Risultato della ricerca: Vanni Tola

la sediata di Vanni in testa a…

sedia-van-gogh4Si fa presto a dire Qatar!
di Vanni Tola
Ma che Qatar d’Egitto. Pardon della penisola araba. Ma che cacchio vogliono questi arabi da noi? Arrivano, propongono un finanziamento di 1,2 miliardi di euro della loro Qatar Foundation Endowment per completare l’ex San Raffaele di Olbia e farne un centro medico di eccellenza e pretendono perfino di concludere l’affare in un mese altrimenti se ne vanno in Germania. Ma quando mai un investimento del genere si decide in un mese? Noi per fare un ospedale impieghiamo almeno venti anni tra studi, appalti, autorizzazioni, divisione dei posti letto tra i primari. Questi invece hanno fretta. Poi se anche lo realizzassero, questo centro medico di eccellenza, come si integrerà nella rete ospedaliera esistente? Che ne sarà delle “baronie” ospedaliere e universitarie? Chi comanderà nel nuovo ospedale? E i sindacati della triplice potranno avere un ruolo decisivo nelle assunzioni del personale o faranno tutto gli arabi col criterio della competenza? Anche noi dobbiamo campare. E poi c’è in problema fondamentale non di poco conto. Noi conosciamo poco la lingua araba, le loro usanze, le consuetudini. Direi che non le conosciamo per niente. Scommettiamo che non ci fanno neppure mettere i Crocefissi nelle stanze e le Madonne nei corridoi? E poi quali sono le “percentuali” applicate nel Qatar per la concessione degli appalti agli amici durante le gare? Noi non sappiamo neppure come si dice “tangente” in arabo? No, no, meglio non rischiare, che vadano pure a farselo in Germania il loro centro medico all’avanguardia. Noi ci prepariamo un bel piano trentennale per la riforma della sanità in Sardegna, con calma, senza fretta. E’ cosi che si fa.

Ecco la Nicolas’ Giunta

Giunta SassariSassari – Varata la nuova Giunta
di Vanni Tola
“Il coraggio, uno non se lo può dare.” faceva dire Manzoni a Don Abbondio. Il neo eletto Sindaco di Sassari invece pare che il coraggio sia riuscito a darselo. Per scelta, come ci piacerebbe pensare, o per mancanza di altre soluzioni di compromesso politico, come verosimilmente è accaduto. – segue –

Sassari. Ecco la Giunta di Nicola!

Giunta SassariSassari – Varata la nuova Giunta
di Vanni Tola
sedia-van-gogh4“Il coraggio, uno non se lo può dare.” faceva dire Manzoni a Don Abbondio. Il neo eletto Sindaco di Sassari invece pare che il coraggio sia riuscito a darselo. Per scelta, come ci piacerebbe pensare, o per mancanza di altre soluzioni di compromesso politico, come verosimilmente è accaduto. Fatto sta che, dopo un summit ad alto livello svoltosi a Cagliari tra il sindaco Sanna e gli esponenti del gruppo dirigente storico del PD (Spissu, Lai, Ganau) è stata varata la nuova Giunta che nasce con l’assenza di esponenti del “gruppone” sconfitto alle primarie di partito. Nove assessori, quattro donne e cinque uomini: Gianni Carbini, Luca Taras, Monica Spanedda, Alessio Marras, Maria Grazia Manca, Ottavio Sanna, Amalia Cherchi, Maria Francesca Fantato, Luigi Polano. Gianni Carbini ricoprirà l’incarico di vicesindaco con delega alle Politiche ambientali, agro, verde pubblico e decoro urbano. Monica Spanedda avrà le deleghe alle Politiche per lo sviluppo locale, programmazione, cultura, turismo, affari generali e legali. Luca Taras seguirà le Politiche per la mobilità urbana e rurale, polizia municipale e protezione civile. Alessio Marras sarà il responsabile delle Politiche per la pianificazione territoriale, attività produttive e edilizia privata. Maria Grazia Manca si occuperà delle Politiche sociali, pari opportunità e partecipazione democratica. Ottavio Sanna seguirà le Politiche abitative, i lavori pubblici e le manutenzioni. Amalia Cherchi avrà le deleghe per le Politiche finanziarie, il bilancio e i tributi, il patrimonio e i contratti. Completano la squadra Maria Francesca Fantato che avrà le deleghe per le Politiche educative, giovanili e lo sport e Luigi Polano che andrà all’assessorato Politiche per l’innovazione, servizi informativi, personale e Punto Città. Nicola Sanna ha dichiarato che si tratta di una giunta che dovrà essere immediatamente operativa per garantire il governo della città ed ha assunto l’impegno di integrare la squadra di governo conferendo altri incarichi e impegni a esponenti delle forze che, pur non presenti in giunta, hanno concorso al successo della coalizione. Ora si lavorerà alla messa a punto del programma tenendo conto delle indicazioni emerse durante la fase di consultazione che ha preceduto il varo della giunta. Tutto bene quindi? C’è da augurarselo, ma è evidente che alcuni nodi restano ancora da sciogliere. Il Sindaco Sanna dichiara di aver scelto i membri della giunta principalmente in base alle competenze specifiche e al grado di rappresentatività politica di ciascuno dei prescelti. All’interno del Pd, nella concitata fase delle trattative, il primo cittadino ha offerto tre posti di consigliere (ed eventualmente l’incarico di vicesindaco) al raggruppamento che sosteneva la candidatura della sua avversaria nelle primarie Angela Mameli. “Ne ho ricevuto un diniego immotivato fondato su equilibri interni di gruppi e correnti, anacronistiche rispetto al rinnovamento proposto da Matteo Renzi, che sostengo convintamente”. E questo la dice lunga sull’aria che tira in casa Pd, aria di tempesta al punto che al nuovo sindaco non rimane altro da fare se non appellarsi al senso di responsabilità di tutti per sostenere l’azione amministrativa, restando aderenti al mandato ricevuto dai sassaresi. Il problema fondamentale, la mina vagante che minaccia i destini della nuova giunta è e resta quindi la profonda divisione all’interno del Pd che è anche conflitto generazionale, scontro tra differenti modi di concepire l’attività politica, il mancato superamento della logica delle correnti e dei “gruppi di interesse”, l’incapacità di avviare un sostanziale e radicale cambiamento nel modo di fare politica e nella gestione del partito e dell’area politica che rappresenta. L’assenza in giunta di rappresentati del correntone Pd che fa capo a Silvio Lai, Giacomo Spissu, Gianfranco Ganau e Salvatore Demontis si farà sentire e rappresenterà per il Sindaco Sanna uno dei principali problemi con i quali dovrà fare i conti insieme all’esigenza di amalgamare una coalizione politica composita e per niente omogenea che lo ha supportato nella tornata elettorale.
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Precedenti. La Giunta del Sindaco Nicola Sanna
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Repubblica_sassarese_-_Giuseppe_Sciuti,_1880_-_Sassari,_Palazzo_della_Provincia
La proclamazione della Repubblica sassarese (Il Consiglio della Repubblica sassarese), di Giuseppe Sciuti, circa 1880. Palazzo della Provincia in Piazza d’Italia.

La “Sonora Merenda” sul colle di Sant’Antonio

Osilo di VanniOsilo vanniOsilo – Una “Sonora Merenda” sul colle di Sant’Antonio organizzata da Daniela Barca con la partecipazione di ottanta piccoli musicisti di alcune scuole medie della provincia e la partecipazione straordinaria del maestro Mauro Palmas che ha suonato insieme all’orchestra della Scuola Media n° 5, diretta dalla prof.ssa Sabina Sanna.
- Mini servizio fotografico

