Risultato della ricerca: Vanni Tola

Buon 2014 ! I migliori auguri per la Sardegna e per i sardi. Forza paris nei suoi significati di forza insieme e forza uguali!

valentina foto di repertorio
di Franco Meloni
PENSIERO CREATIVO PER IL FUTURO GOVERNO DELLA SARDEGNA
Attilio Mastino, presidente
Salvatore Cubeddu, vice presidente
Giuseppe Pulina/ Sandro Dettori, agricoltura
Michela Murgia/ Vito Biolchini/ Nicolò Migheli, cultura e sport
Gianni Loy/ Piera Loi/ Salvatore Melis, lavoro
Aldo Berlinguer/ Tore Cherchi, economia e bilancio
Alessandro Bianchi/ Cristiano Erriu, urbanistica e enti locali
Maria Del Zompo/ Ettore Cannavera, sanità
Massimo Dadea/ Antioco Gregu, Bustianu Cumpostu lavori pubblici
Gianfranco Bottazzi/ Andrea Murgia, industria,
Paolo Maninchedda/ Gianfranco Fancello, trasporti
Aide Esu/ Francesco Soddu, turismo
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E’ una provocazione? E’ una proposta? Come volete. Il mio intento è solo affermare che nel centro sinistra e nei raggruppamenti indipendentisti e sovranisti ci sono persone di grande capacità, affidabili e prive di coinvolgimenti giudiziari. Ne elenco solo alcune, prese dentro le variegate componenti di quell’area e avuto naturale riguardo alla rappresentanza di genere, generazionale e alla provenienza sociale e territoriale. Non guardate troppo alle assenze. Qualcuno potrebbe giustamente dolersi di non esserci. Si può fare di meglio? Certamente. E poi c’è da lavorare per tutti, per tutti gli uomini di buona volontà che vogliono mettere a disposizione scienza e impegno per la Sardegna, costruendo fiducia e alleanze tra generazioni. Solo come appunto (punta ‘e billettu) ricordo che c’è da costruire buone teorie su come sviluppare l’economia, in sintonia con l’impegno planetario, al riguardo seguendo sollecitazioni di varie provenienze, tra le quali mi piace richiamare quelle di papa Francesco. Tornando alla situazione sarda e alla contingenza politica, si potrebbe anche obiettare che ci sono persone rispettabili e competenti anche nel centro destra. Vero. Ma ritengo che il compito di governare la Sardegna spetti oggi al centro sinistra, dopo cinque anni di autentico disastro delle giunte Cappellacci. E’ possibile che il medesimo giudizio sia condiviso dalla maggioranza degli elettori sardi e che dunque il centro sinistra vinca le elezioni e riesca a portare al governo della Regione quanto di meglio dei figli della Sardegna? E’ possibile. Io lo credo. La condizione è che tutte le componenti di quest’area trovino un programma condiviso, una candidatura comune per un presidente che rappresenti tutti e che tutti rispetti, senza illusioni leaderistiche. Ci vuole responsabilità nei confronti della Sardegna e dei sardi, pensando soprattutto alle giovani generazioni, e consapevolezza che si vince insieme. Forza paris dunque, nei suoi significati di forza insieme e forza uguali! E’ il migliore augurio che possiamo farci. Per quanto possiamo, anche dalle pagine di questa nostra news contribuiamo a questo scopo, nella via pratica indicataci da Gramsci del pessimismo della ragione e dell’ottimismo della volontà.
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Pessimismo della ragione, ma ottimismo della volontà.
La foto di Valentina vuole rappresentare proprio questo bellissimo concetto del nostro conterraneo Antonio Gramsci
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Sardegna-bomeluzo22
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Bellezze-nuragiche su aladinews
La Sardegna senza Sardi?
Demografia e sviluppo nel prossimo futuro

