Risultato della ricerca: ITI Is Mirrionis
Periferie
La sofferenza delle periferie cagliaritane, affossate dall’ipocrisia del centrosinistra e del centrodestra
di Vito Biolchini
vitobiolchini.it, 05/06/2019 alle 12:48
Oggi mercoledì 5 giugno 2019
———————Appuntamenti, Commenti e Riflessioni. Elezioni e oltre———————————
DOMANI. UNIVERSITÀ’ di CAGLIARI Dipartimento SPOL.
Presentazione del volume “A lezione da Gramsci. Democrazia, partecipazione politica e società civile in Tunisia”.
Discuteranno con le curatrici Patrizia Manduchi e Alessandra Marchi: Sabrina Perra (Istituto Gramsci), Nicola Melis (Unica), Gennaro Gervasio (Roma3). 6 giugno 2019 ore 17,30 – Mem, via Mameli 164, Cagliari.
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Più ambiente, più salute, più cultura. Quello che i cittadini si aspettano dal prossimo governo di Cagliari
5 Giugno 2019
Maria Laura Ferru su Democraziaoggi.
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Per costruire accoglienza: Assemblea con Francesca Ghirra e Roberto Loddo
Oggi mercoledì 5 giugno, alle 19:30 all’Hostel Marina si svolgerà la presentazione della candidatura al consiglio comunale di Roberto Loddo nella lista Sinistra per Cagliari con Francesca Ghirra. Sarà presente la candidata sindaca Francesca Ghirra insieme a personalità del mondo dell’attivismo politico e sociale che accompagnato il percorso politico di Roberto Loddo, attivista dell’Asarp, presidente della cooperativa sociale Il Giardino di Clara e redattore del manifesto sardo, giornale online di approfondimento politico e culturale.
Interverranno la presidente dell’Asarp (associazione sarda per l’attuazione della riforma psichiatrica) Gisella Trincas e il fondatore del manifesto sardo Marco Ligas, l’attivista e insegnante Carola Farci e l’esponente della sinistra cagliaritana Roberto Mirasola. Sarà un confronto sulle politiche sociali e dell’accoglienza, un dibattito pubblico aperto alla cittadinanza su quale modello di città la coalizione della sinistra e dei progressisti vorrà costruire per superare le disuguaglianze e l’emarginazione e favorire un sistema di protezione sociale che sostenga agli ultimi, gli esclusi e tutte le persone che vivono esperienze di sofferenza.
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NON CHIAMATELA PERIFERIA
Progetti e idee a confronto per il Quartiere di Is Mirrionis
Mercoledì 5 giugno 2019 | ore 18.00 Via Doberdò 101 – Cagliari
Incontro con i candidati al Consiglio Comunale
Laura Stochino e Andrea Dettori
Sarà presente la candidata Sindaca Francesca Ghirra
modera Mario Gottardi (giornalista)
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Oggi venerdì 31 maggio 2019
———————Dibattito, Commenti e Riflessioni———————————
Cagliari: la “politica dei giardinetti” non basta per avere un voto di sinistra
31 Maggio 2019
Andrea Pubusa su Democraziaoggi.
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Fabrizio Barca, “Le periferie? Votano per chi le ascolta. La classe dirigente torni sul territorio” (intervista al Messaggero)
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Luoghi e spazi di vita di una città: le periferie tra sogni e identità. Is Mirrionis, a chi appartiene il suo futuro? In occasione delle elezioni comunali il comitato Casa del Quartiere, Is Mirrionis.
Lunedì 10 giugno, alle ore 18,30 a Is Mirrionis (TSE via Quintino Sella) con i tre candidati Sindaci. Organizza il comitato Casa del Quartiere di Is Mirrionis.
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Cagliari verso il voto: i candidati alle primarie del centrosinistra intervistati da l’Unione Sarda
- Chiusura campagna primarie di Matteo Lecis Cocco-Ortu: venerdì 3 maggio alle ore 18, piazza Seui, Is Mirrionis.[Il Programma].