la sedia di Vanni: attendendo buone nuove da palazzo ducale

sanna sindaco ssSassari
La Giunta prossima ventura
di Vanni Tola
sedia-van-gogh4Al momento l’unica certezza è rappresentata dall’elezione del Sindaco Nicola Sanna, il resto è nebbia. Cercare di capire ciò che accede intorno al nuovo Primo cittadino e, in particolar modo, in casa Pd è impresa ardua. Nicola Sanna, dopo aver sconfitto il vecchio gruppo dirigente del Pd alle primarie e aver conseguito una brillante affermazione alle elezioni, è ora all’opera per predisporre la nuova Giunta. E qui cominciano i problemi. Il neo Sindaco era a capo di un cartello elettorale composto da undici formazioni politiche. Alcune di queste formazioni sono state eliminate dalla scelta degli elettori, altre sono lì e attendono di avere la loro quota di rappresentanza in Giunta. Ma il principale problema è un altro. Il gruppo dirigente locale del maggior partito della coalizione, il Pd, ha mal digerito la sconfitta alle primarie e con un lavoro certosino, porta a porta, ha raccolto un risultato elettorale tale da poter pesantemente condizionare le scelte future del neo eletto Sindaco relativamente alla formazione della Giunta e, più in generale, nella amministrazione della città. Mai il Pd è apparso cosi diviso al proprio interno. Leggendo le cronache del quotidiano locale si apprende dell’esistenza all’interno del partito di un’area Spissu-Borghetto, di un’area Demontis, dell’area del segretario regionale Silvio Lai. Segue nell’ordine il gruppo Sanna-Carbini-Spanedda- Marras, l’area di Gavino Manca e Bruno Dettori, la storica area che fa riferimento a Progetto Sardegna e al gruppo di Duce-Spanedda, i Ganaiani (riferimento l’ex Sindaco Ganau), qualche civatina e probabilmente dimentichiamo qualcuno. Un’armata Brancaleone, piuttosto che un partito, che poi deve fare i conti con gli alleati di coalizione mentre qualcuno degli aspiranti a incarichi in Giunta ha già fatto sapere, senza troppi giri di parola, di essere pronto a passare all’opposizione se non saranno soddisfate le proprie richieste. In questa disperata situazione, il sindaco Sanna ha tentato il tutto per tutto assumendosi la responsabilità di predisporre una Giunta rendendone pubblica la composizione. Codice Renzi sul decisionismo in una mano e lista dei consiglieri vecchio saggionell’altra mano si apprestava a dare alla città di Sassari una nuova Giunta. Come don Abbondio, di Manzoniana memoria, ha incontrato sul suo cammino i “bravi” che, in un primaverile sabato pomeriggio, gli hanno comunicato che quella Giunta non andava varata, necessitavano radicali cambiamenti. Dalla mezzanotte del fatidico sabato la proposta di Giunta è stata ritirata e si sono riaperte le trattative all’interno del Pd. Il nuovo sindaco, a differenza di don Abbondio, pare coraggioso e determinato ma le trattative in corso nelle segrete stanze di partito e nei gazebo dei bar di via Roma non hanno finora prodotto risultati apprezzabili. La situazione appare particolarmente complicata e di difficile soluzione. – segue –

la sedia di Vanni: attendendo buone nuove da palazzo ducale

sanna sindaco ssSassari
La Giunta prossima ventura
di Vanni Tola
sedia-van-gogh4Al momento l’unica certezza è rappresentata dall’elezione del Sindaco Nicola Sanna, il resto è nebbia. Cercare di capire ciò che accede intorno al nuovo Primo cittadino e, in particolar modo, in casa Pd è impresa ardua. Nicola Sanna, dopo aver sconfitto il vecchio gruppo dirigente del Pd alle primarie e aver conseguito una brillante affermazione alle elezioni, è ora all’opera per predisporre la nuova Giunta. E qui cominciano i problemi. Il neo Sindaco era a capo di un cartello elettorale composto da undici formazioni politiche. Alcune di queste formazioni sono state eliminate dalla scelta degli elettori, altre sono lì e attendono di avere la loro quota di rappresentanza in Giunta. Ma il principale problema è un altro. Il gruppo dirigente locale del maggior partito della coalizione, il Pd, ha mal digerito la sconfitta alle primarie e con un lavoro certosino, porta a porta, ha raccolto un risultato elettorale tale da poter pesantemente condizionare le scelte future del neo eletto Sindaco relativamente alla formazione della Giunta e, più in generale, nella amministrazione della città. Mai il Pd è apparso cosi diviso al proprio interno. Leggendo le cronache del quotidiano locale si apprende dell’esistenza all’interno del partito di un’area Spissu-Borghetto, di un’area Demontis, dell’area del segretario regionale Silvio Lai. Segue nell’ordine il gruppo Sanna-Carbini-Spanedda- Marras, l’area di Gavino Manca e Bruno Dettori, la storica area che fa riferimento a Progetto Sardegna e al gruppo di Duce-Spanedda, i Ganaiani (riferimento l’ex Sindaco Ganau), qualche civatina e probabilmente dimentichiamo qualcuno. Un’armata Brancaleone, piuttosto che un partito, che poi deve fare i conti con gli alleati di coalizione mentre qualcuno degli aspiranti a incarichi in Giunta ha già fatto sapere, senza troppi giri di parola, di essere pronto a passare all’opposizione se non saranno soddisfate le proprie richieste. In questa disperata situazione, il sindaco Sanna ha tentato il tutto per tutto assumendosi la responsabilità di predisporre una Giunta rendendone pubblica la composizione. Codice Renzi sul decisionismo in una mano e lista dei consiglieri nell’altra mano si apprestava a dare alla città di Sassari una nuova Giunta. Come don Abbondio, di Manzoniana memoria, ha incontrato sul suo cammino i “bravi” che, in un primaverile sabato pomeriggio, gli hanno comunicato che quella Giunta non andava varata, necessitavano radicali cambiamenti. Dalla mezzanotte del fatidico sabato la proposta di Giunta è stata ritirata e si sono riaperte le trattative all’interno del Pd. Il nuovo sindaco, a differenza di don Abbondio, pare coraggioso e determinato ma le trattative in corso nelle segrete stanze di partito e nei gazebo dei bar di via Roma non hanno finora prodotto risultati apprezzabili. La situazione appare particolarmente complicata e di difficile soluzione. Una possibilità è la predisposizione di una Giunta orientata al cambiamento e fortemente ancorata al programma elettorale che vedrebbe la luce, però, con una forte opposizione interna da parte di un consistente gruppo di appartenenti al maggior partito della coalizione. L’alternativa potrebbe essere una Giunta di compromesso tra il neo eletto sindaco e il vecchio gruppo dirigente del Pd con buona pace dei propositi di cambiamento, rinnovamenti, rottamazione del vecchio modo di fare politica che ha rappresentato l’asse portante del programma elettorale del sindaco Sanna. All’orizzonte si scorgono soltanto nubi minacciose, potrebbe perfino saltare tutto per aria. Il Pd, con buona pace dei proclami del segretario Lai, potrebbe subire un ulteriore processo di degrado politico. L’elettorato che ancora una volta ha mostrato di crederci, potrebbe scegliere l’area del disimpegno o dell’antipolitica. Sassari potrebbe diventare l’ennesima Livorno in mano ai grillini. Attendiamo buone nuove.