di Vanni Tola
“La Sardegna senza Sardi?”. Era questo il titolo di un convegno svoltosi a Sassari nei giorni scorsi. Un importante momento di discussione che ha stimolato ulteriori riflessioni nel merito di un problema poco esaminato: l’evoluzione demografica della Sardegna. Da decenni nell’isola si registra un incremento demografico negativo. In altri termini, il numero dei nuovi nati e degli immigrati è notevolmente inferiore a quello degli emigrati e dei deceduti. Gli studiosi di fenomeni demografici, elaborando dati reali (censimenti Istat in particolare), hanno indagato sul fenomeno e formulato delle previsioni prefigurando scenari futuri e realizzando ipotesi di evoluzione dell’andamento demografico fondate e attendibili. La considerazione che deriva dalla sintesi di tali elaborazioni è che la Sardegna rischia nei prossimi decenni un’implosione demografica. Una situazione che potrebbe essere caratterizzata da una consistente riduzione del numero dei sardi (alcuni parlano di 300-400 mila unità in meno, ed è l’ipotesi meno pessimistica), dalla scomparsa di centinaia di comuni minori, da un costante invecchiamento della popolazione attiva e da un insufficiente inserimento di intelligenze giovanili nel sistema Sardegna. Ipotesi preoccupanti, difficili da accettare perché pongono in discussione certezze consolidate. La millenaria civiltà isolana messa in crisi dal fenomeno delle “culle vuote”? Eppure è cosi. L’indice di natalità dell’isola è notevolmente inferiore, circa la metà, di quello che sarebbe necessario per mantenere costante la popolazione. L’indice dell’incremento demografico è negativo ormai da decenni in quasi tutta la Sardegna con l’unica eccezione di alcune limitate aree costiere (della Gallura, del Cagliaritano e del Sassarese). Centinaia di paesi potrebbero scomparire per mancanza di abitanti già dai prossimi decenni. La programmazione economica della Sardegna, i programmi di sviluppo, le strategie delle forze politiche impegnate nell’ennesima tornata elettorale, non possono più ignorare il problema, devono anzi considerarlo il punto di riferimento per qualunque nuova ipotesi riguardante lo sviluppo dell’isola. Alcuni esempi. Non ha più senso oggi, per la maggior parte delle amministrazioni comunali, predisporre piani urbanistici di sviluppo considerato che si va incontro a importanti decrementi della popolazione. Allo stesso modo occorre rivedere la progettazione e il ridimensionamento di una serie di servizi pubblici (in primo luogo sanità, edifici scolastici e altri) con riferimento alle previsioni di spopolamento delle aree amministrate. Naturalmente le previsioni demografiche sono appunto delle previsioni, non sono realizzate con la speranza che si concretizzino ma soprattutto per consentire la possibilità di intervenire in modo adeguato per governare le dinamiche in atto. Già alcuni studiosi propongono una lettura meno pessimistica degli scenari di decremento della popolazione, qualcuno formula perfino l’ipotesi che il decremento della popolazione possa perfino rappresentare una opportunità per determinare migliori condizioni di vita per i Sardi “residui”. Altri propongono di esaminare la possibilità di invertire le tendenze demografiche registrate e prevedibili per il futuro prossimo. Una proposta molto interessante e innovativa e che farà certamente discutere è quella avanzata dal prof. Pulina direttore del Dipartimento di Agraria dell’Università di Sassari. Partendo dalla considerazione che in Sardegna si registrano tassi di natalità che sono tra i più bassi al mondo e che i giovani continuano a emigrare, Pulina propone di attivare interventi concreti ed efficaci per invertire la tendenza ad un significativo spopolamento della Sardegna e delle zone interne in particolare. La principale attività dell’isola, l’agro-pastorizia, stante l’attuale andamento demografico tende a diventare nei prossimi decenni una attività praticata quasi esclusivamente da lavoratori anziani, e perfino a essere fortemente ridimensionata nel suo ruolo e nelle sue potenzialità economiche. La soluzione indicata è quella di programmare, per i prossimi dieci anni, l’accoglienza di quindicimila coppie di immigrati, un vero e proprio progetto di ripopolamento o se preferite di riantropizzazione di vaste aree dell’isola come è avvenuto in altre parti del mondo, per esempio in Argentina e Australia. Un progetto che non deve essere inteso esclusivamente in termini di trasferimento di forza lavoro bensì come progetto di inclusione di persone nella nostra realtà garantendo loro progetti di vita validi e accettabili a cominciare dal diritto di cittadinanza per i loro figli. La realizzabilità di tale progetto potrebbe essere favorita da finanziamenti europei già disponibili, ad esempio le risorse del programma Horizon 20.20 per le politiche di integrazione. Milioni di euro che potranno essere spesi dal 2014, se si avrà il coraggio, la capacità e la lungimiranza di predisporre adeguate programmazioni. La Sardegna potrebbe essere la prima realtà europea a realizzare un piano di questo tipo. L’isola si candiderebbe così a diventare un’area geografica di accoglienza e gestione programmata di flussi migratori che potrebbero, a loro volta, concorrere a rivitalizzare una società tendenzialmente minacciata di estinzione o comunque di un drastico ridimensionamento del proprio ruolo nel mondo. Ancora una volta la discussione, il confronto, lo studio di ipotesi di sviluppo valide e alternative alle logiche e alle scelte del passato ci pone drammaticamente di fronte alla necessità di compiere uno sforzo straordinario di elaborazione politica, di crescita culturale, di formulazione di strategie economiche alternative con le quali ci dovremo misurare. Saremo in grado di farlo?

Mestieri – Storie di artigiani, contadini e mercanti prima che il mondo diventasse globale. Presentato il libro nato dalla collaborazione tra il fotografo Salvatore Masala e lo storico Sandro Ruju

Mestieri SS
sedia-van-gogh-4-150x150-bis1di Vanni Tola
Il libro Mestieri offre al lettore la possibilità di scoprire e, per i meno giovani, di ricordare alcune delle principali attività economiche della provincia di Sassari nella prima metà del secolo scorso. Nasce dalla collaborazione tra il fotografo Salvatore Masala e lo storico Sandro Ruju. La ricerca fotografica di Salvatore Masala rivela ed evidenzia una grande capacità di indagine del mondo delle antiche professioni realizzata con un impiego raffinato della fotografia analogica in bianco e nero. Immagini che raccontano caratteristiche, particolari, tecniche di lavorazione e impiego di materiali relativi ad attività professionali ormai in parte scomparse. Fotografie efficaci come articoli che solo i grandi fotografi documentaristi sanno realizzare. Basta osservare la venditrice di aglio di via pescheria (sig.ra Antonietta, nota col nomignolo di “Tirighetta”, che sostava anche nell’angolo tra via Rosello e via Muraglie N.d.R.), le splendide immagini del costruttore di botti, la bottega dello stagnino e quella dell’ultimo vecchio fabbro per far rivivere nella nostra mente un passato solo apparentemente dimenticato che, in realtà, è parte integrante della nostra identità storica. Ricompaiono cosi i nomi dello stagnino Salvatore Luzzu, del giardiniere Bruno Casu, del calzolaio Morittu di Bonorva, del pellettiere Gavino Sanna, del coltellinaio Salvatore Fogarizzu, del sellaio Franco Divona, del fabbro Italo Tedde, del cavallante e di tanti altri. (segue)