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- Francesca Ghirra, su fb.[Punti programmatici]
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- Marzia Cilloccu, su fb. Manifestazione elettorale giovedì alle ore 18:30, Hotel Regina Margherita, Viale Regina Margherita, 38, Cagliari. [Punti programmatici]
Documentazione ITI Is Mirrionis-San Michele
AFFIDAMENTO DEL SERVIZIO DI SUPPORTO ALLE IMPRESE PER L’ATTUAZIONE DELL’ITI. Aggiudicataria la RTI FONDAZIONE GIACOMO BRODOLINI Milano – PRIMAIDEA srl Cagliari.
Dettaglio Atto
Tipo: Determinazione Dirigenziale Numero e data: Numero 6205 del 05/10/2018 Data esecutività: 15/10/2018
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Verso l’incontro-dibattito “Cattolici e impegno in Politica”. Note introduttive
Le ragioni dell’incontro.
(a cura degli organizzatori)*
L’incontro ha la finalità di suscitare una riflessione a tutto tondo sull’impegno dei cattolici in Politica nel nostro tempo. Lo facciamo partecipando – anche con questa iniziativa – al grande dibattito che si sta sviluppando nel Paese, che non può essere ridotto alla proposta di riedizione di un “partito cattolico”, che peraltro non condividiamo (1). Ma qui non vogliamo parlare solo in termini generali, perché intendiamo misurarci con la nostra realtà di primo riferimento, cioè con l’impegno che caratterizza o dovrebbe caratterizzare i cattolici nella società sarda e nella città metropolitana di Cagliari. Non vogliamo soffermarci sulle diverse esperienze positive (che pur è importante tenere presenti, riconoscendone i meriti anche nell’intento di rafforzare collegamenti e sinergie), vogliamo invece riflettere sulle carenze dell’intervento dei cattolici nel tradurre i valori evangelici nell’impegno sociale, con particolare riguardo all’intervento politico, che ne è un aspetto fondamentale. In questo ambito ci chiediamo il perché le politiche sociali a tutti i livelli (ma qui prendiamo in esame quelli a noi più vicini) siano sempre meno efficaci nel perseguire i principi: eguaglianza, pace, solidarietà, partecipazione, diritto al lavoro, diritto alla salute, diritto a vivere in un ambiente salubre, diritto alla casa, diritto all’istruzione e alla formazione.
Questi principi non sono in tutta evidenza portato esclusivo dei cattolici, quanto invece di tutte le componenti che per brevità individuiamo in quelle che dettero vita alla Carta Costituzionale italiana, nella fondazione di uno Stato democratico che traeva ispirazione dalla Resistenza e dall’antifascismo. Parliamo dei cattolici, dei comunisti, dei socialisti, degli azionisti, dei liberaldemocratici… avvertendo che l’enumerazione non rende la complessità delle diverse componenti. Basti pensare che fin da allora i cattolici militavano in differenti schieramenti politici, anche se in prevalenza si collocavano nel Partito popolare prima e successivamente nella Democrazia Cristiana.
Sarebbe interessante ripercorrere le esperienze di quel passato. Parliamo invece dell’oggi: come questi principi possono essere declinati nelle scelte politiche? Ecco, qui sta il diritto dei cattolici di differenziare le proprie opzioni rispetto alle diverse formazioni politiche, quand’anche ne facciano parte. Ma fino a un certo punto, cioè fino a quando i programmi e le concrete attuazioni degli stessi non neghino tali principi.
Proviamo a svilupparne alcuni
Le disuguaglianze e i diritti
In tutto il mondo si accentuano le disuguaglianze sociali e aumentano le povertà, mentre assistiamo a una nuova corsa al riarmo e si moltiplicano i conflitti bellici, tale da configurarsi una “guerra mondiale a pezzi”, come l’ha definita papa Francesco. La sopravvivenza dell’intera Terra è minacciata dall’inquinamento e dall’uso sconsiderato delle risorse non rinnovabili, mentre in conseguenza delle guerre e dei cambiamenti climatici masse considerevoli di persone abbandonano i luoghi d’origine e si spostano verso le zone più ricche del pianeta, con costi umani terrificanti (vicino a noi tali tragedie si verificano soprattutto nel mar Mediterraneo) e con l’incapacità dei paesi di destinazione di gestire i flussi migratori.
Nella nostra casa – in Sardegna, nelle città e nei paesi – assistiamo a un progressivo depauperamento delle risorse materiali e, ancor peggio, alla perdita di quelle più preziose: le persone, con l’aumento della disoccupazione, specie giovanile, lo spopolamento delle zone interne e l’emigrazione dei giovani verso altri paesi europei ed extraeuropei.