Riflessioni sul voto e dintorni: il dibattito è aperto, senza spingere…

Parlamento in duomo di Vanni Tola
sedia-van-gogh4Pensieri sciolti. Mi ha telefonato un amico dall’America. Voleva sapere come sono andate le elezioni europee, che accade in Italia e nella sua Sardegna. Voi che gli avreste risposto? Mai come in questa tornata elettorale si è registrata, perfino da parte degli analisti di professione, una difficoltà diffusa nell’esprimere delle valutazioni, nel formulare un minimo di analisi del voto, sondaggisti ballar0nella ricerca di capire che sta succedendo. L’impressione è che non ci si stia capendo più niente. Mancano o vengono meno quelle chiavi di lettura del voto e delle tendenze politiche che, fino a qualche anno fa, consentivano a opinionisti, osservatori e commentatori di analizzare l’evoluzione degli eventi e le trasformazioni politiche in atto, sulla base di parametri di riferimento certi e definiti. Al momento constatiamo che, a cominciare dai più noti sondaggisti, “non ci ha preso” nessuno. Tutti attendevamo un’impressionante avanzata di Grillo che, nelle sue intenzioni, avrebbe dovuto conquistare una maggioranza bulgara. Gli opinionisti più accreditati erano concordi nell’immaginare un testa a testa col Pd o il sorpasso storico di Grillo su Renzi. Lo stesso Renzi, poche ore prima del voto, si era premurato di dichiarare che, anche in caso di pareggio con Grillo o di eventuale superamento del PD, lui non si sarebbe comunque dimesso da capo del Governo. “Cazzo…” direbbe Crozza, non si era neppure accorto che stava per superare Grillo di venti punti percentuali. L’altra anomalia è rappresentata dalla cosiddetta sconfitta di Grillo. Un partito nato e cresciuto in maniera “anomala”, fuori dagli schemi classici, con un programma non programma, con obiettivi politici e strategie poco definite, unite soltanto del “tutti a casa” o come direbbe il leader “tutti affanculo”, avrebbe perduto le elezioni. Perduto? Badate che ha più del venti per cento dei voti. E Berlusconi? Plurinquisito, condannato, privato del diritto di candidarsi e perfino di quello di votare, che va dicendo di non aver potuto fare una decente campagna elettorale. Era presente in radio, televisione e videoconferenza più di Pippo Baudo e della Carrà dei tempi d’oro della televisione. Mantiene un buon quindici per cento dei voti e un grande consenso tra la sua gente che difficilmente un cittadino europeo riesce a comprendere. Cosa altro dovrebbe combinare perché una parte degli italiani smetta di accordargli consenso e si orienti verso altri leader dell’area politica del centrodestra? La sinistra, pardon l’area di centrosinistra – è più garbato e meno ideologico definirla cosi – è divisa come non mai. Trova in Renzi un leader che riesce a tenerla unita su programmi, parole d’ordine e strategie che ai meno giovani ricordano tanto la vecchia Dc. Un leader che ha, quale principale alleato di governo per le riforme istituzionali, un tale che di cognome fa Berlusconi e con il quale lavora per definire la riforma dell’assetto costituzionale del paese. Vi domanderete se è lo stesso Berlusconi di cui si parlava prima, plurinquisito, condannato ecc., si è proprio lui ma essendo il leader riconosciuto di una parte dell’elettorato continua ad avere voce in capitolo. Un altro elemento incomprensibile per i cittadini di qualunque paese democratico al mondo. Si va bene, però c’è la speranza che si rafforzi una piccola area politica a sinistra, Tsipras ha superato la soglia del quattro per cento e porterà un punto di vista di sinistra nel parlamento europeo. Certo, una bella prospettiva, anche se osservando i voti riportati nelle precedenti elezioni dalle formazioni di sinistra che hanno appoggiato Tsipras, non si è andati molto oltre una sostanziale tenuta di quel poco che già c’era, in termini numerici intendo, parlo di voti. E già il giorno dopo le elezioni si discuteva nell’area politica di riferimento della lista Tsipras sul come andare avanti. Tradotto dal politichese, sulla possibilità di realizzare un’ennesima rifondazione del pensiero della sinistra italiana non ancora renzizzata o, più realisticamente, su come continuare a rimanere divisi e puri all’interno di piccoli partitini. Nello specifico della Sardegna poi c’è anche qualche altro conto che non torna. Si è registrata una giusta ondata di protesta e indignazione per i regolamenti elettorali europei che vedono l’isola fare parte di un collegio unico con la Sicilia. Il gonarioragionamento era questo: la Sicilia ha una popolazione tra volte maggiore della Sardegna quindi, anche questa volta, i Sardi non riusciranno ad avere alcun rappresentante nel parlamento europeo. L’indignazione era tale e tanta che ha indoto perfino una parte dell’elettorato sardo all’astensionismo come atto di protesta. “ No Sardegna, no voto”, mi pare fosse questo lo slogan. E’ andata a finire che abbiamo eletto tre sardi al parlamento europeo e tra questi un candidato di prestigio quale Renato Soru. Anche in questo caso “non ci aveva preso nessuno”. Insomma, chi se la sente di analizzare il voto, l’andamento dei flussi elettorali, l’orientamento degli elettori, le prospettive del paese, si faccia pure avanti e speriamo che “ci prenda”.
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Nel riquadro in alto e in quello immediatamente sopra: Filippo Figari, Parlamento in Duomo, aula riunioni Camera di Commercio di Cagliari.
coporaz mare Figari_2
>[NdR] Daremo spazio sulla news a tutte le iniiative di dibattito sul voto europeo e oltre, cioè: sulle prospettive di costruzione di una nuova Europa, sulle polit238iche europee, sull’utilizzo dei fondi strutturali, sulle politiche internazionali ed europee (con particolare attenzione al Mediterraneo) della Sardegna, e così via.
Sardegna Europa iniz Rossomori
In questo contesto segnaliamo l’iniziativa dei Rossomori, di sabato 31 maggio, a Cagliari.
- La pagina fb dell’evento

gli occhiali di Piero su…

Erri De LucaIo sto con Erri De Luca
Condivido questa iniziativa con Elena Vacca. Organizzeremo un incontro di lettura dei “Pazzi Amanti della Poesia” il 4 giugno a Quartu S.Elena. Elena sta già preparando l’invito.
Io sto con Erri De Luca #Esprimiamo la nostra solidarietà allo scrittore
In tutte le regioni d’Italia il 4 Giugno, associazioni , librerie, auditorium, teatri,sosterranno Erri De Luca organizzando eventi e letture. Segnalate in questa bacheca gli indirizzi in cui si terranno tali pacifiche e poetiche manifestazioni di solidarietà…
strage-piazza-loggia Brescia
BRESCIA 1974 PIAZZA DELLA LOGGIA
Il 28 maggio una bomba uccide 8 persone e ne ferisce 102.
Era in corso una manifestazione contro i fascisti.
Sono tanti, ancora trent’anni dopo la caduta del regime, non solo nelle loro sedi ufficiali (tollerate, nonostante la legge che vieta la ricostituzione…), ma proprio dentro gli apparati dello Stato, che risultano coinvolti nella strage.
Due ore dopo l’eccidio arrivò l’ordine (da chi? boh!) di ripulire con le autopompe dei pompieri tutta la piazza: reperti e tracce furono cancellati in questo modo.
Addirittura accadde che altri reperti furono sottratti persino dai corpi dei cadaveri.
Dopo 40 anni nessuno è stato giudicato colpevole,
Questa è l’Italia.
GLI-OCCHIALI-DI-PIERO1-150x15014131

SCACCHI IPERMODERNI: RICHARD RETI
Quando nel 1924 a New York, contro il campione del mondo Capablanca, Richard Réti aprì la partita muovendo il cavallo e non un pedone, qualcuno pensò che forse era impazzito. Questa mossa, giocata ancora oggi, che si chiama apertura Reti, contraddiceva le regole elementari del gioco scientifico: muovi prima i pedoni e occupa il centro, poi i cavalli, poi gli alfieri, eccetera. Era il gioco ipermoderno (oggi non ha senso chiamarlo così), teorizzato da Reti con “Le nuove idee negli scacchi”, da Nimzowitsch con “Il mio sistema”, da Tartakower con “La partita ipermoderna”.
Réti, slovacco, nato a Pezinok il 28 maggio 1889, fu uno dei giocaotri più forti al mondo nei primi decenni del ’900. Vinse quella partita contro Capablanca e fu uno dei candidati al titolo di campione del mondo in quel periodo.
Morì a Praga il 6 giugno 1929.
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GIOVANNI CORVI
Nacque a Teglio, provincia di Sondrio (Valtellina), il 28 maggio 1898 un uomo del quale si ignora il luogo e la data della morte, Giovanni Corvi.
La sua biografia si riassume in poche righe.
Carpentiere comunista, 26 anni, il 12 settembre 1924, a Roma, in un tram, uccise con tre colpi di pistola il deputato fascista Armando Casalini, gridando “Vendetta per Matteotti”. Giacomo Matteotti, deputato socialista, era stato assassinato a Roma dai fascisti tre mesi prima, il 10 giugno.
Casalini, romagnolo, era stato amico di Nenni e segretario del Partito Repubblicano, nel 1922 cambiò bandiera e nel ’24 era stato eletto nel listone fascista.
Corvi, pur risultando sano di mente, venne internato in manicomio ad Aversa, per 13 anni, poi scontò 4 anni di confino alle isole Tremiti, quindi fu nuovamente internato.
Liberato nel settembre 1943, fu di nuovo internato nel maggio ’44, infine fu portato via dai tedeschi e di lui non si è saputo più nulla.