con gli occhiali di Piero…

CITAZIONE DELLA SERA Amo la poesia perchè mi fa amare / e mi dona la vita./E di tutti i fuochi che muoiono in me /ce n’è uno che brucia come il sole. (Gregory Corso)
GLI-OCCHIALI-DI-PIERO1-150x1501413immacolata portico principe amedeo cagliariIMMACOLATA CONCEZIONE
Oggi si celebra la Madre di Gesù di Nazareth.
Per i credenti essa fu concepita Immacolata, cioè senza la macchia del peccato originale. E’ il dogma dell’Immacolata Concezione, proclamato da Pio IX in questo giorno del 1853, da non confondere col dogma della verginità della Madonna (Concilio di Costantinopoli, anno 553).
“Que soy era Immaculada Councepciou”, disse a Bernadette Soubirous l’apparizione della bianca signora di Lourdes, così che Bernadette, che parlava e capiva soltanto il guascone, cominciò a essere creduta poichè nel 1858 non era certo al corrente del dogma proclamato qualche anno prima.
FESTA NAZIONALE CORSA
Oggi in Corsica è Festa Nazionale, sotto la protezione dell’Immacolata.
La “Festa di a Nazione”, che data dal 1735, è ancora oggi molto sentita: si festeggia in particolare a Morosaglia, dove nacque Pasquale Paoli; a Borgo, luogo della battaglia dove i corsi batterono i francesi invasori nel 1768; a Ponte Nuovo, luogo della battaglia contro le truppe francesi di Luigi XV, che vide la sconfitta della Repubblica (1769); a Corte, capitale della Repubblica Corsa, sede del governo, della zecca e dell’Università al tempo di Pasquale Paoli. Tanti auguri, amici corsi dell’isola sorella.

GIOVANNI BATTISTA TUVERI
Muore l’8 dicembre 1887 a Collinas, dov’era nato, Giovanni Battista Tuveri.
Ne abbiamo parlato il 4 agosto, anniversario della nascita, e il 29 novembre per la sua opposizione alla “fusione perfetta” (vedi Aladin Pensiero).

JOHN LENNON. L’8 dicembre 1980 un giovane malato di mente spara 5 colpi di pistola contro John Lennon, davanti all’ingresso di casa a New York. Quattro colpi vanno a segno, Lennon arriva già morto all’ospedale. Il mondo stupì: uccidere un cantante, proprio senza senso… eppure Robert Altman, profeticamente, cinque anni prima nel film Nashville aveva messo in scena l’uccisione di una cantante, idolo delle folle: la eccessiva esposizione sul palco del mondo di questi nuovi idoli li proponeva come bersagli all’attenzione di deboli menti.All’evento demenziale segue un altrettanto demenziale risposta: nel film lo spettacolo deve continuare e il pubblico, dopo qualche minuto di choc, canta in coro “It dont worry me” (Non me ne importa); nella realtà il pubblico corre ad acquistare i dischi del defunto artista che, da morto meglio che da vivo, raggiunge e mantiene la vetta delle classifiche.

RAPPORTI ISRAELE-PALESTINA. L’INTIFADA. 8 dicembre 1987, (segue)

L’urlo dei Sardi contro la disperazione

Pasqualino Contu sedia VTsedia-van-gogh-4-150x150-bis1di Vanni Tola
L’etica e gli avvoltoi, la tragedia e la cinica burocrazia, il comportamento di Equitalia che richiede i contributi agli alluvionati come se niente fosse accaduto, un amministrato e un uomo politico che “cala” sui territori colpiti per portare parole, tante parole. Tutte ciò è tenuto insieme e legato a un nome, Pasqualino Contu di Orosei. Il Signor Pasqualino Contu era un imprenditore che gestiva una azienda produttrice di manufatti in cemento armato. L’alluvione del 18 novembre ha modificato tragicamente il suo destino di uomo e di imprenditore. La sua azienda era stata sommersa da un metro e mezzo di fango, con danni per un milione e mezzo di euro. E non era neppure la prima volta che accadeva. In passato altre due alluvioni avevano messo in ginocchio lo stabilimento, ma il Signor Pasqualino Contu, imprenditore, era riuscito a rialzarsi e ripartire. Questa volta, la terza, il colpo è stato troppo duro. La grande forza di volontà, la tenacia e l’intraprendenza di questa persona perbene sono state sopraffate dalla disperazione. L’imprenditore si è tolto la vita, nel giardino della sua casa a Orosei. Lascia la moglie e tre figlie di ventisette, ventiquattro e otto anni. (segue)

A Nelson Mandela. Potevamo nascere e vivere in qualunque tempo. Abbiamo avuto la fortuna di essere suoi contemporanei, testimoni del suo tempo e delle sue azioni.

