
- Approfondimenti su Unica.
———————————-riflessioni & dibattito———————————
Sardegna: alla ricerca del partito perduto…
19 Ottobre 2017
Amsicora su Democraziaoggi.
Gente, sapete quale è il mio rovello da qualche tempo? Semplice. Individuare chi votare alle prossime regionali. Escludo il centrodestra. Facile, son di sinistra fin da quanto portavo i pantaloni corti. Che faccio cambio ora? E il PD? Deus s’indi campiri! E’ come votare quelli là. E poi non l’ho votato ai tempi del buon Bersani, […]
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Il Rosatellum crea astensionismo
di SALVATORE SETTIS
Il Rosatellum crea astensionismo su il Fatto quotidiano, 18 ottobre 2017, ripreso da eddyburg e da aladinews. «E se allontanare i cittadini dalle urne fosse invece, in una strategia perversa ma tutt’altro che fantapolitica, scopo primario di una legge come questa?»
—————————————–InfoCostat——————————————-
Cari Compagni/e, amici/e,
si è tenuta ieri, mercoledì 18 ottobre, la riunione ordinaria del Comitato d’iniziativa costituzionale e statutaria, che ha assunto le seguenti importanti decisioni.
Legge elettorale
La fiducia limita non solo il dibattito parlamentare, ma toglie voce anche a noi cittadini, impedendo che si dispieghi un ampio dibattito pubblico e una forte mobilitazione su una legge pessima e anticostituzionale. Pertanto, abbiamo deciso di essere presenti la settimana prossima con due iniziative:
Martedì 24 ottobre: dibattito su legge elettorale nazionale e regionale con Costantino Murgia, Tonino Dessì e Andrea Pubusa all’Hostel Marina con inizio alle 17 (seguirà locandina),
Data la grave accelerazione imposta dal governo e dal PD in combutta con le destre per far passare una legge che ci priva del diritto di scelta dei parlamentari, si invita alla massima mobilitazione e presenza;
Mercoledì 25 ottobre: presidio in via Garibaldi (spiazzo all’altezza di via Iglesias) dalle 17. Metteremo qualche manifesto e distribuiremo un volantino. Si pregano i compagni ed amici di dare la massima diffusione alla notizia e di assicurare la partecipazione.
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Lavoro e altre tematiche
Si è deciso di proseguire nell’approfondendo dei tanti spunti offerti dal Convegno del 4-5 ottobre u.s.: Lavoro/Ambiente, Scuola/Lavoro, Lavoro/Servizi sociali, Lavoro/Salute, Reddito di cittadinanza/Beni comuni, etc.
Su quei temi si punta ad iniziative pubbliche qualificate da calendarizzare. Come tappe di avvcinamento si è deciso:
– di fare un’iniziativa pubblica entro metà novembre in cui vengono presentati i risultati più significativi del ns. Convegno e di pubblicarne gli atti;
- di fare un dibattito pubblico entro l’anno con Nando dalla Chiesa su Economia e illegalità;
- di fare all’inizio dell’anno prossimo il Convegno Lavoro/Ambiente e, di seguito gli altri (Scuola/Lavoro; Reddito di cittadinanza e Beni comuni, Economia Sociale e Solidale, Salute e Sanità, etc.).
Come si vede, è un programma ambizioso, impegnativo e molto interessante, che punta – secondo le finalità del Comitato – a stimolare il dibattito pubblico in Sardegna su temi strettamente collegati alla Costituzione e allo Statuto sardo. Occorre pertanto essere presenti ed ampliare la partecipazione alle attività del ns. Comitato.
A Martedì in via Garibaldi per il presidio e cordiali saluti (Andrea Pubusa).
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SOCIETÀ E POLITICA » GIORNALI DEL GIORNO » ARTICOLI DEL 2017
Rapporto Ocse. Nell’Italia che invecchia crescono le diseguaglianze
Avvenire, 18 ottobre 2017, ripreso da eddyburg e da aladinews. Sempre di segno negativo i primati dell’talia (e soprattutto degli italiani… Due aspetti sottolineati dall’Ocse: l’invecchiamento della popolazione e l’aumento delle diseguaglianze economiche.
———————————————-oggi—————————————
Argenti in Sardegna.
Oggi, giovedì 19, alle ore 18 presso il salone del Banco di Sardegna, viale Bonaria 33
verrà presentato da Nicoletta Bazzano e Lucia Siddi un nuovo volume sugli argenti in Sardegna. Introduce e coordina i lavori Alessandra Paolini, docente di Storia dell’Arte dell’Università di Cagliari ed esperta in materia.
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- Pazza idea a Is Mirrionis.
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ITI IS MIRRIONIS. Si muove… lentamente!
ITI Is Mirrionis: pubblicato sul sito del Comune di Cagliari il bando per l’affidamento del Servizio di assistenza per la gestione del processo di accompagnamento inclusivo: http://www.comune.cagliari.it/portale/it/at20_notizie_dett.page?contentId=NWS204414