Repetita iuvant

sardegnaeuropa-bomeluzo2-300x211
europa di fedrica
di Franco Meloni e Vanni Tola*
dall’Archivio di Aladin
Lo abbiamo segnalato più volte, lo sentiamo nell’aria e ce lo ha confermato una recente indagine demoscopica: l’Europa non tira! Nel senso che sempre meno costituisce per i cittadini europei un riferimento positivo di possibile miglioramento. La sua immagine è offuscata dall’incapacità che hanno avuto le istituzioni dell’Unione Europea di fronteggiare la crisi economica, mettendo in essere politiche recessive che l’hanno aggravata. La Grecia soprattutto, ma anche il Portogallo, la Spagna, l’Irlanda e l’Italia permangono nelle difficoltà economiche e il quadro sociale in termini di benessere delle popolazioni e livello di occupazione, specie giovanile, peggiora. Le drammatiche vicende ucraine ci dicono poi quanto sia inconsistente l’Europa come soggetto politico, oggi incapace di orientare le politiche degli Stati, neppure di quelli della stessa area geografica. Segnali inquietanti di una possibile degenerazione di questa situazione sono il fatto che rialzino la testa e crescano in consenso popolare i movimenti e i partiti xenofobi, razzisti e di estrema destra, a fronte dei quali non corrisponde una sufficiente crescita di aggregazioni progressiste che sappiano proporre politiche alternative a quelle dei governi dominanti, verso i quali va principalmente rivolta la critica per questa situazione, soprattutto quindi nei confronti dei partiti moderati che prevalgono alla guida dei governi europei, ma anche dei partiti socialdemocratici che governano in alcuni paesi o che comunque praticano uguali politiche economiche anche attraverso le cd larghe intese. Per non deprimerci evidenziamo anche i segnali positivi rappresentati da vari nuovi movimenti che si propongono, seppure in misura tuttora insufficiente, e attualmente con inferiore incisività rispetto alle formazioni della destra, ma significatamente in crescita. Tra i quali vogliamo mettere in evidenza i movimenti nazionalitari che attraverso vie democratiche combattono per l’autodeterminazione di popoli con identità nazionale ma privi di Stato, come gli scozzesi, i catalani e i baschi e, al livello trasversale il movimento che si va aggregando intorno alla proposta del leader greco Alexis Tsipras, animatore della Lista L’Altra Europa con Tsipras, per la quale si sta lavorando alacremente in Italia.
Le prossime elezioni europee per l’elezione del Parlamento Europeo, che per l’Italia si terranno domenica 25 maggio, a detta di alcuni osservatori saranno in grande misura disertate dai cittadini europei. Tuttavia si ha ragione di credere che parte di questo probabile astensionismo sarà ridotto dalla presenza delle liste indipendentiste e dalle liste con riferimento Tsipras.
Ma parliamo della situazione sarda.
Scrive Adriano Bomboi in un articolato intervento sul sito Sa Natzione, critico sulle posizioni di Sardegna Sostenibile e Sovrana e sulle “conclusioni” del convegno organizzato di recente dalla stessa associazione che hanno visto la possibile convergenza di importanti componenti dell’area indipendentista/sovranista (così come di Sel e della Federazione della Sinistra) con la Lista Tsipras “… per le elezioni europee non siamo pronti, non ci sono le condizioni e tutta la galassia politica autonomista e indipendentista rimane frammentata e scoordinata. Men che meno in questo frangente storico bisogna considerare seria la proposta di ideologizzare a sinistra un qualsivoglia progetto politico sovranista unitario, sia in un ottica regionale che europea…”. Io invece non credo che l’inserimento nella Lista L’Altra Europa con Tsipras di uno o più candidati dell’area Indipendentista/sovranista determini una “ideologizzazione” del progetto di quest’ultima, proprio per la caratteristica aperta della Lista. Anzi l’inserimento ben visibile dei candidati sardi dell’area ne proverebbe l’apertura, allargandola. Proprio perchè altre soluzioni non sono pronte, questa della Lista Tsipras va praticata. L’alternativa è una sana e onesta astensione, organizzata come esplicita posizione politica (anche come critica alla quasi impossibile costituzione della circoscrizione elettorale autonoma sarda, per colpa soprattutto di Pd, Pdl-FI). Per quanto mi riguarda all’astensione preferirei un voto alla Lista Tsipras, sperando nell’auspicato accordo.
Certo va ribadito quanto scritto pochi giorni fa su questo sito da Vanni Tola, a nome della redazione di Aladin, e cioè che avremo voluto Michela Murgia a capo di questa aggregazione sarda all’interno della Lista Tsipras, ma questa opportunità sembra ormai tramontata e non possiamo che prenderne atto, seppure con rammarico. Giova però al di là della persona o delle persone che dovranno rappresentarci riportare le motivazioni che ci hanno indotto e ci inducono a impegnarci e a sollecitare un impegno dei sardi per la Lista Tsipras.
Ripetiamo
La Sardegna non può immaginare alcun tipo di futuro, alcuna prospettiva politica e di sviluppo, prescindendo dalle scelte del Consiglio Europeo che tanta parte hanno negli indirizzi di politica economica e nelle scelte legislative dei paesi aderenti all’Unione. Ne può essere indifferente per i Sardi il fatto che in Europa si affermi questa o quella visione del tipo di Unione da realizzare. Non è indifferente per noi che, con le prossime elezioni europee, si riconfermino le scelte neoliberiste del blocco politico-economico rappresentato dalla Cancelliera Anghela Merkel o che prevalgano altre strategie che favoriscano una visione differente dell’Unione e sappiano tenere conto delle problematiche specifiche dell’area mediterranea. A meno che non ci si vada a collocare in quell’area politica che fonda le proprie scelte sul rifiuto radicale della logica stessa di Unione europea in nome dello statalismo e del nazionalismo ben rappresentata dalla destra europea e, nel nostro paese, dalla Lega, da Forza Italia e dal “grillismo”. Una partecipazione attiva e unitaria dell’area indipendentista e di tutti i sardi al dibattito su quale Europa realizzare, sulle scelte di indirizzo economico e politico del vecchio continente, sulla necessità di completare il processo di unificazione europea superando i limiti dalla sola unione monetaria e bancaria, è necessaria, direi prioritaria in questo particolare momento politico. Sono anche fatti nostri. In questo senso andrebbe analizzata con grande attenzione la possibilità di aderire alla lista Tsipras che nasce come proposta della sinistra europea ma si presenta con un programma di grande apertura a tutte le forze progressiste d’Europa e con dei contenuti sui quali è facilmente raggiungibile un ragionevole consenso, a prescindere dalla differente formazione e posizione politica di ciascuno.
bicicletta Tsipras Vanni
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* viene ripubblicato, con alcune lievi modifiche, l’articolo già pubblicato su Aladin il 2 marzo 2014
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Ecco perchè non ci convincono
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Da un articolo su Aladin dell’8 aprile 2014
(…) Le dichiarazioni programmatiche del presidente Pigliaru hanno due “deficit politici”, di fondamentale importanza, che attengono uno alla sardità e l’altro all’europeismo. Tratto queste due questioni in maniera intrecciata, come è giusto che sia. Non è pensabile che il programma del presidente (e della sua coalizione), così come è attualmente formulato, prescinda da una esplicita visione del posizionamento istituzionale della Sardegna, oggi e in prospettiva, in Italia e in Europa. Al riguardo è vero che Pigliaru non poteva sollevare la bandiera dell’indipendentismo o del sovranismo che lo vuole praticare anticipatamente (gli indipendentisti e i sovranisti sono pur sempre una minoranza, seppure importante, della coalizione di centro sinistra), ma la visione che sottende il documento appare francamente riduttiva, niente altro di diverso da un “autonomismo sbiadito”, che non ci porta molto lontano. Pigliaru si guarda bene dal pronunciare parolacce quali indipendentismo e sovranismo e neppure federalismo, utilizza in un passaggio il termine “sovranità” nell’accezione di auto-responsabilità (cito testualmente: “…il principale esercizio di sovranità cui vogliamo dedicare tutta le nostre capacità ed energie, è un’essenziale assunzione di responsabilità verso cui orientiamo la nostra azione di governo”). Non basta certo! Specie nell’attuale momento storico, che ha necessità di una Sardegna rinnovata, anche nelle sue istituzioni, consapevole delle proprie risorse e potenzialità, capace quindi di un suo protagonismo, indispensabile per sopravvivere nel quadro degli attuali rapporti di forza tra entità territoriali (nel confine statuale e in quello europeo). E’ solo in questo quadro, che, come detto, richiede anche una nuova struttura istituzionale della regione, che credo possa iscriversi, come alcuni chiedono: un auspicabile progetto organico di trasformazione e sviluppo, insomma un “nuovo piano di rinascita” della Sardegna. Per fare tutto questo non si può prescindere da una politica sulla lingua sarda, sull’identità sarda, sull’università della Sardegna… in definitiva su chi siamo noi sardi e chi vogliamo o vorremo/vorremmo essere. E, allora: è possibile che Pigliaru non parli della nuova costituente statutaria, a cui siamo tenuti anche in virtù degli esiti referendari sardi? E’ possibile che parli dell’Europa sostanzialmente come vincolo per la nostra economia, come purtroppo è, ma che non necessariamente deve continuare ad essere, o, ancora, come bancomat per prelevare tutte le risorse finanziarie possibili? Importante ma terribilmente riduttivo. E’ possibile che parli d’Europa senza fare cenno all’incredibiie situazione di discriminazione politica dei sardi, impossibilitati, per ottusa e incostituzionale legge italiana (modificabile domani se solo ci fosse la volontà politica dei grandi partiti italiani) ad avere propri rappresentanti nel parlamento europeo? Si chieda Pigliaru se, per fare un esempio, le stesse nostre difficoltà di utilizzare pienamente e con efficacia i fondi europei siano solo problemi organizzativi e di preparazione del personale tecnico, amministrativo e anche politico. Come pur è vero, ma non sono spiegazioni sufficienti a dare conto della situazione. Credo infatti che questo come tanti altri problemi non possano essere disgiunti da uno, più pesante di tutti: l’incapacità della Regione di esercitare un ruolo politico nel quadro europeo, sia nei confronti dell’Italia che s’interpone tra la regione e le istituzioni europee, sia nei confronti dell’istituzioni europee, direttamente, laddove ciò è possibile, anche attualmente, per esempio per incidere, modificandole o integrandole, sulle politiche europee. Ma di tutto quanto detto Pigliaru non si cura, destando il più che legittimo sospetto che per lui bastino l’onesta, la competenza, la tecnica e la razionalità per risolvere i problemi della Sardegna, minimizzando quello che in realtà è soprattutto un problema di Politica. Si dirà che la coalizione del centro sinistra potrà integrare il programma e precisare l’impostazione data dal presidente. Vedremo e vedremmo. Nel mentre parliamo, scriviamo e sottoponiamo i nostri argomenti al presidente, ai politici, ai cittadini sardi…
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Il tempo che passa non da conto di alcun positiva novità. Anzi…