Questi fenomeni interpellano le coscienze delle donne e degli uomini e necessitano di risposte adeguate e convincenti, individuali e collettive, quali finora non sono state, nell’impegno politico nell’associazionismo e nelle Istituzioni. I cattolici hanno tutti gli strumenti per intervenire in questa situazione per cercare di modificarla verso positivi concreti miglioramenti. A tal fine ispirandosi agli insegnamenti evangelici e alla consolidata e aggiornata dottrina sociale della Chiesa. La presenza dei cattolici, insieme con tutte le altre persone di “buona volontà” – perciò anche con quelle non credenti o di differenti convinzioni religiose, animate da comuni valori etici – si appalesa in modo peculiare nelle diverse forme dell’impegno politico, ricordando l’insegnamento di San Paolo VI, secondo cui il servizio nella polis costituisce la più alta forma di carità (1).
La partecipazione
Il prossimo 26 maggio torneremo a votare per le Elezioni europee. Lo stesso giorno (o in un giorno del mese successivo) si voterà in molti comuni italiani; in Sardegna in 29 comuni (su 377), di cui 24 con popolazione inferiore ai 15000 e 5 con popolazione superiore (Alghero, Cagliari, Monserrato, Sassari, Sinnai).
Teniamo conto di questa circostanza perché il dibattito, anche in questo nostro incontro, deve misurarsi sia su questioni di ampia portata (rifare un partito dei cattolici e altro) sia sulle scelte concrete dell’immediato: come si comporteranno i cattolici in queste scadenze? Poiché ci troviamo a Cagliari è interessante e opportuno calare i nostri ragionamenti anche sull’amministrazione della città. E’ una proposta che facciamo a questa assemblea, con l’unica finalità di organizzare riflessioni che potranno essere riprese e ulteriormente sviluppate in altre auspicabili iniziative.
Innanzitutto il dato della partecipazione elettorale, che nelle recenti scadenze si assesta tra il 50 e poco più del 60%. A Cagliari nelle elezioni del 5 giugno 2016 l’affluenza definitiva è stata del 60,14%, mentre nel 2011 al primo turno fu del 71,44 % (elezioni vinte entrambe da Massimo Zedda). Il dato di affluenza del recente voto regionale è stato dunque inferiore (58,97%) sebbene in incremento rispetto alle elezioni regionali precedenti (53,44%) e in calo rispetto alle politiche del 2018 (68,14%, dato Camera dei deputati). A scoraggiare la partecipazione dei cittadini contribuiscono le leggi elettorali, in particolare la pessima legge elettorale sarda, costruita in modo spudoratamente autoreferenziale dai due maggiori partiti dei raggruppamenti del centro destra e del centro sinistra al fine di spartirsi i seggi senza essere troppo disturbati.
E’ questo un punto importante che vogliamo trattare: gli appelli alla partecipazione dei cittadini alle elezioni non sono credibili in presenza di leggi elettorali che la scoraggiano.
Ecco, i cattolici al riguardo dovrebbero prendere posizione, battendosi per leggi elettorali democratiche, secondo lo spirito della Costituzione. In particolare è pertinente il richiamo all’art.3, comma 2, laddove afferma che è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli che impediscono l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica del Paese.
Quanto ai contenuti della politica non sembra che le scelte politiche neo liberiste di un’economia che uccide siano propriamente in linea con gli insegnamenti evangelici, come ben evidenzia papa Francesco nell’Esortazione apostolica Evangelii gaudium e in tanti altri documenti e dichiarazioni.
Una buona politica non può non costruire percorsi alternativi, anche se difficili, per un’economia al servizio dell’uomo.
Politica dell’accoglienza.
Praticarla oggi è sempre più arduo, eppure è quella obbligata, perfino ragionando egoisticamente, ma per i cattolici dovrebbe essere ovvia, evidentemente nelle forme più adeguate perché possa essere accettata e abbia successo. E, invece, le Amministrazioni di tutti i colori tendono a evitare possibili contrasti con un’opinione pubblica egemonizzata da un risorgente razzismo. Anche l’Amministrazione di Cagliari non è estranea a questa impostazione, considerato la difficoltà di organizzare gli Spraar, non partecipando agli appositi bandi del Ministero degli Interni, ora ridimensionati dalla gestione Salvini.