NELSON MANDELAA Nelson Mandela. Potevamo nascere e vivere in qualunque tempo. Abbiamo avuto la fortuna di essere suoi contemporanei, testimoni del suo tempo e delle sue azioni.
“Mi ideal más querido es el de una sociedad libre y democrática en la que todos podamos vivir en armonía y con iguales posibilidades.” “La educación es el gran motor del desarrollo personal. Es a través de la educación como la hija de un campesino puede convertirse en médico, el hijo de un minero puede convertirse en el jefe de la mina, o el hijo de trabajadores agrícolas puede llegar a ser presidente de una gran nación.” N. Mandela
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By Vanni Tola
Aladin
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EDITORIALE 2
DISEGUAGLIANZA: RADICE DEI MALI SOCIALI
Leggendo la Evangelii Gaudium…

di Vittorio Pelligra

Viviamo in un mondo profondamente ineguale, e il Papa lo sa bene. Viene dall’Argentina, una nazione che ha un livello altissimo di diseguaglianza nella distribuzione del reddito, pari solo a qualche altra nazione Latinoamericana e dell’Africa centrale. Conosce bene i danni che l’iniquità provoca e per questo può definirla “radice dei mali sociali” (n.202). E’ da un’ingiusta distribuzione dei beni, infatti, che deriva la povertà, non certo dalla mancanza di risorse. Dove più elevata è la disuguaglianza, si riduce poi, l’aspettativa di vita e la fiducia tra le persone, aumentano la mortalità infantile, il tasso di omicidi, l’obesità, i disagi mentali e si blocca la mobilità sociale. Per estirpare questa radice occorre, ci esorta il Papa, a fare in modo che “La dignità di ogni persona umana e il bene comune [strutturino] tutta la politica economica” e che non siano, invece, come spesso accade, solo degli orpelli per abbellire un “un discorso politico senza prospettive né programmi di vero sviluppo integrale”. Una posizione netta, nella verità, anche quando viene sottolineato il “fastidio” che suscitano parole come “etica”, “solidarietà mondiale”, “distribuzione dei beni”, “difesa dei posti di lavoro”, “dignità dei deboli”, e “un Dio che esige un impegno per la giu stizia” (n.203). Anche la Chiesa che dovesse rinunciare a farsi carico “creativamente e con efficacia” dei poveri e della loro inclusione, è colpevole e corre “il rischio della dis­soluzione, benché parli di temi sociali o critichi i governi” (n.207).

Il mercato produce ricchezza, dunque, ma non è in grado di determinare la sua equa redistribuzione (n.204). Per questo occorrono, scelte, decisioni, programmi, impegni, una politica vera – “vocazione altissima” – che superi il mero assistenzialismo, ma soprattutto un modo nuovo e originale di concepire il nostro rapporto con i beni e la ricchezza; capace di sfuggire alla “ricerca malata di piaceri superficiali” che conduce alla “tristezza individualistica di un cuore comodo e avaro”.

L’alluvione in Sardegna. L’aiuto e la solidarietà per le popolazioni, innanzitutto. Ma anche l’individuazione di cause e responsabilità e la ricerca e la pratica della buona politica per salvaguardare la vita e i territori

foto editoriale VTola alluvionesedia-van-gogh-4-150x150-bis1di Vanni Tola
Il dramma dell’alluvione in Sardegna è ancora troppo recente per avviare una riflessione sulle cause dell’evento e sul controllo idrogeologico del territorio. L’aiuto e la solidarietà verso le popolazioni colpite è, e naturalmente resta il primo punto all’ordine del giorno. Anche noi non intendiamo precorrere i tempi delle indagini e la conseguente individuazione di cause e responsabilità, personali e politiche dei singoli e delle istituzioni alle quali compete la gestione del territorio. Ci limiteremo pertanto a elencare alcune questioni, come appunti “a futura memoria” per il dibattito sulle cause e le responsabilità che certamente seguirà la fase dei soccorsi. E’ indubbio che, in generale, e in particolare per il territorio di Olbia, una delle concause del disastro sia rappresentata da una folle politica idrogeologica e da una forsennata edificazione in aree non adatte a ospitare edifici. Ma è altrettanto vero che moltissime testimonianze udite nei telegiornali e rilasciate prevalentemente da anziani parlano con una certa insistenza di un’ondata improvvisa, di una massa d’acqua mai vista in quell’area che pure non nuova ad eventi alluvionali. Qualcuno degli intervistati è andato perfino oltre affermando che probabilmente l’ondata improvvisa poteva essere attribuita ad una gestione scriteriata dei bacini controllati da dighe. Per dirla tutta alcuni prospettano che nel bel mezzo della tempesta, quando l’area di Olbia era già invasa dall’acqua, si sia proceduto a un inopportuno, improvviso e massiccio intervento di svuotamento dei bacini artificiali per alleggerire il carico d’acqua che cominciava a preoccupare i gestori delle dighe. Un’ipotesi tutta da verificare che comunque potrebbe spiegare l’origine di quell’ondata improvvisa ed anomala che molti hanno avvertito e raccontato e che non dovrebbe essere compatibile con un innalzamento del livello dell’acqua che, per quanto consistente, s’immagina progressivo e graduale in un contesto di alluvione. Altra considerazione. Moltissimi ponti e diversi tratti di strada si sono letteralmente sbriciolati causando, purtroppo, anche alcuni decessi. Non sarà forse il caso di monitorare con urgenza lo stato di questo tipo di infrastrutture nell’isola giacché, paradossalmente, i ponti in cemento armato sono venuti giù come birilli mentre hanno resistito soltanto antichi ponti esistenti da secoli? E ancora, si attribuisce la causa del gravissimo dissesto idrogeologico all’abbandono delle aree collinari, alla mancanza di interventi adeguati alla regimentazione delle acque piovane, all’abbandono delle terre da parte di contadini e pastori. Tutto vero, per carità. Lascia però l’amaro in bocca e fa sorgere più di un dubbio sull’efficacia di determinati interventi di difesa del territorio, il fatto che nell’area di Monte Pino, lungo la strada Tempio-Olbia – nella quale si è registrato l’ennesimo crollo di un ponte che ha causato la morte di tre persone – operi da almeno trent’anni un vasto cantiere della forestale che, si presume, avrebbe potuto provvedere, in cosi tanto tempo a una sistemazione ottimale dell’assetto idrogeologico della zona. Quanti cantieri forestali operano, spesso da decenni, nelle zone che sono state oggetto di alluvioni e frane? Ma soprattutto quale è stata, se c’è stata, l’efficacia in termini di regimentazione delle acque e sistemazione idrogeologica di tali interventi che, come in tutto il meridione, occupano una notevole quantità di lavoratori e impegnano consistenti risorse finanziarie? Non crediamo si tratti di questioni di poco conto, se ci si colloca in una logica di programmazione di efficaci interventi per limitare il ripetersi di eventi calamitosi di tale portata.