in giro con la lampada di aladin per l’Europa

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- democraziaoggiContro il connubio PD/FI, Tsipras o M5S? Andrea Pubusa su Democraziaoggi
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- Vito-Biolchin-occhialiniiEuropee 2014 ma l’Europa non c’entra nulla. E la Sardegna? Solo Soru spera: ma nei siciliani… Vito Biolchini su vitobiolchini.it
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- bicicletta Tsipras VanniIo voto L’altra Europa con Tsipras. Vanni Tola sulla pagina fb
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- Asini, crisi, Europa. Raffaele Deidda su SardegnaSoprattutto
Félix Vallotton (Losanna 1865-1925) il ratto d' Europa
- L’Europa che vorrei. Bellezza e sobrietà. Ma no all’austerità imposta. Tonino Dessì sulla sua pagina fb (buone ragioni per chi domani si astiene dal voto)
- Conversazione sull’Europa con l’ex governatore della Sardegna e candidato Pd alle elezioni europee 2014 Renato Soru. Dal blog di Gavino Minutti

- Alle europee sardi irrilevanti. Nicolò Migheli su SardegnaSoprattutto

I Cluster, questi sconosciuti

Van Gogh-Il-seminatore-Vanni-Tola-238x300sedia-van-gogh4 Dopo il Cluster CL.A.N Agrifood per l’agricoltura, decolla SPRING per la bioeconomy e la chimica verde.
di Vanni Tola
In un precedente articolo Aladinews si è occupato del Cluster CL.A.N. (Cluster Tecnologico Nazionale) AGRIFOOD presentato qualche mese fa nella sede della Società Porto Conte Ricerche. Un progetto importante per lo sviluppo del comparto agroalimentare isolano, realizzato con riferimento alle direttrici della politica comunitaria e in sintonia con le richieste e le caratteristiche dell’economia della globalizzazione. Descriviamo oggi un altro Cluster, che pure interessa la Sardegna, riguardo al progetto Matrìca per la riconversione del polo chimico dell’area industriale di Portotorres. Il Cluster Tecnologico Nazionale della “Chimica Verde” denominato SPRING – Sustainable Processes and Resources for Innovation and National Growth. Un megaprogetto che si pone l’obiettivo di incoraggiare lo sviluppo delle bioindustrie in Italia attraverso un approccio organico all’innovazione, per rilanciare la chimica italiana sotto il segno della sostenibilità ambientale, sociale ed economica. Facendo riferimento ai più recenti orientamenti dell’Unione Europea nel campo della bioeconomy, il Cluster Spring persegue lo scopo di stimolare la ricerca e gli investimenti in nuove tecnologie, con un costante dialogo con gli operatori economici del territorio. Le aziende promotrici del Cluster Spring sono Biochemtex, Novamont e Versalis - tre realtà industriali leader nello sviluppo di tecnologie e processi molto innovativi e nella messa a punto di materiali e prodotti da fonti rinnovabili – e Federchimica, che rappresenta l’industria chimica italiana nel suo complesso. Al Cluster aderiscono diverse imprese che operano nell’ambito della bioeconomy e rappresentano l’intera filiera italiana della chimica verde. Dalle imprese agricole a quelle impegnate nella ricerca di prodotti chimici da fonti rinnovabile e nelle biotecnologie industriali, comprese quelle che operano nella realizzazione di materiali e bioprodotti e nella trasformazione e lo smaltimento di materiali. Si contano al momento già 130 adesioni, tra aziende (45%), centri di ricerca (29%), enti locali (7%) e associazioni (19%) Un insieme di soggetti uniti da un progetto e una strategia di sviluppo comune per il comparto chimico. Otto Regioni italiane e, tra queste la Sardegna, si sono impegnate a sostenere l’attività del Cluster riaffermando la coerenza e la funzionalità delle loro strategie di programmazione e di sviluppo con gli obiettivi dell’iniziativa e impegnandosi a sostenere attività di supporto per lo sviluppo del progetto. Il Cluster Spring – con una rete di cooperazione fra le Amministrazioni interessate – persegue l’obiettivo di determinare ricadute positive nei territori con strategie di sviluppo coordinate a livello nazionale e locale. Il risultato di tali azioni dovrebbe favorire la crescita e lo sviluppo della bioindustria italiana attraverso l’innovazione e il rilancio della nuova industria chimica che dovrà essere caratterizzata da sostenibilità ambientale, sociale ed economica. - segue -

PRENDETE PRENDETENE PURE, TANTO SONO SOLDI PUBBLICI

sedia-van-gogh4di Vanni Tola
La notizia è clamorosa ma fino ad un certo punto, non facciamo gli ingenui, siamo in Italia e le cose vanno cosi da un pezzo. Tu paghi un pranzo in un self-service non meno di 10 euro e con una cifra perfino inferiore i parlamentari consumano lauti pranzi nel loro ristorante esclusivo. Un insegnante usa la propria macchina per andare al lavoro, un assessore comunale dispone di macchina di servizio o di rimborso benzina e si potrebbe continuare all’infinito. Non sorprende quindi più di tanto apprendere che la regione eroga assegni vitalizi a 317 ex consiglieri regionali per un importo medio tra i quattro e i cinquemila euro netti. C’è perfino la curiosità che per settantacinque consiglieri regionali deceduti, i cosiddetti vitalizi sono erogati anche post morte, cioè agli eredi, in pratica piuttosto che vitalizzi, li potremmo considerare “eterni”. Campagna di stampa dell’Unione Sarda, inchieste giornalistiche, un po’ di rumore e la presidenza del consiglio regionale rende pubblici i nomi dei 317 privilegiati cittadini tra i quali spicca quello della presidente uscente del Consiglio regionale che, a soli 41 anni di età, percepisce una onorevole pensione mensile di ben 5.129 euro netti. Ora che sappiamo tutto ci poniamo alcune domande. Accadrà qualcosa? Ci sarà, dietro la pressione di un’opinione pubblica indignata quanto rassegnata, un ravvedimento da parte dell’Amministrazione regionale per eliminare questa palese disparità di trattamento pensionistico che fa gridare vendetta a milioni di pensionati “normali”? O tutto finirà, come sempre “ a tarallucci e vino” o se preferite a “ciccioneddos e cannonau”? Certo se vivessimo in un paese normale nel quale la morale collettiva e la dignità personale rappresentassero un valore inviolabile dell’individuo, le cose potrebbero evolvere in maniera differente. Potrebbe perfino accadere che, non dico tutti i 317 ex parlamentari, ma buona parte di essi rinunciassero spontaneamente a percepire questo incredibile vitalizio e reclamassero a gran voce un trattamento pensionistico più equo e dignitoso. Li immaginate i nostri parlamentari regionali protagonisti di un simile gesto di grande dignità politica e morale?