Sono politiche che non fanno prendere voti, anzi ne fanno perdere. Ma i cattolici che posizioni prendono?
Le periferie.
La città per l’opera delle ultime amministrazioni è diventata più bella e più attrattiva anche per i flussi turistici, ma non sembra che ci sia stata un’adeguata politica per le periferie. Non disconoscendo gli interventi di riassetto urbanistico operati anche nelle periferie, tuttavia si lamenta la scarsa attenzione ai problemi della qualità dell’abitare, che nelle periferie non è affatto migliorata in questi ultimi decenni. Drammatico è il venir meno di relazioni di solidarietà tra le persone, con il contrarsi delle occasioni di socialità libere da finalità di lucro o diverse da appuntamenti nei quali le persone non “partecipano”, essendo presenti quasi esclusivamente come spettatori, fruitori passivi.
Non disconosciamo il valore dei progetti di grande portata e di consistenti dotazioni finanziarie dedicati alle periferie: per Sant’Elia o per il quartiere di Sant’Avendrace (fondi governativi), o per San Michele e Is Mirrionis (ITI, fondi europei), ma lamentiamo le lungaggini attuative e le gestioni verticistiche degli stessi, senza un vero coinvolgimento delle popolazioni.
Le politiche sociali. Si ha la sensazione che vengano in parte consistente delegate alla Caritas, che pur meritoria e allo stato indispensabile, non può e non deve coprire tutte le necessità dei ceti meno abbienti.
Una politica di ispirazione cattolica può adagiarsi a questo stato di cose? In questa sede abbiamo proposto sono solo alcuni esempi come terreno concreto di discussione che deve misurarsi con le impostazioni di fondo e di più ampia portata.
Ci interroghiamo anche sullo stato di consapevolezza dei cattolici italiani sulla disponibilità all’impegno in Politica.
Lo facciamo riportando le conclusioni di un interessante sondaggio realizzato dall’Istituto Demopolis su un campione di 1200 maggiorenni cattolici, pubblicato da Famiglia Cristiana del 24 ottobre 2013 , consultabile su web (2). “Al centro dell’inchiesta se e come, in quale misura, il cattolicesimo italiano sia disponibile ad accogliere l’appello di Papa Francesco perché una nuova generazione di cattolici si impegni in politica per il bene comune. Un appello che viene recepito in blocco dal 90% degli intervistati”. In estrema sintesi il cattolico disegnato da questa indagine “mette al centro delle proprie preoccupazioni i giovani, la costruzione della famiglia, l’idea di una comunità solidale con i più deboli, aperta ai nuovi italiani e ad una trasformazione dell’Italia in una società multietnica e multiculturale. Vuole meno tasse e sa che la corruzione e la clientela distruggono le possibilità di una crescita sana e sostenibile della società e del Paese. Tuttavia ha perso di vista alcuni capisaldi della dottrina cattolica sui temi cosiddetti ‘non negoziabili’, aprendo a sperimentazioni su embrioni e all’eutanasia”.
Qualità della classe politica e impegno nella formazione delle persone.
Dedichiamo infine un passaggio alla necessità che la società disponga di una classe di politici preparati. Al riguardo nel messaggio prima delle recenti elezioni i Vescovi sardi sono stati espliciti (3): siano i cattolici “disponibili a candidarsi a far parte della classe dirigente, con sapiente valutazione delle proprie capacità e delle possibilità oggettive di impegno”. Ma, si dirà: sono molti i cattolici già impegnati in politica, in quasi tutti gli schieramenti nella rilevante differenziazione che il venire meno del “collateralismo” ha facilitato. Ciò nonostante sembra proprio che i Vescovi ritengano insufficiente tale impegno, in quantità e qualità, tanto è che sostengono: “la classe politica ha sempre più bisogno, anche al di là delle candidature proposte dai partiti, di persone competenti e preparate, di provata esperienza amministrativa, di moralità indiscussa, di spirito di servizio e di distacco da interessi personali e di casta”. Se tanto affermano è perché probabilmente intendono “stanare” una quantità, allo stato imprecisata, ma sicuramente numerosa di persone con le qualità che hanno ben evidenziato. Detto con una definizione suggestiva ritengono esista in ambito cattolico (e non solo) una sorta di “esercito di riserva della democrazia” da mettere in gioco per il bene della Sardegna. Verosimilmente tra queste persone vi sono coloro che praticano (o perlomeno non si oppongono a) quel “persistente astensionismo” che preoccupa i Vescovi, mentre, al contrario, le stesse avrebbero il “dovere morale di partecipare con responsabilità e piena consapevolezza ai prossimi appuntamenti elettorali” e, in generale, alla vita politica. Non bisogna poi fermarsi allo stato delle “risorse disponibili”, occorre creane di nuove; infatti i presuli intendono impegnarsi maggiormente nella “formazione della coscienza politica del laicato”, lasciando intravedere al riguardo il rilancio di scuole di formazione e di altre pertinenti iniziative culturali aperte e in collegamento con tutte le organizzazioni laiche democratiche.