La LAMPADA di ALADIN

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chimica-verde-Maste-Uniss- E’ in preparazione un DOSSIER su Bioeconomy e Chimica verde, coordinato da Vanni Tola. In attesa, poichè ci è stato richiesto di disporre subito in forma unitaria degli articoli di Vanni Tola, già pubblicati dalla nostra news in quattro puntate, ne abbiamo confezionato uno utilizzando un nostro blog dedicato ad attività formative per gli operatori dell’agricoltura, a cui vi rinviamo.
OGGI GIOVEDI’ 14 TRE INIZIATIVE CHE MERITANO: SCEGLIETE VOI!

La Sardegna e la bioeconomy: i biocarburanti e la chimica verde

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di Vanni Tola
Con questo articolo completiamo l’analisi delle comunicazioni presentate nel convegno “Il Nord Sardegna polo europeo della chimica verde” organizzato a Sassari, nello scorso mese di Settembre, dal Consorzio Provinciale Industriali e dal Dipartimento di Chimica e Farmacia dell’Università.
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La Sardegna e la bioeconomy: i biocarburanti e la chimica verde

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di Vanni Tola
Con questo articolo completiamo l’analisi delle comunicazioni presentate nel convegno “Il Nord Sardegna polo europeo della chimica verde” organizzato a Sassari, nello scorso mese di Settembre, dal Consorzio Provinciale Industriali e dal Dipartimento di Chimica e Farmacia dell’Università.
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La Sardegna e la bioeconomy: i biocarburanti e la chimica verde

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di Vanni Tola
Con questo articolo completiamo l’analisi delle comunicazioni presentate nel convegno “Il Nord Sardegna polo europeo della chimica verde” organizzato a Sassari, nello scorso mese di Settembre, dal Consorzio Provinciale Industriali e dal Dipartimento di Chimica e Farmacia dell’Università. Esamineremo la relazione “Biocarburanti e Biochimica: opportunità e criticità” presentata dal Dott. Guido Ghisolfi presidente della Biochemtex, la società di ingegneria e ricerca del Mossi Ghisolfi Group. La Biochemtex è il secondo gruppo chimico italiano, dopo la Versalis, con un fatturato di tre miliardi e mezzo di dollari. E’ presente negli Usa, in Messico, in Brasile e in altre parti del mondo. Nella Biochemtex operano 250 addetti tra ingegneri, biochimici, agronomi e ricercatori. Nel periodo 2006-2013, la società ha investito in ricerca 250 milioni di euro dei quali 25 destinati allo studio della sostenibilità della filiera agricola nel mondo e alla ricerca e sperimentazione di prodotti agricoli per la biochimica. In Italia la Biochemtex opera unitamente alla Betarenewables con un impianto industriale che si trova a Crescentino (VC). L’impianto è il primo al mondo per la produzione di Etanolo di seconda generazione con una produzione di 40.000 ktpa ricavati da paglia, canna, paglia di riso, pioppo ed eucalipto. Il bioetanolo si produce da cereali, da canna da zucchero o da biomassa cellulosica. Quando si parla di bioetanolo, il pensiero corre immediatamente alla produzione del biodiesel da vegetali solitamente destinati all’alimentazione umana e ai problemi a esso connessi, in particolare alla concorrenza spietata che tale produzione ha determinato nei confronti delle produzioni food in molte aree del mondo. Attualmente le aree dedicate alla produzione del biodiesel sono state ormai individuate e coltivate e non si prevede che possano aumentare. Il Bioetanolo di Prima Generazione, infatti, non “cresce” ulteriormente per motivi di natura economica e per normative che ne limitano la produzione e ne fanno quindi regredire l’importanza. Il Bioetanolo di Seconda Generazione, invece, non compete con terreni dedicati ad alimentazione umana o animale perché viene prodotto da residui o da piante coltivate su terreni marginali abbandonati (il cardo ma anche molte altre). (segue)

Gli OCCHIALI di PIERO

Alessandro ManzoniCITAZIONE DELLA SERA
La storia senza la politica è una guida che cammina, cammina, con nessuno dietro che impari la strada; la politica senza la storia è uno che cammina senza guida. (Alessandro Manzoni).

MartinLuteroMARTIN LUTERO
Il 31 di ottobre del 1517 un frate agostiniano, sassone di origini contadine, laureato in teologia, affigge sul portone della cattedrale di Wittenberg, 95 tesi che mettono in discussione la politica di santa romana chiesa della vendita delle indulgenze (per guadagnare il paradiso) per raccogliere fondi pro erigenda basilica di S. Pietro in Roma.
Parte da questo avvenimento la Riforma protestante.
Non fu cosa facile, se si pensa che Martin Luther rischiò la testa.
Tra le cose che la Riforma mise in discussione fu l’uso esclusivo del latino nella liturgia e il rifiuto relativo delle lingue volgari (a proposito, quale sarebbe il problema di celebrare la messa in sardo in Sardegna?), così che la lettura e l’interpretazione della Bibbia era riservata ai dotti, nonostante circolassero ormai edizioni della Bibbia nelle lingue volgari (la prima Bibbia stampata da Gutenberg nel testo della Vulgata è del 1455).