Domani 1° maggio, festa del lavoro, a Cagliari passa sant’Efisio. Preghiera: liberaci dalla nuova peste della mancanza di lavoro

Giuseppe Pellizza da Volpedo Quarto_Stato
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ape-innovativaDomani 1° maggio è la Festa del Lavoro e quindi la Festa dei Lavoratori. Cade in una situazione di crescente disagio dei lavoratori, specie di quelli che in numero crescente il lavoro lo hanno perso o non lo hanno mai avuto. Ha ragione Susanna Camusso, segretaria generale della Cgil a sostenere che sarà un Primo Maggio “caratterizzato dal lavoro che non c’è, soprattutto per i giovani: è la festa della disoccupazione più che del lavoro”. Il lavoro è la prima emergenza, il diritto al lavoro per tutti è principale obbiettivo a cui devono mirare le politiche e i politici che le devono attuare. L’obbiettivo è certo difficile, ma al di là delle parole non crediamo vi sia un conseguente impegno concreto da parte dei politici e di quanti possono e devono impegnarsi su questo versante. Davanti a tanta inadeguatezza occorre battersi per cambiare politiche e politici. In questo quadro quasi disperante ogni iniziativa che miri alla creazione del lavoro, del buon lavoro – che per noi significa lavoro stabile e duraturo – va rispettata, difesa, esaltata. Tra queste iniziative comprendiamo anche le preghiere per il lavoro, da quelle di papa Francesco a tutte le altre, come la “Veglia di preghiere per il lavoro” organizzata per oggi dalla Diocesi di Cagliari. Parlando di preghiere per il lavoro non possiamo non segnalare quella ideata da sant_efisio CagliariFrancesca Madrigali e rivolta a San’Efisio (Preghiera a Sant’Efisio per la mia generazione, riportata sulla sua news on line Madrigopolis). Francesca si rivole amichevolmente al santo guerriero e martire più venerato in Sardegna, perchè ripeta l’antico miracolo e liberi lei (Francesca) e la sua generazione (quella dei 30-40enni) dalla nuova peste, di altro tipo: “la precarietà che ha infettato le nostre vite fin nel midollo, che ha cambiato i valori e gli schemi della società in cui viviamo, che ha fatto della flessibilità il suo dio, che pensa che pagare poco e male le persone sia normale”. Continua Francesca: “Qua ci vuole un miracolo: per svegliare chi sta dormendo mentre il tempo passa e la vita non aspetta, punire chi ci strumentalizza, darci il tempo e le forze per ribellarci a questa ingiustizia e riacquistare speranza”.
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Francesca Madrigali 1
Francesca Madrigali
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Sassari: sei i candidati alla carica di sindaco
¡Y ahora a la lucha bruta!

municipio di SS
di Vanni Tola
Conclusa la procedura di presentazione delle liste per le elezioni amministrative osserviamo gli schieramenti in campo. Emerge intanto un notevole numero di liste partecipanti, ben 22 con circa 700 candidati. I concorrenti alla carica di sindaco sono sei. Vediamo i raggruppamenti fra le liste. Il candidato sindaco del centro-sinistra è Nicola Sanna, vincitore delle primarie con un vantaggio molto limitato. Lo sostiene il Partito Democratico, un partito uscito profondamente diviso dalla prova delle primarie nel quale – dietro un’apparente nuova unità intorno al candidato di bandiera – persistono le divisioni, i rancori e la rabbia dei notabili dell’apparato che fanno riferimento all’area Spissu-Ganau-Giagu, risultati sconfitti alle primarie di qualche settimana fa. La ritrovata unità fra le componenti intorno alla candidatura Sanna è, in realtà, una sorta di “tregua armata” suggellata con l’impegno di dividere equamente il peso delle componenti nella scelta dei candidati. La coalizione di Centro- Sinistra sarà supportata da ben undici formazioni politiche (in alcuni casi quasi liste condominiali sorte per l’occasione) che, in cambio del loro appoggio attendono naturalmente un’adeguata rappresentanza in Giunta. Difficilmente gli elettori riusciranno a individuare i punti programmatici comuni tra formazioni cosi eterogenee e spesso distanti fra loro quali il Centro Democratico, l’Italia dei Valori, l’IRS (Indipendentzia Repubrica de Sardigna), La Base, Libertà di Movimento (ex Grillini), Ora sì, Partito dei Sardi, Rossomori, Sassari Bella Dentro, Sel (Sinistra Ecologia e Liberta) e UPC (Unione provinciale cristiana). E, d’altra parte, di contenuti programmatici si è parlato abbastanza poco stante anche la notevole eterogeneità delle forze che compongono la coalizione che avrebbe reso problematica la definizione di un programma comune non limitato all’esposizione di una generica lista di buoni proponimenti. Se il centro sinistra dovesse vincere le elezioni, il candidato sindaco Nicola Sanna e il suo staff dovranno avere infinite capacità di mediazione per mettere insieme i punti di vista di forze politiche e organizzazioni politicamente e culturalmente molto differenti e distanti fra loro. Trasformare questa sorta di “armata Brancaleone” in stabilità politica nell’ Amministrazione comunale futura sarà impresa ardua. Ma il candidato sindaco è ottimista. “Grazie al percorso delle primarie ci presentiamo all’appuntamento uniti e determinati” ha dichiarato Nicola Sanna. Se è cosi, tanti auguri.
Il Centro-Destra invece candida una donna, Rosanna Arru, dirigente scolastica. La Arru, sarà sostenuta da Forza Italia, Udc (Unione di centro), Fratelli d’Italia e la lista civica “Sassari Progetto comune”. “ Sto cercando di creare una lista civica formata da persone rappresentative di tutta la società sassarese, senza distinguo dovuti a partiti o aree politiche di appartenenza”, spiega la dirigente scolastica. «Io non pongo veti a nessuno, chiunque si riconoscerà nella mia proposta di amministrazione della città sarà il benvenuto. La mia candidatura e la lista civica che comporremo vogliono offrire un’alternativa a tutti coloro i quali non si riconoscono nei programmi, nei metodi, nelle idee e nella figura del candidato sindaco del Pd». Progetto lodevole che non è però riuscito ad evitare la “rottura “ a destra e la nascita di Progetto Centrista, una forte lista concorrente nella medesima area politica. Il candidato sindaco di Progetto Centrista è Nicola Lucchi, avvocato, già assessore nella giunta guidata tra il 2000 e il 2005 dal sindaco Nanni Campus. Lucchi è proposto da Riformatori, Unidos, il movimento che fa capo al parlamentare Mauro Pili, e dalla lista civica «Sassari è».
Il Psd’Az, falliti i tentativi di apparentamento con i raggruppamenti maggiori, sceglie di correre da solo con una propria lista che vede candidato per la carica di sindaco Antonio Cardin, consigliere comunale e capogruppo del PSd’Az. L’indicazione fondamentale è quella sancita recentemente dal partito che può essere riassunta con lo slogan “nessuna alleanza, né a destra, né a sinistra, ma con uno spiraglio al Centro”.
Partecipa anche alla composizione elettorale il Fronte Indipendentista Unidu che candida alla carica di sindaco Cristiano Sabino, docente di 34 anni, che insegna filosofia e storia nei Licei di Sassari dove lavora come precario. È militante della sinistra indipendentista dalla fondazione del movimento “A Manca pro s’Indipendentzia” di cui è stato portavoce fino allo scorso febbraio. Sostiene il candidato Sabino il Movimento per il lavoro, i diritti e l’ambiente di cui fanno parte Alba e Azione Civile.
L’ultimo schieramento in campo, quello che potrebbe rappresentare la “sorpresa” di queste elezioni, è il Movimento Cinque Stelle che ha ufficializzato la candidatura alla carica di Sindaco di Maurilio Murru, 42 anni, dipendente amministrativo in un’azienda privata di Porto Torres. Coerentemente con la linea del M5S nazionale, anche per le amministrative di Sassari il movimento non ipotizza alcuna alleanza. Ha da spendere un credito considerevole che gli deriva dall’aver ottenuto in città il 31,5% dei voti nelle ultime elezioni politiche. Il programma, naturalmente disponibile in rete, è concentrato in undici “azioni” di intervento politico indicate come portatrici di originalità e innovazione, idee nuove per una città nuova. Con lo slogan #vinciamonoi il Movimento propone la riscoperta e rivitalizzazione del centro storico tramite residenze universitarie diffuse, attività mercatali, fiscalità di vantaggio, rivisitazione della Ztl, e la rottura del muro che divide il paese reale dai propri amministratori. Propone inoltre il question time comunale per offrire ai cittadini l’opportunità di dialogare settimanalmente col sindaco incontrandolo nella sala del consiglio comunale, ma anche il referendum sugli atti di grande interesse collettivo, e l’idea dell’istituzione di una consulta dei Gremi, presieduta dal sindaco e nella quale i rappresentanti dei Gremi tratteranno i temi di maggiore interesse della città. Ma le proposte non finiscono qui. Si prosegue con politiche sociali e abitative più incisive (tra le varie iniziative spicca per originalità la figura dell’infermiere di quartiere). La “carta delle culture” e il perseguimento dell’obiettivo rifiuti zero, l’acqua pubblica, il Puc partecipato, la mobilità sostenibile, e azioni dedicate all’agro e alla periferia, l’agenda digitale e un intero capitolo dedicato allo sport. “Si tratta di idee nuove – dichiara Murru – che mettono i sassaresi al centro della propria città. L’innovazione sta proprio in questo, nella partecipazione diretta dei cittadini al governo del proprio quartiere o della propria borgata. L’idea di fondo è che non si cambia la città costruendo l’ennesimo litigioso carrozzone elettorale ma avendo il coraggio di portare avanti i temi e non le poltrone”. Un programma che potrebbe avere grande ascolto nell’area degli indecisi e di coloro che si orientavano per l’astensionismo.
Difficile formulare pronostici sulla tornata elettorale, ci limiteremo quindi ad alcune brevi considerazioni di carattere generale. Molto elevato numero delle liste e dei candidati. Come generalmente accade per le consultazioni amministrative, è prevedibile una partecipazione elevata dei cittadini al voto e, conseguentemente, un calo dell’astensionismo che potrebbe perfino contribuire a estendere la partecipazione alla consultazione europea che si svolgerà nella stessa giornata. La frammentazione e l’eterogeneità delle forze politiche che costituiscono gli schieramenti di Centro-Sinistra e Centro-Destra, la scarsa attenzione ai programmi per privilegiare le strategie di aggregazione tra componenti delle coalizioni, potrebbero rivelarsi penalizzanti per i due maggiori schieramenti a tutto vantaggio di altre formazioni e in particolare del M5S che – al di là di quello che si può pensare nel merito della loro proposta politica – ha il grosso vantaggio di presentarsi come una compagine unita e determinata, con un programma chiaro, ben definito e di cambiamento radicale. Nello scontro tra centro-sinistra e centro-destra diversi osservatori tendono a vedere in vantaggio lo schieramento di centro-sinistra. Ma non è da escludere, anzi è molto probabile che il risultato della votazione determini la necessità del ballottaggio e che questo possa avvenire tra uno dei due schieramenti maggiori e il M5S. Se ciò accadesse, la possibilità che la seconda città della Sardegna possa vivere l’esperienza di un Sindaco e di una Giunta a cinque stelle, non è poi cosi remota.