Conclusioni?
Speriamo emergano maggiore consapevolezza dei problemi della nostra società e rinnovati impegni dei cattolici e di tutte le persone di buona volontà anche stimolati da questo nostro incontro.
—————————–—Note————————–——
(1) Lo stato del dibattito è ben sintetizzato da un articolo di Ritanna Armeni, sul quindicinale Rocca, della Pro Civitate Christiana (articolo ripubblicato da Aladinews: https://www.aladinpensiero.it/?p=93547). (2) Su Famiglia Cristiana del 24 ottobre 2013 (ripreso da Aleteia): https://it.aleteia.org/2013/10/24/i-cattolici-pronti-ad-impegnarsi-in-politica/ (3) MESSAGGIO DELLA CONFERENZA EPISCOPALE SARDA ALLE CHIESE E ALLA SOCIETÀ DELLA SARDEGNA. «GIOVANI, LAVORO E SPERANZE PER IL FUTURO» del 29 ottobre 2018 (su Aladinews del 10 novembre 2019: https://www.aladinpensiero.it/?p=89392
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* Gli organizzatori
- Ufficio diocesano per la pastorale sociale e del lavoro;
- Associazione Amici Sardi della Cittadella di Assisi;
- Progetto Policoro.
Verso le Elezioni del Sindaco e del Consiglio comunale di Cagliari
Aladinews si impegna per la massima diffusione di un DIBATTITO indispensabile per la città capoluogo e per la Sardegna.
Riprendiamo dal suo sito un intervento di Vito Biolchini che propone dieci domande su cui raccogliere le riflessioni di chiunque abbia qualcosa da dire sia per fare un bilancio dell’amministrazione uscente sia per prospettare un possibile futuro per la gestione della città.
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2011-2019, Zedda sindaco di Cagliari: dieci domande per fare un bilancio e aprire il dibattito
di Vito Biolchini
14/03/2019 alle 20:55 su vitobiolchini.it
A Cagliari l’era Zedda è finita. Sindaco per otto anni, dal 2011 al 2019. Il primo di sinistra a guida di una amministrazione di centrosinistra: un caso mai avvenuto, praticamente la prima volta dal secondo dopoguerra.
Un’elezione giustamente ritenuta storica, dunque. Ma lo è altrettanto l’eredità di questa non breve stagione di governo? E’ confrontabile ad esempio con quella lasciata da due memorabili sindaci cagliaritani Ottone Bacaredda e Luigi Crespellani? Pure quest’ultimo lasciò il Comune per la Regione, diventandone Presidente.
La sinistra non brilla da tempo per capacità di analisi, tanto meno in Sardegna (dove ancora stiamo aspettando una lettura, una qualunque, della sconfitta di Renato Soru nel 2009).
Stavolta dovrebbe essere diverso e, se vogliamo, più facile. Perché non c’è nessuna sconfitta da elaborare (Zedda si è dimesso e sceglie di andare in Consiglio regionale come consigliere di minoranza) e perché l’ormai ex sindaco di Cagliari è circondato da una generale e benevola considerazione, da una stampa locale e nazionale mai critica, benché ciò non gli abbia evitato la brutale sconfitta delle ultime elezioni regionali (110 mila voti di distanza dal vincitore Solinas; cinque anni fa Pigliaru prevalse su Cappellacci per 17mila voti, dieci anni fa Cappellacci batté Soru per 87 mila voti, quindici anni fa Soru batté Pili per 93 mila voti).