ANTEO ZAMBONI
Su 31 de su mes’e ladamini de su 1926 arribat sa nova in Casteddu chi a Bologna unu piccioccheddu boliat bocciri a Mussolini. Su piccioccu, Anteo Zamboni, 15 annus, dd’anti mortu a stoccadas in sa ruga. Custu pero’ a su segretariu de su partidu fascista no dd’abbastat e mandat in donnia cittadi unu telegramma cun custus fueddus “restano da colpire i complici”.
(da “Emilio Lussu”, di Piero Marcialis, 1996).
Anteo Zamboni era nato a Bologna l’11 aprile 1911. figlio di un tipografo anarchico divenuto fascista. Anteo si appostò nel punto in cui l’auto del Duce rallentava per svoltare, tra via Rizzoli e via Indipendenza, sparò un colpo di pistola, ma il braccio fu deviato da un maresciallo dei carabinieri.
Il colpo sfiorò soltanto Mussolini. Il tenente del 56° fanteria Carlo Alberto Pasolini, padre del piccolo Pier Paolo, bloccò l’attentatore. Subito dopo un gruppo di squadristi bolognesi e milanesi lo massacrò. (segue)

Sorres: Un’altra vita per le donne

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Scatti e parole di donne per le donne.
sedia-van-gogh-4-150x150-bis1di Vanni Tola
Una importante iniziativa editoriale della Rete delle Donne di Sassari. Nasce Il Calendario “Sorres”, un insieme di scatti fotografici e scritti realizzati da donne alla ricerca di strumenti concreti di sensibilizzazione e di lotta per contrastare la violenza contro le donne e il femminicidio. Il Calendario, simbolo del tempo che scorre, per chi opera nella quotidianità, nel susseguirsi dei giorni pone l’accento sul diritto delle donne a vivere senza paura, a vivere con arte, armonicamente appunto; da qui l’idea di scandire lo scorrere del tempo con poesie e racconti a tema, immagini di donne raccontate da altre donne, con una sensibilità e solidarietà tutte femminili. Il calendario “Sorres” nasce dalla collaborazione di diciotto artiste, dodici fotografe e sei scrittrici che si sono messe insieme per stimolare una riflessione collettiva su una delle principali tragedie del nostro tempo, la violenza sulle donne Le fotografe sono: Claudia Baldus, Giusy Calia, Patrizia Cau, Rita Chessa, Chiara Cossu, Thea Cossu, Paola Fiori, Fabiola Ledda, Giulia Mameli, Veronica Muntoni, Francesca Randi, Paola Rizzu, le scrittrici Tetta Becciu, Rita Bonomo, Lalla Careddu, Luana Farina, Savina Dolores Massa e Roberta Tomaselli. Le nostre donne che subiscono violenze e maltrattamenti, sono spesso disarmate, scoraggiate, abbandonate. Poche riescono a rivolgersi, non senza difficoltà, ai pochi centri antiviolenza esistenti nel territorio, per trovare aiuto e protezione. I proventi della vendita del calendario “Sorres” saranno interamente devoluti alla realizzazione del progetto “Un’altra vita per le Donne”, a sostegno delle donne che lasciano la casa protetta del Centro Antiviolenza Aurora di Sassari. Il Calendario vuole essere un piccolo dono per un grande progetto, un gesto d’amore, tangibile e significativo, della Rete delle Donne di Sassari, sorelle per sorelle.
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Sarà possibile acquistare il calendario, come contributo al progetto Aurora (vi suggeriamo perciò di pensarlo anche come possibile regalo di Natale per amici e/o clienti) con un’offerta a partire da 10 euro per ogni copia singola, mentre per Enti o Aziende private che si offrono come sponsor (volendo è prevista la personalizzazione, con nome e logo) i costi diminuiranno in proporzione al numero delle copie richieste. Il Calendario “Sorres” sarà distribuito a Sassari anche nelle Librerie che aderiscono a Liberos e alla Rete delle Donne. LA PRESENTAZIONE DEL CALENDARIO “SORRES” AL PUBBLICO, ALLE ISTITUZIONI E ALLA STAMPA è CONFERMATA PER LUNEDì 11 ALLE 17.30 NELLA SALA ANGIOY DELLA PROVINCIA IN PIAZZA D’ITALIA.

Gli OCCHIALI di PIERO – SCUOLA di STORIA e di EDUCAZIONE CIVICA

maschera satiro IMG_4045CITAZIONE DELLA SERA
Venne un Demone al mio dormire e disse:
Studia. Quello che sai non basta mai.
(Piero Marcialis, 1986).