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Sassari: sei i candidati alla carica di sindaco
¡Y ahora a la lucha bruta!

Y ahora a la lucha bruta
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NOTE
DA REPUBBLICA ON LINE DEL 30 APRILE 2014
La disoccupazione resta al top al 12,7%.
Ma c’è un rimbalzo degli occupati

L’Istat diffonde i dati provvisori per marzo, con il tasso di disoccupazione che resta ai massimi delle serie storiche. Rivisti al 12,7% anche i dati di gennaio e febbraio. Tra i giovani il tasso di disoccupazione è al 42,7%. Segnale positivo dalla ripresa degli occupati, 73mila in più del mese precedente con un tasso che sale al 55,6%

MILANO – Il decreto legge sul lavoro voluto dal ministro Giuliano Poletti ha iniziato il suo iter parlamentare, non senza giochi di forza all’interno della maggioranza, ad esempio sul tema dei rinnovi per i contratti a termine. Intanto i dati mostrano quanto l’emergenza occupazionale resti a livelli record per l’Italia: secondo l’Istat, il tasso di disoccupazione a marzo è risultato al 12,7%, in calo di 0,1 punti in termini congiunturali ma in aumento di 0,7 punti nei dodici mesi. Al netto degli arrotondamenti decimali, si può affermare che il tasso resta ai livelli massimi sua dall’inizio delle serie mensili (2004) che da quelle trimestrali (1977). Dati che permettono a Susanna Camusso di dire che sarà un Primo Maggio “caratterizzato dal lavoro che non c’è, soprattutto per i giovani: è la festa della disoccupazione più che del lavoro”.

A favore dell’ottimismo gioca invece il fatto che per la prima volta in questa fase della crisi si registra un’inversione di tendenza nell’andamento dell’occupazione. A marzo gli occupati sono infatti 22 milioni 356 mila, in aumento dello 0,3% rispetto al mese precedente (+73 mila), ma pur sempre in diminuzione dello 0,6% su base annua (-124 mila). Il tasso di occupazione, pari al 55,6%, aumenta di 0,2 punti percentuali in termini congiunturali ma diminuisce di 0,2 punti rispetto a dodici mesi prima. Risalendo le serie storiche, per ritrovare una precedente variazione positiva del tasso di occupazione bisogna arrivare al giugno 2013 (+0,1 punti percentuali), mentre
il livello di occupazione aveva rimbalzato l’ultima volta nel febbraio del 2013. Scendono di contro i disoccupati, a 3 milioni 248 mila, in calo dello 0,2% rispetto al mese precedente (-5 mila) ma in aumento del 6,4% su anno (+194 mila).

L’Istituto di statistica, che ha diffuso i dati provvisori, ha rivisto i dati destagionalizzati dei mesi di gennaio e febbraio, portandoli al 12,7% di tasso di disoccupazione, a seguito di una revisione del modello statistico di riferimento. Il tasso di disoccupazione dei 15-24enni – sempre a marzo – è al 42,7%, sostanzialmente stabile rispetto al mese precedente ma in aumento di 3,1 punti nel confronto annuo. Anche nel caso dei giovani, gli economisti hanno rivisto i dati destagionalizzati di gennaio e febbraio, indicando rispettivamente il 42,9% e il 42,8% come tasso di disoccupazione. In cerca di occupazione sono in 683mila, che significa l’11,4% sul totale della popolazione in quella fascia di età.

Segnale positivo anche dal fatto che il numero di individui inattivi tra i 15 e i 64 anni diminuisce dello 0,5% rispetto al mese precedente e dell’1,2% rispetto a dodici mesi prima. Il tasso di inattività, pari al 36,2%, diminuisce di 0,2 punti percentuali in termini congiunturali e di 0,3 punti su base annua. Il numero di giovani inattivi è pari a 4 milioni 393 mila, in diminuzione dello 0,6% nel confronto congiunturale (-25 mila) e dello 0,5% su base annua (-21 mila). Il tasso di inattività dei giovani tra 15 e 24 anni, pari al 73,3%, scende di 0,4 punti percentuali nell’ultimo mese mentre sale di 0,1 punti nei dodici mesi.

(30 aprile 2014)