Ora comunque nessuno deve fare più i conti con il consenso, ogni considerazione è scevra da strumentalità politica. Una fase si è chiusa ed è consegnata alla storia di questa città. Facciamo dunque uno sforzo di astrazione e proviamo ad aiutare chi, fra qualche decennio, proverà a capire in che modo una amministrazione di sinistra ha cambiato Cagliari tra il 2011 e il 2018.
La questione è semplice: la città che Zedda lascia è migliore di quella che ha trovato nel 2011? E se sì, perché?
Domanda suggestiva ma, se posta in questi termini, profondamente fuorviante. Bisognerebbe infatti che il giudizio fosse ancorato a degli elementi oggettivi, o quanto meno articolato per ambiti, e soprattutto riferito al criterio di continuità-discontinuità rispetto a quanto fatto in precedenza dalla destra.
E allora cerchiamo di individuare dieci questioni cruciali sulle quali era atteso un significativo cambio di rotta dopo i 17 anni di amministrazione Delogu–Floris. La mia è chiaramente una articolazione soggettiva di temi, ognuno può fare altre scelte. Ma io penso che sia necessario condividere il metodo.
[segue]
Oggi mercoledì 13 marzo 2019 – Gli eventi di domani giovedì segnalati da Aladinews – Verso le manifestazioni di venerdì 15 marzo 2019
- Le pagine fb degli eventi in Sardegna. A Cagliari partenza piazza Garibaldi – A Sassari partenza piazza Castello.
————-Avvenimenti&Dibattiti&Commenti&Appuntamenti&Thedayafter———————
Una convergenza PD, sinistra, M5S è possibile
13 Marzo 2019
Alfiero Grandi – vice presidente Coordinamento per la democrazia costituzionale. Su Democraziaoggi.
Tanti hanno partecipato alle primarie sperando di aiutare la ricostruzione di una posizione di sinistra, diroccata da Renzi, che ora tenta di ipotecare la vittoria di Zingaretti. Anche le manifestazioni sindacale e antirazzista di Milano sono state partecipate e importanti. Novità incoraggianti ma insufficienti. Ora la discontinuità del […]
——————————–Domani—————————————
Intorno al ‘68 – recital letterario e musicale.
A Cagliari, domani giovedì 14 marzo ore 19,30.
Studium franciscanum, via Principe Amedeo, 22.
Rita Atzeri e Cristina Maccioni, voci recitanti.
Testimonianza: Cristina Lavinio, ‘il mio sessantotto’.
Partecipa Michela Lippi, studentessa.
Coro dell’ANPI diretto da Roberto Deiana.
Partecipate!
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60anni della Parrocchia di Sant’Eusebio a Is Mirrionis
L’INFLUENZA DELLA PARROCCHIA NELLA VITA DEL QUARTIERE
(Intervento agli atti di Franco Meloni)
Premessa
In questo periodo capita molto spesso che il Quartiere di Is Mirrionis salga alla ribalta della cronaca cittadina per comportamenti malavitosi, retate e arresti per possesso e spaccio di droga e così via… (Segue)
Finalmente!
Via Flumentepido: FINALMENTE!