GIOVANNI DEXARTGIOVANNI DEXART
Cagliari gli ha dedicato una strada. Chi era costui?
Sarebbe facile dire che a fermare 100mila cagliaritani nessuno saprebbe rispondere. E se chiedessimo solo ai consiglieri comunali?
Oppure solo a chi insegna storia nelle scuole di Cagliari?
Sarebbe divertente…
Lo dico solo per sottolineare che nelle scuole sarde ci hanno obbligato a studiare qualunque oscuro personaggio della storia italiana e ci hanno imposto invece un assoluto silenzio sui nomi di persone che vediamo scritti, sì,sulle targhe delle strade, ma di cui niente si deve sapere.
Personaggi anche più grandi di Dexart: Angioy, Sulis, Cadeddu…
Giovanni Dexart nacque a Cagliari (sicuramente fu battezzato) il 22 ottobre 1590.
Giurista, capo consigliere di Cagliari nel 1626, autore di “Capitula sive Acta Curiarum regni Sardiniae” pubblicato a Cagliari nel 1645, citato centinaia di volte nella “Storia di Sardegna” del barone Giuseppe Manno.
Morì a Catanzaro, ove era stato mandato in missione per risolvere una delicata questione giudiziaria, il 18 dicembre 1646.GLI-OCCHIALI-DI-PIERO1-150x1501414

PeppinoMarottoPEPPINO MAROTTO (a gentile richiesta)
Nato a Orgosolo nel 1925 a Orgosolo è morto “mortu bocìu sabudu su 29 de su mes’e idas de su 2007″. Ucciso a tradimento con sei colpi di pistola in pieno giorno in una via centrale e non si può sapere il nome dell’assassino.
A vent’anni si era iscritto al Partito Comunista, presente in tutte le iniziative di lotta e di contestazione della politica dello Stato italiano.
A 29 fu chiuso in carcere per 8 anni con l’accusa di tentato omicidio della quale si è sempre dichiarato innocente. Era un poeta, un uomo mite, ma attivo nelle lotte popolari, cantore di quelle lotte, sindacalista della Cgil, in quella stessa Orgosolo che lo ha visto nascere e lo ha visto morire.
Ho avuto il piacere di conoscerlo, una sera a Oristano, presentavo un libro “Su Patriotu sardu a sos feudatarios”, poema di Francesco Ignazio Mannu, inno della rivoluzione sarda, edizioni Condaghes. Era venuto da Orgosolo, lui era uno di quelli che aveva cantato spesso “Procurade ‘e moderare”, restammo a parlare sul modo migliore di proporlo in lettura e in canto.
Chi lo ha ucciso, per dispetto o per vendetta, ha fatto un torto a tutti noi, prima di tutto ai sardi e alla gente onesta di Orgosolo.

La SEDIA di VANNI sulla Cultura che ci salva

sedia-van-gogh-5-150x150-bis12FlorinasVTL’edizione 2013 del festival letterario di Florinas è dedicata al giallo ed intitolata Florinas in giallo: l’isola dei misteri, un festival del noir che verrà inaugurato venerdì 25 ottobre a Florinas e che si concluderà domenica 27 dopo una serie di appuntamenti ed interessanti incontri con i protagonisti del noir. Approfondimenti sul sito dedicato.
Clicca sull’immagine del programma per ingrandirla
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Bioeconomy e Chimica verde in Sardegna: per decidere informati nell’interesse dei sardi

Noi della news Aladin riteniamo necessario approfondire la questione della bioeconomy nel momento in cui può costituire un importante positivo investimento per l’economia della Sardegna. Sappiamo quali sono i rischi in termini di consumo del territorio e salvaguardia dell’ambiente. Tutto va valutato e rigorosamente misurato in termini di costi e benefici, fatto salvo il principio che nessuna concessione può essere accettata rispetto alla salvaguardia della salute dei cittadini. A noi sembra che sussistano le condizioni perchè le scelte vengano fatte nella misura e nei termini accettabili, purchè, ed è questo il punto, tutto sia sotto il controllo sociale, che si esercita in diversi modi, ma soprattutto con il potere sovraordinato delle Istituzioni rappresentative. Informarsi e approfondire per decidere informati, con l’aiuto determinante della comunità scientifica, rappresentata in massima parte dall’Università, la quale ultima deve essere assolutamente indipendente nel rilascio delle sue valutazioni e certificazioni. Con questo spirito “laico” abbiamo intrapreso e continuiamo il nostro lavoro, affidato come coordinamento al nostro redattore Vanni Tola, giornalista ed esperto in materia ambientale. Ovviamente siamo disponibili ad accogliere e diffondere qualsiasi contributo, anche radicalmente critico, purchè nello spirito del confronto democratico.
Tutti i contributi su bioeconomy e chimica verde apparsi su Aladinews sono recuperabiii nel link sottoindicato:

https://www.aladinpensiero.it/?s=La+Sardegna+e+la+bioeconomy
La Sardegna e la bioeconomy: i primi passi della chimica verde
chimica-verde-Maste-Unissdi Vanni Tola
Prosegue l’analisi delle comunicazioni presentate nel convegno “Il Nord Sardegna polo europeo della chimica verde” organizzato a Sassari, nello scorso mese di Settembre, dal Consorzio provinciale industriali e dal Dipartimento di Chimica e Farmacia dell’Università. Ci soffermeremo, questa volta, su alcune relazioni che hanno descritto significative attività riguardanti l’impiego delle bioplastiche. La Ecozema è una società di Vicenza creata circa duecento anni fa. Originariamente lavorava il legno per produrre mollette per il bucato, in seguito, con l’introduzione delle materie plastiche, si è riconvertita verso la produzione di mollette per bucato di plastica. In questo periodo – lo racconta il responsabile commerciale Mauro Apostolo – è in atto un processo di riconversione dell’Ecozema alle produzioni della chimica verde. Questa operazione, realizzata in collaborazione con Novamont, pone al centro l’impiego di un prodotto principe della chimica verde, il Mater-bi. Il Mater-Bi è un prodotto biodegradabile e compostabile che si ricava da componenti vegetali come l’amido di mais e polimeri biodegradabili ottenuti sia da materie prime di origine rinnovabile che da materie prime di origine fossile. Si presenta in forma di granulo e può essere lavorato secondo le più comuni tecnologie di trasformazione, per realizzare prodotti dalle caratteristiche analoghe o migliori rispetto alle plastiche tradizionali, ma perfettamente biodegradabili e compostabili. L’impatto ambientale di questi prodotti è minimo e si riduce la quantità di rifiuti post consumo. Nel caso specifico della società Ecozema il Mater-bi è utilizzato per la produzione di posate e altri oggetti per la ristorazione.
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La Ecozema è stata protagonista dei Giochi Olimpici di Londra 2012 nel settore dell’alimentazione di massa. Ha prodotto circa 13 milioni di pezzi di posate di plastica per ristorazione utilizzando 70 tonnellate di Mater-bi, che, come abbiamo ricordato, è un prodotto interamente compostabile. Ciò ha comportato un risparmio di emissioni di CO2 in atmosfera stimato in circa 20 tonnellate ed evidenti effetti positivi nella raccolta e nello smaltimento dei rifiuti nella regione londinese in occasione di questo grande evento internazionale. Un esempio concreto che indica quanto potrebbe essere realizzato, per esempio, in Sardegna applicando progetti analoghi alla ristorazione alberghiera, a quella ospedaliera e a quella delle grandi comunità. In Sardegna le applicazioni della chimica verde muovono i primi passi. Antonio Madau, Amministratore Unico Stemaplast Srl – Paulilatino (OR), ha presentato l’esperienza produttiva della propria azienda. La storia della Stemaplast inizia negli anni Novanta con la commercializzazione di imballaggi flessibili nell’isola. Nel 1998 l’azienda inizia la produzione e la trasformazione di materie plastiche diventando uno dei maggiori fornitori per il mercato regionale. Attualmente Stemaplast occupa 29 dipendenti ed è leader nel mercato regionale per la produzione di imballaggi flessibili, in polietilene di Alta e Bassa Densità, per l’alimentazione e per l’uso industriale e biopolimeri. I principali prodotti sono:
• Imballaggi flessibili per asporto merci (Shoppers Biodegradabili, compostabili in Mater-Bi e riutilizzabili PSV L.28/12);
• Sacchetti e Fogli Neutri per alimenti;
• Sacchi per la raccolta differenziata dei rifiuti (frazione secca e umida);
• Film estensibile per pallets;
• Film in bobina per uso alimentare e industriale .
La Stemaplast lavora annualmente 3600 tonnellate di prodotto con un impiego di 500/600 Tonnellate/ annue di Mater-Bi, circa 12.000 Kg al giorno. La Stemaplast è licenziataria Novamont (Lic. 021), e possiede oltre al marchio Mater-Bi, anche quello Ok-Compost che certifica l’effettiva compostabilità del prodotto ed è in fase di ottenimento del marchio CIC (Consorzio Italiano Compostatori.)
Interessante anche l’esperienza della Turris Sleeve S.c. ARL di Porto Torres che sta realizzando un impianto per la produzione di film termoretraibile per imballaggi speciali. L’impianto in progetto è destinato alla produzione di film per l’applicazione “SLEEVE”.
Lo “SLEEVE” termoretraibile è una manichetta o fascetta di film plastico saldata a tubo che, andando a ricoprire un oggetto di qualsiasi forma, lo riveste di una pellicola che può servire da imballaggio, da etichetta, da sigillo di garanzia. Questo film, debitamente riscaldato, si “ritira”, va cioè a seguire la silouette dell’oggetto che si vuol rivestire. Lo sleeve può essere stampato con immagini e testi, anche a colori, arrivando sino alla resa fotografica. Con questa tecnica è possibile personalizzare e impreziosire in modo semplice una confezione laddove sarebbe tecnicamente ed economicamente difficile ottenere analogo risultato con sistemi tradizionali. L’applicazione di “SLEEVE” ha un vastissimo utilizzo nel mercato italiano e in quello mondiale attualmente in forte espansione.
Le possibilità di impiego sono multi settoriali, dall’alimentare al farmaceutico, dalle bevande ai cosmetici, dai casalinghi ai giocattoli, dall’edilizia ai beni di largo consumo. Essendo facilmente stampabile può diventare marchio, imballaggio, testo d’istruzione d’uso, groupage, sigillo di garanzia del prodotto, oppure una qualsiasi combinazione degli stessi, secondo le esigenze. Lo sleeve si propone oltretutto con un ottimo impatto ecologico perché aderendo all’oggetto da rivestire grazie alle sue proprietà di termoretraibilità, non fa uso di collanti chimici per l’accoppiamento, cosa che, in fase di riciclaggio dei contenitori, comporterebbe ulteriori costose operazioni per rispettare le normative che ne regolano lo smaltimento. Da notare inoltre che l’incremento di mercato dello sleeve in Europa e negli Stati Uniti è stimato attorno al 15-20%.
La società Turris Sleeve S.c. ARL di Porto Torres intende produrre film in OPS in attesa di testare i nuovi prodotti della chimica verde (Mater-Bi® e derivati) con la prospettiva di svolgere un ruolo importante in un mercato con ottime prospettive di sviluppo.
Le esperienze descritte sono una piccola parte delle numerose attività di indotto che potrebbero operare in Sardegna per la lavorazione dei prodotti della bioraffineria di Matrìca. Le potenzialità dei prodotti di Matrìca, la buona disponibilità di terreni nell’area industriale di Porto Torres e la capacità di generare, intorno alla bioraffineria, l’insediamento di nuove attività di trasformazione dei prodotti di base della chimica verde, rappresentano la scommessa sul futuro di quel che resta del vecchio sito petrolchimico nel Golfo dell’Asinara.