Sassari: sei i candidati alla carica di sindaco

¡Y ahora a la lucha bruta!
municipio di SS
di Vanni Tola
Conclusa la procedura di presentazione delle liste per le elezioni amministrative osserviamo gli schieramenti in campo. Emerge intanto un notevole numero di liste partecipanti, ben 22 con circa 700 candidati. I concorrenti alla carica di sindaco sono sei. Vediamo i raggruppamenti fra le liste. Il candidato sindaco del centro-sinistra è Nicola Sanna, vincitore delle primarie con un vantaggio molto limitato. Lo sostiene il Partito Democratico, un partito uscito profondamente diviso dalla prova delle primarie nel quale – dietro un’apparente nuova unità intorno al candidato di bandiera – persistono le divisioni, i rancori e la rabbia dei notabili dell’apparato che fanno riferimento all’area Spissu-Ganau-Giagu, risultati sconfitti alle primarie di qualche settimana fa. La ritrovata unità fra le componenti intorno alla candidatura Sanna è, in realtà, una sorta di “tregua armata” suggellata con l’impegno di dividere equamente il peso delle componenti nella scelta dei candidati. La coalizione di Centro- Sinistra sarà supportata da ben undici formazioni politiche (in alcuni casi quasi liste condominiali sorte per l’occasione) che, in cambio del loro appoggio attendono naturalmente un’adeguata rappresentanza in Giunta. Difficilmente gli elettori riusciranno a individuare i punti programmatici comuni tra formazioni cosi eterogenee e spesso distanti fra loro quali il Centro Democratico, l’Italia dei Valori, l’IRS (Indipendentzia Repubrica de Sardigna), La Base, Libertà di Movimento (ex Grillini), Ora sì, Partito dei Sardi, Rossomori, Sassari Bella Dentro, Sel (Sinistra Ecologia e Liberta) e UPC (Unione provinciale cristiana). E, d’altra parte, di contenuti programmatici si è parlato abbastanza poco stante anche la notevole eterogeneità delle forze che compongono la coalizione che avrebbe reso problematica la definizione di un programma comune non limitato all’esposizione di una generica lista di buoni proponimenti. Se il centro sinistra dovesse vincere le elezioni, il candidato sindaco Nicola Sanna e il suo staff dovranno avere infinite capacità di mediazione per mettere insieme i punti di vista di forze politiche e organizzazioni politicamente e culturalmente molto differenti e distanti fra loro. Trasformare questa sorta di “armata Brancaleone” in stabilità politica nell’ Amministrazione comunale futura sarà impresa ardua. Ma il candidato sindaco è ottimista. “Grazie al percorso delle primarie ci presentiamo all’appuntamento uniti e determinati” ha dichiarato Nicola Sanna. Se è cosi, tanti auguri.
Il Centro-Destra invece candida una donna, Rosanna Arru, dirigente scolastica. La Arru, sarà sostenuta da Forza Italia, Udc (Unione di centro), Fratelli d’Italia e la lista civica “Sassari Progetto comune”. “ Sto cercando di creare una lista civica formata da persone rappresentative di tutta la società sassarese, senza distinguo dovuti a partiti o aree politiche di appartenenza”, spiega la dirigente scolastica. «Io non pongo veti a nessuno, chiunque si riconoscerà nella mia proposta di amministrazione della città sarà il benvenuto. La mia candidatura e la lista civica che comporremo vogliono offrire un’alternativa a tutti coloro i quali non si riconoscono nei programmi, nei metodi, nelle idee e nella figura del candidato sindaco del Pd». Progetto lodevole che non è però riuscito ad evitare la “rottura “ a destra e la nascita di Progetto Centrista, una forte lista concorrente nella medesima area politica. Il candidato sindaco di Progetto Centrista è Nicola Lucchi, avvocato, già assessore nella giunta guidata tra il 2000 e il 2005 dal sindaco Nanni Campus. Lucchi è proposto da Riformatori, Unidos, il movimento che fa capo al parlamentare Mauro Pili, e dalla lista civica «Sassari è».
Il Psd’Az, falliti i tentativi di apparentamento con i raggruppamenti maggiori, sceglie di correre da solo con una propria lista che vede candidato per la carica di sindaco Antonio Cardin, consigliere comunale e capogruppo del PSd’Az. L’indicazione fondamentale è quella sancita recentemente dal partito che può essere riassunta con lo slogan “nessuna alleanza, né a destra, né a sinistra, ma con uno spiraglio al Centro”.
Partecipa anche alla composizione elettorale il Fronte Indipendentista Unidu che candida alla carica di sindaco Cristiano Sabino, docente di 34 anni, che insegna filosofia e storia nei Licei di Sassari dove lavora come precario. È militante della sinistra indipendentista dalla fondazione del movimento “A Manca pro s’Indipendentzia” di cui è stato portavoce fino allo scorso febbraio. Sostiene il candidato Sabino il Movimento per il lavoro, i diritti e l’ambiente di cui fanno parte Alba e Azione Civile.
L’ultimo schieramento in campo, quello che potrebbe rappresentare la “sorpresa” di queste elezioni, è il Movimento Cinque Stelle che ha ufficializzato la candidatura alla carica di Sindaco di Maurilio Murru, 42 anni, dipendente amministrativo in un’azienda privata di Porto Torres. Coerentemente con la linea del M5S nazionale, anche per le amministrative di Sassari il movimento non ipotizza alcuna alleanza. Ha da spendere un credito considerevole che gli deriva dall’aver ottenuto in città il 31,5% dei voti nelle ultime elezioni politiche. Il programma, naturalmente disponibile in rete, è concentrato in undici “azioni” di intervento politico indicate come portatrici di originalità e innovazione, idee nuove per una città nuova. Con lo slogan #vinciamonoi il Movimento propone la riscoperta e rivitalizzazione del centro storico tramite residenze universitarie diffuse, attività mercatali, fiscalità di vantaggio, rivisitazione della Ztl, e la rottura del muro che divide il paese reale dai propri amministratori. Propone inoltre il question time comunale per offrire ai cittadini l’opportunità di dialogare settimanalmente col sindaco incontrandolo nella sala del consiglio comunale, ma anche il referendum sugli atti di grande interesse collettivo, e l’idea dell’istituzione di una consulta dei Gremi, presieduta dal sindaco e nella quale i rappresentanti dei Gremi tratteranno i temi di maggiore interesse della città. Ma le proposte non finiscono qui. Si prosegue con politiche sociali e abitative più incisive (tra le varie iniziative spicca per originalità la figura dell’infermiere di quartiere). La “carta delle culture” e il perseguimento dell’obiettivo rifiuti zero, l’acqua pubblica, il Puc partecipato, la mobilità sostenibile, e azioni dedicate all’agro e alla periferia, l’agenda digitale e un intero capitolo dedicato allo sport. “Si tratta di idee nuove – dichiara Murru – che mettono i sassaresi al centro della propria città. L’innovazione sta proprio in questo, nella partecipazione diretta dei cittadini al governo del proprio quartiere o della propria borgata. L’idea di fondo è che non si cambia la città costruendo l’ennesimo litigioso carrozzone elettorale ma avendo il coraggio di portare avanti i temi e non le poltrone”. Un programma che potrebbe avere grande ascolto nell’area degli indecisi e di coloro che si orientavano per l’astensionismo.
Difficile formulare pronostici sulla tornata elettorale, ci limiteremo quindi ad alcune brevi considerazioni di carattere generale. Molto elevato numero delle liste e dei candidati. Come generalmente accade per le consultazioni amministrative, è prevedibile una partecipazione elevata dei cittadini al voto e, conseguentemente, un calo dell’astensionismo che potrebbe perfino contribuire a estendere la partecipazione alla consultazione europea che si svolgerà nella stessa giornata. La frammentazione e l’eterogeneità delle forze politiche che costituiscono gli schieramenti di Centro-Sinistra e Centro-Destra, la scarsa attenzione ai programmi per privilegiare le strategie di aggregazione tra componenti delle coalizioni, potrebbero rivelarsi penalizzanti per i due maggiori schieramenti a tutto vantaggio di altre formazioni e in particolare del M5S che – al di là di quello che si può pensare nel merito della loro proposta politica – ha il grosso vantaggio di presentarsi come una compagine unita e determinata, con un programma chiaro, ben definito e di cambiamento radicale. Nello scontro tra centro-sinistra e centro-destra diversi osservatori tendono a vedere in vantaggio lo schieramento di centro-sinistra. Ma non è da escludere, anzi è molto probabile che il risultato della votazione determini la necessità del ballottaggio e che questo possa avvenire tra uno dei due schieramenti maggiori e il M5S. Se ciò accadesse, la possibilità che la seconda città della Sardegna possa vivere l’esperienza di un Sindaco e di una Giunta a cinque stelle, non è poi cosi remota.
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Sant_Eligio_bio Gremio SS
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¡Y ahora a la lucha bruta!
Y ahora a la lucha bruta
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GM ANGIOY A SS

SA DIE DE SA SARDIGNA

sadiedesasardignaGLI-OCCHIALI-DI-PIERO1-150x1501413SA DIE DE SA SARDIGNA IN AUSTRALIA
Bomeluzo-Australia 15Come avevo anticipato nella mia “Lettera dall’Australia” del 25 febbraio (vedi Aladin Pensiero) anche in Australia i sardi festeggiano Sa Die de sa Sardigna.
Quest’anno in particolare, lo voglio ricordare oggi, il circolo dei sardi di Melbourne, Sardinian Cultural Association, ha organizzato un pranzo al Sunshine, prestigioso locale cittadino, per domani 27 aprile.
Al pranzo, che è organizzato per la ricorrenza del 28 aprile 1794 (il giorno della cacciata dall’Isola degli arroganti governanti piemontesi), la Festa del popolo sardo, parteciperanno centinaia di famiglie di origine sarda.
Preparano le pietanze quattro rinomati chef sardi, due di Melbourne e due di Sidney, giunti apposta per l’occasione, e sarà un magnifico pranzo “alla sarda”.
Si concluderà nell’occasione la raccolta di fondi, iniziata da mesi, a favore delle famiglie sarde danneggiate dal ciclone del 18 novembre scorso, in specie per quelle della zona di Olbia, il centro più danneggiato.
Mando un saluto e un ringraziamento agli organizzatori: Paolo Lostia, presidente del circolo, Angelo Ledda, segretario, ai soci Ignazio Vargiu, Giovanni Chighine, Francesco Ledda, e a tutti gli altri, comprese le signore, sarde e non sarde (tra queste, saluto con particolare affetto la signora Elaine, moglie di Angelo Ledda).
Un saluto, un abbraccio e un Forza paris!
Viva la Sardegna e viva questi sardi nel mondo! – segue: il programma della RAS –