Come abbiamo più volte argomentato sulla nostra news, “in generale e particolarmente per la situazione della nostra città è da contrastare ogni scelta politico-amministrativa che non persegua l’equilibrio tra diritto alla casa e diritto ai servizi sociali e culturali e conseguentemente va contrastata la politica dell’utilizzo di scuole e altre strutture di carattere culturale per la realizzazione di abitazioni; considerato il relativo fabbisogno, le abitazioni devono essere realizzate prioritariamente con il ricupero, risanamento e riqualificazione del patrimonio edilizio abitativo esistente e solo in subordine con la costruzione di nuovi edifici”. Tuttavia per le scelte effettuate in via Flumentepido abbiamo preso atto delle decisioni assunte da tempo, del finanziamento accordato, della pronta disponibilità dell’edificio da abbattere per le nuove costruzioni, e così via. Pertanto la nostra richiesta è stata che si procedesse con la massima urgenza, essendosi ormai cumulati ben 5 anni di ritardi rispetto alla data della decisione; richiesta ribadita con forza in un nostro intervento sulla news, indirizzato al Sindaco e agli assessori competenti. L’Assessore Maurizio Chessa ci aveva fatto sapere che l’Amministrazione contava di aprire in cantiere entro il mese di ottobre dell’anno (2018). Vabbè meno di tre mesi di ulteriore ritardo sono perdonati, stante quanto segue: siamo ben contenti dell’annuncio odierno del Sindaco Massimo Zedda, pubblicato nella sua pagina fb, che sotto riportiamo integralmente, che da informazione dell’avvio del cantiere per la realizzazione dell’intervento. Ci piace ricordare che in un incontro informale del presidente del Comitato di quartiere di Is Mirrionis, Terenzio Calledda, con i responsabili degli uffici tecnici comunali, era stata avanzata la richiesta che nell’ambito degli edifici previsti fossero previsti spazi adeguati per le attività comuni (riunioni condominiali, spazi di aggregazione). Torneremo sulla questione, per ora vogliamo esprimere, seppure stigmatizzati i colpevoli ritardi dell’Amministrazione, la nostra soddisfazione, che si unisce a quella del Comitato “Casa del quartiere di Is Mirrionis” (f.m.)
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[Dalla pagina fb del Sindaco Massimo Zedda] Trentasei nuovi appartamenti per l’edilizia residenziale pubblica in città.
Sono iniziati questa mattina i lavori nella ex scuola di via Flumentepido, nel quartiere di Is Mirrionis. Dopo gli interventi per la pulizia dello spazio, si procederà con la demolizione dell’edificio, la ricostruzione di 36 appartamenti e la riqualificazione dell’area intorno: l’associazione temporanea che si è aggiudicata l’appalto integrato è formata da imprese sarde.
Un investimento di quasi 5 milioni di euro, senza consumo di suolo, importante dal punto di vista urbanistico e sociale in un quartiere già interessato dall’Intervento Territoriale Integrato per cui sono stati stanziati 15 milioni di euro. Sono i primi appartamenti destinati all’edilizia residenziale pubblica costruiti a Cagliari secondo standard qualitativi moderni. Nello scusarci con i cittadini per il ritardo nella partenza dei lavori, il nostro ringraziamento va alle forze dell’ordine per l’aiuto, in alcune fasi non semplici, per l’avvio del cantiere.
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Su Aladinews:
- Questione delle abitazioni a Cagliari, 22 settembre 2018: https://www.aladinpensiero.it/?p=87604
- Questione delle abitazioni a Cagliari (II), 20 settembre 2018: https://www.aladinpensiero.it/?p=87512
- Questione abitativa a Cagliari e non solo (I), 20 settembre 2018: https://www.aladinpensiero.it/?p=87501
DrogaCheFare? “E’ necessario costruire degli anticorpi sociali che proteggano le parti più vulnerabili della nostra società, a partire da quelle più giovani”
- Sulla cronaca di Cagliari de L’Unione Sarda di lunedì 3 dicembre 2018.
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La droga sta sconvolgendo i centri maggiori della Sardegna ma anche gli insediamenti più piccoli
di Antonietta Mazzette
By sardegnasoprattutto/ 1 dicembre 2018/ Città & Campagna/
La Nuova Sardegna 30 novembre 2018. In Sardegna la droga ha acquisito una centralità mediatica, anche perché i sequestri di stupefacenti sono ormai diventati quasi quotidiani. L’Isola appare come un vero e proprio crocevia del traffico internazionale, oltre che luogo di produzione locale, seppure le forze dell’ordine abbiano perfezionato e reso più efficaci le loro azoni di contrasto alla criminalità organizzata, com’è quella legata al variegato mercato degli stupefacenti.
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Appuntamenti letterari di impegno sociale
Oggi lunedì 19 novembre 2018
———-Avvenimenti&Dibattiti&Commenti———————————-
A tre mesi dalle regionali, tutti fermi o quasi. E questo non promette nulla di buono
18/11/2018
di Vito Biolchini su vitobiolchini.it
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Save the Children: l’infanzia è la vera periferia d’Italia, 1.2 milioni di bambini in povertà assoluta.
[di Left Redazione] – Su Aladinews/Editoriali.